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Ha parlato anche di scuola e compensi dei docenti italiani il premier Giuseppe Conte nel concorso della conferenza stampa di fine anno organizzata oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare: “Per gli insegnanti – ha detto il presidente del Consiglio - gli stipendi non sono elevati, dovremo fare qualcosa di più. Ma stiamo lavorando per migliorare la qualità dell’insegnamento: il Piano pluriennale con 25mila insegnanti di sostegno è qualificante, sarà a favore degli alunni con disabilità. È un grande segnale che diamo al comparto scuola che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale”.

Anief bene accoglie le dichiarazioni del premier: “Non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato – senza mettere mano agli stipendi, prevedendo quell’indennità di rischio, collegata al burnout tradizionale, che con il Covid è diventata una necessità. Ci sono Paesi del vecchio continente, come la Germania, dove a fine carriera il compenso di un insegnante è praticamente il doppio dei nostri. Ma il lavoro profuso è lo stesso, anzi in alcuni anni di corsi i nostri docenti fanno anche un orario di lezioni settimanali maggiori. Sinora si è a malapena messo da parte, con le ultime tre Leggi di Bilancio, una cifra media individuale attorno ai 100 euro a lavoratore pubblico, quindi anche della scuola. Ha ragione da vendere il premier Conte quando dice che serve di più. Quella di incrementare gli stipendi, in media di almeno 250 euro al mese, quindi 3 mila euro l’anno è un’esigenza impellente, che va di pari passo alle azioni da intraprendere contro la precarietà, per l’ampiamento degli organici, la cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008. A costo di prevedere finanziamenti aggiuntivi, anche da privati, come pure dal Ricovery fund”.
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Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha tenuto la conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare.

Il premier ha tracciato il bilancio di un anno gravemente segnato dalla pandemia di Covid-19. Nella conferenza stampa non è previsto un discorso introduttivo del presidente del Consiglio. Dopo un breve saluto, Conte è passato direttamente alle domande dalla platea.

La tradizionale conferenza stampa di fine anno è iniziata con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid-19.
Guarda la conferenza.

Dopo avere rinnovato la fiducia al Governo, il Senato ha dunque oggi approvato l'articolo 1 del ddl n. 2054 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. Nel testo definitivo vi sono quasi 300 emendamenti approvati, con varie misure per la famiglia, per il lavoro e le pensioni, aiuti alle imprese, accesso al credito e, per quanto concerne la scuola e la sanità, fondi ad hoc, per una spesa totale di circa 40 miliardi di euro.
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In caso contrario Anief ha già predisposto un modello di diffida e messa in mora per il recupero delle spettanze

Dopo il parziale sblocco dei ratei di settembre, ottobre e l'emissione speciale di Noipa del 15 dicembre, a seguito di nostra richiesta di intervento, il Ministero ci informa che le risorse sui POS sono state ritirate per permettere a Banca d'Italia la chiusura dell'esercizio secondo quanto previsto dalla normativa vigente e che pertanto le spettanze saranno pagate con la prossima emissione straordinaria di Noipa prevista per metà gennaio.
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La riapertura di tutte le scuole a gennaio per svolgere le lezioni in presenza è un fatto importante, ma bisogna adottare la massima cautela: perché quando all’inizio dell’anno scolastico sono tornati in classe oltre otto milioni di studenti c'erano 300 contagi al giorno, mentre oggi abbiamo quasi 10mila nuovi casi di Covid-19 al giorno. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: nel corso di una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha detto che bisogna "riaprire sì” le scuole e tornare alle lezioni tradizionali, ma occorre farlo “in sicurezza". Perché la "tutela della salute del personale e degli studenti resta la priorità assoluta", soprattutto perché "non sono tra le categorie di quanti potranno vaccinarsi per prime”. Il leader dell’Anief è convinto che “dobbiamo soprattutto evitare che la scuola diventi ciò che non è mai stato, ossia un luogo di diffusione del contagio dopo queste vacanze".

Iter anomalo per la Legge di Bilancio 2021, che a metà dicembre non aveva visto ancora le votazioni: a far gioco la seconda ondata del Covid-19 che ha portato il Governo a porre maggiormente l’attenzione sulla conseguenziale crisi sanitaria ed economica da affrontare. Marcello Pacifico (Anief): “Come sincacato abbiamo presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte. Ci auguriamo che molte problematiche possano essere risolte. Importante concentrarsi sulla sicurezza, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo

È arrivato nella serata di ieri il via libera dell’Aula di Montecitorio alla Manovra di Bilancio 2021: il voto finale ha ottenuto 298 sì, 125 no e 8 astenuti. Il testopassa ora al Senato, dove in un paio di giorno avrà il via libera definitivo senza alcuna correzione poiché altrimenti il provvedimento decadrebbe per via dell’imminente obbligo di approvazione da realizzare entro il 31 dicembre.

Sono diverse le disposizioni che riguardano la scuola: 25.000 posti aggiuntivi in organico di diritto per il sostegno; 10 milioni di euro per la formazione dei docenti; 1.000 assistenti tecnici nel primo ciclo dal 2021/2022 e prosecuzione al 30 giugno dei contratti a tempo determinato previsti fino al 31 dicembre 2020; 1.000 posti per potenziamento per la scuola dell’Infanzia; 60 milioni di investimenti sulla fascia 0-6; 50 milioni per il 2021 e 50 milioni per il 2022 per il sistema duale; 8 milioni per il potenziamento area digitale, animatori digitali, équipes formative, anche per la formazione del personale docente; 117 milioni per il 2021 e 106 milioni per il 2022 per aumento posti asili nido; 20 milioni per inclusione alunni con disabilità nelle paritarie; incremento dei fondi dell’autonomia pari a 100 milioni nel 2021; 12 milioni di euro per incremento tecnologie e sistema SIDI; 1.500 milioni per edilizia scolastica con proroga poteri commissariali comuni; 200 milioni alle regioni e 150 milioni ai comuni per il trasporto scolastico.

Alcune delle novità approvate ed in procinto di essere tramutare in legge sono state promosse dal sindacato Anief: sicuramente l’incremento dei posti di sostegno, l’introduzione della figura del tecnico nel primo ciclo e dei docenti di potenziamento nella scuola dell’infanzia; la formazione digitale del personale sempre più impegnato con le tecnologie digitali interattive. Ci sono pure l’abbattimento della soglia del 50% per l’assunzione degli idonei del concorso Dsga, l’avvio del concorso riservato per la stabilizzazione dei docenti di sostegno, la riduzione dei parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche e per il mantenimento dell’autonomia (da 600 a 500 alunni ovvero da 400 a 300 alunni per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche). E altro ancora.

Secondo il presidente Anief Marcello Pacifico “rimane il rammarico per i troppi provvedimenti mancati, che lasciano tante categorie di personale scolastico in una situazione di limbo e troppi precari senza prospettive di stabilizzazione. A questo punto è bene che si agisca al meglio con i fondi del Recovery plan, a partire da una migliore distribuzione e composizione delle classi, sia per rendere possibile il distanziamento sociale, così da evitare la diffusione del Covid-19 almeno fino alla prossima primavera, sia perché un numero contenuto di allievi comporta un’offerta formativa migliore e maggiori garanzie di sicurezza in generale”.

“Con il Natale alle spalle si comincia a ragionare su come riaprire le scuole nel nuovo anno: su questo è stata raggiunta un’intesa tra Stato e Regioni per gestire la riapertura della didattica in presenza al 50% nelle scuole superiori, ma bisogna stare tanto cauti. Perché in questi giorni, come si prevedeva, rimane alto il tasso di positività rispetto ai tamponi e la curva dei contagi sta lentamente risalendo. Ecco perché secondo l’Anief sarebbe bene rivedere i dati nei primi giorni del nuovo anno”. Lo dice a Italia Stampa il presidente Anief Marcello Pacifico, commentando la decisione del Governo di riprendere le lezioni in presenza il prossimo 7 gennaio con il 50% degli studenti e poi gradualmente aumentare fino al 75%.

Sconfiggere la precarietà che denigra la dignità umana e continuare a costruire una scuola più giusta, più equa e più solidale anche al termine di un anno difficilissimo per il settore della scuola come quello che sta terminando: è il senso del messaggio di Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, rivolto al personale scolastico nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa. Il sindacalista ha ricordato che "siamo arrivati alla vigilia di Natale e all'inizio di un nuovo anno, lasciandoci alle spalle tante tragedie, il Covid su tutte, che ha colpito le famiglie, ha cambiato il modo di vivere e l'affetto nei confronti dei familiari. La cosa più importante che si può augurare quindi è di tornare a essere 'animali sociali', come diceva Aristotele, cioè recuperare quella socialità che è nella natura dell'uomo".
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Sulle modalità di riapertura delle scuole il 7 gennaio arriva l’intesa della Conferenza Unificata Stato-Regioni: alla presenza del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, la Conferenza ha dato il via libera al ritorno in classe subito dopo l’Epifania, ma ad una condizione: nella prima fase del rientro la presenza di studenti scenderebbe dal 75% al 50%, una percentuale da aumentare poi nel corso del tempo se ve ne saranno le condizioni.

Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, “sul rientro in classe devono certamente essere le scuole autonome a decidere in concerto con le autorità sanitarie sulla base sui dati epidemiologici, ma solo dopo un’accurata indagine di tutta la popolazione studentesca e del personale. I cambiamenti continui sulle percentuali di studenti dimostrano che si sta procedendo in modo sperimentale, decisamente empirico, su un contesto complicato, con il numero dei contagi mutevole e le variabili per agevolare la prevenzione complicate da coordinare. Quello che serve per ripartire, quindi, sono le certezze derivanti da uno screening sul personale e sugli studenti. Altrimenti rischiamo di ritrovarci ogni settimana con disposizioni sempre diverse. Cambiare le percentuali significa anche che ora le scuole dovranno riformulare il loro piano orario settimanale da adottare al rientro, dopo averlo fatto approvare solo qualche giorno fa dagli organi collegiali giusto prima delle festività natalizie. E non è detto che gli orari scaglionati e i doppi turni, che molte prefetture stanno chiedendo da adottare, siano attuabili in tutte le scuole superiori”.

"...Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
E — cosa più importante — sarai un Uomo, figlio mio!"
(tratto da Se di J.R.Kipling)

Il Segretario Regionale Rita Fusinato e tutto lo staff di Anief, Eurosofia e Cedan Veneto si uniscono a voi e alle vostre famiglie per augurarvi un offline Xmas e un 2021 di buone speranze.

Ci sono disposizioni che riguardano direttamente la Scuola nella bozza del decreto Milleproroghe che domani dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri: nel documento, che attualmente conta 22 articoli - dai Covid Hotel allo stop alle trivelle – si introducono delle proroghe al termino ultimo delle procedure concorsuali. A partire, con slittamento della scadenza al 31 dicembre 2021, da quelle dei docenti di Religione cattolica, previsto dalla Legge 159 del 2019, che quindi, scrive oggi la stampa specializzata, “non vedrà la luce nel 2020”. Slitta di un anno pure il concorso per dirigenti tecnici. Viene spostato alla fine di giugno 2021 anche il termine della valutazione degli apprendimenti svolti in presenza o con la didattica a distanza. E pure dei pagamenti in materia di edilizia scolastica, con la nuova scadenza fissata alla fine del prossimo anno solare.
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Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “a questo punto le istituzioni preposte colgano l’occasione per apportare al bando del concorso di Religione cattolica delle modifiche oggettivamente indispensabile, a partire dal riconoscimento del percorso e del servizio specifici svolti dai singoli docenti di categoria, perché ne siano riconosciuti, come ribadito dalla Cei e dal ministero dell’Istruzione, il valore, la dignità e la professionalità, più volte dimostrati dagli stessi. Non si possono lasciare per strada i precari con 36 mesi di lavoro, tenuto conto che ci sono non meno di 7 mila colleghi con oltre 20 anni di precariato”.

La Dad, tramutata in Didattica digitale integrata, fa ormai parte dell'offerta formativa delle scuole. Solo che scade il 31 dicembre, salvo proroga, la possibilità di utilizzare il bonus disponibile per i docenti di ruolo delle scuole statali per l’acquisto di hardware per la didattica a distanza: ne dà notizia la stampa specializzata ricordando che la Carta del docente continua a non essere prevista “per i precari, che però possono prendere in comodato d’uso i pc per la didattica a distanza”. Questo significa che quasi un terzo degli 850 mila docenti italiani non usufruisce delle tecnologie a supporto della didattica. E poi sono esclusi oltre 200 mila amministrativi, tecnici e ausiliari. Come se non bastasse, dal 1° gennaio 2020 nemmeno i docenti di ruolo potranno accedere ai dispositivi per DAD.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il fatto che si disponga il comodato d’uso anche per i precari la dice lunga sull’esigenza di rispondere ad un vuoto normativo imposto con la Legge 107 del 2015, che nel legiferare l’aggiornamento permanente del personale ha dimenticato ‘pezzi’ di professionalità scolastiche. Oltre ai docenti precari, non sono stati inclusi gli amministrativi, i tecnici e i collaboratori scolastici, e persino gli educatori. Come se costoro non necessitassero di aggiornarsi e di crescere professionalmente. Ma negargli oggi, in tempo di Covid, l’accesso ai 500 euro annui diventa ancora più illogico, perché l’utilizzo di attrezzatura e dispositivi digitali interattivi è indispensabile per attuare la Dad o lo smart working. Inoltre, l’accesso allargato ai dispositivi elettronici è ovvio che andrebbe prorogato almeno fino al termine dello stato d’emergenza epidemiologica”.

Anief conferma l’opportunità di ricorrere al Giudice del Lavoro contro l’esclusione dalla carta docente, così da fare ottenere a tutti i dipendenti in servizio nella scuola pubblica, senza alcuna distinzione, precari compresi, l'accesso al bonus per l’aggiornamento annuale di 500 euro che continua ad essere concesso solo ai docenti di ruolo.
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L’Aula della Camera conferma la fiducia al governo sulla Manovra economica con 314 voti a favore, 230 contrari e 2 astenuti. L’Assemblea di Montecitorio passa, dalle 16.15, all’esame degli articoli da 2 a 20 e delle relative proposte emendative: in base agli accordi presi in capigruppo, esso dovrà concludersi entro le ore 18.
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