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Ricorso per recuperare il 2,69% per gli anni 2011 e 2012 e il 2,50% trattenuto negli ultimi 5 anni 

 

DESCRIZIONE: Il D.L. 185/2012 ripristina per il TFR dei precari e dei neo-assunti dopo il 2001, contro la Costituzione, quota 6,91% e trattenuta 2,5%. Per gli assunti prima del 2001, invece, ritornati a quota 9,60%, mistero sul 2,69% in più che lo Stato dovrebbe versare per il 2011 e il 2012. Mef e Inps bloccano, per ora, tutto al 30.12.10, al netto delle riliquidazioni entro un anno previste. Procedure per ottenere quanto dovuto, almeno 1.000 euro a lavoratore, attraverso l'invio di una diffida e di un modello di decreto ingiuntivo in caso di risposta negativa. 

REQUISITI: Docenti e ATA precari e di ruolo

MODELLO DIFFIDA TFRI nuovi modelli di diffida sono disponibili online a questo link.

MODALITA' DI PREADESIONE: Scarica gratuitamente e invia le nuove diffide, che puoi scaricare da questo link

MAGGIORI INFORMAZIONI: Vai al link

ISTRUZIONI OPERATIVE: Richiedi le istruzioni per ricorrere scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

SCADENZA: Adesioni Aperte

COSTI: Modello di diffida: gratuito. Ricorso: € 100

NEWS RICORSO TFR/TFS

 

sacchiPer il personale precario e di ruolo dopo il 6.5.2000 o che abbia optato per il passaggio dal regime TFS a TFR con versamento su Espero per recuperare il 2,5% per ogni anno e interrompere la trattenuta (più di 12.000 €). Per l’accertamento del credito del 2,69% per 2011 e 2012 degli assunti prima del 6.5.2000 in regime di TFS (più di 3.000 €).
E' necessario ricorrere per recuperare credito TFR o interrompere la trattenuta.

A decine di dipendenti della Presidenza del Consiglio. Se confermata anche in sede di appello, il Governo dovrà trovare 5 miliardi di euro da restituire a 500.000 dipendenti pubblici assunti negli ultimi anni. Nella scuola, dopo le diffide, Anief avvia le pratiche per notificare oltre 3.000 ricorsi. 12.000 euro la richiesta di risarcimento per ognuno, per gli anni di servizio di ruolo o pre-ruolo svolti dopo il 2003. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Anche Confedir avvia i ricorsi per i dirigenti. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Ancora una volta sembra aver ragione l’Anief che già all’indomani della sentenza della Consulta dell’ottobre 2012 - a seguito della quale sono stati riportati in regime TFS i dipendenti assunti prima del 2000, transitati per gli anni 2011-2012 in regime TFR - ha denunciato la disparità di trattamento operata nei confronti dei lavoratori assunti nel pubblico impiego dal 15 maggio 2000, in regime di TFR, dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego (d.lgs. 29/93). Per tredici anni, nella sola scuola, dirigenti, docenti e ata hanno sempre trovato nei loro cedolini una trattenuta mensile del 2,5% sullo stipendio, pur non prevista dalla normativa perché non riscossa nel comparto privato. Nella primavera scorsa, l’Anief mette a disposizione un modello di diffida per la restituzione della trattenuta che in migliaia scaricano. Mentre l’INPS risponde che nulla in materia è cambiato negli ultimi anni, il MEF, alla fine, in primavera, decide di cambiare nei cedolini la motivazione della riscossione del 2,5%: non più giustificata come trattenuta ma come decurtazione per garantire la parità di trattamento tra pubblici dipendenti. Il sindacato, però, insiste, ribadendo che tale decurtazione non è stata compensata o recuperata figurativamente come previsto dal contratto e pertanto risulta ancora illegittima. Ed ecco la prima sentenza che dà ragione a quanto denunciato dall’Anief-Confedir che ha incaricato i propri legali nel territorio, coordinati dall’avvocato Sergio Galleano, di predisporre i ricorsi da notificare presso tutti i tribunali del lavoro nei prossimi giorni sia per il personale scolastico che dirigenziale.

La sentenza del 14 novembre 2013 riguarda decine di dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri assunti dopo il 31 dicembre 2000 ai quali è stato applicato il regime di trattamento di fine rapporto, detto T.F.R., proprio del settore privato, ma con la decurtazione del 2,5% a titolo di riduzione della retribuzione lorda per garantire la parità di trattamento con i colleghi rimasti in regime di TFS come previsto dal D.P.C.M. del 20 dicembre 1999. Secondo il giudice romano che ha tenuto conto anche della giurisprudenza costituzionale richiamata nella sentenza n. 223/12, infatti, tale decurtazione del 2,5% della retribuzione lorda, poiché non è stata comunque successivamente recuperata come corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali secondo le disposizioni contenute nello stesso D.P.C.M., nei limiti della prescrizione quinquennale, deve essere comunque restituita oltre agli accessori interessi di legge. Le amministrazioni convenute sono state condannate pure al pagamento di 10.000 euro di spese processuali. A tal proposito, Anief-Confedir ritiene che la prescrizione quinquennale possa essere estesa a un decennio se intesa come ripetizione di indebito ovvero come credito vantato. Ragion per cui chiederà la restituzione per il personale precario e di ruolo del 2,5% trattenuto negli ultimi dieci anni nonché il versamento figurativo.

Per scaricare i modelli di diffida

 

Così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir al contenzioso, il messaggio 10065 del 21 giugno 2013. Chi è ritornato in regime di TFS non chiede il 2,5% ma la differenza tra le due aliquote percepite tra il 2011 e il 2012. Chi è in regime di TFR chiede il recupero mai avvenuto, per gli ultimi dieci anni, nel contratto, del 2,5% trattenuto, proprio in virtù della seconda parte dello stesso c. 3, art. 1, del DPCM richiamato. Scarica il modello di diffida e avvia il contenzioso per la restituzione delle somme. Per l’occasione ricorri anche contro la proroga del blocco degli stipendi.

È evidente che all’INPS non hanno letto bene i modelli di diffida, perché quelli elaborati dall’Anief per il personale assunto prima del 2000 non parlano di restituzione del 2,5% di TFR ma di certificazione per il 2011 e per il 2012 del credito del 2,69%, frutto della differenza tra le due aliquote: quello del 9,60% spettante per il regime TFS e quella del 6,91% ricevuta in regime TFR. Questo credito deve confluire nel trattamento di fine servizio vista la legge 228/12, art. 1, cc. 98-99, ma ancora non è stato certificato né dal MEF né dalla stessa legge che prevede una copertura finanziaria di soli 41 milioni rispetto ai più di 3 miliardi richiesti.

Per quanto riguarda, invece, i modelli di diffida elaborati per il personale precario e di ruolo assunto dopo il 2000 o transitato volontariamente in regime di TFR, si richiede la restituzione del 2,5% trattenuto fino ad aprile 2013 nei cedolini con la motivazione della costituzione dello stesso TFR, non tanto per l’applicazione della sentenza n. 223/12 della Corte costituzionale, di per sé chiara nel diniego di tale trattenuta, ma in virtù dello stesso art. 1, c. 3 del DPCM del 20 dicembre 1999 richiamato nel messaggio non integralmente, che prevede un recupero mai attuato. Se è vero, infatti, che la retribuzione lorda deve essere ridotta in misura pari al contributo previdenziale obbligatorio soppresso, tuttavia, il Governo in questi 13 anni insieme ai sindacati, non ha mai stabilito, contestualmente “un recupero in misura pari alla riduzione attraverso un corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e dell'applicazione delle norme sul trattamento di fine rapporto, ad ogni fine contrattuale nonché per la determinazione della massa salariale per i contratti collettivi nazionali.” Questo mancato recupero viola sì il principio della parità retributiva essendo la trattenuta parte di una retribuzione differita che porterebbe i neo-assunti a un trattamento peggiore rispetto agli altri lavoratori, contro la legge stessa. Pertanto, permangono tutte le motivazioni che hanno portato alla scrittura di quei modelli di diffida che possono essere richiesti da tutto il personale della scuola all’Anief ma anche dal personale del pubblico impiego alla Confedir, al fine della certificazione del credito vantato. Per l’occasione, nei ricorsi che saranno depositati non appena pubblicato in Gazzetta il nuovo regolamento sulla proroga del blocco degli scatti, sarà impugnata, per l’evidente illegittimità costituzionale, anche la norma che cancella gli incrementi retributivi riconosciuti nel 2011 e continua a bloccare gli stipendi.

Il Governo non può comportarsi diversamente da un’azienda privata dopo che aver privatizzato il rapporto di lavoro. Deve interrompere la trattenuta per i lavoratori neo-assunti dopo il 2000 e restituire quanto indebitamente trattenuto. Infine, deve rinunciare a utilizzare gli stipendi dei suoi dipendenti per riequilibrare la finanza pubblica. Quanto sta avvenendo in questi giorni, soprattutto nella scuola, è scandaloso: prima si chiede di tagliare i fondi delle scuole per pagare gli scatti e poi si vorrebbe annullarne il riconoscimento ai fini della progressione di carriera. E arrivato il momento di dare nuovamente la parola ai tribunali della Repubblica per avere giustizia.

Scarica i modelli TFS/TFR

Il messaggio INPS

 

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