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Invece di investire nella scuola, come si era impegnato di fare sottoscrivendo precisi impegni con i sindacati, il Governo con un colpo di mano fa sparire circa 10mila docenti e programma insensate riduzioni alla carta del docente, utile anche per fare corsi di aggiornamento, di cui beneficiano 700mila insegnanti di ruolo: a dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rimarcando il “no” del sindacato al Decreto Legge n. 36 sulla riforma del reclutamento, valutazione e formazione dei docenti.
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In attesa del rinnovo contrattuale 2019-21 per il personale scolastico, è stata firmata l’Ipotesi di atto di indirizzo dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Diversi i punti: dalla formazione dei docenti alla contrattualizzazione del lavoro agile del personale ATA. I sindacati attendono convocazione dal Ministero. A Orizzonte Scuola Marcello Pacifico, presidente dell’Anief.
Leggi l''intervista a Marcello Pacifico su Orizzonte Scuola


Ha dell’incredibile l’analisi del Decreto Legge n. 36, sulla riforma del nuovo reclutamento, valutazione e formazione degli insegnanti, pubblicato nell’ultimo week end nella Gazzetta Ufficiale all’interno di ulteriori misure urgenti per l'attuazione del PNRR. Perché per finanziare la nuova scuola di Alta Formazione, dal prossimo anno si andranno a togliere 2 milioni di euro annui dalla carta per l’aggiornamento dei docenti che quindi si ridurrà progressivamente, fino probabilmente a dimezzarsi passando da 500 euro a 250 euro annui. L’altro secondo capitolo di tagli dell’ordinario è quello, denunciato subito dall’Anief, di quasi 10mila cattedre dall’organico di diritto: per assegnare a qualche migliaio di docenti che si formeranno con 30 ore servirà un “premio” una tantum per il quale serviranno 20 milioni di euro nel 2026, 85 milioni di euro nell’anno 2027, 160 milioni di euro nell’anno 2028, 236 milioni di euro nell’anno 2029, 311 milioni di euro nell’anno 2030 e 387 milioni di euro a decorrere dall’anno 2031. Tutta l’operazione di incentivo, riporta il DL 33, si finanzierà “mediante razionalizzazione dell’organico di diritto effettuata a partire dall’anno scolastico 2026/2027″, in via prioritaria sui posti di organico per il potenziamento, decurtandoli dai posti lasciati liberi dai pensionamenti”. Ciò significa che si andranno a decurtare, tra gli anni scolastici 2026/27 e 2030/31, ben 9.600 cattedre.
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Il giovane sindacato ha proclamato lo sciopero contro la riforma approvata la scorsa settimana dal Governo per cambiare, attraverso il Decreto Pnrr 2, le modalità di accesso, formazione e valutazione degli insegnanti: la giornata di mobilitazione generale e unitaria si svolgerà venerdì 6 maggio. “È un piano di riforma impraticabile che fa acqua da tutte le parti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non valorizza né la formazione né la professione dell’insegnante. E sul reclutamento possiamo scommettere sin d’ora che la montagna partirà il topolino, con almeno i due terzi dei posti che rimarranno vacanti per via di un meccanismo di stabilizzazione complesso ed estenuante. Ecco perché il 6 maggio manderemo un segnale importante, assieme a tutti i lavoratori della scuola: quel decreto così come è stato approvato dai ministri è impresentabile”.
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Gli insegnanti italiani non guadagnano solo poco, ma devono anche attendere 35 anni di carriera per arrivare all’apice della carriera. A rimarcarlo è l’ultimo Quaderno Eurydice “Insegnanti in Europa: Carriera, sviluppo professionale e benessere”. Lo studio prende il via dallo scarso grado di soddisfazione degli insegnanti europei per gli stipendi percepiti, che diventano ancora più miseri quando confrontano le loro buste paga con quelle dei lavoratori UE con un’istruzione di pari livello. La percezione dei docenti europei di guadagnare poco è stata confermata dalle risposte all’ultimo questionario proposto da TALIS, che ha dato la possibilità agli insegnanti di dichiarare in che misura sono soddisfatti del loro stipendio: “nel complesso, a livello UE, solo il 37,8% degli insegnanti considera il proprio stipendio soddisfacente o molto soddisfacente, con molti paesi che mostrano percentuali inferiori al 30%”.
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Certipass ed Eurosofia, in collaborazione con Anief, sindacato che opera da più di 10 anni nella Scuola, punto di riferimento per docenti, ricercatori e personale scolastico, presentano il webinar gratuito dal titolo GPS 2022: le ultime novità dal sindacato.

Il webinar si terrà giovedì 28 aprile 2022, alle ore 17.00.
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Anche il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione non manca di esprimere i suoi rilievi sulla bozza di ordinanza che il ministero dell’Istruzione si accinge a produrre sull’aggiornamento delle Graduatorie provinciali per le supplenze e di quelle d’Istituto valide per il biennio 2022/2024: solo nelle Gps sono presenti 400mila candidati e ancora di più nelle graduatorie d’istituto. Il Cspi, pur esprimendo parere favorevole, si sofferma su diversi limiti presenti nel testo che, secondo la stampa specializzata, potrebbe essere pubblicato già la prossima settimana, con le domande degli oltre 400mila candidati che potrebbero essere presentate “a partire dal 2 maggio”: anche il Cspi, in particolare, come Anief ritiene che sull’aggiornamento delle graduatorie sia necessario allungare la tempistica per la presentazione delle domande, come pure debba essere fornita maggiore chiarezza sull'attribuzione degli incarichi, oltre che cancellare le sanzioni per chi rifiuta gli incarichi.
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Manca un mese esatto all’inizio delle prove preselettive per l’accesso di 25.874 nuovi docenti ai corsi di specializzazione come docente di sostegno nella scuola pubblica: il decreto ministeriale n. 333 del 31 marzo scorso ha infatti stabilito che per sopperire carenza diffusa di docenti specializzati dal 24 al 27 maggio prossimi si svolgeranno i test per selezionare diverse decine di migliaia di aspiranti. Il decreto stabilisce che le prove di accesso saranno costituite da un test preselettivo, che consisterà in un test con 60 quesiti a risposta multipla sulle conoscenze didattiche, psicopedagogiche e giuridiche relative al profilo dell’insegnante di sostegno e le necessarie abilità linguistiche.
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Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha autorizzato l'avvio dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell'infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria di I grado e nella scuola secondaria di II grado
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La volontà di legare gli aumenti di stipendio alla formazione degli insegnanti è prima di tutto “inopportuna, visto che abbiamo il contratto scaduto. Non si può pensare di andare a scrivere in quel contratto delle cose nuove rispetto a un lavoro già svolto. In quel contratto bisogna soltanto definire quanto sono gli arretrati rispetto all’aumento del costo della vita e rivedere i livelli dei profili professionali”. Lo dichiara oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista ad Orizzonte Scuola.
Leggi il testo dell'intervista.


Anziché complicare e allungare il percorso di avvicinamento alla professione, il ministro dell’Istruzione dovrebbe avviare da subito quei corsi abilitanti attesi da anni e nel 2020 banditi con diverse decine di migliaia di candidati rimasti al palo. A quelli si aggiungono i tanti docenti che nel frattempo hanno acquisito un nuovo titolo di studio oppure, se già assunti a tempo indeterminato, debbono chiedere il passaggio di ruolo. A sostenerlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando l’irricevibile proposta di riforma del reclutamento dei docenti presentata qualche giorno dal ministro Patrizio Bianchi ai sindacati.
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Secondo Anief è però inutile parlare di una legge di questo genere dopo che da 40 mesi si aspetta il rinnovo di un contratto che comunque porterà aumenti chi rispetto a quanto accaduto dal 2008 lasciano gli stipendi di docenti e Ata ben 13 punti sotto l’inflazione. Inoltre, è non è ammissibile “punire” gli insegnanti anche in base alla valutazione degli apprendimenti degli studenti. Siamo pronti a impugnare in Corte Costituzionale la norma sugli aumenti legati alla formazione, sempre se verrà approvata.
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Il Governo propone di assumere 70 mila precari entro il 2024 con un percorso a ostacoli che prevede un concorso pubblico, una prova di abilitazione e l’integrazione di 30 CFU. Per i laureati previsto inoltre un corso di formazione iniziale. Anief boccia la proposta, troppo penalizzante per i giovani, discriminante per i supplenti presenti nelle graduatorie per le supplenze e non risolutiva dell’emergenza del precariato.
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Sono 90mila le cattedre vacanti nella scuola: lo ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze: considerando l’organico di fatto, in particolare le cattedre in deroga sul sostegno agli alunni disabili, e il mancato utilizzo di tutte le Gps per le immissioni in ruolo, come pure la mancata applicazione delle direttive della Commissione europea sull’assunzione a tempo indeterminato dei precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, per il prossimo mese di settembre si prospettano oltre 200 mila supplenze da coprire. A denunciarlo è l’Anief, nel giorno in cui i sindacati sono stati convocati dal ministero dell’Istruzione per illustrare il nuovo reclutamento degli insegnamenti.
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Il giovane sindacato rappresentativo Anief ricorre contro la sanzione di 100 euro per mancato obbligo vaccinale personale over 50, contro le sospensioni per ottenere l'assegno alimentare o l'eventuale recupero delle spettanze stipendiali, per tutelare il personale Afam e quello universitario.



Il sindacato ricorda anche che giovedì 31 marzo verrà trasmesso un webinar Anief “Obbligo vaccinale: decreto legge riaperture e stato del contenzioso, tutto quello che c'è da sapere”. Interverranno il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, e i legali del sindacato Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Nicola Zampieri. Per partecipare, cliccare qui.

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