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A partire dalle ore 12 di domani, 21 settembre, l’applicazione “carta del docente” sarà riattivata: tutti i docenti di ruolo e neo-assunti potranno così gestire i fondi annuali del bonus, introdotti con la Legge 107/15. Inoltre, nel portafogli dei docenti saranno attribuiti anche i residui relativi all’anno scolastico 2020/2021. L’annuncio è stato fatto direttamente dal ministero dell’Istruzione, attraverso un messaggio pubblicato nella sezione dedicata alla stessa procedura di aggiornamento.

Anief torna a rammaricarsi per l’esclusione dal bonus annuale dei docenti precari, compresi coloro che sono stati individuati da prima fascia GPS per gli incarichi utili all’immissione in ruolo dalle stesse GPS. Niente carta nemmeno per gli immessi in ruolo da concorso straordinario con retrodatazione giuridica. Anief ricorre anche per loro. A questo proposito, il sindacato invita tutti i docenti precari, assunti da GPS compresi, o immessi in ruolo con retrodatazione al 1/9/2020 (ai fini del recupero della carta spettante per l'a.s. 2020/2021) a ricorrere per ottenere il riconoscimento della Carta docenti, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea, recentemente sollecitata dal Giudice del lavoro di Vercelli su ricorso presentato dal giovane sindacato.

Si avvisa che, a partire dal 20/09/2021, la segreteria regionale del Veneto, sita a Verona in via Francia 5/D, rispetterà i seguenti giorni ed orari di consulenza telefonica e sportello in presenza (esclusivamente su appuntamento).

Consulenza telefonica:
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lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15:30 alle ore 18:00.

Sportello in presenza (esclusivamente su appuntamento, da richiedere via mail o telefonicamente):
lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15:30 alle ore 18:00.

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Telefono: 0458204304

Si comunica che nel pomeriggio di oggi, 13 settembre 2021, la sede regionale di Verona rimarrà chiusa, per la partecipazione al presidio di
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La protesta per chiedere al Governo soluzioni concrete per riaprire in sicurezza. Pacifico: "Mancano gli spazi minimi nelle aule per realizzare il distanziamento. Avremo il record di supplenti. L'obbligo del green pass è inutile e discriminatorio e non eviterà la DAD".

Dopo un anno e mezzo di Dad, sembrerebbe sacrilego invitare il personale ad astenersi dal lavoro ma per il giovane sindacato, tra i rappresentativi del comparto, non ci sono le condizioni per riaprire in sicurezza. Per questo Anief non ha sottoscritto il nuovo protocollo sulla sicurezza.
Leggi il comunicato e scarica la locandina.

Indicazioni di prevenzione per la riapertura delle scuole: i documenti dell'Istituto Superiore di Sanità
L'Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto un documento strategico per la prevenzione e il controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 e un piano di monitoraggio per controllare la circolazione del virus negli istituti.
Leggi l'articolo integrale e scarica il documento relativo alle indicazioni strategiche.

Allungare dal 31 dicembre alla fine dell’anno scolastico i contratti di supplenza degli oltre 40 mila docenti e Ata che rientrano nell’organico Covid. Ed utilizzare questo personale per lo sdoppiamento delle classi. Sono le richieste contenute nell’ordine del giorno approvato stamane dal Governo, su proposta dall’on. Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura alla Camera. Anief esprime apprezzamento per la posizione presa dal Governo sull’iniziativa dell’on. Vittoria Casa: il sindacato ha infatti chiesto da tempo i motivi della limitazione fino al 30 dicembre prossimo dei contratti dei docenti e Ata Covid, prevista dal Decreto Legge 73/2021, il Sostegni bis convertito in Legge 23 luglio 2021, n. 106, con “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”. Rimane tuttavia da comprendere come si possano sdoppiare oltre l’80% delle 366mila classi italiane con soli 20mila insegnanti aggiuntivi.

“È chiaro – commenta Marcello Pacifico, leader Anief - che occorre stanziare molto più dei 350 milioni di euro, previsti sempre dal decreto Sostegni bis, per assicurare il dimezzamento delle classi con oltre 15 alunni, non compatibili con il distanziamento minimo di un metro tra gli alunni, che la scienza continua a ritenere fondamentale, e nemmeno con il metro e 80 centimetri di spazio fisico che ogni allievo dovrebbe avere per operare in sicurezza all’interno dell’aula. Rimaniamo convinti che la possibilità vi sia per fare questo, utilizzando i 10 miliardi del Recovery Fund. Solo in questo modo, confermando l’organico Covid, raddoppiando quasi quello di diritto e le classi, riusciremo davvero a contenere il contagio da Covid19, scongiurare il ritorno a quarantene e dad, oltre che migliorare gli apprendimenti. Anche per questo – conclude il presidente del giovane sindacato - abbiamo proclamato lo sciopero il primo giorno del calendario regionale delle lezioni”.
Leggi il comunicato integrale.

Non si parla più di precari, anche nella scuola, dove tutte le cattedre sarebbero state coperte. A sostenerlo è stato Patrizio Bianchi rispondendo allo stimolo arrivato dal Workshop Ambrosetti che propone alla politica di modificare la governance dell’Italia: “Avete notato – ha detto Bianchi - che sui giornali è scomparsa la parola precario? Negli anni scorsi si parla sempre della situazione in questo periodo. Il motivo? Perché abbiamo fatto i concorsi, nemmeno una sanatoria. Concorsi fatti dai governi precedenti e noi li abbiamo realizzati. L’impegno del premier Draghi di fare in modo che tutti gli insegnanti siano in cattedra il primo giorno di scuola si è realizzato”. Senza volere entrare in polemica con il ministro dell’Istruzione, Anief tiene a precisare che le procedure concorsuali svolte sono solo due ed ancora attendono di essere completate: sono il concorso straordinario e lo Stem, entrambi solo per la scuola secondaria, rispettivamente con 32mila e poco più di 6mila posti da assegnare. I concorsi ordinari, invece, non sono ancora stati avviati. Tanto è vero che le nomine in ruolo stentano ad andare oltre 58.600, a fronte di quasi 113mila immissioni in ruolo autorizzate dal Mef. E poi ci sono sempre oltre 200mila cattedre da coprire con supplenze annuali.

“Numeri alla mano – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – siamo al 6 settembre, la scuola è iniziata in Alto Adige, presto in tutte le Regioni, ma non risulta a nessuno che le assegnazioni dei posti liberi nella scuola sia già terminata. Ci sono degli Uffici scolastici, invece, dove le operazioni risultano ancora in alto mare, anche per la pessima gestione delle Gps che ha prodotto anche quest’anno un’alta percentuale di errori, reclami e ricorsi, con la conseguenza che i direttori degli Usp non se la sentono di convocare il personale per assumerlo a tempo determinato: in alcune province le nomine hanno ripreso solo oggi. Ancora peggio è la situazione del personale Ata, che nemmeno sa ancora quando potrà essere chiamato per essere assunto. Purtroppo, la realtà è che delle 300mila supplenze annuali, considerando amministrativi, tecnici e ausiliari, la maggior parte deve ancora essere attuata. E che di almeno 100mila supplenti con oltre 24-36 mesi svolti, che nel resto dell’Ue sarebbero assunti in automatico, sono una minima parte è stata stabilizzata. Quanto ai concorsi salvifici, possiamo dire che sarebbe bello: purtroppo i tempi medi per la conclusione di un concorso ordinario vanno dai 2 ai 3 anni e nel frattempo vanno in pensione più docenti dei posti messi a bando”.
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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è intervenuto in diretta su Radio Cusano Campus durante la trasmissione Open day: “Vogliamo scuole aperte tutto l’anno, ma ci rendiamo conto del fatto che le misure per la sicurezza non sono state messe in atto. Uno dei principali motivi che ci porta a scioperare è che il green pass non permette di fare tranquillamente lezioni in classe. La didattica in presenza va fatta con tamponi gratuiti e salivari per tutti, settimanalmente, in modo da monitorare la situazione. Chiediamo anche al Governo di prendere un impegno: dal prossimo anno sdoppiamo le classi, la scuola ha bisogno di spazi”.
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Terminare entro il 31 agosto tutte le operazioni di supplenza: non c’è riuscito nessun ministro dell’Istruzione, nemmeno quello attuale, Patrizio Bianchi, che pure aveva posto questo obiettivo tra i più importanti del suo mandato. “Le nomine per le assegnazioni degli incarichi a tempo determinato, per quanto riguarda le supplenze annuali, al 31 agosto e quelle fino al termine delle attività didattiche, al 30 giugno, in molti territori sono in panne”, scrive oggi Orizzonte Scuola. “È vero, come abbiamo segnalato, che i problemi tecnici della piattaforma sono stati risolti dal Ministero, ma le anomalie e gli errori in realtà persistono”. Solo una minima parte delle 250mila nomine di docenti precari, più altri 50mila Ata, è stata realizzata: in diverse province, le nomine risultano davvero macchinose. I motivi, almeno tra gli insegnanti, sarebbero da associare all’organizzazione delle graduatorie a dir poco deficitaria, a partire delle Gps prima fascia, che continuano ad essere oggetto di reclami e richieste fondate di correzione; per non parlare della seconda fascia, dove il numero di candidati è dieci volte tanto. E che dire dell’organico aggiuntivo Covid quasi dimezzato, pure con contratti sicuri solo fino al prossimo 30 dicembre?

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quanto sta accadendo, con ritardi nel nominare i supplenti, dopo avere portato a termine solo la metà delle 113 mila immissioni in ruolo autorizzate dal Mef, non sorprende il sindacato: noi sapevamo bene che alzare tutti quei paletti gratuiti per tenere fuori dalle immissioni in ruolo l’80 per cento dei docenti precari avrebbe portato a questo. Fino all’ultimo abbiamo tentato di modificare il decreto Sostegni bis, cercando di introdurre la stabilizzazione di coloro che avessero svolto 24-36 mesi, come ci dice l’Unione europea da tempo, prescindendo dalle graduatorie di appartenenza, proprio per evitare l’abuso dei contratti a termine. Inoltre, avere cambiato le tabelle di valutazioni titoli, senza un reale confronto con le parti interessato ha aumentato la confusione e il rischio ricorso. Un motivo ulteriore per aderire allo sciopero nazionale Anief del primo giorno di scuola”.
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Stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato rappresentativo Anief, è intervenuto all’interno della trasmissione di La7 Coffee break per parlare di vaccini a scuola e del fatto che “solo in Italia è stato inserito il green pass per il personale scolastico".

Pacifico ha aggiunto che qui si “parla di sicurezza dei ragazzi e delle ragazze e del personale scolastico. Tutti vorremmo tornare alla didattica in presenza, ma una cosa deve essere chiara: vaccinarsi non equivale a immunizzarsi; infatti quando si dice che in una classe di vaccinati si può stare senza mascherina è una scelta sbagliata che purtroppo pagheremo, perché si sa che una minima parte di chi ha fatto le due dosi può contagiarsi. Noi chiediamo lo screening quotidiano con test salivari”.

Intanto il leader dell’Anief sempre oggi ha affermato che “sul ritorno a scuola siamo sempre più preoccupati, perché il Governo sta allentando le disposizioni preventive sul Covid-19 supponendo ingenuamente che la vaccinazione del personale e di una parte minoritaria degli alunni possa bastare”. Infatti “prima si è cancellato il distanziamento minimo e adesso per ammissione dei ministri dell’Istruzione e della Salute cade anche l’obbligo della mascherina nelle classi dove sono tutti vaccinati. La verità è che con questa decisione si stanno creando tutti i presupposti per ricreare migliaia di focolai tra le classi, con ritorni massicci in quarantena e alla dad”, ha concluso Pacifico.
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Un piano per ridurre la dispersione scolastica dal 13,9% al 10,2%: a presentarlo, ritenendolo prioritario, sono stati oggi il sindacato Anief e la confederazione Cisal, nel corso di un incontro sulle azioni del Pnrr e il Patto per la scuola, tenuto fra il ministro Patrizio Bianchi, alcuni dirigenti del Ministero e le organizzazioni sindacali. Un’operazione che non può prescindere dal reclutamento di 70 mila insegnanti e dalla formazione specifica di un milione di dipendenti, come chiede l'Europa. A questo scopo, le organizzazioni sindacali hanno chiesto di utilizzare i fondi del Recovery plan per rilanciare la scuola, agendo sul personale e sugli alunni. Luigi Fiorentino, Capo di Gabinetto del ministero dell’Istruzione, ha illustrato il Pnrr applicato alla Scuola sottolineando come tutti i punti siano in interrelazione tra loro e tra tutti i ministeri. La realizzazione richiederà impegno importante per tutta la governance del piano che avrà durata di 5 anni: “Per l’Istruzione – ha detto Fiorentino - il progetto è unitario di tutto il governo, dal reclutamento all’edilizia scolastica, se le amministrazioni non realizzano le opere infrastrutturali necessarie è previsto il commissariamento e la responsabilità è diretta del ministero e del governo, in quanto interlocutore diretto con l’Europa”.

La posizione dell’organizzazione sindacale è tutta contenuta nelle parole pronunciate dal suo presidente nazionale, Marcello Pacifico: “Dobbiamo approvare una riforma entro un anno e mezzo – ha detto Pacifico, che ricopre anche il ruolo di segretario confederale Cisal -. A nostro avviso questo obiettivo si raggiunge potenziando intanto le competenze di base, attraverso anche le classi per moduli che permettevano ai bambini di essere formati meglio. Negli ultimi 13 anni ciò è stato abbondato e abbiamo registrato una maggiore dispersione. Bisogna riprender il tempo scuola, che deve essere recuperato. Innalzando l’obbligo scolastico si lotta la dispersione. Ma occorre anche anticipare l’entrata dei bambini nel mondo della scuola” a 4 anni anziché a 6”.

Il sindacalista autonomo ha quindi ribadito che è fondamentale “diminuire il rapporto insegnanti alunni, quindi aumentando sensibilmente il numero di docenti. Come bisogna attivare 20mila posti di Ata e risolvere la questione dei facenti funzione Dsga. Vanno anche recuperate le 4mila sedi di presidenza” perse con la riforma Gelmini. Sul reclutamento dei docenti, Pacifico è stato chiaro: “Va raggiunto l’obiettivo che ci chiede l’Europa, attivando il doppio di canale di reclutamento”. Con le assunzioni aggiuntive, ha continuato, si potranno “eliminare le classi pollaio, anche per tutelare la salute di tutti al tempo del Covid. Ma dopo il virus eliminare il fenomeno aiuterebbe la didattica”. Il leader dell’Anief ha anche chiesto “formazione uguale per tutti e gratuita, all’interno dell’orario di lavoro. Attiviamo i tavoli e confrontiamoci”.
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“Il presidente della III sezione del Tar Lazio ha emesso un decreto monocratico: non è una sentenza. Abbiamo rispetto per i decreti monocratici, però è bene sapere che il problema si porterà in discussione il 5 ottobre. E dopo uno o due giorni si emetterà l’ordinanza cautelare. Se questa dovesse essere negativa, Anief si rivolgerà al Consiglio di Stato”. A dirlo, nel corso di una diretta Facebook, è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento della decisione Tar del Lazio di respingere le istanze dei ricorrenti che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal ministero dell’Istruzione con cui è stata stabilita la disciplina in materia di possesso del Green Pass per il personale scolastico.

Nel corso di un’intervista ad Orizzonte Scuola, lo stesso presidente Anief ha definito la linea che i legali del sindacato intendono intraprendere: “Qualora ai primi di ottobre – ha detto il sindacalista - la terza sezione bis del Tar Lazio non dovesse pronunciarsi ancora sulla palese illegittimità del provvedimento relativamente al contrasto con il Regolamento comunitario 953/2021 come richiesto dall’ufficio legale, si procederà immediatamente ad adire il Consiglio di Stato. Nelle more della discussione del ricorso amministrativo, che avverrà fra un mese, la palla passa al tribunale del lavoro dove Anief si sta costituendo per le cause urgenti discriminatorie ex art. 28 del dlgs 150/2011”.
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Lo scorso anno scolastico nelle scuole si sono infettati di Covid 53mila insegnanti, di cui circa 40mila del primo ciclo, più 16mila Ata e ben 226mila studenti. In tutto, sono stati registrati oltre 13mila focolai. Non sono numeri rassicuranti quelli emessi dall’Istituto Superiore di Sanità, attraverso un rapporto per provare a controllare la diffusione del coronavirus, tutelando la didattica in presenza: nel periodo indicato, vi sono stati anche circa 1,4 milioni di alunni per il I ciclo e 460 mila studenti per il II ciclo stati posti in quarantena.

Secondo il sindacato Anief, il monitoraggio dell’Iss è un chiaro campanello di allarme su come le strutture scolastiche, per come sono composte, rappresentano un luogo dove i virus trovano terreno fertile. Ci sono tantissime classi e strutture non adeguate alla didattica ordinaria, figuriamoci alla convivenza in tempo di Covid. Ecco perché Anief ha chiesto a presidi, medici competenti ed Rsu un'informazione urgente sui criteri della formazione delle classi durante lo svolgimento delle lezioni in presenza rispetto alla metratura del singole aule e sul rispetto dei parametri vigenti in materia di sicurezza, sulle misure di contenimento da rischio Covid in base al numero di individui contemporaneamente presenti nelle aule, indicando per ciascuna aula anche la metratura e il numero di alunni per classe, sull’aggiornamento del DVR e conseguente effettuazione delle valutazioni del rischio biologico da agenti di cui all’art 268, c. 1 punto c) del TU sulla sicurezza coinvolgendo il RLS come convenuto al punto 1 nel protocollo d’intesa del 14 di agosto e sulle convenzioni attivate per la predisposizione dei tamponi gratuiti per tutto il personale scolastico. Inoltre, il sindacato ha sollecitato il garante sulla privacy, in merito alla verifica e possesso della certificazione verde del personale scolastico, in particolare sulla necessità di richiedere tale certificazione giornalmente soltanto per le attività svolte in presenza senza alcuna discriminazione tra i dipendenti.

Secondo Marcello Pacifico, leader dell’Anief, “chi governa la scuola ci vuole far credere che con docenti, Ata e meno di un quarto degli alunni vaccinati quest’anno le cose andranno diversamente. Sappiamo bene, virologi in testa, che le cose non stanno così: la vaccinazione è importante, la sosteniamo anche noi come sindacato, ma non rappresenta uno schermo rispetto al Covid. Addirittura, a nostro avviso, le prospettive sono peggiori del 2020/21, perché tra il personale e gli studenti potrebbe scattare un’inconscia convinzione che il Coronavirus è ormai superato, allentando quindi le modalità di prevenzione. Lo stesso segnale che ha inviato il Comitato tecnico scientifico sul distanziamento minimo di un metro, non più obbligatorio ma solo ‘raccomandato’, rappresenta un incentivo verso questa filosofia pericolosa”.
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E' il primo giorno del nuovo scolastico, ma non si realizzerà come avevamo tutti sperato: mentre imperversa l’inutile polemica sul Green Pass, la grande maggioranza di alunni si ritroverà ammassata e nelle aule di sempre, quindi non rispettando il distanziamento minimo previsto per legge e che in piena pandemia diventa un’inosservanza ancora più grave. Come diventa inspiegabile, in piena pandemia e con l’incognita della variante Delta, la decisione di ridurre di circa 33mila unità l’organico Covid di docenti e Ata e di limitarne la durata a pochi mesi. Non si comprende nemmeno, con il distanziamento fortemente raccomandato dal Cts, per quale motivo non siano venuti meno i criteri sul dimensionamento introdotti dal DPR 81/2009 e dalla legge 133/2008, che rendono plausibili anche classi di oltre 28-30 alunni. Con 250mila posti destinati a supplenza ci siamo poi permessi il lusso di assumere da Gps solo una minima parte dei docenti precari, condannando gli altri alla supplentite ancora chissà per quanto tempo. Non hanno trovato spazio i passaggi verticali per il personale Ata e di tutti i profili professionali e neanche i passaggi di ruolo per i docenti immobilizzati e l'assegnazione provvisoria annuale senza alcun vincolo. Anief non ci sta, per questo ha deciso di fermare l’attività scolastica nel primo giorno di scuola, con date diversificate a seconda del calendario scolastico regionale, chiedendo nel contempo la fine dell’obbligo del Green Pass e delle relative ingiuste sanzioni che si traducono in sospensione e multa fino a mille euro. Il sindacato ha inviato la comunicazione dello sciopero a tutte le scuole: qualora non venissero avvertiti dalla scuola stessa, i lavoratori possono segnarlo al seguente indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sulla scuola, vero tempio della vera democrazia e della crescita umana, bisogna discutere insieme. Bisogna finirla una volta per tutte con le scelte unilaterali, tra l’altro spesso irragionevoli e illegittime. Per questo abbiamo deciso di far sentire la voce della scuola nel silenzio della prima campanella”.

Leggi il comunicato integrale.
In allegato IL VOLANTINO SULLO SCIOPERO NEL PRIMO GIORNO DELLE LEZIONI.

C’è ancora tempo per accedere al ricorso: i termini di scadenza sono stati posticipati al 10 settembre

Il ricorso, al Tar del Lazio, vuole ottenere l’ammissione alla procedura per l’assegnazione della nomina, ex art. 59, comma 4, DL 73/2021 anche per i docenti inseriti nella seconda fascia delle Gps di posto comune e di sostegno vacanti e disponibili residui dopo le immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2021/2022.

Per saperne di più e partecipare al ricorso, vai al comunicato originale.

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