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Aveva ragione l'Anief e il Consiglio di Stato lo scrive a chiare lettere con un'Ordinanza esemplare ottenuta dagli Avvocati Ida Mendicino e Donatella Longo ed emanata oggi in favore di quei candidati che, secondo il DD n. 510/2020 non avrebbero potuto partecipare al Concorso Straordinario perché non erano formalmente iscritti ai corsi di specializzazione sostegno (TFA) perché non avviati entro il 29 dicembre 2019 o non conclusi entro il termine fisso previsto. Marcello Pacifico (Anief): “Escludere dalla partecipazione al Concorso Straordinario quanti si sono potuti iscrivere al V ciclo TFA Sostegno solo successivamente al 29 dicembre 2019, o si sono specializzati dopo la data del 15 luglio 2020, era irragionevole e discriminante e il Consiglio di Stato ci ha dato ragione dichiarando rilevante la questione di legittimità costituzionale della norma primaria in relazione agli artt. 2, 3, 32, 34, 97 e 113 della nostra Costituzione”.
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Comunicazione della Direzione Generale: nelle more della loro approvazione in DGR e pubblicazione in BUR, si trasmettono, come aggiornate, le “Linee di indirizzo per la Gestione dei contatti di casi di COVID-19 all’interno delle scuole e dei servizi per l’infanzia (REV 03 del 7/2/2021)”, già approvato dal Comitato Scientifico COVID-19 della Regione del Veneto in data 8/2/2021.

Si evidenzia il principale aspetto innovativo delle linee d’indirizzo costituito dalla previsione che, in presenza di un caso positivo a scuola (scuola primaria e scuole secondarie di I° e II° grado), venga programmato un test di screening da effettuarsi indicativamente entro le 72 ore (3 gg.). In attesa dell’esecuzione del test, il Dirigente Scolastico sospende la frequenza scolastica in presenza e attiva la didattica a distanza per la classe e per gli altri alunni individuati come contatti scolastici.
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Sulla mancata assegnazione di mesi di stipendio a decine di migliaia di supplenti brevi e Covid, dal ministero dell’Istruzione giungono risposte parziali: dopo le ripetute richieste del sindacato, con tanto di avvii di procedure di messa in mora, dal dicastero di viale Trastevere giunge una nota ufficiale, con la quale l’amministrazione annuncia il “pagamento dei cedolini stipendiali nell’emissione prevista per il giorno 17 febbraio”. Considerando i tempi tecnici per l’accreditamento delle somme, questo significa che gli stipendi potrebbero arrivare dopo circa dieci giorni, quindi a fine febbraio.
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Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “siamo alla follia: un lavoratore dello Stato deve sperare che alla fine del mese arrivi il suo stipendio. Altrimenti, se va bene se ne riparlerà decine di giorni dopo. E comunque sia si tratta di somme pure ridotte, perché nelle buste paga di supplenti temporanei e cosiddetti Covid mancano le ‘voci’ della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio degli Ata. Ma stiamo scherzando? I ritardi stipendiali e la cancellazione illegittima delle voci accessorie in busta paga sono condizioni non più accettabili. Parliamo di insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici contrattualizzati in sedi scolastiche spesso molto lontane dai loro domicili: si devono sobbarcare di affitti, bollette e spese per i viaggi. Invece di venire loro incontro, l’amministrazione cosa fa? Li abbandona letteralmente al loro destino, tanto che alcuni presidi hanno pensato bene di avviare prestiti d’onore, coscienti del fatto che i dipendenti in servizio nelle loro scuole non ce la fanno più. Noi non possiamo accettare tutto questo: siamo pronti sin d’ora a sostenere legalmente i precari danneggiati due volte, forti delle tantissime sentenze favorevoli già ottenute dal nostro sindacato in occasione della difesa di questo genere di diritti”.


Il piano nazionale delle vaccinazioni anti-Covid19 prevede che gli insegnanti e tutto il personale della scuola debbano essere considerati tra le categorie da proteggere il prima possibile: subito dopo l’immunizzazione dei lavoratori nell’ambito sanitario e degli anziani, è infatti prevista la somministrazione del vaccino agli operatori della scuola. Lo prevede la rimodulazione del piano vaccinale: “Gli insegnanti – si legge sull’Ansa - saranno dunque tra le categorie prioritarie per la vaccinazione. Si tratta di una bozza che potrebbe tuttavia subire ancora delle modifiche e che dovrebbe essere discussa con le regioni”. Si tratta di una bozza che potrebbe tuttavia subire ancora delle modifiche e che dovrebbe essere discussa, scrive la stampa specializzata. Anief si rivolge agli esperti, ai politici, alle Regioni, ai virologi e ai decisori istituzionali: è bene che il personale scolastico rimanga tra le categorie principali da vaccinare contro il coronavirus. Secondo gli epidemiologi, a causa della zona gialla ormai quasi in tutte le Regioni e della contestuale riapertura delle scuole, “fra poche settimane i nuovi casi torneranno a salire”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, non ha dubbi: “va ricordato che tra insegnanti e Ata vi sono oltre 300 mila dipendenti che hanno oltre 55 anni di età. Durante il lockdown del 2020 erano considerati ‘fragili’, invece da settembre solo chi è portatore di gravi patologie è rimasto tale, così il 99 per cento è tornato in classe. Alla pari di chi opera in campo sanitario, si tratta di operatori particolarmente esposti: stare in un luogo chiuso per ore, in presenza con oltre dieci persone, rappresenta una condizione particolarmente rischiosa, laddove vi sia un individuo contagiato. Nel frattempo, è bene che in ogni scuola si realizzi una mappatura dettagliata della situazione sui contagi e che tutta la popolazione studentesca sia sottoposta a tamponi periodici. Anche per il personale Ata, riducendo nel contempo la quantità di studenti per classi. A livello previdenziale, infine, sarebbe bene svecchiare il personale docente e anche per tutelare il personale più vecchio dal rischio contagio, con pensionamenti dai 62 anni senza decurtazioni sull’assegno di quiescenza”.
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Il Ministero dell’Istruzione, con la nota n.4024 del 29 gennaio scorso, a firma del direttore generale Filippo Serra, dà ulteriori indicazioni in merito all’attivazione delle funzioni di monitoraggio per le cessazioni di servizio.
Le scuole avranno cura di indicare, nell’ambito della platea condivisa con l’INPS, per ciascun codice fiscale di propria competenza, una serie di informazioni finalizzate ad individuare lo stato di lavorazione delle posizioni assicurative.
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Comunicazione della Direzione Generale: Con la ripartenza delle attività didattiche in presenza anche per istituti scolastici del II° grado, si ritiene necessario fare chiarezza, nella persistenza dell’attuale emergenza pandemica, sulla conduzione in sicurezza delle attività curricolari di educazione fisica e motoria, in particolare per quelle che si svolgono all’interno delle palestre scolastiche.


C’è anche la valorizzazione del personale Ata all’interno delle aree tematiche di intervento della missione “Istruzione e ricerca” inserita nel Recovery Plan, per la quale sono state destinate risorse pari a 28,49 miliardi di euro: tra le iniziative per la riqualificazione, formazione e selezione del personale scolastico, si dovrebbe prevedere di coinvolgere anche il comparto che conta oltre 200 mila lavoratori, per i quali va prevista un’opera di riqualificazione, formazione e selezione. Le richieste - che rientrano nell’ambito dei fondi europei di Next Generation EU - sono state formulate dall’Anief alla VII Commissione della Camera dei Deputati.

“Non è più procrastinabile – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - l’assegnazione della carta Ata e lo svolgimento durante l’orario di servizio di corsi di formazione e/o aggiornamento obbligatori da computare a recupero ore. Altrettanto obbligatoria dovrebbe essere la frequenza di un corso di formazione selettivo per tutti gli assistenti amministrativi entrati in ruolo, da concludersi positivamente prima del termine del periodo di prova, poiché ciò consentirebbe di accertare l’acquisizione delle professionalità necessarie allo svolgimento della professione, nonché l’indizione di un apposito corso-concorso volto a stabilizzare tutti gli assistenti amministrativi che da tempo immemore svolgono la funzione di DSGA”, conclude il presidente Anief.
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Seminari Anief di legislazione scolastica da gennaio ad aprile: “Dalla Legge 159/2019 alla legge 178/2020 ”

Prendono il via i 100 seminari Anief di “Legislazione scolastica” in tutte le province d’Italia da gennaio ad aprile 2021. È possibile partecipare, anche in orario di servizio, registrandosi. Sul sito a breve sarà inserita la tabella con tutti gli incontri

Marcello Pacifico (Anief): “Il 2021 prende il via all’insegna di uno dei cavalli di battaglia del sindacato, i seminari sulla legislazione scolastica, di aggiornamento e formazione per il personale della scuola su tutte le novità legislative, giurisprudenziali e anche contrattuali intervenute nel 2020. In qualità di presidente Anief interverrò nel dibattito, per incontrare tutto il personale della scuola: faremo un seminario di legislazione in ogni provincia, il primo è in calendario a fine gennaio in provincia di Palermo, poi andremo in tutte le province d’Italia nei successivi due mesi”

Gli argomenti che verranno affrontati sono: reclutamento, organici, mobilità, sicurezza, Ddi e lavoro agile, pensioni, sostegno.

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Trova spazio anche nel primo partito di maggioranza l’emendamento Anief al Decreto Milleproroghe 2021 per la proroga dei contratti COVID (insegnanti e personale ATA) fino al 30 giugno prossimo: la proposta del giovane sindacato viene raccolta dal M5S che, a firma dell’on. Virginia Villani, ha presentato una richiesta di slittamento della scadenza dei contratti analoga a quella del giovane sindacato. Anief ricorda infatti che ha chiesto in tempi non sospetti di modificare la scadenza dei contratti dei docenti e Ata cosiddetti Covid con uno specifico emendamento al D.L. 31 dicembre 2020 n. 183, fatto pervenire ai deputati della I e della V Commissione della Camera (Affari Costituzionali e Bilancio e Tesoro), che stanno esaminando congiuntamente l’Atto n. 2845: si tratta dell’estensione al 30 giugno dei contratti dell’organico Covid o anche al 31 agosto laddove i posti siano vacanti.

Secondo Marcello Pacifico, “sia i docenti, pure di sostegno, che il personale amministrativo, che operano su posti liberi anche aggiuntivi, devono essere necessariamente considerati su cattedre e posti vacanti e disponibili, quindi non si comprende il motivo della risoluzione anticipata del contratto. Tutti gli esperti di Covid19 ci dicono che dovremo convivere a lungo con il coronavirus, quindi la prossima estate l’emergenza e le attività di prevenzione saranno ancora in essere: per quale motivo questi lavoratori devono essere licenziati in anticipo?”.
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Il sindacato fa notare che nel 2020 lo Stato ha immesso in ruolo 20mila collaboratori scolastici delle cooperative in possesso al massimo della licenza media. Perché ora si chiede un titolo di studio superiore? Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega a Italia Stampa i motivi che inducono il sindacato ad “aprire un ricorso su questo fronte: quando non si viene tutelati dall’amministrazione”, purtroppo non c’è altra strada che quella di tutelarsi attraverso i ricorsi al giudice. In questo modo gli aspiranti Ata potranno garantirsi di essere inseriti nelle graduatorie, anche per la prima volta, “e affrontare questa sfida nuova per tentare di diventare collaboratore scolastico della scuola italiana. Chiunque vuole tentare questo percorso non deve fare altro che consultare il sito internet dell’Anief, aderire a questa nuova vertenza con i legali convenzionati con l’Anief per ottenere così il diritto di essere inseriti come amministrativo negli istituti scolastici”.
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Per molti supplenti Covid, docenti e Ata, non ci sono buone nuove sulle difficoltà di pagamento. Dopo la denuncia dell’Anief, a gennaio erano state inviata a tutte le scuole delle circolari operative con la quale, oltre alle indicazioni tecniche, si stabilivano le date, con tanto di orari-soglia, entro le quali le segreterie scolastiche avrebbero autorizzato i ratei contrattuali. Per molti docenti e Ata precari, però, il pagamento dello stipendio non è mai arrivato. Nemmeno della prima mensilità. E parliamo pure di insegnanti e Ata in servizio dallo scorso autunno. Anche la prevista emissione ordinaria del 25 gennaio non è stata risolutiva per tutti: a questo punto, la speranza è che, siccome l’accredito dello stipendio ha effetti pratici entro una decina di giorni, la procedura sia ancora in via di definizione. Ma c’è dell’altro: tutti i supplenti Covid, come quelli temporanei, continuano a subire il taglio dell’importo, a causa del mancato riconoscimento della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio al personale Ata, pari rispettivamente a una riduzione mensile di ben 174,50 e 64,50 euro.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i ritardi stipendiali e la cancellazione illegittima delle voci accessorie in busta paga sono condizioni non più accettabili. Ancora di più perché parliamo di docenti e personale Ata assunti in alto numero a centinaia di chilometri dalla loro dimora: dunque, si tratta di lavoratori che devono affrontare spese vive e anticipare costi per affitti, bollette e viaggi vari. È inaccettabile che siano abbandonati al loro destino. Ancora di più perché lo stipendio non è una concessione, ma un diritto che segue a determinati doveri professionali. Per Anief l’attesa è finita: è giunta l’ora della procedura di diffida e messa in mora”. Chiunque abbia necessità di procedere in questo senso può rivolgersi ad una delle sedi territoriali Anief.
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ANIEF SU ANSA - "EUROPA DICE SÌ ASSUNZIONE SUPPLENTI. SVOLTA PER GLI INSEGNANTI CON OLTRE 36 MESI DI SERVIZIO
(ANSA) - PALERMO, 29 GEN - I precari della scuola italiana con 36 mesi di servizio devono essere assunti. Per la seconda volta, nel giro di sei anni, l'Europa dà ragione al sindacato Anief, che da anni porta avanti la battaglia per la stabilizzazione del personale scolastico. E' stato accolto, lo scorso luglio 2020, da parte del Comitato europeo dei diritti sociali, il reclamo collettivo presentato dal sindacato, che ha sede a Palermo, al Consiglio d'Europa contro lo Stato italiano per violazione dell'articolo 1, paragrafo 2, della Carta sociale europea, poiché la situazione di precarietà viola il diritto del personale dell'istruzione pubblica. Il primo reclamo era stato accolto nel novembre 2014 con la ormai nota "sentenza Mascolo", che dava il diritto di assunzione ai precari con 36 mesi di anzianità. I dettagli sono stati illustrati nel pomeriggio nel corso di una videoconferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente nazionale di Anief Marcello Pacifico e gli avvocati Vicenzo De Michele, del foro di Foggia, Sergio Galleano, del foro di Milano, Walter Miceli e Fabio Ganci del foro di Palermo che hanno assistito il sindacato in sede europea. Se il governo italiano non si adeguerà a quanto ribadito dall'Europa si rischia un procedura d'infrazione. "Abbiamo 200mila precari insegnanti della scuola italiana, con più di 36 mesi di servizio, che non riescono ad entrare nei ruoli dello Stato - spiega il presidente di Anief Marcello Pacifico - perché hanno subito un abuso dei contratti a termine e perché non vengono inseriti nelle vecchie graduatorie ad esaurimento che il Parlamento ha riaperto per ben due volte su richiesta dell'Anief fino al 2012 ed anche perché l'attuale concorso straordinario, ancora una volta, non li mette tutti in quella graduatoria diversa che li potrebbe portare nei ruoli come sempre ci hanno detto la Cassazione e la Corte Costituzionale". A rivendicare il diritto all'assunzione a tempo indeterminato sono gli insegnanti inseriti nelle graduatorie d'istituto, quelli di prima fascia abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, quelli di seconda fascia abilitati non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e quelli di terza fascia non abilitati, che possono dimostrare di avere svolto 36 mesi di servizio. (ANSA).
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“Lunedì il Veneto riparte con la didattica in presenza al 50% per le superiori. Iniziamo con tre settimane”.
Così il Presidente del Veneto, Luca Zaia, confermando che il Veneto vuole portare avanti una indagine epidemiologica in collaborazione con l’Università di Padova “per valutare il livello di circolazione del virus”.
L’esponente della Lega spiega poi che “verrà fatto, come già previsto, una modifica del piano di sanità pubblica che adegui il tema tamponi nelle scuole. Con tutta probabilità si tornerà al fatto che in presenza di un positivo si va in quarantena e si fa un tampone a tutta la classe”.

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