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· La Legge “di stabilità” 2011, in commissione Cultura della Camera dei deputati

La Commissione istruzione, università e ricerca, beni e attività culturali, editoria e sport ha discusso, in sede consultiva, la Legge di stabilità (l’ex Legge finanziaria), e il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.

Contiene altri tagli di spesa nei settori di competenza della Commissione: Scuola, Università e altre istituzioni che hanno come fine istruzione e conoscenza. Per lo sport e lo spettacolo sono disponibili 2 milioni di euro; per cultura ed editoria ci sono tagli per quasi 150 milioni rispetto all’anno scorso.

 

· Caritas e Migrantes hanno presentato il Dossier Statistico “Immigrazione 1991-2010: per una cultura dell'altro”, un’ampia documentazione in 50 capitoli

Il Primo Rapporto sull'Immigrazione Caritas-Migrantes fu pubblicato nel 1991. In Italia, negli ultimi 20 anni, la popolazione immigrata è cresciuta di quasi 20 volte; i regolari sono 4 milioni e 919 mila. Le comunità più numerose sono la romena e l’albanese.

L'Introduzione al volume tratta 3 nodi della latente avversione agli immigrati di non pochi italiani.

1. Crisi economico-occupazionale. Si evidenzia come gli effetti negativi della crisi mondiale si siano fatti sentire in Italia con: il crollo della produzione e degli investimenti; la diminuzione di 380mila posti di lavoro e del tasso di attività; l’aumento del tasso di disoccupazione e dei disoccupati (2 milioni e 45mila). Si registra una diminuzione nella crescita del prodotto interno lordo: 3,8% negli anni ’70, 2,4% negli anni ’80, 1,4% negli anni ’90, 0,3% negli anni 2000; il rapporto tra Pil e debito pubblico, pari al 95,2% nel 1990, è passato al 109,2% nel 2000 ed è stimato pari al 118,2% alla fine del 2010 (il rapporto più alto, tra tutti gli Stati membri dell’UE). In questo contesto, non solo si è ridotto l’afflusso degli immigrati, ma anche molti di essi sono stati licenziati e in parte costretti a lasciare il paese o ad entrare nell’irregolarità. L’ultima regolarizzazione s’è chiusa a settembre 2009, con quasi 300mila domande. Nella prospera Lombardia, nel 2015, le persone con oltre 65 anni saranno tre milioni, un milione in più rispetto al 2010, con un fabbisogno esponenziale di servizi nel comparto assistenza alle persone. Gli immigrati contribuiscono al prodotto interno lordo per l’11,1% (stima di Unioncamere per il 2008). È auspicabile estendere i rimpatri assistiti anche a favore degli irregolari ridimensionando così sia i lucrosi affari del traffico di esseri umani (2,5 miliardi di dollari nel mondo, secondo l’Onu), sia l’enorme diffusione del mercato del lavoro non regolare (il 12,2% del totale, secondo l’Istat).

2. Immigrazione e criminalità. La criminalità è aumentata, nel tempo, meno dell’aumento della popolazione straniera, ed è diminuita negli anni 2008-09. Non v’è correlazione tra aumento delle denunce contro stranieri è aumento del loro numero. Gli italiani temono principalmente i nuovi immigrati ma il Rapporto Cnel mostra che il tasso di criminalità addebitabile alla immigrazione recente è diminuito. Italiani e stranieri hanno nel complesso un tasso di criminalità simile.

3. L’integrazione. La capacità di spesa delle famiglie, italiane e immigrate, si è notevolmente contratta, come attestato anche dall’espansione del microcredito. Gli immigrati rendono al sistema pubblico più di quanto assorbono in termini di servizi e assistenza. Solo il 68% della popolazione immigrata regolare è iscritto al Servizio Sanitario Nazionale. Le madri straniere sono state escluse dal beneficio del bonus bebé, così come i capifamiglia stranieri trovano difficile accedere ai benefici sociali erogati dagli Enti Locali. Di questi nuovi cittadini l’Italia ha bisogno per andare incontro al suo futuro: lo dice l’analisi sociale, lo impone una cultura autenticamente evangelica.

(Fonti: Infohandicap anno V NEWSLETTER N. 72 28/10/10; Non Profit On Line; www.caritasitaliana.itwww.caritasroma.it)

 

· La Camera si pronuncia per l’integrazione dei minori migranti non accompagnati.

I deputati hanno approvato (20 ottobre 2010) all’unanimità una mozione.

La mozione per la difesa e la tutela dei minori non accompagnati chiede al Governo di garantire loro uno status giuridico, e di rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l’integrazione; ciò a tutela di bambini e ragazzi assai vulnerabili: perché minori, perché migranti e perché non accompagnati.

 

Lo scorso giovedì 28 ottobre, abbiamo pubblicato, nella rubrica Aggiornamenti in progress, una riflessione sugli orientamenti di politica scolastica e sui programmi per la scuola che il PD si proporrebbe di attuare quando fosse al governo. Con questa nota diamo ora occasione ai nostri lettori di farsi un’opinione sul merito delle proposte programmatiche del PD quali sono enunciate nel documento “Guardiamo al futuro. 10 proposte per la scuola di domani”, e nei 4 documenti (dei gruppi di lavoro coordinati da Giovanni Bachelet, Giancarlo Sacchi, Mila Spicola e Annalisa Vittore), redatti da esperti, associazioni professionali (ANIEF compresa), parti sociali, insegnanti, dirigenti, amministratori, rappresentanti di partiti e movimenti, al I Seminario Nazionale La scuola alla riscossa: come rilanciare la pubblica istruzione” (25/26 settembre, organizzato dal ForumPolitiche dell'Istruzione del PD).

Il Documento 10 proposte per la scuola di domani” è articolato in una premessa e dieci paragrafi; lo utilizziamo per questa nostra sintesi integrandolo con i contenuti elaborati nel citatoSeminario Nazionale. Facendo riferimento agli Obiettivi di Europa 2020, la Premessa riporta i dati di “un vero e proprio allarme educativo” in Italia: dal rapporto 2009 dell’ISTAT risulta che 2 milioni di giovani tra 15 e 24 anni non sono a scuola né al lavoro (il tasso di abbandono scolastico è del 22%); dal Rapporto Ocse 2010 risulta al 5,7% del Pil la media della spesa in istruzione nei paesi UE, e in Italia al 4,5. Ecco i dieci punti.

Primo Punto.Un nuovo piano straordinario per un’educazione di qualità 0-6”, tra altro dice:

Vogliamo la riunificazione del sistema di educazione prescolare. Serve un nuovo piano straordinario triennale per l’implementazione del sistema territoriale dei servizi educativi della prima infanzia, per raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura. Vogliamo trasformare l’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto educativo di ogni bambino… I divari abnormi tra nord e sud del Paese nei livelli di istruzione, si spiegano anche così: nel mezzogiorno sono pochissimi i posti al nidoe una rarità il tempo pieno nella scuola primaria”. “La scuola di domani deve prevedere organicamente, a partire dall’asilo nido, un’offerta formativa prescolare di qualità, volano per il benessere attuale e futuro dei bambini, aiuto fondamentale nell’impegno educativo e nella conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei genitori, sostegno allo sviluppo come fonte di occupazione diretta e indiretta, strumento fondamentale di coesione sociale, lotta contro l’esclusione, integrazione linguistica per chi (italiano o immigrato) a casa non parla bene italiano. (Gruppo A, Seminario).

Secondo Punto. La scuola primaria: nessun bambino sia lasciato indietro,tra altro dice:

I modelli del tempo pieno e del modulo con le compresenze degli insegnanti sono considerati un'eccellenza a livello europeo, e producono, grazie al lavoro in piccoli gruppi, i più alti livelli di apprendimento degli alunni… I gioielli di famiglia del sistema scolastico, tempo pieno e modulo a 30 ore con compresenze, li rimetteremo in vetrina e estenderemo in tutta Italia”. Per gli alunni nati in Italia da famiglie immigrate.., ed ancora di più per chi raggiunge il nostro Paese durante l’infanzia e l’adolescenza, la scuola non deve solo essere il luogo della piena integrazione, ma deve essere strutturalmente preparata ad un’accoglienza che offra il raggiungimento della piena conoscenza della lingua italiana” (Gruppo C, Seminario).

Terzo Punto. ”Una scuola autonoma nel sistema delle autonomie locali ,tra altro dice:

Il Partito Democratico propone…una trasformazione profonda del funzionamento del Ministero dell’Istruzione. Il Ministero deve potenziare e qualificare le proprie funzioni di indirizzo, di programmazione alta, di verifica, valutazione e controllo… Gli uffici scolastici regionali devono essere trasferiti per le loro competenze e per la maggioranza del personale dipendente alle Regioni. Alle Regioni spetta definire il dimensionamento e il numero delle autonomie scolastiche, la distribuzione nel territorio delle scuole, le specializzazioni nella scuola superiore”. A proposito di questa territorializzazione della scuola – in passato vista con sospetto dalla Sinistra, timorosa delle eventuali sperequazioni qualitative da regione a regione -, il PD auspica che le scuole divengano “il presidio pedagogico” del territorio”, al quale “trasmettere”i principi che fondano la convivenza civile dando sostanza a una dimensione civica conforme ai principi della Costituzione. “La scuola è un’istituzione della Repubblica il cui fine è l’istruzione e la trasmissione dei principi costituzionali che fondano la convivenza civile. Essa realizza questa missione attraverso una comunità educante capace di esprimere una propria progettualità”. (Gruppo A, Seminario). “Nel definire i costi standard occorre far riferimento alla quota capitarla, calcolata sulla base di indicatori di carattere qualitativo e quantitativo, riferita tra altro., ad ogni ragazzo in età scolare, ponderata sulla base delle caratteristiche socio-culturali e geomorfologiche del territorio, sulla base della presenza di alunni disabili e di alunni stranieri”. “Allo Stato compete l’individuazione dei costi standard e degli interventi perequativi. Tale percorso dovrà andare di pari passo con quello del federalismo fiscale. Alle Regioni dovranno inoltre essere attribuite le risorse di personale necessarie, che andranno poi assegnate alle scuole e gestite sulla base di un adeguato organico di istituto, fermo restando lo stato giuridico nazionale. Le Regioni dovranno partecipare alla definizione del contratto collettivo nazionale di lavoro” (Gruppo B, Seminario). “Le scuole potranno formalizzare e regolare il contributo delle diverse organizzazioni sociali alla propria vita ed attività. L’autonomia deve comunque promuovere la partecipazione democratica…. Per favorire la funzione dirigente c’è bisogno di un quadro normativo chiaro sulla base del quale poter costruire in maniera trasparente il processo decisionale (Gruppo B, Seminario)

Non si chiarisce, però, se l’accresciuta partecipazione democratica del Collegio dei docenti nel processo decisionale, può attingere, nell’auspicio del P.D., almeno il livello che aveva con i Decreti Misasi (si eleggevano i collaboratori del d.s.). “Principi della Costituzione e alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Questi due pilastri della democrazia implicano oggi la promozione di una cittadinanza attiva in una società e quindi in una scuola sempre più multiculturale che richiede contemporaneamente conoscenza delle proprie radici e capacità di dialogo. Una cittadinanza che diventi, dunque, interculturale, anzi che si fondi via via su comuni valori che rendano solida e consapevolmente partecipata la convivenza: i valori che già sono mirabilmente sintetizzati nella Costituzione italiana” (Gruppo C, Seminario). “In Italia la laicità è intrecciata con la scuola fin dalla sentenza 203/1989 della Corte costituzionale, che ha elevato la laicità a principio supremo dell’ordinamento costituzionale. Da allora la composizione religiosa della popolazione italiana è mutata radicalmente per effetto dell’immigrazione, la secolarizzazione è avanzata, la Lega ha tentato di trasformare i simboli cristiani in strumenti identitari di esclusione. La sfida del nostro tempo è sviluppare una comune cultura laica e repubblicana, capace di contribuire alla civile e fraterna convivenza di una società multireligiosa e secolarizzata. Ad affrontare vittoriosamente questa sfida la scuola pubblica può dare un contributo inestimabile, apprezzando e valorizzando tutte le tradizioni e, al tempo stesso, seminando nelle famiglie dei vecchi e nuovi italiani i principi della Costituzione” (Gruppo C, Seminario).

Quarto Punto. ”Dai livelli essenziali delle prestazioni (LEP) ai livelli essenziali degli apprendimenti e delle competenze (LEAC)” ,tra altro dice:

La sfida che il PD vuole lanciare su questo tema è nel declinare i LEP come livelli essenziali di apprendimenti e competenze necessari per garantire l’unitarietà dell’ordinamento dell’istruzione”. “La definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) deve garantire pari opportunità a tutti i cittadini, superando con adeguate risorse perequative le disparità territoriali. (Gruppo A, Seminario). “I Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) sono il banco di prova del nuovo orizzonte di governo del sistema; non possono indicare i livelli minimi dell’intervento statale, meno che mai al fixing attuale; per la loro definizione si devono invece coinvolgere i territori, comprese le autonomie scolastiche” (Gruppo B, Seminario). Si dovrà realizzare un nuovo protagonismo degli studenti attuando metodiche innovative, e una didattica e interattiva, flessibile,centrata sul metodocooperativo-laboratoriale… L’autonomia dovrà consentire alle scuole di attuare nuove modalità di organizzazione dei tempi, degli spazi, dei gruppi. Quanto ai curricoli: “La cultura umanistico-classica e occidentale dovrà essere integrata in proporzione più equilibrata rispetto al passato da altre culture, storie, antropologie, e dovrà darsi più ampio spazio alla cultura scientifica,statistica, giuridica ed economica fin qui fortemente penalizzate”. “L’offerta formativa dovrà sia mettere in atto l’analisi dei fabbisogni e l’attenzione alla domanda sociale del territorio, sia evidenziare i nuclei fondamentali dei saperi e della didattica, per arrivare ad un curriculum suddiviso in: obbligatorio, opzionale e facoltativo (Gruppo B, Seminario).

Quinto Punto. ”Risorse umane e finanziarie certe per la scuola”, tra altro dice:

Dagli organici di diritto e di fatto, all’assegnazione di un organico funzionale a ciascuna scuola autonoma. La scuola autonoma, per poter assolvere pienamente il proprio mandato educativo ha bisogno di una stabilità pluriennale delle risorse finanziarie e professionali… Per questo proponiamo il superamento della distinzione tra organico di diritto e organico di fatto, per passare all’assegnazione a ciascuna scuola autonoma di un Organico Funzionale, che includa per reti di scuole anche una quota di personale per le supplenze brevi e professionalità specializzate a supporto dei ragazzi con bisogni speciali (autismo, dislessia, discalculia, etc). L’assegnazione deve poter essere almeno triennale, e concordata con la programmazione attuata dagli Enti Locali”. “L’organico funzionale di istituto potrà rendere disponibili insegnanti con contratto a tempo indeterminato non ancora titolari di specifico posto di insegnamento” (Gruppo C, Seminario).

Sesto Punto. ”Un moderno sistema di valutazione ”, tra altro dice:

La piena autonomia necessità di un sistema di valutazione di carattere nazionale indipendente dal Ministero e responsabile verso il Parlamento, che includa la valutazione dell’intero sistema scolastico, delle scuole, dei dirigenti e dei docenti - su base volontaria in relazione all’avanzamento di carriera”. Si provvederebbe, e questo è un punto di affinità con la Gelmini, a differenziare la retribuzione dei docenti “premiando il merito dei docenti e individuare una metodologia per evidenziarlo, fondata su riscontri oggettivi e sulla reputazione” (Fioroni).

Settimo Punto“Formare e reclutare gli insegnanti di domani”, tra altro dice:

La stabilità del personale è essenziale… Occorre perciò rendere immediatamente disponibili per l’immissione a tempo indeterminato i posti attualmente coperti con incarico annuale e riprendere in prospettiva il piano di stabilizzazioni intrapreso dal governo Prodi… Contrariamente a quanto finora previsto, il nuovo sistema di formazione iniziale dovrà valorizzare le esperienze positive maturate nell’ambito delle SSIS, e in particolare i supervisori… E’ necessario introdurre una formazione in servizio obbligatoria e certificata. La continuità didattica è un bene essenziale: salvo rare e motivate eccezioni, il personale docente dovrebbe rimanere in servizio presso la stessa scuola per non meno di 3 anni. L’accesso all’insegnamento deve avvenire in ogni caso per pubblico concorso; rimane aperta la scelta sull’ambito territoriale in cui il concorso può essere effettuato, fermo restando il pari diritto di accesso per tutti i cittadini italiani (e ormai anche dell’Unione Europea, unico vincolo essendo quello della conoscenza della lingua)…. Non riteniamo che ci siano le condizioni giuridiche e gestionali per affidare il reclutamento alla scelta delle singole scuole… Auspichiamo l’introduzione della “carriera” dei docenti e la possibilità di figure professionali diversificate per affrontare la sfida della complessità educativa alla quale l’autonomia deve rispondere”. E’ l’aspetto che ci coinvolge come sindacato: il PD vuol dotare le reti di scuole di un Organico funzionale all’autonomia, con una pluralità di presenze professionali differenti per dare alle scuole stabilità pluriennale di risorse. Ciò è realizzabile con una spesa modesta (la magistratura amministrativa impedirà i risparmi del Miur su ferie e progressione di carriera dei supplenti precari) abolendo la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto e strutturando una quota di personale stabile per le supplenze brevi, e professionalità specializzate a supporto degli alunni con bisogni speciali. Questo sistema consentirebbe oltretutto il superamento del precariato scolastico (il PD si impegnerebbe a rendere immediatamente disponibili per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato i postiattualmente ricoperti con incarico annuale). “I percorsi di apprendimento e gli ordinamenti dovrebbero basarsi sull’acquisizione della conoscenza per competenze anche nelle scuole, ma i docenti sono spesso impreparati a questo tipo di didattica. Sono quindi urgenti iniziative formative specifiche, a carattere universale, rivolte agli insegnanti e agli operatori della formazione professionale, e sistemi di attendibile valutazione dei risultati, diversi da quelli basati sulla media dei voti attribuiti, capaci di cogliere e valorizzare le professionalità esistenti” (Gruppo D, Seminario).

Ottavo Punto“Cambiare la scuola per dimezzare la dispersione scolastica. Il passaggio cruciale dalla pre adolescenza all’adolescenza”, tra altro dice:

Il punto di sofferenza è lo snodo dagli 11 ai 16 anni, che coincide con il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza ed è il punto debole dell’azione orientativa. E’ qui che si registra il tasso più alto di dispersione scolastica, con punte del 30%, soprattutto nel primo anno degli istituti professionali e tecnici… E’ necessario rendere effettiva la pari dignità dei percorsi e la loro equivalenza formativa (bienni, licei, tecnici, professionali e formazione professionale) indicando con precisione le competenze culturali in uscita riferite ai quattro assi culturali del biennio, in modo da garantire i passaggi da un indirizzo all’altro senza costringere gli studenti a dover affrontare gli esami di idoneità”. “..consentire circolarità e mobilità effettive tra differenti opportunità attraverso il riconoscimento, la validazione, la certificazione pubblica dei crediti e delle competenze e l’accreditamento delle strutture formative, secondo l’accordo Stato-Regioni del 2008” .(Gruppo D, Seminario).Quello della equiparazione e delle passerelle tra ordini scolastici è un impegno pluridecennale al quale si deve ormai dare seguito. “Si deve ristabilire senza equivoci l’obbligo d’istruzione a 16 anni, rivedendo in modo unitario l’insieme costituito dalle attuali medie e il primo biennio delle superiori nel passaggio cruciale dalla preadolescenza all’adolescenza” (Gruppo A, Seminario).

L’obbligo d’istruzione impartita per almeno dieci anni e il conseguente innalzamento da 15 a 16 anni dell’età per l’accesso al lavoro sono nell’art.1 com. 622 della legge 296/2006, la prima finanziaria dell’ultimo governo Prodi. La legge Biagi (53/2003) che consentiva l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione attraverso l’alternanza scuola-lavoro col contratto di apprendistato, non fu mai esplicitamente abrogata. Caduto anzitempo il governo Prodi senza aver completato la riforma del biennio superiore, la destra con la legge 133/2008 ha reso l’obbligo scolastico assolvibile anche frequentando percorsi di istruzione o formazione professionale. Di fronte ad un apprendistato di qualità altoatesina e/o a percorsi scuola-lavoro nell’ultimo tratto dell’obbligo, purché ben controllati e guidati dalla scuola e dagli enti locali, questo nostro seminario, come anche precedenti discussioni promosse dal PD, ha registrato anche qualche apertura… L’impresa dovrebbe possedere condizioni specifiche da controllare e monitorare. Viene sottolineata la necessità di una riconfigurazione per il rilancio dell’istituto dell’apprendistato, ristabilendone la essenziale valenza formativa, collegandolo strutturalmente con la scuola come nel caso altoatesino, liberandolo dalle altre finalità con cui è stato prevalentemente utilizzato”. (Gruppo D, Seminario).

Nono Punto “Istruzione e formazione professionale di qualità, per rilanciare il Made in Italy nel mondo”, tra altro dice:

Occorre connettere organicamente il sistema dell’istruzione, di competenza dello Stato, il sistema della formazione professionale, di competenza delle Regioni nonchè le competenze dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali relative allo sviluppo e al lavoro. Non è opportuna la unificazione tra i due sistemi, che farebbe perdere le proprie peculiari caratteristiche... Il divario territoriale è una delle criticità rilevanti... Occorre maggior controllo sulla spesa per la formazione e sull’impiego dei fondi strutturali comunitari. L’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) va potenziata e gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) vanno istituiti come esperienze di formazione terziaria non accademica… L’effettiva co-progettazione fra scuola e imprese dei percorsi, e in particolare degli stage, vetrina delle aziende, è uno strumento potente, se ben concepito e utilizzato. Vanno infine individuate forme efficaci di monitoraggio e controllo. Occorre un provvedimento per riconoscere il diritto individuale all’apprendimento permanente.. Anche la formazione continua va riconsiderata, nel senso di orientare le iniziative verso i soggetti che sono più bisognosi di essere formati, aggiornati, riconvertiti, e sono più a rischio di perdita del posto di lavoro. Occorre anche un maggior coordinamento tra programmazione regionale e programmazione dei fondi interprofessionali, ampliandone il campo di intervento (apprendisti, lavoratori atipici e discontinui)”. “L’attività del centro provinciale istruzione adulti (CPIA), nuovo nome del vecchio CTP (centro territoriale permanente per l'istruzione e la formazione in età adulta) può essere rivolta con successo anche al recupero della dispersione giovanile, in quanto si presta ad essere svolta in modo personalizzato, con l’obiettivo di rafforzare l’autostima, consentendo anche rientri nella scuola e inserimenti nel mercato del lavoro, attraverso rapporti non episodici con le imprese del territorio” (Gruppo D, Seminario).

Decimo PuntoUn piano straordinario per l’edilizia scolastica”, tra altro dice:

Due edifici scolastici su tre non sono a norma di legge, per questo è urgente mettere subito in sicurezza il 65 per cento delle scuole italiane… tanti Istituti funzionano fuori norma ed in violazione del decreto che per la sicurezza antincendio prevede la permanenza in classe di non più di 26 persone in presenza di una unica porta quale via di fuga; ora a causa dell’aumento del numero degli alunni per classe, deciso dal Governo in carica, spessissimo il limite viene sforato giungendo anche ad avere presenti in classe più di 38 alunni .. Il Partito democratico propone un piano straordinario per la manutenzione, la messa in sicurezza degli edifici scolastici e l’edificazione di nuove scuole… facendo intervenire nel controllo e nell’indirizzo dell’utilizzo delle risorse per l’edilizia scolastica il consiglio di istituto delle scuole autonome, rimotivando così anche la partecipazione dei genitori e degli studenti, oltre che dei docenti e di tutti coloro che nell’istituto operano.

 

· Esami di Stato d'istruzione secondaria di secondo grado per l'anno scolastico 2010/2011 - Termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione 
La prima prova scritta dell’esame di Stato di istruzione secondaria di secondo grado si svolgerà il giorno 22 giugno 2011. In sintesi, la C.M. n 85 Prot. 7234 - 13 ottobre 2010.
Per l’a.s. 2010/2011, si confermano le disposizioni impartite nei decorsi anni scolastici con la C.M. n.90 del 26 ottobre 2007, la C.M. n.77 del 25 settembre 2008, la CM n. 85 del 15 ottobre 2009..… 
Le date relative all’anno scolastico 2007/2008… si intendono riferite anche all’a.s. 2010/2011……..:
- 30 novembre 2010, termine presentazione della domanda, da parte dei candidati interni, al d.s.;
- 30 novembre 2010, termine presentazione della domanda da parte dei candidati esterni ai Direttori Generali della Regione di residenza. I candidati indicano almeno tre istituzioni scolastiche in cui intendono sostenere l’esame e dichiarano la lingua e/o lingue straniere presentate…
- 31 gennaio 2011, termine presentazione della domanda da parte degli alunni frequentanti la penultima classe per abbreviazione per merito;
- 31 gennaio 2011, termine presentazione di eventuali domande tardive ai DD.GG. degli UU.SS.RR
- 20 marzo 2011, termine presentazione della domanda al D.G. dell’U.S.R. di residenza da parte di alunni che cessino la frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2011 e prima del 15 marzo 2011…
Ai sensi dell’articolo 6, comma 2 del DPR  22 giugno 2009, n.122, sono ammessi, a domanda, per abbreviazione per merito, direttamente agli esami di Stato del II ciclo gli alunni della penultima classe che hanno riportato, nello scrutinio finale, non meno di otto decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline e non meno di otto decimi nel comportamento, che hanno seguito un regolare corso di studi di istruzione secondaria di II grado e una votazione non inferiore a sette decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline e non inferiore a otto decimi nel comportamento negli scrutini finali dei due anni antecedenti il penultimo, senza essere incorsi in ripetenze nei due anni predetti. Le votazioni suddette non si riferiscono all’insegnamento della religione cattolica. Sono ammessi agli esami di Stato gli alunni dell’ultima classe che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente, e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi (art.6, comma 1, D.P.R. 22 giugno 2009,n.122). … Per gli studenti di tutte le classi di istruzione secondaria di II grado, ai fini della valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta, ai sensi dell’art.14, comma 7 del DPR 22 giugno 2009, n.122, la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato. Le istituzioni scolastiche possono stabilire, per casi eccezionali, analogamente a quanto previsto per il I ciclo, motivate e straordinarie deroghe al suddetto limite. Tale deroga è prevista per assenze documentate e continuative, a condizione, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati. Si precisa che il voto di comportamento concorre alla determinazione dei crediti scolastici (articolo 4, c.2, D.P.R. 22 giugno 2009, n.122). I candidati esterni provvisti di idoneità o di promozione all'ultima classe, ovvero di ammissione alla frequenza di detta classe, ottenuta in precedenti esami di maturità o di abilitazione ovvero di qualifica professionale quadriennale, dello stesso corso di studio, sostengono l'esame preliminare sulle materie dell’ultimo anno. Sostengono l’esame preliminare sulle materie dell’ultimo anno i candidati esterni che abbiano frequentato l’ultimo anno di corso nell’anno o negli aa.ss. precedenti e, ammessi all’esame di Stato, non abbiano conseguito il relativo Diploma; così i candidati esterni che abbiano superato nell’anno o negli anni precedenti l’esame preliminare e, ammessi all’esame di Stato, non abbiano sostenuto le relative prove, ovvero non le abbiano superate… L'esito positivo degli esami preliminari, anche in caso di mancato superamento dell'esame di Stato, vale come idoneità all'ultima classe del tipo di istituto di istruzione secondaria di II grado cui l'esame si riferisce. L'esito degli esami preliminari, in caso di non ammissione all'esame di Stato, può valere, a giudizio del consiglio di classe o delle apposite commissioni d'esame di cui all'art. 4 della O.M. n.44 del 5-5-2010, come idoneità ad una delle classi precedenti l’ultima, o idoneità all’ultima. Tale disposto si applica anche in caso di mancata presentazione agli esami di Stato. I dd.ss. delle scuole paritarie e legalmente riconosciute, subito dopo il 30 novembre, comunicano al competente D.G. regionale il numero ed i relativi nominativi dei candidati interni agli esami di Stato.
 

· Quali sono gli orientamenti di politica scolastica; quali programmi per la scuola il PD attuerebbe ove fosse al governo ?.
Nel dicembre 2000, il Parlamento approvava il “Programma quinquennale di progressiva attuazione della legge 30/2000” (Risoluzione della Camera n.6.00155, e del Senato n.6.00057) e fu il canto del ciclo del progetto Berlinguer era stato elaborato attraverso un lustro di densa progettualità e con l’intervento di studiosi prestigiosi. Il PD è rimasto frastornato per dieci anni, tanta è stata la delusione di quel fallimento (per qualche tempo, il solo ricordo ha provocato malessere, nel PD), ma è tornato a formulare una proposta di politica scolastica recuperando serenamente alcune idee di quella elaborazione. Adesso si infittiscono le iniziative politiche del PD nelle aule parlamentari e nelle Commissioni competenti; si infittiscono le iniziative di studio, qual è stata quella di Modena, lo scorso 14 Ottobre, promossa da Berlinguer e dal Gruppo Parlamentari socialisti e democratici europei, e quali il primo Seminario Nazionale “La scuola alla riscossa: come rilanciare la pubblica istruzione” (25/26 settembre, organizzato dal Forum Politiche dell'Istruzione, e al quale l’ANIEF ha partecipato con interventi di Antonietta De Luca, Salvo Siciliano e Orazio De Giulii), e l’assemblea nazionale del PD riunitasi a Varese l'8-9 ottobre. L’intento di Bersani è nello slogan “Prepariamo giorni migliori per l’Italia”, e a elaborare le linee programmatiche sulla scuola operano personalità che nel PD hanno specifica competenza: Mariangela Bastico senatrice modenese del PD, già vice ministro dell’Istruzione, Manuela Ghizzoni, capogruppo PD in commissione istruzione alla Camera, la responsabile Scuola del PD, Francesca Puglisi, i siciliani Russo e Siragusa, Giovanni Bachelet, ed altri. L’ex ministro Fioroni, in una lettera al Corriere della Sera, ha confermato la intenzione del PD di attivare proposte di “un respiro più ampio” che non sia la, pur prioritaria, questione del precariato; così, Fioroni ha insistito sulla necessità di differenziare la retribuzione dei docenti (“premiare il merito dei docenti e individuare una metodologia per evidenziarlo, fondata su riscontri oggettivi e sulla reputazione”). ANIEF, in quanto ha la rappresentanza sindacale di una percentuale di giovani insegnanti, è d’accordo; per la sua stessa configurazione e per la natura delle adesioni che riscuote (al novanta per cento tra i professori giovani e giovanissimi) l’ANIEF è un’associazione professionale proiettata al futuro: la nostra base è formata da insegnanti di cultura e preparazione professionale molto elevata e adeguata al ruolo (la loro formazione iniziale, e la pluriennale esperienza didattica li collocano a livelli superiori rispetto al livello dei docenti di prima nomina che negli Anni Settanta e Ottanta erano mandati in cattedra attraverso i corsi abilitanti, nella logica del todos caballeros). Rispondendo all’articolo di Fioroni, a breve giro sullo stesso quotidiano, il Ministro Gelmini ha fatto un’apertura di credito: “La lettera dell’on. Fioroni sembrerebbe porre le basi per impostare il dibattito sulla scuola in modo finalmente nuovo e costruttivo”; sullo specifico del riconoscimento del “merito”, il Ministro ha sottolineato con compiacimento la “piena condivisione” su questo punto, con l’On Fioroni (è “un sistema ingiusto quello che continua a considerare nello stesso modo chi si impegna con efficacia e chi non lo fa”), e ha avuto buon gioco nell’evidenziare le distinzioni, su questo punto specifico, in seno all’opposizione parlamentare (“Questo egualitarismo ingiusto è stato anche la bandiera, anacronistica e populista, di una parte della sinistra”). I lavoratori della scuola hanno l’interesse di capire se l’apertura del Ministro è strumentale (a sopire la protesta contro i tagli degli organici: “Il Pd sia disponibile ad un grande tavolo di confronto sui contenuti delle riforme e che non si limiti a polemizzare solo sui tagli”), o se il governo è disposto a modificare la politica scolastica. 
 
· Notizie dal Centro InfoHandicap FVG
- Venerdì 29 ottobre. Alle ore 9.00, a Bologna nella Cappella Farnese e nell'Aula Magna della Facoltà di Scienze della Formazione, convegno dal titolo "Alunni con disabilità figli di migranti - Approcci culturali, questioni educative, prospettive inclusive”. La consistenza del fenomeno migratorio e l’impatto con i sistemi educativi e sanitari di accoglienza suscita problematiche organizzative, sociali e culturali; i servizi educativi e scolastici hanno un ruolo chiave nel facilitare i processi di integrazione/inclusione offrendo risposte adeguate alle trasformazioni sociali.
- Venerdì 29 ottobre. Alle ore 9.00, presso l'Auditorium comunale "L. Candoni" - Via XXV Aprile - di Tolmezzo (UD) convegno dal titolo "Dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia".
- Dal 28 ottobre al 5 novembre 2010. Presso l'Auditorium Parco della Musica a Roma, V Edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. In collaborazione con Consequenze e Blindsight Project, saranno 3 i film italiani in concorso più uno della sezione Alice nella Città che potranno essere seguiti anche dai disabili sensoriali (visivi e uditivi). INFO: Segreteria Blindsight Project - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.blindsight.eu.
(Fonte: Newsletter n° 71 del 26/10/10 del Centro InfoHandicap FVG)
 

 

· Permessi retribuiti di studio. Le domande entro il 15 novembre.

Reiterata la norma per le 150 ore di permesso retribuito (dpr 23 agosto 1988 n. 395).
Il personale della scuola, in servizio con contratto a t.i. o a t.d. di durata annuale o al termine delle attività didattiche, può chiedere di utilizzare i permessi di cui all’art. 3 del dpr 23 agosto 1988 n. 395. Occorre presentare domanda, per via gerarchica, al dirigente dell’Ufficio scolastico della provincia in cui si presta servizio, entro il 15 novembre. I permessi possono essere utilizzati da gennaio a dicembre (a cavallo di 2 anni scolastici), per frequentare corsi finalizzati al conseguimento di un diploma di laurea o di un diploma di scuola secondaria. Chi fruisce delle ore di permesso è tenuto a presentare al d.s. della scuola in cui presta servizio la certificazione di iscrizione, quella di frequenza e degli esami sostenuti. Le ore di permesso utilmente fruite sono valide come sevizio effettivo, a tutti i fini.
 
· Il codice disciplinare dei dirigenti scolastici 
Prevede, con riferimento all’art.16 del contratto della dirigenza scolastica, sanzioni in progressione, fino al licenziamento disciplinare.
La progressione inizia con le sanzioni pecuniarie (da 150 a 350 euro, in caso di comportamenti non conformi alla buona educazione, accettazione di regali di non modico valore, inosservanza non grave dei doveri d’ufficio, quali ad es., in materia prevenzione degli infortuni e di sicurezza). Il passaggio successivo è quello alla sospensione dal servizio e della retribuzione: - fino a 15 giorni nei casi meno gravi; - al massimo di tre mesi, con mancata attribuzione della retribuzione di risultato, nel caso di inadempienze o inerzie a seguito di condotte antidoverose dei dipendenti, o nel caso in cui la condotta del dirigente abbia esposto l’amministrazione a risarcimento di danni. Quando ricorrano casi di comportamenti del d.s. di rilievo penale, l’USR irroga la sospensione da un minimo di tre a un massimo di sei mesi, con mancata attribuzione dell’intera retribuzione, e fino all’eventuale licenziamento per comportamenti di grave rilievo penale.
 
· Il Ministro Gelmini conferma che intende procedere sulla linea della meritocrazia 
L’INVALSI sarà potenziato e affiancato da un nucleo di ispettori specializzati nella valutazione di sistema. Si daranno valutazioni non solo ai dirigenti ma anche ai docenti.
I presupposti teorici di questo orientamento sono esposti nel recente libro di Roger Abravanel e Luca D’Agnese, “Regole”; vi si sostiene che occorre innescare una competizione virtuosa tra tutti i soggetti che operano nel mondo scolastico. A questo scopo, il Ministro si propone di estendere la valutazione di sistema, mediante test, a tutte le classi e a tutte le materie, e di pubblicare i risultati relativi.
 
· Come si procederà a rinnovare il Concorso per dirigenti scolastici, indetto nel novembre 2004 per la Sicilia.
La soluzione sostenuta, in Commissione Affari costituzionali della Camera, dai voti di PD, PDl, Fli, Lega, UDC passa al Senato per l’approvazione definitiva in sede legislativa. 
Ai vincitori di questa nuova selezione dovranno essere assegnate tutte sedi in Sicilia; le loro graduatorie avranno validità 24 mesi.
Si configurerebbe come una procedura semplificata, con modalità che il Ministro dell’Istruzione stabilirà con decreto, entro 30 giorni dall’approvazione del ddl, e che dovrebbero essere queste:
- i 426 i dirigenti al quarto anno lavorativo che sono stati mantenuti in servizio con provvedimento legislativo ad hoc (l’art.1 comma 2 bis della legge 190/2009) si sottoporranno a una prova scritta sull’esperienza fatta fin qui da dirigenti; se approvati, manterranno le attuali sedi di servizio;
- i concorrenti che hanno superato le 2 prove scritte, partecipato al corso di formazione e superato l’esame dovranno affrontare una prova scritta che verterà su uno dei temi affrontati nel corso di formazione; se approvati manterranno l’attuale posizione nella graduatoria generale di merito;
- i concorrenti (oltre mille) che nel 2004 avevano consegnato prove scritte giudicate negativamente ottengono che quegli elaborati siano nuovamente valutati; se approvati potranno partecipare a un corso di formazione che dovrà concludersi con un colloquio selettivo. 

 

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