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Anief avvia ricorsi gratuiti al Giudice del lavoro per recuperare il 10% dello stipendio mensile come da giurisprudenza della Cassazione. Pronte anche le diffide e i decreti ingiuntivi per ottenere la retribuzione bloccata. L’aumento mensile illegittimamente non corrisposto dall’amministrazione come a tutti i supplenti brevi per un’anzianità di servizio (0-14) corrisponde per il personale docente a 175,50 euro, per un collaboratore scolastico a 66.90 euro, per un Ata a 64,50 euro, quasi uno stipendio in più a fine anno. Per adesioni vai al seguente link.

Continua l'odissea dei cosiddetti “supplenti Covid”, personale docente e collaboratori scolastici Ata, chiamati in servizio per l'emergenza sanitaria che non solo ancora stanno attendendo la corresponsione dello stipendio, ma sono anche discriminati rispetto al personale precario annuale o di ruolo perché il loro contratto, essendo stipulato fino al termine delle lezioni, quindi in “supplenza breve”, non prevede l’emolumento accessorio denominato CIA (Compenso Individuale Accessorio, per il personale ATA 64,50 Euro al mese, per i collaboratori scolastici 66,90 euro) e RPD (Retribuzione Professionale Docente, per i docenti, appunto, per una cifra che varia dai 174,50 euro mensili, ai 214,80, ai 273,20 euro a seconda dell’anzianità di servizio, 0-14, 15-27, 28-42). Marcello Pacifico (Anief): “La questione è già stata chiarita dalla Suprema Corte di Cassazione ed è palesemente illegittimo non corrispondere ai “supplenti brevi” quanto, invece, riconosciuto al personale di ruolo o con supplenze al 30 giugno o al 31 agosto. Anche il “supplente Covid” deve ricevere RPD o CIA nello stipendio mensile”. Aperte le adesioni al ricorso gratuito patrocinato dai legali Anief e dedicato ai “supplenti Covid”.
Leggi il comunicato integrale.


Assurdo per il sindacato Anief ridurre al 25% il numero dei posti per i trasferimenti dei docenti in nome di un blocco inserito nel 2018 senza alcuna ragione per i neo-assunti. “Stiamo ricorrendo in tribunale - dichiara il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico - Assurdo rispetto a 200 mila posti dati in supplenza privare i neo immessi in ruolo del diritto alla famiglia. Per questo ricordiamo dopo aver garantito negli anni passati il diritto alla mobilità.

Con il nuovo anno solare moltissimi docenti tornano a sperare in un trasferimento in un istituto più vicino alla loro terra e ai loro affetti, attraverso la domanda di mobilità che avrà effetto pratico a partire dal 1°settembre 2021. Decine di migliaia di insegnanti, però, continuano a sottostare e dei vincoli temporali, molto discutibili, introdotti dall’amministrazione che precludono la possibilità di trasferirsi, anche a livello annuale. Sull’applicazione del vincolo triennale e del vincolo quinquennale, la stampa specializzata ha realizzato una scheda nella quale si specifica che il vincolo temporale che interessa i docenti può essere di tre tipi: triennale nella scuola di titolarità; quinquennale nella scuola di titolarità; quinquennale nel sostegno, tipologia di posto di titolarità. È quindi consigliabile che ogni docente interessato alla mobilità tenga conto dei diversi vincoli, blocchi e impedimenti prima di presentare domanda, in modo tale da farlo con la massima consapevolezza in relazione alle conseguenze e alle regole che dovrà rispettare.

Si tratta di “paletti” gratuiti che il sindacato ha cercato di cancellare anche con appositi emendamenti alla Legge di Bilancio 2021. Poiché non sono andati a buon fine, il sindacato si sente costretto ad avviare le preadesioni gratuite al ricorso contro il blocco di 5 anni imposto dall’anno in corso. Sempre l’Anief ha attivato la preadesione gratuita al ricorso contro il vincolo quinquennale che per effetto dalla Legge 159/2019 obbliga i docenti nominati in ruolo dal 2020/21 a rimanere 5 anni nella sede di titolarità senza diritto a trasferirsi, a passaggi di ruolo o assegnazioni provvisorie, addirittura arrivando a negare l’avvicinamento di chi assiste un familiare con disabilità grave.

Marcello Pacifico (Anief): “Siamo sempre più convinti, forti del parere del nostro ufficio legale, che è irragionevole precludere ai lavoratori ogni possibilità di movimento per chi ha ragioni per farlo in presenza di posti vacanti. Siamo arrivati all’assurdo che il vincolo si applica anche all'interno della provincia di immissione in ruolo e addirittura nel caso in cui il docente voglia restare nella stessa sede di servizio cambiando, magari, tipo di posto o chiedendo il passaggio di ruolo in altra classe di concorso per migliorare la sua posizione professionale. Si tratta di limiti del tutto gratuiti che confliggono con il diritto alla famiglia e anche al lavoro, inteso come componente utile ad elevare la dignità del cittadino. Ecco perché continuiamo a batterci, perché i diritti non si possono sgonfiare a piacimento”.
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Oggi, 9 gennaio 2021, il presidente del sindacato rappresentativo Anief, Marcello Pacifico, interverrà in diretta al Tgcom24, canale 51, dalle ore 15.40 alle 16. Verrà affrontato il tema del rientro a scuola, delle differenze che intercorrono tra le regioni in questo particolare momento, delle criticità presenti. Pacifico ha affermato che sono “necessari screening di massa della popolazione studentesca e del personale e bisogna dare priorità alle vaccinazioni. Per primi come Anief abbiamo chiesto di procedere dopo le feste, prima della riapertura del 1° febbraio 2021, con screening obbligatori per personale e studenti, poiché era prevedibile l’aumento della curva dei contagi causato dal mancato rispetto del distanziamento sociale nelle case degli italiani durante le vacanze".

Con l’entrata in vigore del decreto Milleproroghe è stata introdotta la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo prossimo per via dei rischi ancora corposi di contagio da Covid19. Tra le misure prorogate – informa in una nota l’Inail - rientra l’applicazione del lavoro agile per l’emergenza nelle PA e per i datori di lavoro privati a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali, previo rispetto degli obblighi di informativa, che possono essere assolti in via telematica ricorrendo alla documentazione resa disponibile dall’Inail. Slittano a tutto il 31 marzo 2021 anche le disposizioni sulla Sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori “fragili” maggiormente a rischio. Nel frattempo, dal ministero dell’Istruzione arriva una Nota a firma del capo dipartimento Max Bruschi che recepisce il nuovo Decreto Legge n. 1/2021 con le misure anche per la scuola.

Secondo l’Anief il perdurare dello stato emergenziale per altri quasi tre mesi la dice lunga sulla pericolosità dei contagi, confermata peraltro dalle decine di migliaia di nuovi contagi quotidiani e di morti da coronavirus. Non si parla, però, di un piano capillare di vaccinazioni per il personale scolastico, mettendo subito in campo le risorse necessarie e una adeguata programmazione: la vera unica disposizione che servirebbe per prevenire il Covid. E in questa situazione lascia molto perplessi la decisione del Consiglio dei Ministri di far riprendere le lezioni in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado, con il 50% di studenti, già da lunedì prossimo, lasciando alla potestà territoriale la possibilità di far slittare ulteriormente il rientro sui banchi. Tuttavia, superando l’articolo 4 del Decreto Legge n. 1/2021, le Regioni hanno deciso o stanno decidendo in ordine sparso, con prevalenza di quelle che vanno per la loro strada: una circostanza che ha fatto giustamente sorgere il dubbio, anche alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che certe scelte siano dettate più da analisi prettamente politiche piuttosto che scientifiche e legate allo stato effettivo dei rischi di contagio. Ne è derivato in quadro di delibere regionali, approvate o in via di approvazione, a dir poco difforme: una serie di disposizioni adottate dalle singole Regioni, con ordinanze territoriali, che hanno prodotto un’offerta formativa “spezzatino”, con avvii differenziati che vanno dal 7 (confermato dal Trentino Alto Adige) al 31 gennaio (Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia) e tante altre date intermedie, anche differenziando il rientro a seconda dei cicli scolastici.

Marcello Pacifico, presidente Anief: “Per evitare tutto questo avevamo chiesto un periodo ‘cuscinetto’, durante il quale vaccinare tutto il personale scolastico e fare i tamponi agli studenti e quindi mantenendo la didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Bisogna fare i conti con la realtà, fatta di 20mila nuovi casi di contagi e centinaia di decessi al giorno. Domani, 8 gennaio, potrebbe essere una giornata importante, perché dal numero dei contagi ufficiali si dovranno prendere forse ulteriori decisioni. Negli ultimi tre giorni i casi sono progressivamente aumentati, se questo dovesse ripetersi ancora è chiaro che non si potrà fare finta di nulla”.
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La soglia scenderà da un minimo di 600 a un minimo di 500 studenti nei casi ordinari, e da un minimo di 400 a un minimo di 300 nel casi delle piccole isole, dei comuni montani e le aree caratterizzate da specificità linguistiche. Negli anni Anief ha sempre proposto, alle istituzioni scolastiche, alle amministrazioni comunali, alle amministrazioni provinciali e regionali, un monito attenzionale agli accorpamenti delle scuole.
Leggi il comunicato integrale.

Doveva essere il giorno del ritorno a scuola per le scuole superiori, almeno per quasi tutti, invece (se va bene) i ragazzi ci torneranno fra 25 giorni.

Con il 7 gennaio infatti non ci sarà il tanto auspicato ritorno sui banchi per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: l'ordinanza di Luca Zaia ha spostato il ritorno della didattica in presenza a febbraio, mentre in molte altre regioni si ripartirà l'11. Didattica a distanza che prosegue anche nelle università.

Con la giornata di domani invece, riprende la frequenza per medie (secondaria inferiore), elementari (primaria), scuola dell'infanzia e asili nido. Un eventuale passaggio in zona arancione o rossa, potrebbe spingere alla didattica a distanza anche alle medie, ma su questo ancora non ci sono decisioni: di sicuro domani tutti in classe a eccezion fatta per i ragazzi delle superiori che, ad eccezione della "finestra" autunnale, ormai non vanno a scuola da quasi un anno.

Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette la nota prot. n. 2836 del 6 gennaio 2021 del Direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e programmazione comunitaria della Regione del Veneto, con la quale vengono forniti alle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie del Veneto gli opportuni chiarimenti circa l’applicazione dell’Ordinanza Regionale in oggetto.
Scarica gli allegati.

È giunto in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.3 del 05-01-2021) il nuovo Decreto Legge incentrato sulle disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, frutto dell’accordo raggiunto nell’ultimo Consiglio dei Ministri per permettere un più regolare rientro degli alunni nelle loro scuole. Le disposizioni, che hanno effetto da stamane, all’articolo prevedono che “dal giorno 11 gennaio 2021 al 16 gennaio 2021 le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, garantendo almeno al 50 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica, è svolta con didattica a distanza”.

Ricapitolando, quindi, le scuole secondarie di secondo grado rientrano in aula dall’11 al 16 gennaio per almeno il 50% della popolazione studentesca. Dal 7 al 9 gennaio le attività didattiche si svolgono a distanza. Dalla scuola dell’Infanzia al primo ciclo il ritorno in classe si attuerà da domani 7 gennaio. Le scuole collocate nelle zone rosse, invece, praticheranno la didattica a distanza dalle classi di seconda media alla quinta superiore. Nel frattempo, “le Regioni stanno decidendo in ordine sparso le date di rientro e le modalità”, ricorda oggi Orizzonte Scuola.

Marcello Pacifico, presidente Anief: “Continuiamo a pensare che sul ritorno a scuola serva la massima cautela, perché il Covid non è affatto superato. Sarebbe sicuramente meglio allungare i tempi della didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Si andrebbe così a creare un periodo ‘cuscinetto’ che servirebbe a fare quello screening che epidemiologi indicano come basilare per non allargare i contagi. Occorre un’indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era deciso quest’estate, quando i casi accertati di contagio erano il 3% di quelli registrati oggi. Sarebbe anche opportuno rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di docenti, educatori e Ata. Inoltre, bisognerebbe incrementare le autonomie scolastiche, quindi su sedi, classi e organici del personale, in base alle esigenze del territorio e non di calcoli teorici. Ma anche non utilizzare più posti in deroga sul sostegno, elevare il rapporto studenti-personale e sbloccare i trasferimenti facendo cadere vincoli insensati. E fa bene la ministra Lucia Azzolna a dire che la scuola viene prima della politica".
Leggi il comunicato integrale.

(ANSA) - ROMA, 05 GEN - Per Marcello Pacifico, leader dell'Anief, la scuola non è pronta alla ripartenza del 7 gennaio, "non si è fatta un'indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era previsto quest'estate quando i casi di contagio erano il 3% di quelli registrati in questi giorni". Per Pacifico "bisogna intervenire e subito su autonomie scolastiche, plessi, classi e organici. Deve essere innalzato il rapporto alunni-personale scolastico e rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di insegnanti, Ata, educatori". Per quanto concerne gli organici, il sindacalista ha detto che è necessario "approfittare di questa emergenza per ripensare all'attribuzione degli organici in base alle esigenze del territorio, senza più ricorrere alla supplentite, per sbloccare i trasferimenti e non utilizzare più posti in deroga sul sostegno". (ANSA).

Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette l’Ordinanza in oggetto di data odierna – in corso di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione – con la quale il Presidente della Giunta Regionale del Veneto ha disposto, per ragioni di ordine sanitario, che le scuole secondarie di secondo grado adottino la didattica digitale integrata per il 100% della popolazione scolastica dal 7 al 31 gennaio 2021.
Visita il sito dell'ufficio scolastico.

"Bisogna adeguare la retribuzione al costo dell'inflazione registrata negli ultimi dodici anni. Le buste paga degli insegnanti non soltanto sono inferiori a quelle dei colleghi europei ma sotto ancora di dieci punti rispetto al costo della vita. Né sono state riconosciute specifiche indennità di rischio biologico o di burnout. Come sindacato continuiamo a dire che non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico senza aumento degli stipendi, con inserimento anche dell'indennità di rischio collegata al Covid-19. Per noi è necessario incrementare gli stipendi mediamente di almeno 250 euro al mese, quindi di 3 mila euro l'anno; tale esigenza deve essere accompagnata a quella di abbattere la precarietà, oltre a quella della cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008". Lo dice il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico. (ANSA).

Tra le disposizioni approvate dal CdM, da domani all’esame della Camera e dal 12 gennaio a Palazzo Madama, ne risultano presenti diverse per il comparto della Conoscenza: tra le più importanti figura la proroga fino al 31 marzo 2021 dello stato di emergenza Covid19 e le supplenze Ata su posti ex Lsu, come le riunioni a distanza degli organi collegiali, mentre il CSPI deve dare parere entro sette giorni sugli atti ministeriali. Vengono inoltre prorogati a fine anno solare i concorsi per docenti di insegnamento della Religione Cattolica e dei dirigenti tecnici, come la spesa per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Marcello Pacifico (Anief): “Chiederemo modifiche in Parlamento per organici e assunzioni nonché sui lavoratori fragili e pensionamenti. Come è necessaria la riapertura delle Graduatorie a esaurimento, oltre che l’avvio dei concorsi per titoli per riassorbire il precariato”.
Leggi il comunicato integrale.

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