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Una delle ingiustizie più grandi verso i docenti precari sta a un passo dall’essere superata. Con il Decreto salva-infrazione, oggi in Consiglio dei ministri, il Governo Meloni intende adeguare le regole italiane (sul Testo Unico sulla scuola, il Dlgs 297/1994, e sulla Buona Scuola, la Legge 107 del 2015) alle norme europee a proposito di due passaggi chiave: sia la ricostruzione di carriera per il personale scolastico e Afam neo-assunto, sia la mancata assegnazione della carta del docente a non mendo di 45mila supplenti annuali. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, non nasconde l’emozione per i due prossimi provvedimenti legislativi, anticipati ieri nel pre-Consiglio dei ministri: “Qualora i provvedimenti venissero approvati, per l’Anief si tratterebbe di una doppia vittoria storica del nostro sindacato, derivante dalle sentenze ottenute in Corte di Giustizia europea dall'Avvocatura dell’Anief e a seguito della procedura d'infrazione 4231/14 ancora pendente e della denuncia al Comitato europeo dei diritti sociali, oltre che al Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa”.
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Sugli emendamenti salva-scuola l’Italia aspetta la risposta della Commissione europea, ma l'anno scolastico dovrà ripartire e occorrono delle contromisure immediate: a dichiararlo, oggi, è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Il sindacalista spiega all’agenzia Teleborsa che "diversi emendamenti presentati per migliorare il decreto legge PA n. 44/2023 sono stati accantonati: chiediamo al Parlamento di onorare gli impegni presi e di essere coerente con le esigenze della scuola per portare avanti tutte le iniziative che servono per realizzare al meglio il PNRR".
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È un destino controverso quello degli emendamenti salva-scuola al decreto legge PA n. 44/2023: l’atteso via libera all’organico aggiuntivo del personale Ata, che oggi sembrava cosa fatta, non trova il sì del Governo che riformula l’emendamento e rimette in discussione tutte le modifiche in arrivo per il comparto Istruzione che sembravano in dirittura d’arrivo. In dubbio anche i punti che sembravano dati per certi solo poche ore fa, a partire dalla nuova formazione dei nuovi docenti e dal concorso Straordinario ter. “Nulla è deciso – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - ma l’approvazione degli emendamenti ispirati dall’Anief sembra improvvisamente tornare in salita. La speranza, da parte nostra, è che alla fine prevalga il buon senso per evitare che l’inizio del prossimo anno scolastico sia contrassegnato da mancate stabilizzazioni, organici all’osso e mobilità negata pur in presenza di posti liberi”.
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Si possono dare per certe le modifiche nella parte della Scuola del decreto legge PA n. 44/2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a fine aprile: dalle commissioni I e XI della Camera, che stanno esaminando i tanti emendamenti arrivati, vengono confermate le aperture trapelate nei giorni scorsi, a partire da quelle che riguardano la formazione dei nuovi docenti e il concorso Straordinario ter. Come anticipato due giorni fa dall’Anief, sembra che si stia andando verso la realizzazione di un emendamento governativo che raggruppi le modifiche. La selezione sarebbe ancora in atto: dei circa 500 emendamenti presentati, subito 100 sono stati dichiarati inammissibili, dei 150 segnalati la metà sono stati ritirati ieri, primo giorno d’esame.
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Anche sul contratto che gestisce le assegnazioni provvisorie il sindacato Anief è riuscita a mettere la sua mano: con l'intesa raggiunta ieri con il ministero dell’Istruzione e del Merito, il giorno dopo i trasferimenti dei docenti 2023, l’azione dell’organizzazione sindacale autonoma ha fatto inserire delle modifiche al precedente contratto, firmato dagli altri sindacati nel 2019, garantendo in questa occasione l'apertura agli assunti da GPS e da concorso Straordinario bis. Inoltre, è stata eliminata la clausola del referente unico per le precedenze relative alla legge 104/92.
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E' disponibile sul sito di Orizzonte Scuola il question time con Chiara Cozzetto, segretaria nazionale Anief.
Risposte alle domande su mobilità, assegnazione provvisoria ed utilizzazioni dopo l'incontro sindacati-Aran

E' possibile cliccare sul minuto corrispondente alla domanda per aprire il link al punto preciso della puntata andata in onda sul canale YouTube.

Sono in fase di pubblicazione delle sedi accantonate per lo scorrimento previsto dall’art. 5 comma 11-quater D.L. 198/2022, per come modificato dalla Legge n. 14 del 24 febbraio 2023 – Procedura concorsuale straordinaria DDG 1081/2022.

A partire dalla prossima settimana, l'fficio scolastico regionale procederà allo scorrimento dei rinunciatari delle graduatorie dei vincitori della procedura concorsuale ex art. 59, comma 9-bis, del decreto legge 25 maggio 2021 n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021 n. 106 e bandita con D.D.G. n.1081 del 06 maggio 2022, dando avvio alle operazioni di individuazione per il conferimento dei contratti a tempo determinato del personale docente, con contestuale periodo di formazione e prova.

La procedura prevederà la ripubblicazione delle graduatorie sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto contenenti i candidati vincitori aventi titolo alla nomina successivamente allo scorrimento.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito attende risposte dalla Commissione europea non solo sulle immissioni in ruolo da tutte le Gps, ma anche sui tanti docenti vincolati a non cambiare sede per almeno un triennio dopo l’assunzione a tempo indeterminato. Lo stop allo spostamento, che non avrebbe motivo di esistere in presenza di posti liberi, riguarda anche gli insegnanti cosiddetti “ingabbiati”, ovvero coloro che sono stati assunti in ruolo e vorrebbero cambiare ruolo o grado di istruzione ma che sono impossibilitati a farlo a causa dell’assenza di un corso abilitante: qualche giorno fa, il deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano ha presentato una interrogazione parlamentare, in Commissione Cultura alla Camera, alla quale ha risposto la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti.
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Tutto fermo. Mentre all’Aran si continua a discutere sui circa 20 euro di aumento per il contratto collettivo nazionale 2019-21 del comparto Istruzione, Università e Ricerca, derivanti dai 300 milioni inizialmente destinati al ‘merito’, per il nuovo Ccnl 2022-24 non è ancora stato stanziato un euro. Secondo l’Anief si sta andando verso una pericolosa situazione di stallo, che rischia di andare a produrre aumenti anche stavolta a contratto già scaduto. “Reputiamo l’attuale silenzio e disinteresse da parte di chi Governa l’Italia del tutto inappropriato – esordisce Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché ci sono Paesi, come la Germania, dove non solo i compensi mensili risultano praticamente doppi rispetto ai quelli dei nostri dipendenti pubblici, ma sta per essere introdotto anche un bonus anti-inflazione di 3 mila euro con un aumento di 200 euro in busta paga”.
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È giusto che a un collaboratore scolastico venga dato uno stipendio non molto superiore ai sussidi sociali? Può un insegnante ultra titolato, abilitato e specializzato essere pagato meno di un impiegato? Può un docente o Ata rimanere bloccato anche 40 anni sullo stesso profilo professionale senza avere opportunità reali di carriera? Può un insegnante o un amministrativo della scuola svolgere servizio a mille chilometri da casa, in un istituto collocato in un territorio complicato, senza ricevere un euro di indennità? Perché nella scuola non si può nemmeno parlare di ‘buono pasto’? Come mai nel pubblico impiego l’assistente amministrativo delle scuole è l’unico che non percepisce la specifica indennità di videoterminalista prevista dalla legge? Nelle ultime settimane queste domande sono state poste dall’Anief ai parlamentari e ai rappresentanti dell’amministrazione pubblica nel corso di più occasioni di confronto.
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