TFA

Anief: è l’ennesima “bufala” mediatica, perché solo uno su dieci sarà accontentato. Chi ha prestato diversi anni di servizio nella scuola sarà costretto a ricorrere ai tribunali della Repubblica per farsi riconoscere l’esperienza di servizio.

Anief apprende, attraverso indiscrezioni sindacali, che il Ministero dell’Istruzione ha ricevuto circa 180 mila domande per accedere ai Tfa ordinari destinati ad abilitare all’insegnamento appena 21 mila candidati: questo significa che soltanto uno ogni dieci potrà, in questa fase, frequentare i corsi abilitanti utili a partecipare al concorso pubblico per accedere ai ruoli. È evidente che siamo di fronte all’ennesima “bufala” mediatica, che ha sempre come vittime predestinate i precari della scuola.

Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, a questo punto “per oltre 100 mila precari non abilitati se non interverrà il giudice sarà impossibile regolarizzare la loro posizione da insegnanti a tutti gli effetti ma non per lo Stato. Soltanto chi riuscirà a prepararsi meglio alle selezioni e a reggere la dura prova dei nervi potrà infatti aspirare a conseguire un’abilitazione di cui, tra l’altro, non si comprende ancora la piena utilità visto che il suo raggiungimento non permetterà l’accesso alle graduatorie ad esaurimento ma solo l’idoneità per svolgere il concorso”.

Se questi sono i numeri e queste sono le regole il giovane sindacato non ci sta. “Ancora una volta – continua il presidente Pacifico – chi ha prestato diversi anni di servizio nella scuola sarà costretto a ricorrere ai tribunali della Repubblica per farsi riconoscere l’esperienza di servizio maturata sul campo. Per questo, l’Anief ribadisce la volontà di tutelare tutti gli aspiranti ricorrendo al Tar del Lazio”.

Nel contempo, il sindacato continuerà a fornire assistenza formativa continuando ad organizzare i corsi di formazione alla prova concorsuale attraverso il portale del proprio sito internet www.anief.org.  

Anief avvia i ricorsi per impugnare il decreto. Da diversi mesi, il sindacato chiede un intervento del Parlamento sulla materia per consentire l’accesso in sovrannumero. Ormai mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni alla prova pre-selettiva. Scadenza adesioni al ricorso: 12 giugno. Registrati entro il 4 giugno al portale Cineca e preparati con noi.

L’ultimo comunicato del Miur sui tempi lunghi per il decreto sui corsi abilitanti per il personale con servizio pregresso è una doccia fredda per tutti i docenti interessati. Il buonsenso avrebbe richiesto l’approvazione già nell’odierno Consiglio dei ministri di una bozza di regolamento integrativo da sottoporre alle commissioni parlamentari. Dopo anni di dibattito e i continui inviti dell’Anief al rispetto della normativa comunitaria, ecco che il ministro Profumo nei giorni scorsi, per timore dei ricorsi annunciati, aveva comunicato la volontà di consentire l’accesso in sovrannumero al TFA ai docenti con tre anni di servizio. Il sindacato aveva replicato ricordando il diritto analogo riconosciuto in passato ai docenti con 360 giorni di servizio, come avvenuto nel 1999 e nel 2004 nell’accesso ai corsi riservati, ai docenti abilitati con le SSIS per i semestri aggiuntivi al fine di evitare l’esubero e il relativo licenziamento, ai docenti con dottorato di ricerca che dal 1984 dovrebbero poter espletare funzioni direttive superiori. Niente di fatto, perché l’accesso in sovrannumero, secondo un comunicato del Miur, è rimandato all’anno prossimo sempre che il Parlamento, il CNPI e il Consiglio di Stato siano d’accordo.

Pertanto, Anief consiglia a chiunque intenda conseguire un’abilitazione di iscriversi al portale Cineca, di registrarsi alle prove pre-selettive di accesso e di ricorrere in caso di esclusione, se in possesso del requisito dei 360 giorni o dei 3 anni di servizio, oppure del titolo di dottore di ricerca o ancora del titolo di specializzazione all’insegnamento. Il ricorso, oltre a chiedere l’accesso in sovrannumero al TFA, serve a ricordare al Miur e al futuro ministro (l’attuale legislatura terminerà nel 2013) che la questione è sotto l’esame dei tribunali della Repubblica e non può essere ripensata con annunci dilatori oltre i tempi dichiarati, pena la condanna da parte della magistratura.

Per richiedere le istruzioni operative è necessario inviare una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. avente per oggetto “Ricorso TFA” e contenente esclusivamente i seguenti dati: Cognome e nome, luogo e data di nascita, codice fiscale, tipologia ("360 gg. di servizio", "36 mesi di servizio", "dottorato di ricerca" oppure "abilitato SSIS"). Si ribadisce che l’istanza cautelare sarà comunque richiesta soltanto dopo l’espletamento e l’eventuale mancato superamento della prova di accesso. Il termine ultimo per le adesioni al ricorso è fissato al 12 giugno 2012.

Per l’occasione è possibile ancora aderire al corso di preparazione alle prove pre-selettive in modalità telematica offerto dall’Anief con la consulenza dei supervisori di tirocinio. Oltre alle centinaia di quiz sulla comprensione del testo e sui contenuti disciplinari presenti nel portale, gli iscritti al corso di preparazione riceveranno anche il testo della Simone Editore. L’adesione al ricorso è gratuita per chi si è iscritto ai corsi Anief, sia in presenza sia in modalità telematica, di preparazione alle prove pre-selettive.

I corsi Anief on line di preparazione alla pre-selezione per il TFA

Si è concluso con una confusa informativa il primo incontro con i sindacati, all’indomani delle richieste dell’Anief di maggiore chiarezza sui tempi e sulle modalità di attivazione dei corsi TFA riservati a chi ha prestato servizio nelle scuole, a due settimane dalla scadenza di iscrizione on-line ai corsi TFA ordinari.

Dal 2004 il legislatore è intervenuto per prevedere una nuova formazione iniziale degli insegnanti che ne garantisse il reclutamento. Nel 2009 è stato partorito dal ministro pro-tempore un regolamento attuativo che ha disciplinato la sola formazione triennale universitaria, prevedendo una fase transitoria annuale (TFA). Nel 2012, nell’arco di un mese, il Miur pubblica tre decreti che disciplinano le prove di accesso a numero programmato per partecipare al TFA ordinariamente transitorio, alla specializzazione ordinaria su sostegno, alla riconversione del personale sovrannumerario su sostegno, mentre in un’intervista il ministro pro-tempore annuncia la volontà di far partire dei corsi TFA speciali per il personale non abilitato con tre anni di servizio e un comunicato del Miur smentisce quanto riportato dalla normativa sulla validità concorsuale delle nuove abilitazioni conseguite. Il tutto condito dal grande assente, il regolamento sull’accorpamento delle nuove classi concorsuali, che dopo la sua approvazione aumenterà le condizioni di sovrannumero, dà una certezza (il 30% dell’organico su sostegno è ancora precario rispetto al 5% sul curricolare) e offre una speranza (un nuovo concorso in autunno riservato a tutti gli abilitati, ma non a quelli dei TFA speciali e ordinari) che fa sempre bene sotto elezioni politiche. Senza parlare della nebbia che ancora avvolge il futuro liceo motorio o l’azzoppato liceo musicale.

È evidente che, ormai, siamo al fai da te, forse per colpa di un consigliere - chiamato dal ministro Gelmini a Viale Trastevere e confermato dal ministro Profumo - che si ostina a voler programmare la formazione universitaria senza avere una minima competenza in materia né il pudore o la coscienza di ammettere di essere, perlomeno, la persona meno indicata a trattare l’argomento. Ma si sa, l’Italia non è la Germania dove per aver copiato una tesi ci si dimette immediatamente. Speriamo che al prossimo incontro, almeno, i sindacati scelti dai lavoratori per trattare la materia, sappiano ricordare ai tecnici del Miur come negli ultimi dieci anni con 360 giorni di servizio siano stati abilitati 200.000 insegnanti (e non con tre anni), come sia necessario programmare il fabbisogno sulle nuove classi concorsuali (ultimo regolamento da approvare), come non si possa obbligare un precario ad abilitarsi in una specifica regione, a vedere compresso il diritto al lavoro durante la frequenza dei corsi né a pagare l’iscrizione a un test di accesso quando ha diritto a quel corso; così come anche i corsi di formazione per i sovrannumerari devono rispettare il numero di crediti formativi (60) richiesti dalla legge per il rilascio della certificazione universitaria.

Chiediamo al ministro di fare chiarezza, cambiando consigliere, e ai sindacati di rappresentare gli interessi dei lavoratori e degli utenti della scuola, perché a limitarsi a fornire le notizie è sufficiente la stampa.

Anief: sui Tfa avevamo ragione, i precari con anni di servizio alle spalle verranno ammessi in sovrannumero. Ma rimangono ancora tanti nodi da sciogliere: in questo momento migliaia di aspiranti corsisti rimangono nel caos più totale. Serve un Decreto Legge d’urgenza che metta fine a tante incertezze.

Ancora una volta aveva ragione l’Anief: il Miur ha ammesso attraverso il suo portale internet che, secondo quanto stabilisce la direttiva comunitaria 2005/36 CE, sarebbe illegittimo escludere dall’accesso alla professione, quindi dai Tfa, tutti i docenti precari della scuola con anni di servizio alle spalle: la soluzione di ammetterli in sovrannumero, spiega il Ministero dell’Istruzione, “cerca di dare risposta all’esigenza di regolarizzare la situazione di migliaia di persone che hanno permesso negli ultimi anni alle scuole statali e paritarie di funzionare nonostante l’assenza di abilitati”. Qualora “si trascurasse questa emergenza, potremmo incorrere – scrive il Miur – in probabili sentenze di condanna dell’Amministrazione”.

L’ammissione non dà tuttavia completa giustizia ai lavoratori precari: “il comunicato apparso oggi sul sito del Miur – sostiene Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – rischia di far piombare migliaia di aspiranti docenti nel caos più totale, semplicemente perché nelle procedure di iscrizione alla preselezione per l’accesso al Tfa questa comunicazione importantissima non è riportata. La stessa ammissione, sempre da parte dell’Amministrazione, dell’assenza dei passaggi organizzativi e amministrativi necessari per l’attivazione dei corsi abilitanti riservati a coloro che abbiano prestato più di 36 mesi di servizio, sta infatti già provocando ulteriore confusione tra gli aspiranti al conseguimento del titolo di abilitazione”.

Le ultime indicazioni fornite dal Ministero dell’Istruzione, dunque, non scioglierebbero tutti i nodi sui Tfa. “Non si sa ancora, ad esempio, quali saranno – continua il Presidente dell’Anief – i criteri di ammissione agli stessi corsi abilitanti. Non è chiaro, ancora, se verrà considerato, ed in caso positivo se equiparato a tutti gli effetti, il servizio svolto nelle scuole paritarie. E nemmeno se potrà essere ammesso il personale docente già abilitato. O se sarà possibile far accedere ai corsi anche coloro che hanno svolto 360 giorni di servizio (il ‘tetto’ minimo sino ad oggi considerato utile)”.

L’Anief, ancora una volta, si appella quindi al Ministro dell’Istruzione perché riesca a chiarire i punti e a non ledere i diritti del personale precario della scuola: “il Ministro farebbe bene a presentare un Decreto Legge d’urgenza, in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri, che metta fine a tante incertezze: in caso contrario, l’Amministrazione s ritroverà ancora una volta a soccombere nelle aule dei tribunali”.

Serve però un provvedimento d’urgenza. Mentre sui concorsi pubblici non serve alcuna accelerazione: vengano banditi solo dopo l’assunzione di tutti gli attuali precari.

L’Anief apprende con soddisfazione la decisione del Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, di ammettere ai Tfa i docenti privi di abilitazioni che abbiano maturato almeno 360 giorni di servizio, evitando di farli partecipare alla pre-selezione dei corsi ed ammettendoli in sovrannumero, con il riconoscimento dell’esperienza maturata attraverso le supplenze. Si tratta di un risultato importante, frutto delle pressioni del sindacato che da diverse settimane aveva dato l’altolà al Miur, promettendo un contenzioso qualora non avesse creato una via preferenziale per questi lavoratori precari che hanno acquisito sul campo competenze e professionalità.

È evidente che l’annuncio di azioni giudiziarie, fatto nei giorni scorsi dall’Anief, – dichiara il Presidente, Marcello Pacifico – proprio ai fini del riconoscimento delle professionalità acquisite dai docenti precari non abilitati, deve aver convinto il Ministro Profumo della bontà dei diritti acquisiti da questi supplenti”.

Il giovane sindacato è però anche consapevole che all’interno del Decreto del Direttore generale n. 74 del 23 aprile 2012, contenente le indicazioni operative per le prove di accesso ai Tfa, non è prevista alcuna procedura di accesso diretto dei docenti precari (la deroga riguarda solamente coloro che avevano superato le prove per accedere alle vecchie SSIS ma che poi per vari motivi non hanno conseguito l’abilitazione). Inoltre, i titoli di servizio sono citati ma sono valutabili ai soli fini della formazione delle graduatorie finale per l’accesso ai tirocini.

A questo punto, dopo la politica degli annunci, – sottolinea il Presidente dell’Anief – è indispensabile una decisione rapida da tradurre in un emendamento all’interno del prossimo provvedimento legislativo varato dal Governo: si tratta di un’operazione sicuramente fattibile, poiché è possibile iscriversi alle prove preselettive per l’accesso ai corsi di Tfa sino al prossimo 3 giugno”.

Viceversa, qualora, dovesse sfumare anche questa ipotesi, per l’Anief avremmo assistito all’ennesima promessa ministeriale non mantenuta. “Non prevedere l’accesso in sovrannumero – sostiene Marcello Pacifico – rappresenterebbe una vera beffa per i precari della scuola. Anche perché eviterebbe ai precari il pagamento di una tassa (tra i 100 ed i 150 euro) per accedere ad un corso che gli spetta di diritto”.

Anche per quanto riguarda il requisito riguardante il servizio utile ad essere ammessi in via aggiuntiva, l’Anief ritiene che non vi siano dubbi. “Ovviamente, riteniamo che il Ministro, nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, abbia preso una svista nel citare il servizio triennale tra i requisiti di accesso in sovrannumero: da sempre, la formazione del personale precario avviene infatti sulla base di 360 giorni minimi di servizio svolto”, specifica il Presidente.

A proposito, infine, dell’annuncio dei concorsi pubblici che il Miur vorrebbe attivare entro tempi brevi per favorire l’accesso diretto ai ruoli, l’Anief ritiene fondamentale che l’Amministrazione scolastica ed il Governo portino a compimento il patto di stabilità sulle assunzioni sottoscritto lo scorso anno. Solo successivamente, una volta stabilizzati gli attuali precari, si potrà dare seguito alla procedura concorsuale. “Il Ministero dell’Istruzione – conclude Pacifico - farebbe bene prima a stabilizzare, sui posti vacanti e disponibili, tutti gli attuali precari della scuola che hanno lavorato in questi ultimi anni”.

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