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° Varato in Commissione il ddl: Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali
Ha un impianto più snello rispetto al testo (in materia di governance della scuola, di assunzioni e di stato giuridico del personale) presentato nel 2008 dalla Aprea, anche perché negli anni si è provveduto a regolamentare alcune materie. Delle proposte residue, alcune condividiamo, altre no; complessivamente ne apprezziamo il carattere innovativo.
Fresca di nomina alla Regione Lombardia (sarà l’assessore alla pubblica istruzione), l’on Valentina Aprea ha piazzato lo scatto finale della corsa (iniziata all’insediamento come presidente della VII Commissione della Camera) per l’attuazione legislativa di un nuovo modello del sistema scolastico: lascia la VII Commissione Cultura dopo avere ottenuto l’approvazione (il 22 marzo scorso) di un testo unificato (C. 953 Aprea e abbinate: C.806, C. 808 e C. 813 Angela Napoli, C. 1199 Frassinetti, C. 1262 De Torre, C. 1468 De Pasquale, C. 1710 Cota, C. 4202 Carlucci e C. 4896 Capitanio Santolini). Il cuore del ddl è l’attribuzione (Capo I commi 3 e 4 del primo articolo) dell’autonomia statutaria alle istituzioni scolastiche (“3. Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle norme generali di cui alla presente legge. 4. Gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni, le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica”). Nel Capo I (“Governo delle scuole pubbliche”), segnaliamo altri tre argomenti.
1) Siamo tra quelli che reputano necessario che la scuola si apra al territorio di riferimento, e che ci sia un’interazione nei due versi. Il ddl lo dice con il II comma del I articolo, che recita: “2. Ogni istituzione scolastica autonoma… costituisce per la comunità locale di riferimento un luogo aperto di cultura, di sviluppo e di crescita, di formazione alla cittadinanza e di apprendimento lungo tutto il corso della vita…. Lo Stato, le Regioni e le autonomie locali contribuiscono al perseguimento delle finalità educative delle istituzioni scolastiche esercitando le funzioni previste dal d.lgs 31 marzo 1998, n.112. Vi contribuiscono, altresì, le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi“. A tale enunciato è consequenziale il disposto di cui alle lettere d-e, comma 1 dell’art.4): “… del consiglio fanno parte membri esterni, …. in numero non superiore a due”; “un rappresentante dei soggetti di cui all'articolo 10, su invito, può partecipare alle riunioni che riguardano le attività di loro competenza, senza diritto di voto.” (all’art.10 accenniamo più avanti). A fronte dell’importanza della collaborazione scuola-territorio (avvertita già da Luigi Berlinguer e da tutti coloro che si sono poi succeduti al ministero dell’Istruzione), non ha senso demonizzare, alla stregua di controindicazioni, le eventuali difficoltà e i possibili effetti collaterali negativi, come ad esempio la “deriva manageriale” che alcuni temono si produrrebbe “aprendo il governo della fondamentale agenzia pubblica di formazione civile del Paese anche ad esponenti della produzione e del mercato… Il centrodestra vuol cancellare la scuola pubblica nazionale che forma alla cittadinanza, per inaugurare una scuola al servizio delle esigenze della produzione e di un non meglio definito territorio” (Giulia Rodano - l’Unità - 26 marzo 2012).
2) Il ddl Aprea istituisce i Nuclei di autovalutazione del funzionamento dell'istituto (art.8): “1. Ciascuna istituzione scolastica costituisce, in raccordo con l'Invalsi… un nucleo di autovalutazione dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico. Il regolamento interno dell'istituzione disciplina il funzionamento del nucleo di autovalutazione…, assicurando in ogni caso la presenza di almeno un soggetto esterno, individuato dal consiglio dell'autonomia… A parere nostro è importante che si voglia definire la normativa in questa materia che, come per effetto di una deregulation, ha visto le scorrerie di chi ex abrupto ha ritenuto di potere inoltrare alle scuole consegne palesemente intrusive della loro autonomia didattica e lesive del ruolo, delle prerogative e dei diritti dei docenti. E’ stata una assurdità avere consentito che l’Invalsi introducesse prove valutative (necessariamente avulse dalla offerta formativa effettiva delle singole scuole) nella valutazione dei candidati all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo; e già la Gelmini (consigliata da chi?) programmava di esportare nell’esame di Stato della Secondaria di II grado tale assurdità. Al di là di aggiustamenti necessari dell’art.8, è bene che si regolamenti l’autovalutazione delle scuole e si agganci ad essa la valutazione di sistema dell’Invalsi. Quanto già detto a proposito dell’art.4 spiega il nostro gradimento circa la previsione della presenza di un elemento esterno alla scuola, nei nuclei di autovalutazione.
3) L’art. 10 (Costituzione di Reti e Consorzi a sostegno dell'autonomia scolastica) del ddl Aprea recita: “1. Le istituzioni scolastiche autonome … possono promuovere o partecipare alla costituzione di reti, consorzi e associazioni di scuole autonome… possono altresì ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico della loro attività… 2. I partner previsti dal comma 1 possono essere soggetti pubblici e privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni non profit”. C’è il nostro gradimento all’art.10, coerentemente con quanto prima detto. Inoltre, quanto sia importante, in prospettiva, costituire le reti di scuole, lo si vede dal dibattito in corso sul Decreto “semplificazioni” – anche se il governo non dimostra, al riguardo, di agire con la necessaria determinazione.
Il Capo II del ddl Aprea tratta della “Rappresentanza istituzionale delle scuole autonome”. Pietro Perziani né dà (www.governarela scuola.it - 25 marzo) un giudizio positivo: “Oltre alla formalizzazione delle diverse forme associative (Reti, associazioni, Consorzi), all’art. 11 si parla di un Consiglio delle Autonomie Scolastiche, molto diverso dai vecchi organi collegiali territoriali, che potrebbe assicurare appunto una rappresenta istituzionale delle scuole autonome a tutti i livelli territoriali”. Sull’ampliamento del ruolo delle Regioni, qual è configurato nel Capo II del ddl si sono addensati timori più o meno preconcetti; eppure ci sono state ben due riforme costituzionali in proposito. Anief considera condivisibile, in linea di principio, che si affidi alle regioni di definire atti di indirizzo sulla autonomia delle istituzioni scolastiche, sulle innovazioni ordinamentali, sui piani per l’offerta formativa e sui criteri per la definizione degli organici delle scuole, sempre che le norme regionali non vulnerino i diritti fondamentali e invece ne tutelino il godimento su tutto il territorio nazionale. Per essere chiari, sarebbe illegittima, ad esempio, una norma regionale che attribuisse ai residenti vantaggi o privilegi discriminando i non residenti; parimenti sarebbe illegittima la c.d. ‘chiamata diretta’ del personale.
Si proceda, dunque, con determinazione a rinnovare la Scuola, senza timidezze, ma poiché con i fichi secchi non si fanno le nozze, il governo appresti le risorse necessarie al cambiamento. Di ciò non vediamo le premesse, perché la litania tremontiana-montiana riecheggia (in cauda venenum) anche nel ddl Aprea: “Art. 14 Clausola di neutralità finanziaria. Le amministrazioni competenti provvedono all'attuazione della presente legge nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

 

° Novità, per la Scuola, nel testo del dl “semplificazioni” che va all’esame del Senato
Il Decreto legge, approvato alla Camera lo scorso 13 marzo, dovrà essere approvato in via definitiva entro il 9 aprile. Riportiamo la nuova formulazione dell’art.50

Rispetto al testo esitato dalle competenti commissioni, adesso si stabilisce che: - l’andamento degli organici della scuola sarà fissato ogni tre anni “nei limiti dei risparmi di spesa accertati” nel settore (i fondi verranno estrapolati da quelli destinati al merito); - per all’attuazione dell’autonomia scolastica il MEF potrà reperire (entro 6 mesi) risorse dal settore giochi pubblici.
“Art. 50. – (Attuazione dell’autonomia). 1. Allo scopo di consolidare e sviluppare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l’autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola, con decreto del Ministro dell’istruzione… sono adottate, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto…, linee guida per conseguire le seguenti finalità:
a) potenziamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche attraverso l’eventuale ridefinizione, nel rispetto della vigente normativa contabile, degli aspetti connessi ai trasferimenti delle risorse alle medesime, previo avvio di apposito progetto sperimentale; b) definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico, anche ai fini di una estensione del tempo scuola; c) costituzione, previa intesa in sede di Conferenza unificata… di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie; d) definizione di un organico di rete per le finalità di cui alla lettera c) nonché per l’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la formazione permanente, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo e dei fenomeni di bullismo, specialmente per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica; e) costituzione degli organici di cui alle lettere b) e d), nei limiti previsti dall’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,… sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale.
2. Gli organici di cui al comma 1 sono determinati, complessivamente, nel rispetto dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112…, fermo restando quanto previsto dall’articolo 19, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98… e fatto salvo anche per gli anni 2012 e successivi l’accantonamento in presenza di esternalizzazione dei servizi per i posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). 3. Con decreto del Ministro dell’istruzione…, con cadenza triennale, nei limiti dei risparmi di spesa accertati con la procedura di cui al comma 9 dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112… è definita la consistenza numerica massima degli organici delle autonomie e di rete sulla base della previsione dell’andamento demografico della popolazione in età scolare…..4. Il Ministero dell’economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con riferimento ai rapporti negoziali in essere alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, verifica la possibilità di emanare….misure in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate. A decorrere dall’anno 2013, le eventuali maggiori entrate …sono riassegnate allo stato di previsione del Ministero dell’istruzione… 5. Dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
In merito, La Tecnica della scuola (n.15 del 25 marzo) riporta una dura dichiarazione dell’ex ministro dell’Istruzione Fioroni: “…E’ la prima volta nella storia della Repubblica che la determinazione degli organici della scuola non si decide in base all’andamento demografico, e quindi ai bisogni educativi dei nostri figli, ma in base ai risparmi effettuati… pensare che la programmazione dei docenti sia legata a quanti soldi vengono risparmiati con i tagli è cosa indegna del nostro Paese”.

° Domanda di disoccupazione con requisiti ridotti. Imminente la scadenza
Va inoltrata all’Inps; il termine ultimo di presentazione è il prossimo 31 marzo.

I lavoratori dipendenti che nel 2011 abbiano effettuato almeno 78 giorni di lavoro, e che antecedentemente al 1° gennaio 2010 abbiano versato all’Inps almeno un contributo, hanno diritto a percepire il sostegno economico ridotto rispetto alla indennità di disoccupazione “ordinaria” (il 35% della retribuzione per i primi 2 mesi, e il 40% per i due mesi successivi), per i periodi in cui nel 2011 sono rimasti privi di lavoro (non in seguito a volontarie dimissioni).

° A Monza, il convegno: "Prospettive e valore dell'economia sociale. Il ruolo della finanza per lo sviluppo del non profit"
Si terrà il prossimo 29 marzo, alle ore 17.00, presso la Sala Congressi, Via Longhi, 3 -

A fronte dell’aumento dei bisogni sociali in un contesto di crisi dell’attuale sistema di welfare, il terzo settore è chiamato a ricoprire un ruolo di primo piano nel Sistema Italia. Per affrontare questa sfida le organizzazioni non profit devono riorganizzare la propria attività anche rispetto alla necessità di diversificare le proprie fonti finanziarie a fronte della costante contrazione delle risorse pubbliche disponibili.
(Fonte: Centro InfoHandicap FVG - Newsletter del 22/03/12)
 

° Ancora sulla consultazione pubblica in tema di valore legale del titolo di studio
Come è noto, il premier Monti ha ritenuto di consultare l’opinione pubblica sul tema.
Le ragioni di questa iniziativa si leggono nel sito istituzionale del Miur: “ L’apertura ai contributi esterni di coloro che hanno interesse nei confronti della decisione pubblica assicura numerosi benefici: a) Primo tra tutti quello della trasparenza. Maggiore partecipazione alla costruzione dei contenuti delle decisioni significa assicurare ai cittadini uno strumento ulteriore di controllo sull’attività delle amministrazioni. b) Secondo beneficio, non meno importante, è quello della accessibilità: per i cittadini, un governo più inclusivo, disposto ad ascoltare e accogliere le opinioni dei destinatari delle decisioni. A sua volta dalla partecipazione il Governo trae preziose indicazioni, utili a modellare la propria attività sulla base delle esigenze concrete della “base”, i cittadini e le imprese. c) Il terzo vantaggio, infine, è l’allineamento ai principi generali europei in tema di consultazioni pubbliche.. Ed è proprio in questa direzione che muove il Governo. Rendere cioè lo strumento consultivo una pratica diffusa, da utilizzare in tutte le occasioni in cui un tema particolarmente complesso e dibattuto divida l’opinione pubblica”. L’accoglienza alla consultazione on line non ripaga queste buone intenzioni. Nel sito del Miur si legge, anche, che occorrerebbe una disciplina normativa organica del valore legale del titolo di studio specie per ciò che attiene all’accesso alle professioni e al pubblico impiego. Nell’aggiornamento di Venerdì 23 marzo, abbiamo espresso perplessità su questa specifica consultazione. L’iniziativa del governo sembra finalizzata a fare accettare quello che è in pectore un convincimento in Monti, acquisito con studi ed esperienze internazionali (nel sito Miur, si sottolinea: “In Europa, la condivisione dei contenuti die decisioni pubbliche costituisce da tempo prassi consolidata”). Nella personalità culturale del premier non v’è traccia di demagogia e men che meno v’è l’inclinazione sofistica a volgersi intorno cercando che cosa sia bene fare, che cosa altri, la maggioranza, farebbe; sSa bene che sta al governo proporre. Resta quindi l’impressione che la consultazione nasca, per metà, da propositività innovativa à la page e per metà da “graziosa” attenzione alle opinioni altrui (atteggiamento non raro nei professori che siano benevolenti). C’è però da dire che i provvedimenti in materia di politica universitaria, Profumo non li concorda certo con la base, e doverosamente li ricava dalla proposta politica del governo; non viviamo nella repubblica di Rousseau. Giovedì scorso, il ministro Profumo ha ottenuto dalla Commissione Cultura della Camera l’approvazione di due provvedimenti attuativi della Riforma universitaria Gelmini: uno sul diritto allo studio (assegna, per l’erogazione delle borse di studio, le risorse già programmate), e uno consentaneo alle decisioni della Gelmini, a freno del turn over del personale universitario. Stando così le cose, l’immagine del governo che dà prova di volere e sapere avvalersi della comunicazione telematica per ascoltare la base, male si attaglia all’immagine del ministro che non dà soluzioni alle pressanti esigenze delle università. Nel merito della consultazione: se un governo non garantisse la spendibilità professionale dei titoli di studio che ha istituito sarebbe da giudicarsi alla stregua di un governo che non garantisse la convertibilità dei titoli emessi o la circolazione della divisa. L’esperienza lavorativa è bene che sia riconosciuta nel percorso formativo (ci piace lo fortunato slogan “Laurea la tua esperienza”), e lo è mediante il sistema dei crediti, con la reciprocità dei percorsi di scuola secondaria e lavoro, con le strategie della Lifelong education e della Educazione ricorrente, ma ciò postula il riferimento ai corsi di studio certificati con diplomi e laurea. Invece, l’abolizione del valore legale dei titoli invertirebbe il criterio di riferimento tra esperienza di lavoro e laurea; a questo proposito, da tempo, nel mercato del lavoro si è verificato un certo appannamento del valore del titolo di studio, e di recente perfino l’ostracismo a laureati: sono comportamenti che non fanno onore agli imprenditori, e che è impensabile sfiorino la mente dei governanti.

° Concorso 2012 “L’Europa cambia la scuola”
Il bando, pubblicato nel sito del MIUR, è rivolto alle scuole italiane di ogni ordine e grado che abbiano realizzato iniziative di cooperazione con scuole di paesi europei.
Annualmente, ai dieci istituti che risultano meritevoli del riconoscimento, viene assegnato un LABEL di qualità accompagnato da una piccola somma in denaro. Il concorso promuove fra le scuole coinvolte nella cooperazione europea un percorso di riflessione e consapevolezza: ad ogni scuola si chiede di "raccontare" il percorso realizzato facendo emergere il valore aggiunto apportato dalla esperienza di cooperazione alle finalità della scuola, alla organizzazione didattica e gestionale, ai processi di apprendimento-insegnamento contenuti nel POF.
 

° Un segno dei tempi: il governo ci consulta sul valore legale dei titoli di studio
Con i potenti mezzi messi a disposizione dalla diretta televisiva, da Twitter, da Facebook,come è una tendenza, il governo ha sua consultazione online.

Il Miur spiega “C’è, da parte di tutti i componenti del Governo, la convinzione che debba essere tutta la cittadinanza (compresi i giovani) a contribuire alla ripresa economica impegnandosi nella crescita e nello sviluppo. In quest’ottica, il contributo costruttivo di coloro che hanno un interesse o un’opinione diviene incentivo al miglioramento delle decisioni. Ne guadagnano le istituzioni, che accrescono la propria trasparenza; i cittadini, che guadagnano l’accessibilità all’attività del Governo; ne guadagna il Paese intero, che si adegua agli standard dell’Unione Europea….” il premier …“si ferma ad ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni: i cittadini”.
Parole che, se comprendiamo bene, un articolo di Riccardo Luna (su la Repubblica del 22 marzo) saluta con entusiasmo: “Alle otto in punto il ministro della Istruzione, Francesco Profumo… in diretta televisiva con il TG1, premerà il bottone per dare il via alla più importante, drammatica e rivoluzionaria consultazione popolare che si poteva immaginare….Sono tutte uguali a prescindere dall’ateneo o dalla scuola dove si sono conseguite e dal tempo impiegato ? Oppure, quella presa in una istituzione migliore vale di più anche se il voto finale è più basso ? … Vale più un bellissimo pezzo di carta, o quello che uno sa davvero fare ? Com’è evidente, si tratta di questioni tutt’altro che banali che investono i fondamenti della società, l’uguaglianza del diritto allo studio, il valore della meritocrazia, le regole per l’accesso al mercato del lavoro”. Noi, che pure abbiamo accolto con entusiasmo la nomina di sei brillanti giovanissimi esterni, a consiglieri di Francesco Profumo, siamo perplessi per questa esternalizzazione: sembra che il MIUR si rassegni al destino cinico e baro che ci impone atenei non in grado di giustificare con l’offerta formativa il titolo che rilasciano. Riteniamo che sarebbe più vantaggioso per tutti se il ministro, piuttosto che prendere atto della modesta qualità di certi atenei italiani, legiferasse per uniformare questa qualità almeno al livello dell’Alma Mater di Bologna (anche se, per la verità, è solo al posto 226 nella graduatoria mondiale delle università, secondo il giudizio espresso da 17.554 accademici per uno studio realizzato da The Times Higher Education). Abbiamo anche un’altra perplessità, sia pure marginale: la questione della consultazione on line popolare. Demagogia ? Democrazia su misura per un Esecutivo sui generis ? Democrazia di forgia ateniese (con agorà virtuale, sul fondamento della cultura sofistica) ? Democrazia russoviana (emendata dell’utopismo, in quanto sostenuta tecnologicamente) ?.

° Esito degli scritti: severa la selezione dei candidati al concorso per 2.386 dd.ss.
Il numero degli ammessi agli orali è molto basso, addirittura inferiore al numero dei posti messi a concorso: lo rileva La tecnica della scuola, dai primi elenchi pubblicati, relativi alle prove scritte effettuate in Friuli Venezia Giulia, Molise e Umbria.
“In queste tre regioni si erano registrate 1.500 domande; alle prove di preselezione si erano presentati poco meno di 1.200 candidati, 330 dei quali erano stati ammessi alle prove scritte; adesso sono rimasti in lizza in poco più di 90”. (Fonte: n.15 – La tecnica della scuola). Ovviamente, prudenza vuole che si attendano dati statistici più consistenti, quali saranno, ad es., quelli di Lombardia, Campania, Lazio, Sicilia. Se il trend dovesse confermarsi, sarebbe sorprendente, e andrebbe interpretato per escludere che i professori italiani si trovino a proprio agio più con prove strutturate che col dolce idioma. Magari la spiegazione potrebbe stare nella intenzione delle commissioni mirante a snellire il più possibile la fase conclusiva della selezione

° Domenica prossima, nelle piazze italiane, due iniziative di solidarietà
- XIX edizione della manifestazione Uova di Pasqua AIL. L’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma mobilita migliaia di volontari che inviteranno all’acquisto di un uovo pasquale; il contributo richiesto è di 12 euro; la raccolta inizierà il venerdì precedente).
- V Giornata Nazionale Anffas Onlus della Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.
L’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale mobilita le strutture associative per distribuire il materiale informativo e sulle attività dell’associazione, e il materiale formativo fruibile anche dalle persone con disabilità intellettiva.
(Fonte: Newsletter n° 21 del 20/03/12 del Centro InfoHandicap FVG)
 

° La formazione iniziale dei docenti. Una riflessione che è un auspicio
E’ stata delegata, per la parte disciplinare, all’ultimo biennio della laurea magistrale, e alle scuole, per la parte del tirocinio. Al posto di lavoro si accederà per concorso, e – fatto salvo il diritto acquisito dai precari inseriti nelle GE - si metterà la pietra tombale sul meccanismo pluridecennale delle graduatorie (ne guadagnerà la salute psicofisica dei precari, non più costretti al rito ansiogeno delle convocazioni).

Che cosa sono in grado di dare, in termini di formazione professionale, i docenti universitari ? Potranno bene dare una formazione culturale disciplinare, e un’informazione teorica in materia pedagogica, docimologica e metodologica; potranno, soprattutto, fornire il quadro aggiornato dei risultati della ricerca nei diversi ambiti culturali. Al personale scolastico si dovrebbe affidare l’informazione in materia di legislazione scolastica, la tutorship dei tirocini, le educazioni che necessitano di attività in assetto laboratoriale. Non si dovrà, invece, affidare una più ampia delega agli atenei, perché i docenti universitari raramente hanno idea – e quasi mai esperienza – di che cosa sia l’insegnamento scolastico; troveresti che non conoscono - e peggio, non comprendono l’assetto, la mission e il funzionamento del sistema scolastico (quando, addirittura, troveresti che non lo apprezzano); né ne conoscono le specificità, nei suoi segmenti, in riferimento all’età degli alunni. La bolla fumosa delle teorie generiche rischierebbe di demotivare gli specializzandi e sperperare il denaro pubblico, come a volte è accaduto nelle SSIS, quando una parte dei corsi aveva scarsa attinenza con l’offerta formativa delle scuole, ed è potuto perfino accadere che, per il corso di docimologia, sia stata presentata ai corsisti specializzandi per l’insegnamento secondario una tassonomia tarata sul targhet dell’infanzia. Facendo riferimento a un documento UE del 2007, diremo: gli atenei dovrebbero curare: - la dimensione culturale della formazione (apprendimento e padronanza dello specifico metodologico ed epistemologico delle conoscenze disciplinari, e dei processi di innovazione, ricerca e sviluppo nella società odierna); - la competenza di lingua inglese di livello B2 (anche per l’insegnamento di discipline non linguistiche); - le competenze digitali per l'utilizzo di linguaggi e contenuti multimediali per la rappresentazione e la comunicazione delle conoscenze e per la gestione di ambienti di simulazione e laboratori virtuali (in funzione del Piano Nazionale Scuola Digitale: per accompagnare il processo di innovazione della didattica attraverso l'uso delle LIM, attraverso il piano Cl@ssi 2.0, attraverso il piano Editoria digitale acquisendo competenza nella strutturazione di e book di seconda generazione. Le università insieme alle scuole dovrebbero curare la dimensione psico-pedagogica (conoscenza e padronanza dei principi, degli strumenti e dei quadri di riferimento valoriale che assicurano effettività alla formazione e sviluppo del curricolo scolastico degli allievi; capacità di governare tale curricolo in relazione allo sviluppo e alla personalizzazione del potenziale formativo degli studenti), quella metodologico-didattica (padronanza di repertori specialistici di strategie didattiche, e capacità di utilizzarli con successo, in coerenza con l’impianto formativo, organizzativo e curricolare di riferimento), e quella della pratica riflessiva (capacità di conversazione, d’invenzione, di autocritica). Le scuole formerebbero alla dimensione relazionale e sociale, e formerebbero alla (dimensione organizzativa (competenze gestionali, intese come capacità di assumere ruoli, ovvero di sviluppare servizi, nell’ambito del lavoro scolastico, diversi dall’insegnamento; capacità di contestualizzare il proprio lavoro in riferimento alla legislazione scolastica e all’evoluzione delle politiche scolastiche e formative, nazionali ed europee). Le scuole si appresterebbero a queste funzioni realizzando l’autonomia di “ricerca” ci cui al DPR 275/99, e mediante team di docenti di terza fascia (il riferimento è alla previsione di una carriera tripartita dei docenti, contenuta nella proposta di legge Aprea).

° Focus Group a Milano su Cultura e politiche sociali
Nei giorni 21-22 maggio 2012, presso Futura Europa, Via Pergolesi 8, Milano, Focus Group di formazione pratica sui programmi e finanziamenti dell'UE 2007-2013.

L'evento prevede due giornate di formazione pratica sui programmi e finanziamenti dell’Unione europea 2007-2013 (Europa per i Cittadini, Cultura, Gioventù in Azione, Azioni per lo sport e Comenius) che riguardano il sostegno alle politiche sociali, giovanili e culturali e gemellaggio tra enti locali e tra organizzazioni no-profit. L’intervento è destinato al personale delle organizzazioni no-profit e al personale degli enti locali, attivo nel campo delle politiche sociali, giovanili e culturali. Info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. http://www.futuraeuropa.it/focus2a.html

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