La stampa scrive

Il Pd avverte: "Non ci possono essere blocchi. Il congelamento delle liste provinciali è incostituzionale". I sindacati: "evitare risse e guerre fra poveri". L'Anief: "Subito l'inserimento a pettine degli aventi diritto".

ROMA - Dopo il pronunciamento della Consulta, è bufera sulle graduatorie dei precari della scuola. Per il Pd il “congelamento” delle liste provinciali, approvato in commissione Bilancio a Palazzo Madama la settimana scorsa, è “incostituzionale. Mentre il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, non ha ancora spiegato come intende applicare la sentenza che dichiara illegittime le graduatorie di “coda”. I tecnici di viale Trastevere sono alla ricerca di una soluzione che applichi il pronunciamento dei giudici costituzionali, ma al contempo eviti di stravolgere l’impostazione data al problema dal governo Berlusconi.

E i sindacati? La Cisl scuola, ricordando la complessità della situazione, raccomanda di evitare “risse” e “guerre fra poveri”. Mentre l’Anief, che ha portato avanti il ricorso, chiede l’inserimento “a pettine da subito”. Niente congelamenti e slittamenti “che violano la Costituzione”, insomma. A testimonianza del momento di confusione che interessa le graduatorie, interviene l’ex viceministro dell’Istruzione, Mariangela Bastico. “Ancora una volta – dichiara – il governo, con un emendamento al Milleproroghe, interviene sul reclutamento dei docenti con una norma contraddittoria, irragionevole e quindi incostituzionale. Da un lato infatti stabilisce il blocco delle graduatorie fino al 2012, dall'altro dà doverosamente attuazione alla sentenza della Corte costituzionale: dice insieme che le graduatorie sono bloccate e che si devono rifare”.

“Questa norma – spiega la senatrice – provocherà un insostenibile caos nel prossimo anno scolastico, suscitando numerosi ricorsi da parte dei tanti docenti che vedono lesi i propri diritti. Con questa scelta il ministro intende prolungare una situazione di illegittimità e incertezza, con un danno gravissimo per la qualità della scuola pubblica, guadagnando tempo. Scelta irresponsabile, alla quale il Partito democratico – conclude – contrappone l’unica via d’uscita: approvare l'emendamento Pd per un piano straordinario di stabilizzazione di 61mila docenti e 38mila e trecento Ata per il prossimo anno scolastico, corrispondenti ai posti attualmente vacanti e ai pensionamenti”.

Le graduatorie dei precari, dalle quali vengono reclutati i supplenti annuali, quelli fino al termine delle lezioni e metà degli immessi in ruolo, in ogni provincia sono composte da due tronconi: quelle “di merito” e le “code”. Nel 2009, all’atto del rinnovo delle graduatorie, venne impedito il trasferimento da una provincia all’altra, “concedendo” ai supplenti di inserirsi in altre tre province, oltre quella di appartenenza, ma solo “in coda”. L’idea di bloccare le graduatorie dei supplenti, che da “permanenti” divennero “ad esaurimento”, venne all’ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, nel 2007. Ma quell’azione, giustificata dalla volontà di eliminare il precariato, era accompagnata da un piano di 150 mila assunzioni che, in attesa di dare una cattedra a tutti, avrebbe sfoltito di parecchi le graduatorie.

Quando a Palazzo della Minerva salì la Gelmini, il blocco delle graduatorie rimase e il Piano delle assunzioni sparì. In più, vennero introdotte “le graduatorie di coda”. Quelle che la Consulta ha dichiarato illegittime perché ad avere la cattedra deve essere chi ha più punteggio (ed esperienza) e non, come avviene spesso ora, chi ha meno anni di servizio alle spalle. Nelle code, al Nord, ci sono migliaia di docenti meridionali con punteggi di gran lunga superiori ai “residenti” inseriti nelle liste “di merito”. Se gli interessati fossero stati inseriti “a pettine”, cioè con il loro punteggio avrebbero occupato quasi tutti i posti: sia per le supplenze sia per le assunzioni a tempo indeterminato.

Una eventualità che, come ha più volte dichiarato richiedendo “graduatorie dei supplenti regionali”, alla Lega non va proprio giù. Ed è proprio del Carroccio l’emendamento che “congela” per altri due anni le liste dei precari “fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale”. Già, perché le graduatorie dovrebbero essere aggiornate proprio in questi mesi, visto che il provvedimento Gelmini che introduceva le “code”, valeva fino all’anno scolastico 2010/2011. Per i due anni successivi, il 2011/2012 e il 20012/2013, era previsto l’inserimento a pettine. Ma la Corte costituzionale ha cancellato l’intero comma ed è tutto da rifare. La pronuncia della Consulta – dichiara Francesco Scrima della Cisl scuola – deve ovviamente trovare applicazione: il come non è facile da immaginare, a causa di un dispositivo che azzera totalmente, e non solo in parte, la norma di legge contestata, determinando un quadro giuridico molto complesso”. “Per questo – prosegue – un rinvio dell’aggiornamento non appare privo di motivazioni plausibili”.

Una posizione che fa saltare dalla sedia Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. “L’Anief diffida il ministero – dichiara Pacifico – dall’adottare provvedimenti illegittimi, che violano la Costituzione e la normativa vigente”. Secondo l’Anief sono oltre 15 mila i precari che possono chiedere l’esecutività dei ricorsi pendenti “in executivis” per l’inserimento a pettine. “E’ evidente – conclude il sindacalista – che la normativa previgente prevede l’aggiornamento biennale delle graduatorie e il diritto al cambio di provincia all’atto dell’aggiornamento. Consigliamo prudenza e saggezza: basta soltanto applicare la normativa, eseguire le decisioni dei giudici e, forse, ripassare anche un poco quella Costituzione che si insegna con tanto amore nelle nostre scuole”.

Fonte: repubblica.it

Vai all'articolo on line

Gli insegnanti costretti ad andare in pensione per aver compiuto i 40 anni di servizio devono lavorare altri due anni se vogliono andare in pensione con gli scatti di anzianità al completo. Lo sostiene l'associazione Anief sottolineando che per il ministero resta il blocco degli scatti per il biennio 2009-2011.

''Chi è costretto ad andare in pensione per i 40 anni di servizio, può rimanere", spiega un comunicato dell'associazione sindacale, che cita la nota 657 del 27 gennaio con la quale il ministero chiarisce che, in merito alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei casi di raggiungimento del 40° anno di anzianità contributiva prevista dalla legge 133/2008 "per coloro che raggiungono i 40 anni di anzianità contributiva entro il 31 agosto 2011 e avrebbero maturato nel corso del successivo anno scolastico un miglioramento economico, può essere concesso, a richiesta, il differimento di un anno del collocamento a riposo a tutela della legittima aspettativa degli interessati", sempre che si realizzino le economie di spesa necessarie per finanziare l'operazione.

Altrimenti, fa notare l'Anief, si andrebbe in pensione "con 42 anni di servizio al prezzo di 40''. Anche per questo, conclude il sindacato, è opportuno ricorrere al giudice per recuperare gli scatti ''bloccati illegittimamente contro la Costituzione''.

Fonte: tuttoscuola.com

Vai all'articolo on line

C’è attesa per la sentenza della Corte Costituzionale sulle iscrizioni nelle graduatorie provinciali ad esaurimento dei docenti precari.

Ieri mattina la Consulta ha esaminato l’ordinanza del 5 febbraio 2010 con la quale il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio aveva sollevato dubbi di legittimità costituzionale sull’articolo 1, c. 4° ter del decreto legge 25/09/2009 n. 134, aggiunto da legge 24/11/2009 n. 167, relativo all’aggiornamento e integrazione delle graduatorie.

La legge in discussione (cosiddetta salvaprecari) aveva chiuso, a suo tempo, il lungo contenzioso sulle iscrizioni in graduatoria (in coda o a pettine), fornendo l’interpretazione autentica e definitiva secondo cui l’iscrizione in graduatorie di altre province comportava l’accodamento dei nuovi iscritti.

Diversi docenti, sostenuti dall’Anief, avevano portato, comunque, la questione davanti al Tar del Lazio che ha ritenuto non manifestamente infondato il dubbio di illegittimità della norma.

Dalla Consulta verrà ora la parola definitiva. Se saranno accolti i dubbi del Tar, le iscrizioni avverranno non più con accodamento bensì con inserimento secondo punteggio posseduto. In tal caso cadrà anche l’ipotesi di emendamento al decreto legge “milleproroghe” con il quale si intenderebbe prorogare di un ulteriore anno la validità delle graduatorie, costruite a suo tempo con gli inserimenti in coda. Se il “pettine” dovesse rivivere, si aprirebbe uno scenario dagli sviluppi imprevedibili.

Se invece la Consulta giudicherà legittima la norma sulle graduatorie, sarà possibile prorogare le attuali graduatorie con un emendamento apposito.

http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=24850

Il provvedimento farebbe slittare di un anno il rinnovo previsto nella prossima primavera. Secondo l’Anief è un chiaro tentativo del Miur di rimandare l’attuazione a ‘pettine’ dell’inserimento nelle liste dei prof supplenti. Il preludio di un’altra battaglia legale?
Le voci di fondo stavolta erano fondate: nel 2011 il rinnovo delle graduatorie ad esaurimento, dove sono collocati circa 240mila docenti non di ruolo, non verrà attuato. Il rinnovo, previsto in primavera attraverso la presentazione di  titoli e i servizi prodotti nell’ultimo biennio, si sposterà in avanti almeno di un altro anno: nel decreto “Milleproroghe”, infatti, è prevista una norma da cui si evince, in ‘burocratese’ stretto, che le graduatorie “vigenti per il biennio 2009/2010 – 2010/2011 sono prorogate per l’anno scolastico 2011/2012”.
La nuova disposizione prevede che il rinnovo delle liste delle oltre cento liste di attesa dislocate in tutto il territorio nazionale non abbiano più effetto per "il biennio scolastico 2011/2012 – 2012/2013", come previsto dal decreto legge 25 settembre 2009, n. 134: il 'Milleproroghe' prevede, infatti, la validità del rinnovo “per il biennio scolastico 2012/2013- 2013/2014".
Anche se il decreto è ancora modificabile, l’ipotesi di ‘congelamento’ delle graduatorie ha già prodotto delle polemiche. A formularle è stato il sindacato Anief, che difendendo molti neo-abilitati ha chiesto l’immediata "soppressione di questa eventuale norma che creerebbe soltanto l'ennesimo pasticcio e confermerebbe l'incapacità del ministro Gelmini di gestire le graduatorie come i suoi predecessori". Il sindacato degli educatori in formazione, artefice di una battaglia legale per l’inserimento dei docenti precari, all’interno delle nuove graduatorie richieste, con il medesimo punteggio di partenza e non in coda come previsto nel 2009 dal Miur, ha anche fatto sapere che "solleciterà gli onorevoli e i senatori a non approvare una norma che vorrebbe intervenire soltanto e inutilmente per evitare il trasferimento a ‘pettine’ previsto per il prossimo aggiornamento. Se la Corte costituzionale, infatti, si pronuncerà a favore del ‘pettine’, questo assumerà titolo giudiziale, ragion per cui – continua l’Anief - tutti i ricorrenti dovranno essere inseriti subito a pettine dal commissario ad acta prima delle prossime convocazioni. A quel punto – conclude il sindacato - anche i non ricorrenti potranno ottenere un pronunciamento del giudice del lavoro sul risarcimento danni e sulla mancata stipula del contratto di lavoro".
Di parere opposto è sicuramente la Fgu-Gilda, che in passato ha più volte espresso le sue critiche all’Anief sostenendo che il cambio delle regole, sulle graduatorie, non può essere attuato in corsa.
 

A.G. - La Tecnica Della Scuola

 

Graduatorie blindate senza possibilità di aggiornamento fino al 2013. Vale a dire che per due anni scolastici (2012/2013, 2013/2014) non ci potranno essere modifiche agli elenchi provinciali ad esaurimento degli insegnanti. Impossibile tentare la sorte in altre province se la propria è troppo ingolfata. Le graduatorie esistenti vengono prorogate e mantenute tali e quali. Impossibile andare da Nord a Sud e, soprattutto, viceversa.
Lo prevede il milleproroghe votato ieri in Consiglio dei ministri. Sono ancora in corso verifiche sul testo, ma la cosa sembra fatta. La decisione, si legge nel testo del decreto, è stata presa "nelle more dell'emanazione del regolamento sul reclutamento del personale docente delle scuole di ogni ordine e grado". Regolamento che è ancora in fase di studio.
Il sindacato Anief è subito intervenuto a commentare la notizia, che, se confermata, scrive l'organizzazione, "deve in primo luogo passare dalle forche caudine del Parlamento dove già una volta sono stati cambiati i testi di legge approvati dal Governo".
L'Anief "solleciterà gli onorevoli e i senatori a non approvare una norma che vorrebbe intervenire soltanto e inutilmente per evitare il trasferimento a pettine previsto per il prossimo aggiornamento e bloccato dalla Gelmini e dalla Lega. Se la Corte costituzionale, infatti, si pronuncerà a favore del pettine, questo assumerà titolo giudiziale, ragion per cui tutti i ricorrenti Anief dovranno essere inseriti subito a pettine dal commissario ad acta prima delle prossime convocazioni. A quel punto, anche i non ricorrenti potranno rivolgersi all'Anief per ottenere un pronunciamento del giudice del lavoro sul risarcimento danni e sulla mancata stipula del contratto di lavoro. Cui prodest? Anche per questa ragione - chiude il sindacato - chiederemo la soppressione di questa eventuale norma che creerebbe soltanto l'ennesimo pasticcio e confermerebbe l'incapacità del ministro Gelmini di gestire le graduatorie come i suoi predecessori".

http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=24643

La sentenza del Tribunale toscano riguarda una prof e si basa sulla normativa comunitaria: tornano a sperare decine di migliaia di supplenti. Il requisito essenziale è che il posto occupato risulti vacante. Intanto a Palermo si consuma un altro dramma della disperazione: un collaboratore scolastico precario 51enne, con quattro figli, ha minacciato di lanciarsi dal quarto piano dell'Usp"

http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=29903&action=view

Pubblichiamo un articolo apparso su redattoresociale.it il 31 agosto 2010.

Il numero di docenti di sostegno stabilizzati quest’anno (5 mila su 10 mila complessivi nella scuola) deriva dalle norme della legge finanziaria 2008 (governo Prodi): “E’ stato un percorso triennale e nessuna regione ha superato quel limite”

ROMA - “Non c’è nessun regalo al sud, ma solo l’adeguamento alla legge che dispone di stabilizzare, in base ai numeri di organico 2006-2007, il 70% degli insegnanti di sostegno: circa 22mila persone. E di farlo solo nel sostegno e, in tranche annuali, entro il biennio 2010-2011”. Marcello Pacifico, presidente dell’Anief (Associazione professionale e sindacale) nega che sul sostegno ci siano stati favoritismi nei confronti del meridione.
 
Per Pacifico “non è possibile dimenticare la legge 244/2007” (è la finanziaria dell’ultimo governo Prodi) nella quale “il legislatore abolì la distinzione tra insegnante di sostegno di fatto e insegnante di sostegno di diritto, portando il numero complessivo di immessi in ruolo nel sostegno in numero pari al 70% dell’intero organico 2006-2007”. “In quegli anni – ricorda - il precariato colpiva un insegnante su due nel sostegno e uno su sei nel curriculare: operavano circa 42 mila insegnanti di sostegno di fatto e circa 45 mila di diritto: un esercito di quasi 90 mila insegnati di sostegno”. “Con quella manovra finanziaria – ricorda - si decise di portare il numero complessivo di immessi in ruolo nel sostegno in un numero pari al 70% di tutto l’organico 2006-2007 e nel triennio a seguire, nelle sue immissioni in ruolo, si è seguita questa regola, fino all’ultima tranche attuata dal ministro Gelmini”. Si è ora arrivati ad un organico di sostegno “di diritto” pari a 65 mila persone sulle 90 mila complessive, il 70%”.
 
Secondo Pacifico nell’assegnare i posti in organico si è valutata questa situazione: “Ecco perché su 10 mila nuove immissioni, più della metà sono state riservate all’immissione in ruolo di insegnanti di sostegno”. Il presidente dell’Anief spiega che “nessuna regione ha assunto in ruolo più del 70%  degli insegnanti di sostegno” e che non è giusto leggere il dato solo sulla percentuale degli assunti di quest’ultimo anno, essendo parte di un processo durato tre anni e imposto dalla legge.
 
Sul passaggio dal sostegno al curriculare, definito come “scorciatoia” dal dossier di TuttoScuola, il presidente Anief ricorda che un insegnante curriculare può cambiare materia dopo 3 anni, mentre quello di sostegno può chiedere di passare a curriculare solo dopo 5 anni: “E’ già questo un modo per limitare il passaggio”. E sulla formazione “non si ometta di dire che oggi servono 400 ore, ma solo nel 2001 ne erano necessarie 90”. Come dire che passi avanti se ne sono già fatti. (eb/ska)

Pubblichiamo un articolo apparso su “Il Messaggero” del 29 agosto 2010 a firma di Alessandra Migliozzi.

ROMA - Fuga dei prof in Spagna per l’abilitazione. In Italia per chi vuole insegnare alle medie e alle superiori la strada, ad oggi, è sbarrata: non ci sono più le Ssis, le scuole di specializzazione chiuse dalla Gelmini nel 2008, non si fanno i concorsi e la nuova formazione degli insegnanti ancora non è legge. Così c’è chi tenta la via spagnola. Fino all’anno scorso bastava un corsetto di tre mesi, il cosiddetto Cap. Ora la strada è più ardua: bisogna seguire un intero master di sette-otto mesi. Ma in città come Madrid è boom di italiani che vogliono abilitarsi all’insegnamento. A giugno si è chiusa la prima tornata di corsi. «Nel nostro master - spiega Juan Miguel Belmonte, segretario accademico dell’istituto di Scienze dell’Educazione dell’università Complutense di Madrid - su settecento iscritti una trentina erano italiani. Mi dicono che da voi non è possibile abilitarsi in questo momento. Come mai? Come fate per formare gli insegnanti?». Il master costa fino a tremila euro, a seconda che lo si faccia in una università pubblica o privata. Il corso è diviso fra teoria e pratica. Per entrare non c’è test di accesso. Bisogna solo certificare l’uso di una lingua europea a livello B1, un livello intermedio. Gli italiani, spiegano sempre dall’ateneo madrileno, «scelgono soprattutto di abilitarsi in materie scientifiche, quelle che poi possono spendere anche in patria, o nelle lingue». Il titolo in Italia va convertito. Nel 2009, quando furono riaperte le graduatorie per alcuni nuovi inserimenti, fu spianata la strada anche a chi aveva ottenuto l’abilitazione all’insegnamento in Europa visto che l’Ue obbliga il riconoscimento reciproco dei titoli. Su cosa accadrà nel 2011 quando ci saranno, come spiega la legge salva precari approvata a novembre del 2009, «l’integrazione e l’aggiornamento delle graduatorie» per il biennio 2011/2013 non c’è ancora certezza. «Ma con ogni probabilità sarà previsto l’inserimento di chi si è abilitato all’estero come avvenuto nel 2009 - commenta Marcello Pacifico, a capo dell’Anief, sindacato che ha dato spesso battaglia al ministero con ricorsi al Tar-. Il paradosso è che ad oggi ci sono docenti che si abilitano per insegnare strumento musicale o per la scuola primaria che non hanno sbocchi, che non si possono inserire. Mentre chi si è abilitato all’estero ha potuto e potrà farlo». La pensa diversamente la Flc Cgil secondo cui questa possibilità non ci sarà. «Ma la legge salva precari effettivamente è ambigua- dice Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil Scuola-. Parla di aggiornamento e integrazione delle graduatorie, quindi potrebbero esserci nuovi inserimenti. Se invece non fossero previsti potrebbero partire dei ricorsi. Quel che è certo è che bisognerebbe smetterla con questo sistema delle graduatorie che di fatto impone ai nostri giovani di spendere dei soldi per abilitarsi o aggiornarsi con il solo scopo di comprarsi un posto in graduatoria. Bisognerebbe bloccare definitivamente le liste e dove ci sono posti liberi ricominciare seriamente a fare i concorsi per assumere». Per esempio al Nord le graduatorie delle discipline scientifiche vanno spesso esaurite e non di rado le scuole, scorrendo le proprie liste interne, arrivano a chiamare come supplenti laureati non abilitati. Fra questi c’è anche Francesca, la chiameremo così, insegnante del Nord che preferisce l’anonimato e che a 34 anni, per paura di non riuscire più a fare supplenze perché non abilitata, ha deciso che questo autunno andrà in Spagna. «Ho fatto le pratiche- racconta- sto aspettando di capire se tutta la documentazione è in regola e se potrò entrare nel master che ormai per me è l’unica strada per potermi abilitare. Qui in Italia è tutto fermo e c’è tanta fame di lavoro non posso più rimanere senza titolo e rischiare di restare fuori per sempre dalle supplenze». Diverse società di consulenza offrono aiuto con le pratiche a prezzi che partono dai tremila euro fino ad arrivare quasi ad ottomila. Insomma, l’avventura spagnola, se ci si caricano sopra i costi dei consulenti, di base può costare, alloggio e vitto esclusi, anche più di diecimila euro. Ma c’è chi non demorde e vuole partire. «Noi consigliamo agli insegnanti di accertarsi che le società a cui si rivolgono siano serie- sottolinea Rino Di Meglio, della Gilda degli Insegnanti-, bisogna fare attenzione a chi alimenta sogni chiedendo un sacco di soldi». Il web, intanto, pullula di forum in cui i prof chiedono informazioni, cercano chi ha fatto già questa esperienza. E in Italia che ne sarà delle abilitazioni? Si aspetta il decreto per la formazione degli insegnanti che è passato nelle commissioni parlamentari ma poi è rimasto fermo. «Mancano solo alcuni passaggi burocratici. Nel corso del nuovo anno accademico- assicura Max Bruschi, il consigliere ministeriale che sta seguendo il provvedimento- dovrebbero partire i tirocini formativi che consentiranno a chi ne ha i requisiti di abilitarsi. Per entrare però ci saranno un test e una selezione per titoli». In tanti potrebbero rimanere esclusi. E non è detto che anche quelli non scelgano la via spagnola.

 

 

Pubblichiamo i link a due articoli apparsi su Tuttoscuola.com e su Tecnicadellascuola.it sull’ordinanza del TAR Lazio, in seguito a ricorso Anief, che impedisce il depennamento dei docenti di ruolo dalle GaE.

 

Tuttoscuola.com: i professori di ruolo non vanno depennati dalle graduatorie ad esaurimento

 

Tecnicadellascuola.it: prof di ruolo in graduatorie ad esaurimento, dubbi sulla cancellazione

 

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Query Database