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Con l’entrata in vigore del decreto Milleproroghe è stata introdotta la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo prossimo per via dei rischi ancora corposi di contagio da Covid19. Tra le misure prorogate – informa in una nota l’Inail - rientra l’applicazione del lavoro agile per l’emergenza nelle PA e per i datori di lavoro privati a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali, previo rispetto degli obblighi di informativa, che possono essere assolti in via telematica ricorrendo alla documentazione resa disponibile dall’Inail. Slittano a tutto il 31 marzo 2021 anche le disposizioni sulla Sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori “fragili” maggiormente a rischio. Nel frattempo, dal ministero dell’Istruzione arriva una Nota a firma del capo dipartimento Max Bruschi che recepisce il nuovo Decreto Legge n. 1/2021 con le misure anche per la scuola.

Secondo l’Anief il perdurare dello stato emergenziale per altri quasi tre mesi la dice lunga sulla pericolosità dei contagi, confermata peraltro dalle decine di migliaia di nuovi contagi quotidiani e di morti da coronavirus. Non si parla, però, di un piano capillare di vaccinazioni per il personale scolastico, mettendo subito in campo le risorse necessarie e una adeguata programmazione: la vera unica disposizione che servirebbe per prevenire il Covid. E in questa situazione lascia molto perplessi la decisione del Consiglio dei Ministri di far riprendere le lezioni in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado, con il 50% di studenti, già da lunedì prossimo, lasciando alla potestà territoriale la possibilità di far slittare ulteriormente il rientro sui banchi. Tuttavia, superando l’articolo 4 del Decreto Legge n. 1/2021, le Regioni hanno deciso o stanno decidendo in ordine sparso, con prevalenza di quelle che vanno per la loro strada: una circostanza che ha fatto giustamente sorgere il dubbio, anche alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che certe scelte siano dettate più da analisi prettamente politiche piuttosto che scientifiche e legate allo stato effettivo dei rischi di contagio. Ne è derivato in quadro di delibere regionali, approvate o in via di approvazione, a dir poco difforme: una serie di disposizioni adottate dalle singole Regioni, con ordinanze territoriali, che hanno prodotto un’offerta formativa “spezzatino”, con avvii differenziati che vanno dal 7 (confermato dal Trentino Alto Adige) al 31 gennaio (Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia) e tante altre date intermedie, anche differenziando il rientro a seconda dei cicli scolastici.

Marcello Pacifico, presidente Anief: “Per evitare tutto questo avevamo chiesto un periodo ‘cuscinetto’, durante il quale vaccinare tutto il personale scolastico e fare i tamponi agli studenti e quindi mantenendo la didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Bisogna fare i conti con la realtà, fatta di 20mila nuovi casi di contagi e centinaia di decessi al giorno. Domani, 8 gennaio, potrebbe essere una giornata importante, perché dal numero dei contagi ufficiali si dovranno prendere forse ulteriori decisioni. Negli ultimi tre giorni i casi sono progressivamente aumentati, se questo dovesse ripetersi ancora è chiaro che non si potrà fare finta di nulla”.
Leggi il comunicato integrale.

La soglia scenderà da un minimo di 600 a un minimo di 500 studenti nei casi ordinari, e da un minimo di 400 a un minimo di 300 nel casi delle piccole isole, dei comuni montani e le aree caratterizzate da specificità linguistiche. Negli anni Anief ha sempre proposto, alle istituzioni scolastiche, alle amministrazioni comunali, alle amministrazioni provinciali e regionali, un monito attenzionale agli accorpamenti delle scuole.
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Doveva essere il giorno del ritorno a scuola per le scuole superiori, almeno per quasi tutti, invece (se va bene) i ragazzi ci torneranno fra 25 giorni.

Con il 7 gennaio infatti non ci sarà il tanto auspicato ritorno sui banchi per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: l'ordinanza di Luca Zaia ha spostato il ritorno della didattica in presenza a febbraio, mentre in molte altre regioni si ripartirà l'11. Didattica a distanza che prosegue anche nelle università.

Con la giornata di domani invece, riprende la frequenza per medie (secondaria inferiore), elementari (primaria), scuola dell'infanzia e asili nido. Un eventuale passaggio in zona arancione o rossa, potrebbe spingere alla didattica a distanza anche alle medie, ma su questo ancora non ci sono decisioni: di sicuro domani tutti in classe a eccezion fatta per i ragazzi delle superiori che, ad eccezione della "finestra" autunnale, ormai non vanno a scuola da quasi un anno.

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