La stampa scrive

ROMA, 8 GIU - A seguito dei pensionamenti, volontari e d'ufficio, che si concretizzeranno in estate, saranno tantissimi gli istituti - uno ogni quattro - privi del loro capo d'istituto e che quindi andranno in reggenza. A sostenerlo è il sindacato Udir secondo il quale "quella che doveva essere una situazione transitoria ed eccezionale, con alcune scuole assegnate a presidi già titolare del loro istituto, sta diventando purtroppo la prassi. Aggravata dall'allestimento di un concorso elefantiaco, ancora da avviare, con troppi precari e neo-immessi in ruolo illegittimamente esclusi, che blocca anche qualsiasi tentativo di turn over". A fronte di questa situazione di emergenza, l'associazione sindacale Udir si è fatta promotrice di una proposta emendativa, attraverso la quale chiede di posticipare di dodici mesi i pensionamenti dei dirigenti scolastici destinati ad andare in pensione il prossimo 1° settembre: si tratterebbe di una facoltà, quindi su base volontaria. Per Marcello Pacifico, presidente Udir, "Considerando che le reggenze scolastiche, per ragioni oggettivamente intuibili, non garantiscono una funzionale organizzazione del servizio sia in termini di qualità, sia in termini di efficienza organizzativa, la permanenza volontaria in servizio al 31 agosto 2019 dei Dirigenti scolastici collocati in pensione dal 1° settembre 2018 garantirebbe pertanto continuità alle istituzioni scolastiche, con un successivo passaggio quasi naturale ai nuovi presidi vincitori di concorso da espletarsi il 1° settembre 2019. In questo modo si eviterebbe di aumentare il bacino delle reggenze che non veicolano di certo un'adeguata organizzazione del lavoro, didattica e formativa. Inoltre, sul piano finanziario, la proroga comporterebbe un risparmio per la finanza pubblica, considerando la mancata assegnazione delle reggenze e quindi delle diarie ad personam". (ANSA).
 

ROMA, 24 MAG - Facendo un conguaglio tra gli aumenti contrattuali e i tagli ereditati dagli anni precedenti, a regime i dirigenti scolastici italiani percepiranno circa 4.000 euro annui lordi in più rispetto ad oggi, circa 300 euro mensili. Al netto, non si andrà oltre i 150 euro mensili. Ma trattandosi di una media, c'è chi prenderà qualcosa di più e chi, purtroppo, meno. Alcuni nemmeno un euro, perché si ritroveranno con uno stipendio addirittura inferiore all'attuale. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir. "Ecco qualche esempio pratico: in Emilia Romagna - spiega - la perdita sulla retribuzione variabile ed accessoria sarà di circa 12.500 euro, per cui i dirigenti scolastici di questa regione prenderanno nell'anno scolastico 2020/2021 meno di quanto hanno percepito nel 2015/2016. Ma non è finita, perché il Fondo unico nazionale è stato decurtato in proporzione alla diminuzione dei dirigenti scolastici in servizio: questo significa che appena verranno assunti i 1.800 vincitori del concorso pubblico per diventare preside della scuola pubblica, la retribuzione di posizione e di risultato dei Dirigenti Scolastici italiani subirà un'ulteriore decurtazione, poiché aumenterà la platea tra cui suddividere il fondo nazionale. (ANSA). 

Roma, 3 mag. (AdnKronos) - Quarto sciopero in cinque mesi promosso da Anief con manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione. "La protesta si è svolta nel giorno dell'ennesimo sciopero della scuola e a conclusione di quello della fame che diverse maestre con diploma magistrale hanno iniziato una settimana fa assieme ad un sit in permanente, sempre nella zona del dicastero dell'Istruzione – spiega Anief - Anche loro chiedono una norma che blocchi gli effetti dell'adunanza plenaria del 20 dicembre scorso, che lascerebbe a casa decine di migliaia di diplomati magistrale e la decisione dell'avvocatura di Stato di darne seguito".

"Soltanto con la riapertura delle GaE, la trasformazione delle graduatorie d'Istituto in provinciali e lo sblocco degli organici, cancellando una volta per tutte quelli di fatto, potremo garantire il corretto avvio del prossimo anno scolastico e coprire le classi che senza le attuali maestre rimarrebbero scoperte - afferma Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief) - Il provvedimento sarebbe anche una prima risposta ai docenti abilitati nella scuola superiori delusi dal reclutamento transitorio. Serve però un decreto d'urgenza: occorre muoversi in fretta, per evitare il licenziamento di 44mila maestre e maestri supplenti e di altri 7mila immessi in ruolo con riserva, nonché garantire l'assunzione di tutto il personale abilitato".

 

ROMA, 30 APR - Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento sulla "Applicazione della normativa antincendio agli edifici e ai locali adibiti alle scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché agli edifici e ai locali adibiti ad asili nido", sono stati definiti tre livelli di priorità per adeguare gli istituti cui si deve tenere conto nel programmare le attività di adeguamento antincendio degli edifici scolastici italiani, la metà di quali costruiti prima del 1971. A ricordarlo è il sindacato Udir, il quale evidenzia anche che "essendo lo scorso 31 dicembre scaduto il termine di adeguamento alla normativa antincendio, più volte prorogato, degli edifici e dei locali adibiti a scuole, come è scaduto il termine di adeguamento degli edifici e locali adibiti ad asili nido, vige tutt'ora la necessità di definire, in materia di prevenzione incendi nelle scuole, indicazioni programmatiche prioritarie per l'adeguamento delle strutture alla normativa di sicurezza antincendio". Per Marcello Pacifico delll' Udir, "anche a seguito delle novità classificatorie, i Dirigenti Scolastici dovranno continuare a dirigere e gestire l'attività scolastica in edifici che non sono sicuri, mentre gli edifici scolastici si troveranno ad avere un'ulteriore sorta di nuova ipotesi di classificazione". "Purtroppo in Italia - osserva ancora Pacifico - sono tantissimi i Dirigenti Scolastici che devono fronteggiare giornalmente una situazione di rischio grave ed esteso e pertanto devono chiedere ai Prefetti la verifica delle condizioni di sicurezza antincendio e sismiche, tali da certificare la continuità o meno dell'attività scolastica nella relativa struttura, affinché possa essere valutata l'ipotesi di chiusura della stessa a salvaguardia dell'incolumità della vita di lavoratori ed alunni". (ANSA).

 

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