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Il nuovo Decreto Covid varato oggi dal Governo Draghi contiene un’annunciata ma non meno importante novità per la Scuola: dal 7 al 30 aprile tornano a fare lezione in presenza, anche in zona rossa, gli alunni dell’infanzia, della primaria e delle classi prime della secondaria di primo grado. Seconde e terze medie e studenti delle superiori, invece, rimarranno in DaD solo in zona rossa, mentre in zona gialla e arancione rientreranno integralmente in presenza al primo grado, almeno al 50% al secondo. Scatta il divieto di deroga per le Regioni che, da oggi, non potranno più decidere autonomamente di lasciare a casa gli studenti fino alla prima media.

Marcello Pacifico (ANIEF): "Riaprire le scuole prima di aver completato la vaccinazione di tutto il personale docente e non docente è un errore, serve cautela per garantire la salute del personale scolastico, degli alunni e delle loro famiglie. Bene, invece, la decisione di mettere un freno alle fughe in avanti delle Regioni sulla Scuola, ma si doveva estendere il divieto di deroga a tutti i gradi".
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Con il vincolo quinquennale intervenuto per tutti gli immessi in ruolo 2020/2021, praticamente nessuno potrà partecipare alle procedure di trasferimento e l'Anief ha già avviato le procedure per ricorrere. Ma c'è una categoria di docenti che, avendo già superato in anni precedenti l'anno di prova perché già immesso in ruolo sullo stesso grado di istruzione da Graduatorie a Esaurimento, avrebbe potuto presentare domanda di passaggio di ruolo già da subito. L'Ordinanza Ministeriale n. 106/2021, però, nega tale possibilità di mobilità professionale in modo illegittimo perché il passaggio d ruolo e di cattedra non erano contemplati dalla normativa nazionale e, dunque, per il passaggio di ruolo o di cattedra non era previsto alcun vincolo quinquennale. Anief, unico sindacato da sempre attento alle problematiche dei docenti con diploma magistrale, avvia dunque le procedure di adesione allo specifico ricorso per ottenere il passaggio di ruolo e organizza un Webinar nazionale loro dedicato che si terrà il prossimo 7 aprile a partire dalle ore 15:30 per informare su tutte le possibilità riguardo le procedure di Mobilità 2021/2022. Per registrarsi al Webinar gratuito organizzato da Anief, clicca qui.
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Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha oggi annunciato che il governo varerà, nel decreto Covid del 31 marzo, anche lo sblocca concorsi pubblici. Considerando i dati Forum PA, sono almeno 60 i concorsi pubblici a livello nazionale che attendevano lo sblocco. Nella scuola vi sono tra gli 80 mila e i 90 mila posti da assegnare: i primi 32.000 riguardano la procedura straordinaria di cui al DD n. 510 del 23 aprile 2020; ancora più alto il contingente da assegnare per il concorso ordinario per infanzia e primaria con 12.861 posti da assegnare, oltre che il VI ciclo TFA sostegno, per il quale sono previsti 6.191 posti.

Anief reputa positiva l’intenzione dell’amministrazione di riprendere le procedure concorsuali. Tuttavia ricorda che i posti da coprire sono ormai tre volte tanto, considerando le 220 mila supplenze annuali sottoscritte quest’anno e i 35 mila pensionamenti in arrivo solo tra il personale docente. “Per superare il problema endemico del precariato – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – parallelamente ai concorsi va seguita la strada avviata oltre vent’anni fa con la Direttiva 70/99 della stessa Commissione UE che ha introdotto l’immissione in ruolo automatica di chi ha svolto 36 mesi. Una posizione ribadita dal Comitato dei diritti sociali europei che, accogliendo il ricorso Anief n. 146/2017 sulla reiterazione dei contratti a termine, ha aperto la strada ai concorsi riservati per titoli e servizi. Quelli che ora il Governo è tenuto a varare, anche assumendo da Gps, Gae e graduatorie d’istituto, per evitare che a settembre il sistema scolastico imploda per via della supplentite”.
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MOBILITÀ, ANIEF RICORRE CONTRO IL VINCOLO QUINQUENNALE DI PERMANENZA NELLA SEDE D’IMMISSIONE IN RUOLO NEOASSUNTI
Con la pubblicazione dell'O.M. 106 del 29 marzo 2021 è stato confermato il vincolo di permanenza nella sede di assunzione per tutti i neo immessi in ruolo nel corrente anno scolastico con conseguente compressione del diritto al ricongiungimento familiare e di altre tutele di legge come quelle regolate dalla Legge 104/92. Anief conferma, dunque, l'avvio dei ricorsi Mobilità per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori.
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IMMISSIONI IN RUOLO DEL PERSONALE DOCENTE 2020/21, ANIEF CHIEDE CHIARIMENTI
Anief oggi ha inviato una lettera di chiarimenti al ministero dell’istruzione, con la richiesta di informazioni e chiarimenti in ordine alle immissioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2020/21 e sullo scorrimento delle graduatorie per i posti rimasti vacanti a seguito di rinunce: il sindacato chiede di conoscere le tempistiche di conclusione delle operazioni e i numeri degli effettivi immessi in ruolo
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Su indicazione dell’Ufficio III: Sono state firmate oggi l’Ordinanza relativa alla mobilità del personale docente, educativo e Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) per l’anno scolastico 2021/2022 e l’Ordinanza relativa ai docenti di Religione Cattolica.

Per il personale docente le domande potranno essere effettuate da oggi 29 marzo al 13 aprile 2021.
Il personale educativo potrà presentare domanda di mobilità dal 15 aprile al 5 maggio 2021.
Per il personale ATA, le domande potranno essere effettuate da oggi 29 marzo al 15 aprile 2021.
Gli insegnanti di Religione Cattolica potranno presentare domanda di mobilità dal 31 marzo al 26 aprile 2021.
Vai al Comunicato Stampa del 29-03-2021 sul sito M.I.

Indicazioni operative nella sezione dedicata “Mobilità del personale docente, educativo ed ATA a.s. 2021/22” del sito M.I.
Vai al comunicato dell'ufficio scolastico regionale.

È stato oggi sottoscritto definitivamente all’Aran il Patto per l’Innovazione del Lavoro pubblico e la Coesione sociale: all’evento, tra le confederazioni sindacali, c’era anche la Cisal, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori. L’obiettivo reciproco dell’accordo è il rilancio del Paese, realizzando la modernizzazione del “sistema Italia” e l’incremento della coesione sociale, a partire dall’opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Con il Patto si vuole potenziare la PA attraverso la semplificazione dei processi e un massiccio investimento nel capitale umano. Oltre che avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata su un confronto con le organizzazioni, e portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-21, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale. A questo proposito, la parte pubblica si impegna a individuare una disciplina contrattuale per la gestione dello smart working, evitando, si legge nel patto, “una iper regolamentazione legislativa” e che “vi sia più spazio per la contrattazione di adattare alle esigenze delle diverse funzioni queste nuove forme di lavoro che, se ben organizzate, hanno consentito la continuità di importanti servizi pubblici anche durante la fase pandemica”.

In sintesi, l’accordo avrà effetti di rinnovo e adeguamento su una serie di punti: assunzioni straordinarie, stipendi inadeguati, lavoro agile, formazione, aggiornamento, nuove professionalità, Università, Afam, formazione a distanza e lavoro agile, ricerca.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha detto che “se si crede nella politica del cambiamento occorre per forza investire nelle relazioni sindacali. Per questo siamo convinti che la stipula del patto è funzionale a costruire un'Italia finalmente più equa e giusta. L’accordo diventa il viatico che dovrebbe portare ad una maggiore valorizzazione delle risorse umane, a partire dalla stabilizzazione dei precari storici della PA della scuola pubblica e paritaria, oltre che all’introduzione di professionalità sinora solo considerate in linea teorica andando a creare finalmente quei profili intermedi mai attivati per mera inerzia politica-amministrativa. Diventa infine lo strumento che porterà alla modernizzazione delle parti normative contrattuali, ma anche all’adeguamento dei compensi di docenti e Ata, oggi troppo al di sotto della media europea”.
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La mobilità 2021 ha preso il via: ieri sera, senza alcuna anticipazioni e in orario semi-notturno, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’ordinanza numero 106 che disciplina le domande di accesso alla mobilità annuale del personale docente, degli educatori e del personale Ata, assieme alle istruzioni per la compilazione. Per il personale insegnante le domande potranno essere effettuate con effetto immediato fino al 13 aprile prossimo. A dispetto delle fortissime richieste dei lavoratori e del sindacato, rimangono confermati i vincoli per l’anno scolastico 2021/22. Tranne alcune limitatissime deroghe, i docenti dovranno sottostare a vincolo triennale (riservato a coloro che “a seguito di domanda volontaria, sia territoriale che professionale” hanno espresso” e ottenuto “una richiesta puntuale di scuola”), a quello quinquennale per i neo-assunti dall’anno scolastico 2020/2021, oltre che al vincolo quinquennale degli insegnanti di sostegno, per i quali continua a non essere considerato il periodo di precariato. Per trasferimenti interprovinciali si riduce addirittura al 25% la percentuale dei posti disponibili, rendendo ancora più improbabile e difficoltoso il ricongiungimento alla propria famiglia.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “questa ordinanza dice chiaramente che sino ad oggi la politica ha soltanto illuso migliaia di lavoratori della scuola, i quali continuano a rimanere bloccati a centinaia di chilometri da casa, a non potersi spostare dalla loro scuola acquisita volontariamente nell’ultimo periodo e addirittura di rimanere ingabbiati sul sostegno. Anche in questa occasione non si è andati di là dei post-promesse sui social. Anche la riduzione della soglia trasferimenti interprovinciali al 25% dei posti liberi, mentre noi chiedevamo il 100%, la dice lunga sulla correttezza dell’amministrazione nel decidere le regole dei movimenti del personale scolastico. A questo punto, a meno che non si voglia dare seguito agli emendamenti che superano i vincoli per i neo assunti in arrivo nel decreto Sostegni, per noi la partita si sposta tutta nei tribunali della Repubblica”.
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Con l’ordinanza n. 106 inizia la mobilità annuale del personale docente, degli educatori e del personale Ata. L’ordinanza, con i relativi allegati, prevedono anche le fasce temporali riguardanti le altre professionalità: entro il 19 maggio saranno ultimati gli adempimenti degli uffici periferici del Ministero, con i movimenti che saranno pubblicati il 7 giugno prossimo. Per il personale insegnante le domande potranno essere effettuate con effetto immediato fino al 13 aprile prossimo. Il personale educativo potrà presentare domanda di mobilità dal 15 aprile al 5 maggio 2021. Le operazioni saranno concluse entro il 19 maggio, la pubblicazione dei movimenti avverrà l’8 giugno. Per il personale ATA, le domande potranno essere effettuate da oggi fino al 15 aprile. Gli adempimenti degli uffici si svolgeranno entro il 21 maggio, la pubblicazione dei movimenti è fissata per l’11 giugno. Gli insegnanti di Religione Cattolica potranno presentare domanda di mobilità dal 31 marzo al 26 aprile, i movimenti saranno pubblicati il 14 giugno.

Si comunica ai soci che la consulenza telefonica della sede di Verona è sospesa per l'intero pomeriggio del 30 marzo.
E' possibile contattare i vari referenti provinciali nei rispettivi orari di consulenza.
E' possibile inoltrare le proprie richieste scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure alle mail dei referenti provinciali.

Un avviso pubblico da 700 milioni di euro da assegnare ai Comuni per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, la riqualificazione, la riconversione o la costruzione di edifici per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia: a pubblicarlo è stato congiuntamente oggi il ministero dell’Istruzione con quello dell’Interno, in collaborazione con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Dipartimento per le politiche della Famiglia. “Potenziare asili nido e servizi per l’infanzia significa non solo dare più opportunità educative alle bambine e ai bambini, riducendo le disuguaglianze sociali e territoriali, ma anche favorire concretamente l’occupazione femminile”, ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Anief apprezza l’intento del dicastero dell’Istruzione che intende coprire un vuoto enorme sulla fascia 0-6 anni, con percentuali di frequenza scolastica molto molto lontane dalle indicazioni minime di Bruxelles: fino a tre anni, infatti, vi sono delle Regioni, soprattutto del Sud, dove la presenza nei nidi è inferiore al 10%. E anche quella nelle scuole dell’infanzia è in pericolosa discesa. Ma a rendere ancora più pesante il quadro della situazione italiana è anche l’alto numero di docenti e Ata non di ruolo: oltre 170 mila insegnanti e 40 mila impiegate, assistenti tecnici, collaboratrici scolastiche e Dsga.

“Queste maestre – dice Marcello Pacifico, presidente Anief – vivono la loro professione con stress, sono vittime di burnout e non hanno nemmeno possibilità di fare carriera, se non tentare il passaggio alla dirigenza scolastica. Se a ciò aggiungiamo che il Cnel ha di recente evidenziato la mancanza di servizi di cura e di assistenza, pubblici e privati, oltre che l’assenza di un welfare familiare reale se non sulle spalle delle imprese lavorative, diventa giocoforza garantire l’emancipazione del sesso femminile e la parità di genere iniziando a garantire ai dipendenti una stabilità. Incrementare, inoltre, il numero di ore di tempo scuola e di strutture per l’accoglienza di bambini fino a 6 anni, senza costi eccessivi per le famiglie, permetterebbe di “liberare”, in prospettiva lavoro, tante donne oggi costrette ad accudire i figli senza alternative. È chiaro che bisogna fare presto e fornire pure possibilità occupazionali maggiori rispetto a quelle attuali, peraltro ancora più modeste a causa dell’emergenza pandemica”.
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Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, si tratta di richieste condivisibili: “Finalmente le nostre istanze diventano richieste anche da parte della politica. È bene ora che si dia seguito a questa volontà comune attraverso dei precisi investimenti derivanti dai fondi del Recovery plan. Combattere la supplentite, aumentare i compensi e le possibilità di fare carriera del personale scolastico, come la cancellazione delle classi pollaio e il rispristino di sedi e organici precedenti alla spending review dell’ultimo decennio sono alcuni cavalli di battaglia del nostro sindacato. Sapere che se ne parli anche in Parlamento non può che riempirci di orgoglio. Ancora più importante è però che si convinca della loro opportunità estrema anche il legislatore e chi sarà presto deputato a decidere come indirizzare i miliardi in arrivo da Bruxelles per risollevare i paesi membri dopo la pandemia del Covid19”.

La VII Commissione di Palazzo Madama dà il suo consenso al parere sul Piano nazionale di rilancio e resilienza, chiedendo nel contempo la revisione di diverse regole che oggi tengono la scuola italiana sotto scacco: le disposizioni indicate dalla Commissione vanno dalla riforma delle modalità di reclutamento, inclusi i meccanismi concorsuali, con riattivazione dei percorsi abilitanti, agli aumenti retributivi e alle progressioni di carriera oggi inesistenti, oltre che la cancellazione delle classi pollaio la diminuzione dei tetti per la formazione delle classi . I senatori prevedono anche l’utilizzo di maggiori risorse per combattere la dispersione in età di obbligo scolastico, fino al potenziamento del sostegno ai disabili e dei cicli e ambiti scolastici oggi più trascurati.
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L’IMPEGNO DI DRAGHI: SPERIAMO DI RIAPRIRE DOPO PASQUA. ANIEF: MONITORARE ALUNNI E PERSONALE, PIÙ SPAZI E CHIAREZZA SUI VACCINI
“Riaprire almeno le scuole primarie e la scuola dell'infanzia, anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo, sottolineo che è una speranza di poterlo fare, subito dopo Pasqua”. L’impegno è stato preso oggi dal premier Mario Draghi a Palazzo Madama in vista del Consiglio Europeo. Sulle vaccinazioni il presidente del Consiglio ha detto che occorre fare presto e non si accettano differenziazioni.

Anief reputa corretta la linea presa dal Governo, ma “il ritorno in classe – precisa il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – deve avvenire in un contesto di sicurezza alto, con monitoraggi permanenti, tracciamenti della popolazione scolastica, un filo diretto tra istituzioni scolastiche e aziende sanitarie pubbliche, oltre che assicurando spazi maggiori e classi meno numerose. Inoltre, per salvaguardare la salute degli studenti, dei docenti e del personale tutto delle scuole superiori, è indispensabile un cambio di passo nella gestione dei trasporti, con un incremento vero delle corse e laddove non sia possibile con la messa a disposizione di bus, pullman e mezzi di trasporto anche privati. L’esperienza di un anno ci dice che non dobbiamo commettere più gli stessi errori”.

“A proposito dei vaccini – continua Pacifico –, oltre alle dichiarazioni del premier sarebbe opportuno avere di dati ufficiali emessi dagli organi di farmacovigilanza, oltre che dal ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità. Tra molti docenti, amministrativi e collaboratori scolastici permane un certo scetticismo, per via dell’accavallarsi di comunicazioni non sempre lineari emesse dalle stesse istituzioni di competenza, con il blocco delle vaccinazioni AstraZeneca della scorsa settimana, dovuto ai casi di trombo-embolia da verificare, che ha contribuito ulteriormente ad ampliare lo stato di incertezza. Il rientro a scuola in sicurezza dipende anche da questo aspetto”.
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Parte domani mattina, dalle ore 9, l’apertura della piattaforma su Istanze online per la compilazione della domanda per l’inserimento o l’aggiornamento della terza fascia delle graduatorie di supplenza per il personale Ata della scuola pubblica: alla procedura, valida per il triennio 2021/23, sono interessati oltre due milioni di partecipanti. Sono graduatorie utilizzate esclusivamente per le supplenze al 31 agosto, 30 giugno, temporanee (legate all’esigenze di servizio). Svariati risultano i profili professionali per i quali si potrà presentare domanda: assistente amministrativo, collaboratore scolastico, cuoco, assistente tecnico, infermiere, addetto alle aziende agrarie, guardarobiere.

Le istanze saranno presentate obbligatoriamente per la prima volta attraverso il sistema Istanze Online, previa registrazione nella piattaforma SPID per la propria identità digitale. Proprio per la compilazione delle domande da presentare, il sindacato Anief ha attivato su tutto il territorio nazionale degli sportelli straordinari in presenza con prenotazione e da remoto. Per partecipare al seminario gratuito di aggiornamento previsto per domani lunedì 22 marzo, dalle ore 17 alle ore 18, registrati qui.

L’ufficio legale del sindacato sta valutando l’avvio di vertenze legali per coloro che risultano esclusi e avverso la tabella di valutazione dei titoli. "Parliamo di ricorsi – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - perché anche per la gestione delle domande di inserimento e aggiornamento delle graduatorie del personale Ata vi sono diritti degli aspiranti lavoratori che continuano ad essere negati. A partire da chi vuole fare il collaboratore scolastico con il diploma di terza media. A nostro avviso, possono presentare domanda per entrare nel mondo della scuola. Anche loro hanno diritto di fare le supplenze e anche di essere immessi in ruolo, come i facenti funzione Dsga”.
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Prende corpo l’ipotesi di riforma pensionistica che permetterebbe l’uscita dal lavoro a 62 anni con 30 anni di servizio, lanciata nelle ultime settimane da Graziano Del Rio capogruppo del Partito Democratico alla Camera, non molto distante dalla Quota 92 a cui aveva pensato già a suo tempo Tommaso Nannicini. Il pensionamento a 62 anni con 30 anni di contributi potrebbe essere una soluzione alternativa per andare incontro a chi per pochi mesi non raggiunge l’accesso alla quota 100, ma è da sottolineare che la soluzione sarebbe a favore solo di lavoratori maggiormente svantaggiati. Inoltre, dovrebbe prevedere anche una penalizzazione di cui ancora si sta discutendo che potrebbe andare da un taglio percentuale sulla pensione per ogni anno di anticipo (si sta parlando di un 3% l’anno) a un ricalcolo interamente contributivo della pensione spettante. Il danno quindi nell’assegno di quiescenza sarebbe notevole.

Anief ritiene che i lavoratori della scuola dovrebbero essere coinvolti nel prepensionamento a 62 anni, senza però penalizzazioni: parliamo infatti di personale che dopo 30 e più anni servizio ho pieno diritto di lasciare il servizio perché in alta percentuale vittima di burnout, con disturbi e patologie più o meno conclamate. “Non è un caso – dice Marcello Pacifico, presidente Anief - che il nostro sindacato continui a chiedere l’introduzione del rischio biologico negli stipendi, proprio perché ben superiore ad altre categorie professionali. Non si comprende per quale motivo debba ritrovarsi con pensioni poco superiori alla sociale, dopo tanti anni di lavoro rivolti alla formazione dei giovani in cambio pure dei compensi che figurano tra i più bassi d’Europa. Senza dimenticare che continuiamo ad avere la classe insegnante più vecchia al mondo: basta con gli attendismi, il pensionamento anticipato nella scuola deve diventare la regola e non l’eccezione”.
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Nel decreto legge ‘Sostegni’ approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri c’è anche la norma sulla migliore gestione dell’emergenza che giustifica l’assenza dei lavoratori per la somministrazione del vaccino contro il Covid-19: la novità, dunque, non determinerà più alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale né accessorio, al personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche. Il sindacato Anief plaude alla decisione del Governo Draghi, fermo restando la necessità di fare chiarezza sulle dosi AstraZeneca destinate al personale della scuola.

“È stata approvata dai ministri una norma di civiltà – dice il presidente Marcello Pacifico - perché il dipendente che si vaccina volontariamente compie un atto di cui beneficiano tutti e non può essere penalizzato. A questo punto, però, chiediamo che la giustificazione dell’assenza venga estesa a tutti i 650 mila docenti e Ata che hanno già fatto il vaccino e che si accingono a farlo nei prossimi giorni, prima che la disposizione divenga esecutiva. Altrimenti, ne beneficerebbe solo una parte minoritaria. Inoltre, il nostro sindacato continua a ritenere inappropriata e ingiustificata la legge che tassa il lavoratore pubblico in caso di assenza per malattia: un obolo che non ha motivo di esistere. Come ritiene del tutto immotivato l’obbligo di vaccinare il personale nella regione di residenza: perché obbligare tanti lavoratori della scuola a mettersi in viaggio per vaccinarsi? Non possono essere i singoli governatori a trovare la soluzione”.
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