Contratto

Nel frattempo, 250 euro in più ai 1.000 docenti che si sono fatti valutare, mentre gli altri 800.000 sono fermi agli stipendi del 2009 e prenderanno lo stesso stipendio, forse, fino al 2015. Anief avvia i ricorsi pilota al Giudice del lavoro in sei province (Torino, Genova, Firenze, Pistoia, Roma, Palermo) per sbloccare il contratto e gli stipendi.

Effetto dell’intesa del 4 febbraio 2011 firmata dai sindacati gialli che vorrebbero introdurre la carriera secondo la sperimentazione vigente dopo aver acconsentito al blocco del rinnovo dei contratti per il 2010-2013, l’aumento disposto in questi giorni per soli 1.000 docenti, mentre gli altri 800.000 stanno a guardare increduli l’aumento del costo della vita e il blocco degli stipendi nei cedolini da sei mesi. E dovranno aspettare almeno un altro anno e mezzo senza poter andare in pensione con i nuovi contributi versati, mentre si profila da alcuni tecnici del tesoro l’idea di prorogare il blocco anche per il triennio 2012-2015 con la scusa della sperimentazione sul merito e dell’avvio delle nuove norme interpretative del decreto Brunetta, dove già sulla contrattazione relativa all’organizzazione delle ore di lavoro del personale della scuola - ora ridotta alla sola informativa - i segretari di alcune Confederazioni dei lavoratori hanno ammesso la loro impotenza nella lettera inviata al Presidente del Senato, lamentandosi dell’operato proprio di quel ministro Brunetta che si è adoperato per prorogarne la rappresentatività.

L’Anief non ci sta, denuncia questa perdita del potere d’acquisto degli stipendi e ha dato avvio alle procedure per il deposito dei primi ricorsi al Giudice del lavoro per sollevare questione di legittimità costituzionale della norma che blocca i contratti e gli aumenti di stipendio per il triennio 2010-2013, alla luce anche della recente giurisprudenza della Cassazione contro le gabbie salariali.

Ogni docente di ruolo perde dai 2.000 ai 7.000 euro all’anno.

Se non hai ancora aderito, vai alle istruzioni.

Nel Documento di Economia e Finanza confermati i risparmi derivati dal blocco dell’anzianità di carriera per il personale docente e Ata di ruolo, 2011-2013. I sindacati, finalmente, hanno letto il cedolino unico e chiedono un incontro urgente al Miur. Anief sta depositando il ricorso al Tar Lazio per bloccare soldi e contratto e far riconoscere la pensione.

Diversi sindacalisti avevano provato a tranquillizzare i colleghi in assemblee sindacali svolte qua e là con urgenza in tutta Italia, dopo la notizia dei ricorsi Anief riservati al personale di ruolo, affermando che gli aumenti per il 2010 erano stati assegnati, e che per il 2011 avevano certamente sbagliato i tecnici del Tesoro a prorogare di due anni d’ufficio la data di maturazione degli scatti, nel cedolino unico di gennaio. Ma, dopo 4 mesi, dal MEF non è arrivata la smentita, ma anzi, la conferma che i risparmi per 320 milioni nel 2011, per 640 milioni nel 2012, per 960 milioni nel 2013 si faranno e proprio dal blocco degli scatti di anzianità del personale docente e ata di ruolo, prima - aggiungiamo noi - della loro definitiva scomparsa come per il personale precario e della loro sostituzione con il meccanismo premiale introdotto dal decreto Brunetta.

Per questa ragione l’Anief ha deciso di ricorrere in tribunale, perché il diritto costituzionale al lavoro, a un contratto, a una proporzionata retribuzione non può essere compresso da alcuna legge dello Stato.

La proroga non può essere sine die e non può comprimere il diritto dei lavoratori alla scelta democratica dei propri rappresentanti sindacali. Elezioni entro l’anno. Anief ricerca candidati per la campagna elettorale. Entro il 30 aprile l’invio delle pre-candidature. Pronta la diffida alle altre OO. SS. nel caso in cui si ostinino a non indicare all’Aran le prossime date o a candidarsi come rappresentanti dei dirigenti e dei lavoratori.
Qualcuno forse si ricorda come soltanto l’Anief, all’indomani della pubblicazione del decreto legislativo “Brunetta” ricorse al Tar Lazio contro il rinvio delle elezioni RSU perché riteneva si fosse commesso un eccesso di delega rispetto alla Legge 15/2009 e, sub ordine, una violazione dell’art. 39 della Costituzione. I giudici con una sentenza breve chiusero subito la partita - e ci condannarono pure a 1.500 euro di spese - perché le note del Dipartimento di Funzione Pubblica inviate al Miur e quelle del Miur ai Direttori scolastici regionali non erano un atto amministrativo ma mere comunicazioni, cosicché scoprimmo che le elezioni si rinviarono da sole dopo che una nota dell’ARAN alle Istituzioni scolastiche avevano comunicato nel settembre 2009 la tempistica per lo svolgimento delle elezioni stesse decisa dalle OO. SS. rappresentative, le sole titolate a indire le elezioni. Poi la legge 194/2009 prorogò la rappresentatività dei sindacati in scadenza di mandato per tutto il triennio di vacanza contrattuale finché la legge 122/2010 non blocco proprio i contratti per il 2010-2012, autorizzando, però, quegli stessi sindacati a firmare un’intesa il 4 febbraio 2011 che dovrà dare luogo alla firma di un accordo quadro (dove il quorum è il 55% dei numeri delle OO. SS. ex-rappresentative è necessario per la sua validità) sulla base del nuovo atto di indirizzo inviato all’ARAN dallo stesso Brunetta nel febbraio scorso (stop agli automatismi di carriera, introduzione del merito per il 75% del personale, blocco degli stipendi al 2010 per gli altri, limitazioni alle prerogative sindacali). Quindi, il Parlamento ha prorogato la rappresentanza dei sindacati ad tempus per firmare i contratti dopo che il Governo aveva rinviato le elezioni RSU, poi blocca la firma dei contratti per lo stesso triennio per cui aveva prorogato la rappresentatività dei sindacati, ma il Governo utilizza tale proroga per chiedere agli stessi sindacati la cui rappresentatività è stata prorogata, di firmare un atto di indirizzo che disciplini le nuove regole per la contrattazione, il futuro trattamento economico dei lavoratori e le nuove relazioni sindacali. Altro che sistema cinese … o sindacato giallo …
Il ministero di Brunetta avrebbe voluto pure rinviare ancora una volta le elezioni RSU, con la richiesta di parere inviata al CdS sulla rappresentatività sindacale nelle more della firma dell’accordo quadro, ritenendo che le elezioni RSU dovessero svolgersi dopo la definizione dei nuovi comparti, visto che il termine del 30 novembre 2010 previsto dall’art. 65, c. 3, del d.lgs. 150/09 aveva natura ordinatoria per i seguenti motivi:
  • l’art. 1, c. 20bis, l. 194/09 dispone che ai fini della partecipazione alle trattative per la stipula dei contratti nel triennio 2010-2012 si fa riferimento alla rappresentatività certificata dei sindacati per il biennio 2008-2009, ragion per cui il nuovo calcolo sarebbe valido soltanto per il nuovo triennio contrattuale 2013-2015;
  • lo stesso art. 65, c. 3 del d.lgs. 150/09 lega le elezioni ai nuovi comparti di contrattazione.
Il consiglio di Stato, per fortuna, finalmente ha detto no e ha sollecitato l’indizione immediata delle elezioni RSU, ribadendo che “la legge non può comprimere il diritto alla rappresentanza se non in modo temporaneo e con cadenze certe [e che] il diritto delle elezioni si riespande in modo automatico […] Dopo il 30 novembre 2010 si riespande il diritto al rinnovo degli organi di rappresentanza sindacale di cui all’art. 42, c. 3, del d. lgs. 165/2001 […] La norma introdotta dalla legge 194/09 non può impedire il diritto incomprimibile ad esprimere la rappresentanza sindacale che ha molteplici valenze nel sistema che trascendono quella relativa alla legittimazione negoziale.
Come dire, aveva ragione ancora una volta l’Anief, peccato per i 1.500 euro.
Il massimo giudice della giustizia amministrativa, infatti, nel parere n. 00551 del 12 gennaio 2011 in merito all’affare n. 05211 posto il 19 novembre 2010, ritiene sì che tale termine sia ordinatorio e sollecitatorio, ma che la “conseguente incertezza sui tempi di raggiungimento dell’accordo quadro [non può] andare a detrimento del diritto dei lavoratori alla rappresentanza sindacale […] Ciò che tuttavia non può inferirsi dalla disposizione in commento è la conseguenza della sospensione a tempo indeterminato e comunque oltre il 30 novembre 2010, del diritto dei lavoratori del pubblico impiego ad esprimere periodicamente, alle scadenze previste, la volontà - costituzionalmente garantita (art. 38 Cost. ) - di rinnovare i propri organi di rappresentanza sindacale) […] non potendosi tollerare, sul piano dei principi costituzionali, una sospensione del diritto dei lavoratori e delle loro associazioni sindacali, ad esprimere la propria rappresentanza a tempo debito, nelle cadenze periodicamente stabilite dalla contrattazione collettiva”.
La nuova normativa non ha espressamente in alcun modo sancito una sospensione sine die o a termine incetus an e quando. Le sentenze n. 492/95 e 975/88 della Consulta hanno, infatti, stabilito che qualora una legge preveda il concorso delle associazioni sindacali, tutte queste debbano essere messe nella condizione di una parità di trattamento, e nella loro selezione si deve ricorrere al criterio della maggiore rappresentatività con periodiche verifiche. La misura della rappresentatività è di per sé fluida e non cristallizzata e il suo dinamismo è costituzionalmente protetto dagli articoli 3 e 39 della Costituzione, al punto che:
  1. l’aspetto delle relazioni sindacali, se accompagnato da elezioni periodiche, può dirsi ispirato ad una logica ascendente e non discendente del potere
  2. la legittimità delle prerogative sindacali è legata alla misurazione di dati oggettivi
  3. il sistema sindacale è legittimo perché basato su un consenso democratico soggetto a verifiche
  4. il naturale dinamismo della rappresentanza tutela il pluralismo sindacale
  5. le elezioni sono uno strumento per i lavoratori di esercizio della funzione di indirizzo sull’organizzazione sindacale
  6. la misura indica il peso specifico del sindacato nelle trattative
L’Anief, pertanto, si prepara finalmente alla prossima campagna per l’elezione delle RSU e chiede a tutti i lavoratori docenti e ata della scuola di candidarsi nelle liste dell’Anief, anche senza bisogno di iscriversi alla nostra organizzazione sindacale. Abbiamo bisogno di dimostrare il consenso di cui gode il sindacato tra i lavoratori, e questo consenso è dato dalla media del 5% tra le deleghe possedute e i voti ottenuti (che possono essere espressi se vi è almeno un candidato Anief in ogni scuola). E’ importante organizzarsi subito perché se no, il nuovo contratto per il 2012-2015 seguirà le sorti decide dall’atto di indirizzo all’Aran consequenziale alla volontà dei sindacati che hanno voluto firmare l’intesa del 4 febbraio scorso. Vogliamo sederci al tavolo delle trattative per bloccarle laddove le stesse portino alla lesione del diritto dei lavoratori a un giusto stipendio, che sia legato anche al costo della vita, all’anzianità retributiva e al merito che non può essere imposto dal ministro di turno ma scelto dai lavoratori della scuola, a parità di un adeguamento degli stipendi ai livelli europei.
Nel caso in cui a breve non sarà indicata all’Aran una data utile per le prossime elezioni, l’Anief invierà una diffida alle OO. SS. la cui rappresentatività è stata prorogata al fine di un’indizione immediata. Inoltre, diffiderà le altre OO. SS. dal presentare LISTE laddove il sindacato rappresenti e tuteli gli interessi sia dei dirigenti sia dei docenti/ata iscritti, in ossequio a quanto la giurisprudenza recente ha accertato (i dirigenti possono essere tutelati da un loro sindacato da quando appartengono a un’area separata – area V) e all’articolo 17 dello Statuto dei Lavoratori. Di fronte a un dirigente e ad una RSU, entrambe iscritte alla Cisl, per esempio, perché non siglare la contrattazione d’Istituto nella sede del Sindacato Cisl invece che a scuola ? Siamo pronti, infatti, a chiedere al giudice di spiegarci come in questo caso possa essere assicurato l’imparzialità dell’azione amministrativa o superato il pericolo del sindacato di comodo-giallo nella ricerca e nell’esercizio della tutela gli interessi dei lavoratori e della collettività.
Sei di ruolo, hai superato l’anno di prova: scarica la scheda di pre-candidatura
Sei precario o in anno di prova, sei disoccupato, segnala con il suo consenso attraverso la scheda il nominativo di un/a collega disponibile a essere ricontattato e a candidarsi.
Scegli il tuo sindacato ! Non lasciare la scelta al Governo ! L’Anief è dalla parte del diritto !

Dopo il blocco degli scatti per il 2011 e 2012, la loro cancellazione. Il salario rimarrà fermo al 2010 per il 25%, i soldi per il merito, se ricavato dai risparmi, al restante 75%. Brunetta comprime le prerogative del sindacato come negli USA su organizzazione degli uffici e trattamento economico. L’atto d’indirizzo quadro all’Aran del 18 febbraio 2011, travolge le relazioni sindacali nel pubblico impiego.

Al personale docente e ata dal 2013 o dal 2014 rimarrà soltanto il fondo d’istituto mentre il trattamento economico relativo alla progressione di carriera avverrà soltanto per merito. Lo stipendio base compreso dell’accessorio sarà quello del 2010. Gli aumenti per i meritevoli soltanto se saranno perpetrati i tagli e se il sindacato non ci sta, alla mercé del ministro di turno.

Dopo aver abituato i colleghi alla proroga dello scatto di anzianità, ora si prepara la sua cancellazione in rispetto dell’antico proverbio: occhio che non vede, cuore che non duole.

Dopo il blocco del CCNL e degli scatti biennali di anzianità introdotti dalla legge 122/2010 (l’articolo 9, c. 2-bis blocca il trattamento accessorio sino al 31.12.2013 ai livelli del 31.12.2010), il ministro della Funzione Pubblica, forte dell’intesa del 4 febbraio 2011 firmata da alcune confederazioni sindacali, invia un atto di indirizzo alle Regioni (peraltro non consultate) per la stipula di un accordo quadro che regoli il sistema di relazioni sindacali alla luce delle norme disposte dal decreto legislativo 150/2009, ponendo fine agli automatismi di carriera e autorizzando il Governo a decidere da solo sul trattamento economico, in caso di mancato accordo con le parti sociali.

Anief ha già dimostrato come il decreto interministeriale n. 3 del 14.01.2011 non sblocca gli scatti biennali per il 2011 e il 2012 ma lega il loro recupero nel portafoglio ai risparmi da attuare, tanto che nei cedolini di gennaio sono state prorogate di due anni dal MEF, senza alcun errore, le annualità relative al raggiungimento della successiva fascia di anzianità, mentre chi va in pensione con 40 anni di contributi può rimanere nella speranza che i tagli portino gli effetti desiderati, tranne se appartiene a profili, posti o classi di concorso in esubero (nota Miur, Prot. n. AOOODGPER 1610 Roma, 24 febbraio 2011). Inoltre, lo stesso decreto non assicura per gli scatti ritrovati nella busta-paga del 2010 la loro spendibilità ai fini della pensione negata dalla legge (fonte primaria), ragion per cui abbiamo promosso ricorsi ai tribunali anche per il non infondato sospetto di non conformità delle norme introdotte dalla legge 122/2010 agli articoli 1, 3, 4, 36 e 39 della Costituzione.

Ora, il nuovo atto di indirizzo quadro all’Aran, come si ribadisce nella circolare FP n. 1 del 17 febbraio 2011 in merito all’intesa del 4 febbraio scorso, interviene direttamente nell’individuazione degli strumenti di differenziazione retributiva previsti dall’articolo 19 del decreto legislativo 150/2010, comprimendo gli spazi di partecipazione sindacale come nello Stato del Wisconsin o nella Fiat di Marchionne. Giova ricordare che la contrattualizzazione del rapporto di lavoro ha sostituito quelli che noi chiamiamo ‘scatti’ che adeguavano lo stipendio al caro vita, con incrementi stipendiali riconosciuti con i vari contratti, contratti oggi sospesi, e che in futuro dovranno tener conto dell’introduzione del merito, attraverso una graduatoria delle valutazioni individuali del personale, distribuita in tre diversi livelli di perfomance: il 25% del personale nella fascia alta, con il 50% delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale, il 50% in quella intermedia per l’altro 50% delle risorse; il restante 25% nella fascia più bassa, senza alcun trattamento accessorio. La valutazione avviene, per opera di un organismo indipendente, secondo un sistema di valutazione che in via sperimentale, nella scuola, in questo momento è stata legato ai risultati degli studenti nelle prove Invalsi senza alcun rispetto per il territorio in cui la scuola è collocata o la situazione di partenza degli stessi alunni o il loro portfolio o i criteri di formazione delle classi. Le risorse, ovviamente, sono legate ai risparmi che ogni amministrazione è in grado di compartire, quindi, sono giustificati dai piani di razionalizzazione del personale stesso, nella logica di una cassa-integrazione senza fine.

L’Anief non concorda né sul metodo né sul merito di questa operazione del Governo che mira soltanto a privare il sindacato delle sue prerogative e i lavoratori della scuola del loro aumento di stipendio che deve necessariamente essere adeguato all’aumento del costo della vita. Non siamo contro il merito, ma prima adeguiamo gli stipendi agli standard europei (7.000 euro in media in più), poi introduciamo una carriera per legge per garantire l’imparzialità dell’azione della pubblica amministrazione, dopo aver consultato tutto il mondo della scuola. Il merito, se imposto dalla politica, potrebbe prestarsi a logiche clientelari che tradirebbero il fine condivisibile e costituzionalmente protetto. Se l’atto di indirizzo nasce dal blocco dei contratti, allora, vuol dire che ricorreremo ai tribunali della Repubblica, per sbloccare gli stessi contratti e travolgere intese non desiderate dalla maggioranza dei docenti e degli ata.

 

Una nota dell’Anief su alcuni punti dell’atto di indirizzo quadro all’Aran in attuazione del punto 5 dell’intesa per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego, sottoscritta il 4 febbraio 2011.

1. Premessa. L’atto è emanato ai sensi del punto 5 dell’Intesa sottoscritta a Palazzo Chigi tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle sole CISL, UIL, CIDA, CONFSAL, UGL, USAE per le parti sociali, ai sensi dell’art. 56 del d.lgs. 150/2009. Dovrebbe regolare il regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti (che viola l’art. 35 della costituzione: “la Repubblica … promuove e favorisce gli accordi … intesi ad affermare e regolare i diritti al lavoro”) ma si occupa del nuovo sistema delle relazioni sindacali, attraverso la sottoscrizione di un accordo quadro tra le parti firmatarie (si ricorda che la rappresentatività delle OO. SS. e delle Confederazione è stata prorogata per legge al solo 2010 e che le elezioni RSU per il rinnovo del calcolo della rappresentatività è stata rinviato da due anni, con la conseguenza che il Governo consente la firma dell’accordo quadro solo a chi ha deciso il Parlamento di far sedere nel tavolo).

Lettera c), d), e). Sono escluse dalla contrattazione con il sindacato le materie attinenti all’organizzazione degli uffici e agli atti interni di' organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro, cosicché alle OO. SS. non rimane che il trattamento economico. Esso tuttavia è oggetto di contrattazione negli esclusivi limiti previsti dalla legge nelle materie di sanzioni disciplinari, valutazione delle prestazioni, corresponsione del trattamento accessorio, mobilità e progressione economiche (in questo caso l’art. 19 del d.lgs 150/09, ex plurimis). Il trattamento economico accessorio, al fine di incentivare impegno e performance, si divide in due parti, di cui una relativa al trattamento economico accessorio individuale che deve essere prevalente.

2. Corrispondenza triennale tra validità giuridica ed economica del contratto che dovrebbe partire dal 2012 ma in contrasto con l’art. 9 della legge 122/2010 che disciplina il blocco del trattamento economico al dicembre 2013.

3.-4. Introduzione della graduatoria di performance nel prossimo rinnovo contrattuale visto il blocco vigente e adeguamento della contrattazione integrativa all’individuazione di criteri per premiare il merito, nei limiti finanziari esistenti e derivati dalle economie di spesa.

5. Lettera a). Il trattamento economico fondamentale e accessorio è definito dai contratti, ma se non si raggiunge l’accordo con le parti sociali, il Governo può procedere con atti unilaterali (Fiat docet). Lettera b). Il trattamento accessorio è diviso in tre parti: la prima legata alla performance individuale, la seconda alla performance organizzativa (funzionamento dell’amministrazione), la terza ad attività particolarmente disagiate o pericolose o dannose per la salute

6. Si conferma la possibilità di istituire un’area della vice dirigenza, mai attuata e sempre proposta

9. La contrattazione può variare nel rispetto dei parametri definiti dall’art. 19 del d.lgs. 150/09 le percentuali di personale da inserire nelle tre fasce. La disposizione sembra attuabile nelle more dei rinnovi contrattuali, che, però, di fatto, risultano bloccati.

10. Le progressioni economiche (non più legate all’anzianità ma al merito) definite attraverso la contrattazione devono avvenire nei limiti delle risorse disponibili, e comunque per quelle attuali vige il blocco triennale imposto dall’articolo 9 della legge 122/2010

12. Il premio di efficienza è definito dalla contrattazione integrativa ed è costituito fino a due terzi dei risparmi del costo di funzionamento derivanti dai licenziamenti (dimensionamento, tagli, riorganizzazione del personale).

 

Gli articoli di giornale sul blocco degli scatti e i pensionamenti con 40 anni di servizio

- http://www.anief.org/content_pages.php?pag=936&sid=

- http://www.anief.org/content_pages.php?pag=927&sid=

- http://www.anief.org/content_pages.php?pag=922&sid=

 

Per aderire ai ricorsi contro il blocco degli scatti e del contratto

- http://www.anief.org/content_pages.php?pag=640&sid=

Anief sostiene la scelta della Segreteria confederale. Il metodo Marchionne non può essere applicato alla Scuola. Bisogna difendere le prerogative sindacali e tutelare i diritti dei lavoratori.

A differenza di CISL, UIL, CIDA, CONFASAL, UGL, USAE, la CONFEDIR - a cui aderisce l’Anief nel settore pubblica amministrazione, non ha sottoscritto l’intesa per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego.

Già l’Anief ha denunciato come illegittimo il decreto legislativo 150/2009 che ha rinviato per un triennio, con un eccesso di delega, le elezioni RSU e ha prorogato oligarchicamente la rappresentatività delle stesse sigle che hanno sottoscritto l’intesa del 4 febbraio 2011. Dopo due anni, infatti, ancora non sono state concordate le regole per la nuova contrattazione e per la definizione dei nuovi comparti e delle nuove aree, in un regime di proroga che allontana l’amministrazione dai lavoratori.

Più volte abbiamo criticato la scelta del ministro Gelmini di affidare alla sperimentazione l’introduzione di un meccanismo di premialità per il personale della Scuola, senza convocare gli stati generali o tutte le associazioni professionali e sindacali, per non parlare di una consultazione sistematica nelle scuole.

Abbiamo tuonato contro il blocco dei contratti, per la palese violazione degli articoli 1-4, 35-36, 39 della Costituzione, abbiamo assistito, increduli, nella lettura del cedolino unico di gennaio, alla proroga per un biennio degli anni utili alla maturazione degli scatti di anzianità.

Ora, mentre il MIUR con le note prot. n. 459 del 20 gennaio e n. 613/RU/U del 26 gennaio 2011 si avvia a registrare l’anagrafe delle professionalità docenti attraverso il portale SIDI in vista della nuova riforma meritocratica, apprendiamo, attoniti, che il Governo con il placet di alcune organizzazione sindacali appositamente scelte, vorrebbe sostituire pure ogni automatismo stipendiale - laddove gli stipendi dei docenti della scuola italiana sono in media di 6.000-7.000 euro inferiori a quelli dei colleghi europei -, con un fantomatico quanto aleatorio meccanismo meritocratico, in deroga a quanto sottoscritto con le parti sociali negli ultimi cinquanta anni.

Ha fatto bene la CONFEDIR a non firmare. Nel frattempo, l’Anief impugnerà il blocco degli scatti e del contratto collettivo, perché così non ci sarà bisogno di alcun regime transitorio.

Il personale docente/ata interessato a ricorrere (iscritto all’ANIEF o che per l’occasione intende iscriversi all’ANIEF) deve scrivere una mail di pre-adesione (non vincolante per il proseguo del ricorso) a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con indicazione nell’oggetto: pre-adesione ricorso recupero stipendio di anzianità e nel testo: Cognome, Nome, Istituzione scolastica, Luogo di Lavoro, Provincia del luogo di Lavoro, Regione del Luogo di Lavoro, Qualifica (docente o ata), anno di maturazione dello scatto non riconosciuto (indicare 2010, 2011, 2012, 2013), anzianità di servizio (indicare gli anni). Successivamente riceverà una mail per la comunicazione degli ulteriori dati utili per procedere eventualmente al ricorso (il cui costo non supererà 100 euro), secondo istruzioni specifiche.

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