Mobilità

Dopo l'avvio dei ricorsi per la stabilizzazione dei precari, l'ANIEF si oppone nettamente anche alla proposta avanzata da più parti del blocco della mobilità del personale delle Accademie e dei Conservatori.

Ancora una volta i sindacati rappresentativi, d'accordo con l'amministrazione, stanno attentando ai diritti dei lavoratori precari e di ruolo del comparto AFAM.

"Il blocco della mobilità del Personale di ruolo del Comparto AFAM è illegittimo - dichiara il presidente Nazionale Anief, Marcello Pacifico - e il nostro sindacato non resterà a guardare l'ennesima violazione del diritto dei lavoratori alla mobilità. Se verrà confermato il blocco pluriennale alla mobilità, l'ANIEF sarà costretta a rivolgersi al giudice per ottenere giustizia. Inoltre - conclude Pacifico - non si comprende perché alcuni sindacati rappresentativi chiedano contratti pluriennali piuttosto che la stabilizzazione dei precari nel rispetto della direttiva comunitaria".

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Disattesa da parte dell’A.T. di Torino la nota Prot. n. AOODGPER 2218 del 27.3.2012, avente per oggetto, “CCNI sottoscritto il 29.2.2012 sulla mobilità del personale, educativo ed ATA per l’a.s. 2012/2013. Chiarimento su mobilità interprovinciale.” con la quale il MIUR ha fornito chiarimenti sulla mobilità interprovinciale dicendo sì al trasferimento in altra provincia per il docente che assiste un genitore con grave disabilità, no alla precedenza.

Appurato, quindi, che nei trasferimenti interprovinciali è riconosciuta, al personale docente ed educativo di cui all’art. 7, comma 1, punti I), III) e V del C.C.N.I. sulla mobilità, la possibilità di partecipare ai movimenti, in deroga al vincolo quinquennale di cui alla legge n. 106/2011, secondo quanto previsto dall’art. 2, comma 2 del citato C.C.N.I. sulla mobilità.

L’A.T. di Torino ha agito in palese violazione di quanto stabilito dall’art. 2 comma2 del CCNI dal momento che nelle operazioni di valutazione e convalida delle domande di mobilità interprovinciali del personale immesso in ruolo dopo il 2011, sottoposto a vincolo quinquennale, non ha inteso quanto previsto per la condizione di figlio che assiste il genitore disabile.

Considerato che il 5 giugno 2013 sono stati pubblicati i movimenti del personale docente per gli ordini di scuola infanzia e primaria, ai quali non hanno potuto partecipare coloro che si trovano nella condizione sopra esposta in servizio nella provincia di Torino, il Presidente regionale ANIEF Piemonte ha chiesto al Miur un intervento immediato, al fine di poter riconoscere il diritto alla mobilità del personale docente per tutto quanto sopra descritto. Ogni decisione contraria, ovvero ogni comportamento omissivo, verranno prontamente censurati dal sindacato, con azioni collettive ed individuali innanzi a tutte le opportune sedi giudiziarie ed a carico di tutti i soggetti responsabili, per il legittimo riconoscimento dei diritti che dovessero risultare violati, nonché per il risarcimento dei danni materiali e morali che ne conseguirebbero, anche per quanto riguarda la responsabilità dirigenziale prevista dalla normativa vigente.

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Fino al 2016 costrette a rimanere lontane dai loro cari per colpa di un cavillo normativo voluto dalla Lega.

Quella che stanno vivendo oggi 30mila donne italiane è una festa davvero amara: assunte dopo il 1° settembre 2011 come docenti o personale Ata si trovano infatti costrette a rimanere lontano dai propri cari fino all’agosto del 2016. Un’assurda modifica sul contratto di mobilità impedisce di ricongiungersi con la propria famiglia, attraverso la storica assegnazione provvisoria, se non in presenza di gravi e certificate motivazioni.

“Si tratta di una situazione paradossale – commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – perché lo Stato non può vietare in itinere a decine di migliaia di donne assunte nella scuola di vivere con il proprio coniuge o con i propri figli per cinque anni. E questo proprio mentre l’Europa garantisce la flessibilità oraria. Siamo di fronte ancora ad una discriminazione, frutto di una miope politica che ha spaccato il Paese nella scorsa legislatura. Per questi motivi Anief chiede ai sindacati di non firmare il prossimo contratto sulla mobilità, a meno che si elimini questa norma palesemente ingiusta”.

Tra l’altro, la decisione dello Stato di obbligare una donna a rimanere lontano dai figli e dal marito per cinque anni dopo la sua assunzione è un'ingerenza tutta italiana, in palese contrasto con l'articolo 8 della Convenzione e la giurisprudenza europea in tema di diritto familiare. Se non si disapplicherà l'articolo 9 della legge 106/11, voluto dalla Lega due estati fa per evitare lo spostamento dei precari della scuola dal Sud al Nord del Paese prima dell'assunzione in ruolo, Anief conferma l’intenzione di voler tutelare i legami familiari di almeno 30 mila docenti e Ata della scuola, assunti fuori residenza, rivolgendosi al giudice del lavoro. Se non dovesse essere sufficiente chiederemo il rinvio della norma alla Consulta, per la violazione dell'articolo 8 della Cedu. E se necessario ricorreremo al giudizio della Corte di Strasburgo.

"Come la corte di Strasburgo ha ricordato a più riprese e come garantito più volte negli ultimi anni dalla giurisprudenza internazionale - sottolinea il presidente dell’Anief -, lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita parentale e alle relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. Ma per essere adeguate, queste misure dovranno essere prese rapidamente perché il passare del tempo può avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore. Tra i figli e le loro madri lontane".

 

Mentre ogni marito può dedicare questa giornata a sua moglie, più di 30.000 docenti neo-assunti dopo aver superato l’anno di prova devono rimanere lontani dai propri coniugi per cinque anni per colpa di un emendamento introdotto nella legge 106/11 e recepito dai sindacati nei contratti integrativi sulla mobilità.

“Tanti sono gli insegnanti e soprattutto le insegnanti che avevano ottenuto un posto nel nord del Paese e volevano chiedere l’avvicinamento al proprio nucleo familiare quest’anno scolastico, ma si sono viste discriminate dalle loro colleghe assunte negli anni precedenti perché non hanno diritto all’amore, alla famiglia, per legge. Una norma ingiusta che rende ancora più triste questo giorno, dedicato tradizionalmente agli innamorati” Così il presidente Anief, Marcello Pacifico, che conclude: “si tratta di una norma che presto sarà cancellata dalla Corte di Strasburgo, grazie ai ricorsi che attiveremo in tutti i tribunali nazionali.”

 

Il sindacato pronto a ricorrere al giudice del lavoro e a Strasburgo: è una palese violazione dei diritti del fanciullo e dell’uomo all’unità familiare, oltre che dei genitori rispetto ai propri figli, dei lavoratori con genitori disabili, dei mariti rispetto alle proprie mogli. Interessati almeno 30mila docenti e Ata immessi in ruolo nell’ultimo anno e mezzo lontano da casa.

La decisione dello Stato di obbligare un lavoratore della scuola a rimanere lontano dai figli e dal coniuge per cinque anni dopo la sua assunzione è un’ingerenza tutta italiana, in contrasto con la Convenzione dei diritti dell’uomo: se non si disapplicherà l’articolo 9 della legge 106/11, voluto dalla Lega due estati fa per evitare lo spostamento dei precari della scuola dal Sud al Nord del Paese prima dell’assunzione in ruolo, l’Anief annuncia l’intenzione di voler tutelare i legami familiari di almeno 30mila docenti e Ata della scuola, assunti fuori residenza, a rivolgendosi entro un mese al giudice del lavoro. Se non dovesse essere sufficiente chiederà il rinvio della norma alla Consulta, per la violazione dell’articolo 8 della Cedu. E se necessario ricorrerà al giudizio della Corte di Strasburgo.

Da un anno e mezzo lo Stato sta infatti attuando una palese violazione dei diritti del fanciullo e dell’uomo all’unità familiare, dei genitori rispetto ai propri figli, dei lavoratori con genitori disabili, dei mariti rispetto alle proprie mogli. Il tutto, senza alcuna giustificata ragione di Stato.

“Siamo di fronte – spiega Marcello Pacifico, il presidente dell’Anief – ad un’ingerenza arbitraria del potere pubblico, non giustificata da alcuna esigenza organizzativa legata all’erogazione del servizio. Ed in palese contrasto con l’articolo 8 della Convenzione e la giurisprudenza europea in tema di diritto familiare. Vogliamo inoltre denunciare il Ministero dell’Istruzione e i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale del 6 dicembre 2012, che dando attuazione alla legge 106/2011, vieta per un quinquennio il trasferimento interprovinciale dei neo-immessi in ruolo a partire dall’anno scolastico 2011-2012”.

Dopo i dovuti approfondimenti, attraverso i propri esperti giuridici, l’Anief ha deciso che entrerà in azione entro un mese: già è pronto il deposito dei primi trecento ricorsi richiesti da docenti di ruolo. Al giudice del lavoro verrà chiesto in via cautelare la disapplicazione integrale ed immediata delle norme di legge e contrattuali, visto che un’eventuale decisione a distanza anni renderebbe vanificato il ‘petitum’.

“Come la corte di Strasburgo ha ricordato a più riprese e come garantito a più riprese negli ultimi anni dalla giurisprudenza internazionale – spiega Pacifico - lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita parentale e alla relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. Ma per essere adeguate, queste misure dovranno essere prese rapidamente perché il passare del tempo può avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore. Altrimenti si nega l’esercizio effettivo del diritto di unione familiare”.

 

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