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Come da Nota ministeriale, la n. 29502, “per far fronte alla perdurante emergenza sanitaria e al fine di consentire alle scuole di attribuire le cattedre o le ore ancora disponibili, è possibile in via eccezionale, limitatamente all'anno scolastico in corso, procedere alla nomina del personale docente messosi a disposizione anche se incluso in GPS o in graduatorie di istituto di altre province. La nomina dell'aspirante messosi a disposizione può essere disposta esclusivamente dopo l’effettiva conclusione delle operazioni di nomina dalle GPS nell’ambito territoriale di riferimento e in quello nel quale è incluso lo stesso aspirante. È necessario altresì che siano esaurite le graduatorie di istituto della scuola interessata e delle scuole viciniori”.

Dunque l’amministrazione torna sui propri passi e permette ai docenti iscritti in graduatoria Gps e graduatorie di istituto la possibilità di inviare la cosiddetta Messa a disposizione. Il giovane sindacato Anief, che sin da agosto aveva proposto di aprire anche ai precari già inseriti in altre graduatorie, si dice soddisfatto per la decisione presa dell’amministrazione scolastica centrale, seppure tardiva rispetto alla richiesta formulata in tempi non sospetti dallo stesso sindacato autonomo. Certamente sono molte le operazioni da intraprendere per tutelare chi insegna da anni nelle nostre scuole, ma secondo Anief è stato compiuto un importante passo, che soprattutto in tempo di pandemia permetterà di risolvere alcuni problemi.
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Diverse sono le proposte di legge per evitare il ritorno alla Legge Fornero integrale, con l’accesso alla pensione non prima dei 70 anni o di 42 anni di contributi versati. Nessun ddl, però, sembra volere essere recepito dal Governo. Si tratta di una evidente contraddizione. Perché a fornire idee sulle modalità di anticipo pensionistici, durante l’attuale legislatura, sono stati praticamente tutti i maggiori partiti politici: gli stessi che, tranne Fratelli d’Italia, fanno parte dell’attuale maggioranza. Dunque, a dire no a una modifica sulle inaccettabili sulle soglie d’accesso alla pensione, dopo tre anni di “Quota 100”, che ha permesso di lasciare il lavoro ai lavoratori con almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età, sono gli stessi raggruppamenti politici che hanno promosso azioni di modifica.

Secondo il sindacato Anief, che chiede di introdurre almeno per i dipendenti della scuola “Quota 96”, si sta giocando sulla pelle di tantissimi dipendenti che dopo decenni di servizio chiedono di lasciare e fare largo ai giovani: “Non si può obbligare a rimanere fino a 67 anni anche chi è sfinito e chiede solo di vedere materializzarsi un suo diritto – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato autonomo -, stiamo assistendo ad una evidente ingiustizia. Che si somma a quella del mancato riconoscimento della sindrome di burnout, al non adeguamento stipendiale ai rischi biologici che comporta la professione. Negare delle forme di pre-pensionamento alla categoria scolastica significa poi caricare il sistema sanitario nazionale, perché risulta alta la percentuale di docenti e Ata attorno ai 60 anni con patologie per motivi legati allo stress da lavoro correlato. E nemmeno le leggi si applicano, perché il decreto legislativo n. 81, del 2008 prevede che chi ha alle dipendenze dei lavoratori è tenuto a controllare e prevenire le malattie professionali: una norma che al massimo ha prodotto la somministrazione di questionari per registrare lo stato di fatto. Nel frattempo, il personale scolastico si ammala. Noi, attraverso la Confederazione, continuiamo a chiedere al ministro del Lavoro e delle politiche sociali di introdurre “Quota 96” e di estendere l’Ape Sociale a tutto il personale e non solo ai colleghi della primaria, oltre a quelli dell’infanzia che già ne beneficiano”, conclude Pacifico.
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Sui pensionamenti del personale scolastico, che ogni anno coinvolgono decine di migliaia di dipendenti, il ministero dell’Istruzione non torna indietro e conforma, con Decreto e Circolare pubblicati in queste ore, il termine finale ed improrogabile del 31 ottobre prossimo per la presentazione delle domande di cessazione per dimissioni volontarie dal servizio da realizzarsi il 1° settembre 2022. Anief conferma la sua contrarietà a questo immotivato anticipo, perché bisognava attendere la conferma legislativa delle novità sulla integrazione della lista dei lavori usuranti e gravosi, ma anche l'eventuale proroga al 2022 di “Quota 100” o le probabili novità legislative che il Governo vorrà introdurre ma sulle quali al momento vige un silenzio assordante.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “chi lavora all’interno di un istituto scolastico va incontro ad uno stress e ad un’usura psico-fisica che ha riscontro in poche altre professioni. Gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico sono un dato di fatto, confermato dalle alte percentuali di patologie riscontrate nella categoria, ad iniziare dai docenti: dati che però l’amministrazione, benché più volte sollecitata, continua a tenere secretati. Per questo abbiamo chiesto nel nuovo contratto di lavoro la diaria da rischio biologico assegnata invece ad altri comparti. Come sindacato e anche come Confederazione, siamo sempre più convinti che anziché cambiare la tempistica sulla presentazione delle domane, bisognava legiferare, anche per decreto legge, sull’accesso alla pensione per chi lavora a scuola a 62 anni e senza penalizzazioni considerando anche che gli stipendi dei docenti e Ata sono tra i più bassi della PA italiana e nell’area Ocse. Allargare l’Ape Sociale a tutti i dipendenti della scuola e non solo ai colleghi della primaria è il minimo che si possa fare”.

Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza ed il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
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Supplenze MAD: via libera anche ai docenti inseriti nelle GPS e GI
Il Ministero dell'Istruzione ha fornito istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente segnalatosi con “messa a disposizione” per l'anno scolastico 2021/2022.
Con la nota n. 29502 del 27 settembre 2021, il Ministero dell'Istruzione ha deciso di derogare il divieto di il divieto di invio delle domande di Messa a Disposizione per tutti i docenti inseriti nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e nelle Graduatorie di Istituto di altre province.

Proprio a causa della perdurante emergenza sanitaria infatti, al fine di consentire a tutte le scuole di attribuire cattedre e ore ancora disponibili, è possibile, per questo anno scolastico 2021/22, procedere alla nomina di personale docente messosi a disposizione anche se incluso già in GPS o in graduatorie di istituto di altre province.

Si precisa comunque che la nomina dell'aspirante messosi a disposizione può essere disposta esclusivamente dopo l’effettiva
conclusione delle operazioni di nomina dalle GPS nell’ambito territoriale di riferimento e in quello nel quale è incluso lo stesso aspirante.

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