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Il decreto legge ‘Sostegni’ approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri porterà direttamente alla scuola 300 milioni di euro, ma nessuna norma per abolire il vincolo quinquennale che continua a costringere tanti insegnanti e Ata a lavorare lontano da casa pur in presenza di posti molti più vicini ai loro affetti. Anief non si arrende e attraverso il suo presidente nazionale Marcello Pacifico annuncia che farà presentare “una serie di emendamenti allo stesso decreto che ora dovrà passare per le commissioni e poi nelle aule parlamentari. Ci sono diversi politici della maggioranza che la pensano come noi e oggi lo hanno ribadito. Abolire il blocco sulla mobilità del personale di ruolo, come assumere a tempo indeterminato i precari con oltre 36 mesi, reintrodurre i posti tagliati dal dimensionamento, confermare l’organico Covid, cancellare la condizione di fragilità dal computo della malattia, sono delle norme indispensabili se si vuole cambiare pagina e ripartire il prima possibile con una scuola all’altezza della situazione. Cambiare solo a parole, a noi non interessa. Cominciamo con il togliere i vincoli senza senso agli spostamenti del personale”.
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Graduatorie personale ATA terza fascia: pubblicato il decreto ministeriale e la nota per riapertura e aggiornamento per il triennio 2021/22. Le domande potranno essere presentate tramite Istanze online dal 22 marzo, tutte le istruzioni per accedere. I requisiti di accesso, i titoli valutabili, cosa bisogna sapere. Le FAQ.

Dal 1° settembre prossimo nei nostri istituti avremo 1.000 posti in più per il potenziamento nella scuola di infanzia e 5.000 posti di sostegno in più distribuiti fra i vari gradi, mentre saltano i 75mila docenti e Ata contenuti nell’“organico Covid” introdotto nell’anno in corso per fare fronte all’emergenza pandemica. I numeri sono stati presentati dal ministero dell’Istruzione ai sindacati assieme alla bozza sugli organici del personale docente. Quello che fa scalpore è che l’organico “di emergenza” non solo non entra in organico di diritto, come chiesto dal sindacato, ma sembra uscire addirittura di scena. “Non diventa parte dell’organico, neanche di fatto. Si presume che la stessa decisione sarà assunta anche nei confronti del personale ATA”, scrive oggi la stampa specializzata.
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Il “Regolamento di accesso civico” individua gli obblighi di pubblicità e trasparenza che la Scuola è tenuta ad assolvere al fine di assicurare l’accessibilità totale delle informazioni, concernenti la propria organizzazione e la propria attività, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche

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Sarebbe inutile cambiare la fine dell’anno scolastico spostandola al termine del prossimo mese di giugno perché il ritardo di competenze non si risolve aumentando di venti giorni le lezioni: le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riempiono d’orgoglio il sindacato Anief. Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ricorda: “Il ministro ci ha ascoltato, perché sull’ipotesi di protrarre le lezioni sino alla fine di giugno 2021, Bianchi sembra saggiamente allargare la problematica su ambiti ben più complessi. Sembra avere seguito, dunque, la nostra richiesta di evitare una ‘coda’ pesantissima di giorni di lezioni, che non raggiungerebbe i risultati attesi”.
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Dopo l’incontro della scorsa settimana con il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il Patto sottoscritto anche con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, stamane le confederazioni del pubblico impiego hanno avviato il confronto con il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per siglare un patto su istruzione e formazione: si è parlato, tra le altre cose, dell’organico dei docenti del prossimo anno scolastico, per il quale Anief si aspetta la conferma dei 60 mila docenti Covid e la loro collocazione in organico di diritto, la cancellazione dell’organico di fatto e un incremento di cattedre per affrontare l’emergenza pandemica e cancellare una volta per tutte le classi pollaio. Il ministro, pur rispettando ovviamente il ruolo che hanno l'ARAN e i sindacati su questo argomento, ha tenuto ad evidenziare come il rinnovo del contratto sia un tema sempre più fondamentale per assicurare la dignità delle persone che lavorano nella scuola: peccato che qualcuno paventi aumenti inferiori rivolti proprio a chi lavora nella scuola, poiché vi sarebbe da coprire la perequazione. Una ipotesi che non trova fondamento nei calcoli del giovane sindacato.

“Poiché l’elemento perequativo è aggiuntivo e strutturale rispetto all’aumento contrattuale, significa che col rinnovo del Ccnl si avranno 150 euro lordi medi, quindi 100 euro nette a lavoratore”, sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che non comprende i motivi del trattamento peggiorativo che verrebbe riservato a docenti e Ata della scuola. Poi il sindacalista aggiunge: “Se è vero che il passaggio dal 3,48% del precedente rinnovo all’attuale 4,07% è positivo ma non può bastare a recuperare 14 punti di inflazione persi, è anche vero che non condividiamo la teoria di chi ipotizza 20 euro medi in meno da assegnare al dipendente della scuola. Riteniamo che l’aumento, da sottoscrivere pure con le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria, debba essere almeno lo stesso degli altri statali. Ricordiamo che i compensi annui di chi lavora nelle nostre scuole sono 10 mila euro annui più bassi rispetto a quelli della media Ue. Per questo va adottato il principio del salario minimo, assieme alla diaria giornaliera di 10 euro per quel rischio biologico accertato scientificamente e che il Covid19 ha messo ancora più a nudo. In generale – ha detto Pacifico - il rinnovo del contratto dovrà prevedere una formazione ripensata come attività lavorativa, intesa come opportunità e non certo un costo”.
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“Bisogna mettere la scuola al centro del Paese”: su questo concorda la Cisal, come ha ribadito il segretario confederale Marcello Pacifico. Nelle prossime due settimane partiranno tavoli di approfondimento allargati ai rappresentanti sindacali di comparto su sistema di istruzione, personale, scuola oggi al tempo del Covid e disparità regionali. Dopo Pasqua, il testo concordato dovrebbe impegnare anche il Governo e il Parlamento.

Ha preso il via il confronto dei rappresentanti delle confederazioni dei lavoratori del pubblico impiego con il nuovo ministro dell’Istruzione dopo l’incontro svolto con il ministro della funzione pubblica: al centro dell’incontro l’idea di siglare un patto per far ripartire il Paese dalla scuola. Per Cisal gli assi fondamentali da sviluppare sono la ripartenza in sicurezza, la ridefinizione degli organici, una nuova politica di reclutamento che riconosca l’esperienza di migliaia di precari del sistema nazionale di istruzione, il rinnovo del contratto con una formazione ripensata come attività lavorativa, opportunità e non un costo, un ripensamento dell’obbligo scolastico e delle regole sui trasferimenti del personale.
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“Dalla legge 159 del 2019 alla legge 41 del 2020 non si è risolto il problema del precariato. Come detto anche dall’Europa, in risposta al reclamo collettivo presentato da Anief, bisogna ricercare ancora oggi una soluzione per migliaia di supplenti e l’unica soluzione è trovare un canale riservato per titoli che vada ad assumere i precari dalle graduatorie, oltre a quelle altre graduatorie dei concorsi per le quali si assumono i giovani laureati. Entrambe le categorie meritano di essere assunte nel nostro Paese”: è il pensiero del presidente nazionale del sindacato Anief, espresso ancora una volta oggi, durante il seminario sulla legislazione scolastica tenuto per le province di Pordenone e Udine.

Per visionare l’intero calendario dei seminari sulla Legislazione scolastica coi prossimi incontri cliccare qui. I seminari on line sono aperti a tutti i lavoratori della scuola.

Mandare a casa dipendenti pubblici con un incentivo all’esodo: il progetto sarebbe contenuto nel piano del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, le cui linee guida sono state annunciate ieri in audizione alle commissioni Lavoro e Affari costituzionali di Camera e Senato, sulle linee programmatiche del dicastero, e oggi a Palazzo Chigi, attraverso il "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dello stesso ministro per la PA. Secondo alcune anticipazioni della stampa nazionale, il ministro starebbe lavorando su uno “scivolo” per la pensione, con un incentivo volontario all’esodo. Il piano dovrebbe essere finanziato anche con i soldi per il Recovery Plan.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “se confermata la notizia dell’anticipo pensionistico ci trova d’accordo. Ci sono professionalità nell’amministrazione pubblica, a partire dal personale scolastico, particolarmente esposte a problemi di salute e sicurezza troppo alti, il cui operato deve essere collocato tra i lavori gravosi. Si tratta di dipendenti statali che già devono fare i conti con le conseguenze del burnout, tra l’altro per avere convissuto con un rischio biologicomolto superiore ad altre categorie ma non riconosciuto dallo Stato: non possono pure essere lasciati in servizio fino a 70 anni di età, magari dopo 40 e più anni di contributi versati. È chiaro che per noi, però, qualsiasi forma di anticipo non deve comportare decurtazioni all’assegno pensionistico, anche perché già il sistema contributivo è purtroppo determinante in negativo nel tagliare le mensilità della pensione: ci aspettiamo un allargamento, per capirci, della Ape social, che permette di lasciare il lavoro dai 62 anni e non prevede di fatto alcun ridimensionamento dei compensi per che lascia il servizio. La decisione, tra l’altro, farebbe ringiovanire un comparto la cui età media è a dir poco sbilanciata verso l’alto”.
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