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° Permessi sindacali. Interpretazione restrittiva circa il diritto, da parte del personale supplente, ad usufruire dei permessi previsti dall'artt.10 e 11 CCNQ 7 agosto 1998
La interpretazione è contenuta nella risposta che l’Ufficio di Gabinetto del MIUR ha fornito (n.25123- 9/12/2013) a quesito dell’USR Piemonte. Riportiamo parzialmente
Quesito. Facciamo riferimento al personale della scuola con contratto a tempo determinato che ha assunto il ruolo di sindacalista o che comunque fa parte del direttivo. L'USR Piemonte chiede se tale personale possa fruire di permessi per la partecipazione agli organismi statutari.
Risposta. "…. Al riguardo si fa presente che la disciplina dei permessi sindacali è attualmente regolamentata dal CCNQ del 7.8.98 e successive modificazioni ed integrazioni. Dalla combinata lettura degli artt. 5 e 10 del citato contratto, si evince che è titolare di prerogative sindacali esclusivamente il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Tale circostanza è stata peraltro confermata dal CCNL 29.11.2007 del computo scuola dove, agli artt. 36 e 59 vengono "fatti salvi i diritti sindacali" al personale docente ed ATA, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che in particolari situazioni di stato, può accettare un contratto di lavoro a tempo determinato. L'ARAN, che sull'argomento è intervenuta anche con nota n. 11456/2011 del 4 luglio 2011, ha ribadito che "la necessità dì introdurre una deroga espressa nasce dalla consapevolezza che la normativa contenuta nei contratti quadro non consente, in via generale, la fruizione dei diritti sindacali, intesi come permessi, distacchi, aspettative ecc., al personale con rapporto di lavoro a tempo determinato. Ed, infatti, la deroga è stata confermata anche all'art.8, comma 5, del CCNQ di ripartizione delle prerogative sindacali attualmente vigente, sottoscritto il 9 ottobre 2009, che contiene le disposizioni particolari per il comparto Scuola". Premesso quanto sopra, si invita codesto Ufficio territoriale a vigilare affinché, nelle istituzioni
scolastiche di competenza, la normativa venga applicata correttamente. Si fa presente, infine, che, per quanto attiene il caso prospettato, sarà cura dello scrivente Ufficio attivare le iniziative necessarie al recupero delle ore indebitamente fruite.

° L'Italia è il paese peggiore in Europa, per abbandono scolastico
I dati del ‘Rapporto sulla coesione sociale 2013’ di Istat, Inps e Ministero del Lavoro
In Italia, il 17,6% di adolescenti non arriva al diploma ma la situazione differisce da regione a regione. Qualche miglioramento percentuale si è registrato in Veneto, Lombardia, Campania, Calabria, Puglia; al contrario, in Liguria, l’abbandono scolastico passa dal 12,6 % nel 2008 al 17,5 % nel 2012, e in Sardegna passa dal 22,9 % al 25,8 %. L’obiettivo posto dall’U.E. di rientrare al 10% sembra chimerico. 17,6 % degli studenti nella fascia d’età 18-24 anni equivale a 758mila alunni che hanno lasciato le scuole. Peggio, solo Spagna e Portogallo.

° Aspettando le norme per l’aggiornamento delle G.E. e delle graduatorie di istituto
Riportiamo alcune anticipazioni pubblicate da Orizzonte Scuola
“… Sia le graduatorie di istituto che le graduatorie ad esaurimento saranno rinnovate nel corso del 2014 per il triennio successivo 2014/15, 2015/16, 2016/17. Probabile l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento in primavera, e a seguire quelle di istituto. Graduatorie ad esaurimento. Non sono attese modifiche nella tabella di valutazione dei titoli, sarà possibile scegliere una diversa provincia di inserimento rispetto all'attuale, se lo si desidera. Sarà possibile solo aggiornare il punteggio, ma non sono previsti nuovi inserimenti. Graduatorie di istituto…. La III fascia delle graduatorie di istituto potrebbe diventare ad esaurimento, ed essere quindi preclusa ai laureati dopo la data del 19 luglio 2013. … Nuovi inserimenti nella II fascia delle graduatorie di istituto. Molti i docenti abilitati non inseriti nelle Graduatorie di istituto, che richiederanno l'inserimento in questa fascia. Prevista la rimodulazione della tabella di valutazione dei titoli, dato che alcuni titoli, come il TFA, non sono compresi nell'attuale. Non è stato ancora chiarito se i docenti candidati al PAS potranno richiedere l'inserimento con riserva, sciogliendo la riserva all'atto del conseguimento dell'abilitazione nel periodo di vigenza delle graduatorie, o dovranno essere in possesso dell'abilitazione alla data di scadenza della presentazione delle domande (in questo caso per molti docenti l'ingresso in graduatoria dovrebbe essere rimandato al 2017). Ancora da chiarire eventuali differenziazioni di punteggio tra le abilitazioni conseguite con modalità differenti (TFA e PAS).
(Fonte: LALLA - Orizzonte scuola -3 gennaio 2014)

° Posti di assistente di lingua italiana all’estero per l’anno scolastico 2014-2015
Disponibili in Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Spagna. La domanda entro il 16.012014 da www.trampi.istruzione.it/asl (occorre preregistrarsi)
Lo comunica il MIUR, sulla base degli Accordi Culturali e dei relativi Protocolli Esecutivi tra l’Italia e Austria (30 posti), Belgio (3 posti), Francia (169 posti), Irlanda (6 posti), Germania (29 posti), Regno Unito (15 posti), Spagna (29 posti). Compito degli assistenti è di affiancare i docenti di lingua italiana in servizio nelle istituzioni scolastiche fornendo un contributo alla promozione e alla conoscenza della lingua e della cultura italiana. L’incarico sarà svolto da settembre 2014 e maggio 2015, con un impegno di 12 ore settimanali, retribuite con compenso variabile a seconda del Paese di destinazione. I posti saranno esclusivamente attribuiti, previa selezione, a studenti universitari o neolaureati di madrelingua e cittadinanza italiana, che non abbiano compiuto 30° anno di età e siano in possesso dei requisiti (cfr.bando)

° Retribuzione del personale scolastico. Chiarimenti su particolari situazioni
Riportiamo, in parte, la nota n. 13650/2013, con la quali il MIUR chiarisce particolari situazioni contrattuali, per evitare comportamenti difformi da parte delle scuole.
“1) Art. 40 comma 3 (personale docente ed educativo) e art. 60 comma 2 (personale ATA). Per effetto di tali disposizioni il dipendente che completi tutto l'orario settimanale ordinario ha diritto al pagamento della domenica … La previsione contrattuale si estende al pagamento del sabato qualora risulti giorno libero del dipendente. Per orario ordinario deve intendersi 25 ore settimanali nella scuola dell'infanzia, 24 ore nella scuola primaria, 18 ore nella secondaria, 30 ore nelle istituzioni educative, da svolgere in non meno di 5 giorni settimanali, e 36 ore per il personale ATA. Ai fini dell'applicazione della disposizione in questione l'orario settimanale può essere stato effettuato anche in più scuole ma purché si riferisca al medesimo grado di scuole per il personale docente ed educativo e al profilo della medesima area per il personale ATA. In caso di completamento dell'orario ordinario in più scuole il pagamento della domenica e dell'eventuale sabato libero sarà disposto dall'ultima scuola di servizio che vi darà luogo previe le necessarie notizie fornite dai dd. ss. interessati e dal supplente interessato circa i precedenti servizi settimanali e le opportune verifiche della scuola medesima. 2) Decorrenza dei contratti di supplenza. La normale decorrenza iniziale dei contratti di supplenza coincide con l'effettivo primo giorno di servizio del supplente e con la contestuale firma del relativo contratto, con le parziali eccezioni del caso dei contratti decorrenti dall'inizio dell'anno scolastico cui si dà luogo alla decorrenza del 1° settembre anche se tale giorno ricada di domenica… e dei casi in cui la disciplina della proroga contrattuale (prevista dall'art.7 comma 4 del Regolamento sulle supplenze al personale docente ed educativo) - che comporta il prolungamento contrattuale senza soluzione di continuità col precedente periodo - implichi che il successivo periodo contrattuale si trovi ad iniziare con giorno festivo o libero dalle lezioni. 3) Art. 13 commi 3 e 4 e art. 19 comma 1 del C.C.N.L. Ai sensi del combinato disposto dagli articoli sopracitati e ai fini esclusivi della quantificazione dei giorni di ferie spettanti al personale con contratto a t.d. si chiarisce che anche al predetto personale, dopo 3 anni di servizio comunque prestato nei posti e profili del personale scolastico, spettano 32 giorni lavorativi di ferie. Ai fini della validità dell'anno si fa riferimento alle norme sulla ricostruzione di carriera. 4) Art. 40 comma 1 (personale docente ed educativo) e art. 60 comma 1 (personale ATA). Le disposizioni citate prevedono che qualora il titolare si assenti in un'unica soluzione a decorrere da data anteriore di almeno 7 giorni dall'inizio di un predeterminato periodo di sospensione delle lezioni e fino a una data non inferiore a 7 giorni successivi a quello di ripresa delle lezioni, il rapporto di lavoro a tempo determinato nei riguardi del supplente temporaneo venga costituito per l'intera durata dell'assenza, includendovi, quindi, anche il periodo sospensivo delle lezioni…..”.

° Education at a Glance (XIII edizione del Rapporto Ocse)
La scuola italiana non esce bene dal confronto tra i 34 Paesi dell’Organizzazione
La spesa pubblica per l’istruzione ammonta al 4,7% del Pil (la media Ocse è del 6,3 %), terz’ultima peggiore performance. Peggiore è il dato sulla percentuale di spesa per l’istruzione sul totale della spesa pubblica: il 9% (la media Ocse è del 13%). Le retribuzioni medie del personale sono di 29.418 dollari (contro 31.348 di media nei 34 membri dell’organizzazione) e la differenza aumenta con l’anzianità: 36.928 dollari per un prof italiano dopo 15 anni di anzianità, contro 41.665 di media Ocse. Il Rapporto su http://www.oecd.org/edu/eag.htm

° “Quota 96”? Il Governo ha altre priorità e i giovani supplenti sono messi all’angolo
Il decreto Milleproroghe non modifica la norma che impedisce il pensionamento con i requisiti pre-Fornero, al personale scolastico avente i requisiti della “quota 96”.
Secondo la valutazione del presidente del Consiglio Letta, rispetto a questa richiesta del personale della Scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012 - gli interventi prioritari da finanziare con le magre risorse a disposizione sono altri, quali le assunzioni nel Corpo dei Vigili del Fuoco, le assegnazioni temporanee di personale non dirigenziale presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e la validità delle graduatorie per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione. La speranza dei “quota 96” della Scuola si appunta, adesso, sulla Commissione parlamentare XI “Lavoro” che, il prossimo 8 gennaio, discuterà una proposta di legge nella quale la copertura degli oneri derivanti dalla eventuale concessione del pensionamento potrebbe superare le obiezioni fin qui sollevate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Resta il fatto che l'Italia ha il record, nell’area OCSE, per età media dei docenti: il 62% degli insegnanti ha più di 50 anni, e i giovani precari invecchiano all’interna delle GE prima di conseguire la nomina in ruolo (la conseguono all’età di 40 anni, mediamente). Se nel 2007 cessavano dal servizio 35mila dipendenti della scuola, e nel 2012 erano 28mila a lasciarlo, nel 2013 sono stati in 15mila e gli effetti completi della Riforma Fornero si vedranno man mano che i professori (gli uomini) dovranno rimanere in servizio fino a 67 anni. Un eccesso ! E’ l’eccesso opposto a quello che La tecnica della scuola ha rievocato (30/12/2013) “… Il 23 dicembre del 1973 il governo DC di Mariano Rumor ha permesso a centinaia di migliaia di italiani dipendenti pubblici di poter andare in pensione con 14 anni, sei mesi e un giorno di attività lavorativa se donne con prole; 19 anni, sei mesi e un giorno per gli uomini; 24 anni, sei mesi e un giorno per i dipendenti degli enti locali”.

° MEF e MIUR palleggiano e i supplenti posteranno su Facebook immagini in nero
L’ANIEF esprime solidarietà ai colleghi precari che ancora non sono stati retribuiti. Si è assistito a una negligenza francamente inqualificabile; si individui la responsabilità.
Se al rientro dalla vacanze natalizie incroceremo colleghi vestiti in nero, il nostro pensiero andrà al comportamento di chi non si è adoperato a tutela del diritto dei supplenti precari. Non si può essere trattati con questa noncuranza; ne va della dignità stessa. Gli iscritti del gruppo fb dei "Supplenti della Scuola per la qualità e dignità del lavoro" ritorneranno al lavoro il 7 gennaio vestendosi di nero, e posteranno sul loro profilo la foto in vestito nero con la scritta: "Solidarietà ai supplenti senza stipendio”. Orizzonte scuola (30/12/2013) ricostruisce così l’inqualificabile palleggiamento: “Il 27 dicembre, secondo il Miur, sarebbe stata la data utile per le segreterie per inserire i dati necessari all'emissione speciale di NoiPA. Il Tesoro, probabilmente, avrebbe così dovuto pagare i primi giorni di gennaio gli stipendi di settembre e/o ottobre e/o novembre, ai tanti supplenti temporanei non ancora retribuiti per il loro servizio prestato. Poi, il termine per le segreterie scolastiche è stato prolungato ad oggi 30 dicembre 2013. L'amara sorpresa per i tanti Direttori scolastici e assistenti amministrativi ritornati in servizio è stata quella di trovare i piani di riparto azzerati… Interpellati da un sindacato, i due ministeri si sono rimbalzati la responsabilità adducendo motivi tecnici e di bilancio alla base del mancato coordinamento nella tempistica dei procedimenti annunciati”. Riportiamo, dal comunicato del Gruppo facebook Supplenti della Scuola per la qualità e dignità del lavoro: “I supplenti avanzano al Ministro Saccomanni e al Ministro Carrozza la seguente proposta: pagare entro e non oltre la metà di gennaio tutti gli stipendi arretrati (settembre, ottobre e novembre 2013) e procedere entro il 23 gennaio al pagamento della mensilità di dicembre 2013. Una proposta ragionevole e di buon senso che lanciamo attraverso questo blog e che diffondiamo sulla rete. Riteniamo che i due Ministeri Economia e Istruzione, di concerto con le scuole, possano garantire a tutti i supplenti temporanei, nessuno escluso, il pagamento delle supplenze nel mese successivo a quello lavorato, e cioè il 23 di ogni mese”.

° Il 2012, annus orribilis per l’economia delle famiglie
Secondo l’ISTAT, il potere d’acquisto ha avuto una flessione di quasi il 5%
Nel 2012, anno "tra i più critici" per l'economia e la società italiana, i redditi delle famiglie ne hanno risentito in "maniera rilevante". Si sono infatti ridotti del 2% in termini monetari, ma in termini di potere d'acquisto la caduta è stata di ben 4,9 punti”.

° Fissate le date dei test di accesso alle facoltà universitarie a numero programmato
I
l MIUR si è mosso per tempo, e le ha anticipate alla prossima primavera. Riportiamo il comunicato stampa emanato lo scorso 28 dicembre.
“Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Carrozza, ha stabilito le date dei test dei corsi di laurea ad accesso programmato che nel 2014 saranno anticipati e si svolgeranno in primavera, fatta eccezione per le Professioni Sanitarie, che sono a numero programmato ma a livello locale, con test differenziati per ciascun ateneo. Ecco il calendario ufficiale: Medicina e Chirurgia - Odontoiatria e Protesi Dentaria in lingua italiana, 8 aprile 2014; Medicina Veterinaria, 9 aprile 2014; Corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla professione di Architetto, 10 aprile 2014; Medicina e Chirurgia in lingua inglese, 29 aprile 2014; Professioni sanitarie, 3 settembre 2014. Nelle prossime settimane saranno emanati i relativi decreti con programmazione dei posti disponibili, modalità,contenuti dei test”

° Quale sindacato aveva dato l’allarme?
L’ANIEF è stato consapevole degli effetti che l’art.1 c.1, DPR 122/2013 avrebbe avuto sugli automatismi stipendiali; l’informativa MEF n.157/2013 ora li chiarisce.
L’ANIEF è l’unico sindacato che aveva capito l’ordito di questa operazione: il D.P.R. n. 122 del 4 aprile 2013 - entrato in vigore il 9 novembre 2013, che per il personale del Comparto Scuola ha prorogato al 31 dicembre 2013 quanto era stato disposto con l’art.9 comma 23 del D.L. 78/2010 (cioè, che per il personale docente e A.T.A., gli anni 2010-2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali) – preclude ogni possibilità di coprire gli scatti di carriera e gli aumenti contrattuali; in effetti, adesso, il MEF dispone, per gli aumenti accreditati in busta paga per scatto di carriera, il recupero mediante rate di € 150,00 lorde (fino a concorrenza del debito). Alessandra Ricciardi (ItaliaOggi, 31.12.2013) fornisce il quadro dei destinatari del “recupero”: Chi sono i destinatari della misura? «Il personale già oggetto di applicazione, su rata aprile 2013, del Ccnl e per il quale non risultassero, successivamente a tale rata, interventi di ricostruzione di carriera da parte di codesti Uffici responsabili del trattamento economico. Si precisa, inoltre, che l'intervento ha interessato anche il personale immesso in ruolo nell'anno 2013, purché l'immissione in ruolo da parte di codesti Uffici non sia stata effettuata in data successiva al 25 ottobre 2013, data di pubblicazione sulla G.U. del D.P.R. in oggetto. Per il personale che prima dell'applicazione risultava con maturazione della progressione economica nel corso dell'anno 2013 sono stati accertati crediti erariali che verranno recuperati con rate di importo fisso lordo di 150 euro». Insomma, coloro che perdono lo scatto sono quelli che non sono rientrati nell'accordo sottoscritto tra Aran e sindacati per il recupero dell'anno 2011 e che hanno avuto il pagamento dell'aumento fino all'entrata in vigore del dpr”. Due tipologie di lavoratori che verrebbero colpiti in modo pesante sono quella di coloro che dovranno o vorranno andare in pensione dal settembre 2014 essendo privati del riconoscimento allo scatto stipendiale che era stato attribuito, e quella dei nuovi immessi in ruolo. Curnuti e vastuniati, è il caso di dire, perché nel frattempo - in modo improvvido come l’ANIEF ha ripetutamente ammonito – sono intervenuti accordi tra il MIUR e sindacati “rappresentativi” affinché le risorse per pagare gli scatti fossero attinte dalle risorse stesse della Scuola; come dire: un diritto contrattuale ve lo fate pagare abbassando il livello dell’offerta formativa. Sorpreso dalla svolta a U, il segretario CISL, Francesco Scrima ha dichiarato che si tratta di una “provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta” (un duello con Saccomanni ?). Meno bellicoso, il residente Pacifico (nomen, homen) programma di ricorrere alla Corte Europea: “Venisse confermato il blocco stipendiale, centinaia di migliaia di lavoratori subirebbero una palese diversità di trattamento rispetto ai magistrati e agli avvocati dello Stato…” - La Corte costituzionale ha annullato, con la sentenza n.223/1022, l’art. 9, c. 21 della L. 122/2010. (n.d.r.) - Il sindacato invita tutto il personale della scuola a costituirsi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo. L’obiettivo è ribaltare nelle aule di giustizia quanto deciso dal Governo e avallato dal Parlamento. Non vi sono altre possibilità, ormai, per difendere il potere di acquisto degli stipendi e la professionalità di chi opera nella P.A.” Ai sindacati collateralisti chiediamo sagacia (in atto, stanno trattando con il MIUR per il recupero dell'annualità) nel contrattare con decisori politici di questa razza perché, negli anni, la contrattazione morbida ha prodotto il declino dello status socioeconomico del personale scolastico (in modo marcato, dei professori).

° Dicono “Europa”. Ma solo se non costa
La battaglie più importante (non fosse altro che per il fatto che da essa dipende il futuro lavorativo di oltre 100mila colleghi) che l’ANIEF ha ingaggiato è quella dinanzi alla Corte di Giustizia europea, e attendiamo una sentenza che ponga fine alla difformità tra la normativa italiana e il diritto comunitario, in materia di precariato.
Già sul governo italiano (ma sarebbe meglio dire, sui contribuenti) pende una procedura di infrazione per l’abuso dei contratti a tempo determinato, avviata nei confronti dell’Italia; si prospetta una sanzione milionaria all’Italia. La Direttiva 1999/70/CE sulla reiterazione dei contratti a termine ha fissato in tre anni di servizio (anche non continuativi) la quota lavorativa minima per accedere all’assunzione a tempo indeterminato; recependo questa Direttiva, con il decreto legislativo 368/2001, il nostro governo ha, però, escluso il personale della Scuola dall’applicazione. La discriminazione colpisce oltre 100mila supplenti (tra docenti, personale Ata ed ausiliari) che ogni anno vengono assunti e poi licenziati al termine delle lezioni. Questa scelta politica (12 anni di miopia politica di tutti i governi che si sono succeduti) e la malevolenza manifestata, reiteratamente in varie forme, nei riguardi del personale scolastico sono all’origine della drammatica condizione lavorativa dei precari della Scuola. Li hanno proprio messi all’angolo. La loro condizione economica è tale che c’è tra loro chi si interroga se sia meglio accettare una breve supplenza o mantenere l’indennità di disoccupazione. E’ un’alternativa indegna di un Paese civile. Noi dell’ANIEF siamo orgogliosi di essere stati e di essere a servizio dei precari, con fermezza. Un anno addietro, il Presidente Pacifico portò agli uffici di Bruxelles e di Strasburgo valige di denunce reclamando giustizia per i precari della Scuola. La ratio del monito della Commissione europea allo Stato italiano è, in ultima istanza, questa: Non è consentito ai governi della UE disporre trattamenti differenti in fatto di stipendi, di progressione di carriera, di diritti contrattuali, per funzioni lavorative uguali, tra personale di ruolo e personale precario. Questa è, appunto, la tesi da sempre sostenuta dall’ANIEF.

° Inefficienza e scandaloso palleggiamento delle responsabilità
Non a tutti i supplenti è stato pagato lo stipendio perchè non tutte le scuole hanno trovato la disponibilità dei fondi necessari per effettuare i pagamenti.
Lo scorso 24 dicembre, sul sito istituzionale del MIUR, la D.G. per la politica finanziaria e per il bilancio comunicava che si era proceduto a caricare sui POS di ciascuna scuola gli importi per i pagamenti, sul “cedolino unico” supplenze brevi e saltuarie, dei contratti al 15 dicembre 2013.
Tuttavia, molte scuole, riferisce latecnicadellascuola.it , non hanno potuto pagare gli stipendi ai supplenti. Riportiamo: “Il Miur parla di un contrattempo legato al funzionamento della piattaforma NoiPA (è utilizzata per l'accredito dei fondi e per consentire ai diretti interessati di visualizzare il proprio cedolino) ma il sospetto è che si debba attingere ai fondi del nuovo esercizio finanziario. …Il dubbio, a questo punto, è che il ritardo sia voluto ed abbia una sua spiegazione di natura contabile. Se i fondi (poco meno di 90milioni di euro in tutto come peraltro noi stessi avevamo stimato già diversi giorni addietro) non vengono accreditati entro il 31 dicembre è forse perché il capitolo "spese per supplenze temporanee" è già esaurito e allora si aspettano i primi giorni di gennaio per poter attingere ai fondi del nuovo esercizio finanziario…. D'altronde la tecnica di spostare sul successivo esercizio finanziario spese che risultano scoperte non è nuova, anche se le regole sulla contabilità generale dello Stato la vietano espressamente…. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e forse se ne capirà qualcosa di più”. (Fonte: www.latecnicadellascuola.it - 29/12/2013)

° Studiare in carcere
Dai dati (relativi al 2012) forniti dal Ministero della Giustizia risulta che pochi tra i detenuti che frequentano i corsi di istruzione primaria, quelli secondari e quelli universitari ottiene la promozione e il titolo di studio.
Gli iscritti sono stati oltre 16.000, suddivisi in 953 corsi diversi primari e secondari e nei corsi universitari; quasi novemila sono di origine straniera. Appena il 42,4% ha conseguito il passaggio alla classe successiva. Tra i 316 detenuti (tutti maschi) che hanno frequentato corsi universitari, soltanto 10 hanno conseguito la laurea nel 2012; in 13 anni sono stati appena cento (metà dei quali stranieri). (Fonte: Il Messaggero - 29/12/2013)

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