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Al capitolo Istruzione e Ricerca il Recovery plan dovrebbe stanziare 28,49 i miliardi: di questi 16,72 per ‘Potenziamento delle competenze e diritto allo studio’ e 11,77 per il punto ‘Dalla ricerca all’impresa’. A ricordarlo è stata oggi la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante un intervento televisivo, sostenendo che “Il Recovery Plan è un’occasione storica per il nostro Paese e per la scuola ancor di più sulla quale abbiamo più di 27 miliardi: parte anche sull’edilizia scolastica, costruzione di nuove scuole e sull’efficientamento energetico, la digitalizzazione”. La maggiorazione dello stanziamento al comparto della Conoscenza è scaturito in queste ultime ore dall’esito del confronto con le forze di maggioranza, che sulla base delle varie osservazioni critiche da queste formulate ha prodotto una bozza diversa da quella iniziale. Con maggiore attenzione, appunto, per Istruzione Ricerca. Per avere la certezza dell’assegnazione dei fondi, però, bisognerà attendere questa sera, quando è previsto il Consiglio dei Ministri proprio su questo tema.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la vera sfida per il nostro Stato è ora quella di investire al meglio questi finanziamenti provenienti dall’Europa, senza disperdere un solo euro: siamo pronti a dare una mano per indicare le stradi migliori che a nostro parere dovrebbero essere intraprese. Oltre ai processi di digitalizzazione e ammodernamento o rifacimento di un alto numero di strutture scolastiche, è bene puntare dritto alla valorizzazione del personale: questo significa cancellare una volta per tutte le supplentite, assumendo in ruolo tutti i precari con titoli ed un minimo di servizio svolto, anche da graduatorie d’Istituto, incrementare in modo sostanzioso (almeno 250 euro) quegli stipendi di docenti e Ata che risultano vergognosamente tra i più bassi dell’area Ocde: questo processo andrebbe attuato anche introducendo quell’indennità di rischio biologico che il Covid ha fatto emergere ma che già da tempo è in essere, vista l’alta percentuale di burnout rilevata tra il personale scolastico. Servirà quindi un aumento sostanziale degli organici, con conseguente abbattimento delle classi ‘pollaio’, come delle scuole autonome, andando a reintrodurre quelle che avevamo prima della sciagurata Legge 133/08: in questo modo, si otterrebbero anche nuove dirigenze scolastiche e posti di Dsga, mandando in soffitta l’inefficace formula delle sedi in reggenza”.
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Anief avvia ricorsi gratuiti al Giudice del lavoro per recuperare il 10% dello stipendio mensile come da giurisprudenza della Cassazione. Pronte anche le diffide e i decreti ingiuntivi per ottenere la retribuzione bloccata. L’aumento mensile illegittimamente non corrisposto dall’amministrazione come a tutti i supplenti brevi per un’anzianità di servizio (0-14) corrisponde per il personale docente a 175,50 euro, per un collaboratore scolastico a 66.90 euro, per un Ata a 64,50 euro, quasi uno stipendio in più a fine anno. Per adesioni vai al seguente link.

Continua l'odissea dei cosiddetti “supplenti Covid”, personale docente e collaboratori scolastici Ata, chiamati in servizio per l'emergenza sanitaria che non solo ancora stanno attendendo la corresponsione dello stipendio, ma sono anche discriminati rispetto al personale precario annuale o di ruolo perché il loro contratto, essendo stipulato fino al termine delle lezioni, quindi in “supplenza breve”, non prevede l’emolumento accessorio denominato CIA (Compenso Individuale Accessorio, per il personale ATA 64,50 Euro al mese, per i collaboratori scolastici 66,90 euro) e RPD (Retribuzione Professionale Docente, per i docenti, appunto, per una cifra che varia dai 174,50 euro mensili, ai 214,80, ai 273,20 euro a seconda dell’anzianità di servizio, 0-14, 15-27, 28-42). Marcello Pacifico (Anief): “La questione è già stata chiarita dalla Suprema Corte di Cassazione ed è palesemente illegittimo non corrispondere ai “supplenti brevi” quanto, invece, riconosciuto al personale di ruolo o con supplenze al 30 giugno o al 31 agosto. Anche il “supplente Covid” deve ricevere RPD o CIA nello stipendio mensile”. Aperte le adesioni al ricorso gratuito patrocinato dai legali Anief e dedicato ai “supplenti Covid”.
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Assurdo per il sindacato Anief ridurre al 25% il numero dei posti per i trasferimenti dei docenti in nome di un blocco inserito nel 2018 senza alcuna ragione per i neo-assunti. “Stiamo ricorrendo in tribunale - dichiara il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico - Assurdo rispetto a 200 mila posti dati in supplenza privare i neo immessi in ruolo del diritto alla famiglia. Per questo ricordiamo dopo aver garantito negli anni passati il diritto alla mobilità.

Con il nuovo anno solare moltissimi docenti tornano a sperare in un trasferimento in un istituto più vicino alla loro terra e ai loro affetti, attraverso la domanda di mobilità che avrà effetto pratico a partire dal 1°settembre 2021. Decine di migliaia di insegnanti, però, continuano a sottostare e dei vincoli temporali, molto discutibili, introdotti dall’amministrazione che precludono la possibilità di trasferirsi, anche a livello annuale. Sull’applicazione del vincolo triennale e del vincolo quinquennale, la stampa specializzata ha realizzato una scheda nella quale si specifica che il vincolo temporale che interessa i docenti può essere di tre tipi: triennale nella scuola di titolarità; quinquennale nella scuola di titolarità; quinquennale nel sostegno, tipologia di posto di titolarità. È quindi consigliabile che ogni docente interessato alla mobilità tenga conto dei diversi vincoli, blocchi e impedimenti prima di presentare domanda, in modo tale da farlo con la massima consapevolezza in relazione alle conseguenze e alle regole che dovrà rispettare.

Si tratta di “paletti” gratuiti che il sindacato ha cercato di cancellare anche con appositi emendamenti alla Legge di Bilancio 2021. Poiché non sono andati a buon fine, il sindacato si sente costretto ad avviare le preadesioni gratuite al ricorso contro il blocco di 5 anni imposto dall’anno in corso. Sempre l’Anief ha attivato la preadesione gratuita al ricorso contro il vincolo quinquennale che per effetto dalla Legge 159/2019 obbliga i docenti nominati in ruolo dal 2020/21 a rimanere 5 anni nella sede di titolarità senza diritto a trasferirsi, a passaggi di ruolo o assegnazioni provvisorie, addirittura arrivando a negare l’avvicinamento di chi assiste un familiare con disabilità grave.

Marcello Pacifico (Anief): “Siamo sempre più convinti, forti del parere del nostro ufficio legale, che è irragionevole precludere ai lavoratori ogni possibilità di movimento per chi ha ragioni per farlo in presenza di posti vacanti. Siamo arrivati all’assurdo che il vincolo si applica anche all'interno della provincia di immissione in ruolo e addirittura nel caso in cui il docente voglia restare nella stessa sede di servizio cambiando, magari, tipo di posto o chiedendo il passaggio di ruolo in altra classe di concorso per migliorare la sua posizione professionale. Si tratta di limiti del tutto gratuiti che confliggono con il diritto alla famiglia e anche al lavoro, inteso come componente utile ad elevare la dignità del cittadino. Ecco perché continuiamo a batterci, perché i diritti non si possono sgonfiare a piacimento”.
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Oggi, 9 gennaio 2021, il presidente del sindacato rappresentativo Anief, Marcello Pacifico, interverrà in diretta al Tgcom24, canale 51, dalle ore 15.40 alle 16. Verrà affrontato il tema del rientro a scuola, delle differenze che intercorrono tra le regioni in questo particolare momento, delle criticità presenti. Pacifico ha affermato che sono “necessari screening di massa della popolazione studentesca e del personale e bisogna dare priorità alle vaccinazioni. Per primi come Anief abbiamo chiesto di procedere dopo le feste, prima della riapertura del 1° febbraio 2021, con screening obbligatori per personale e studenti, poiché era prevedibile l’aumento della curva dei contagi causato dal mancato rispetto del distanziamento sociale nelle case degli italiani durante le vacanze".

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