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Non farò giochi di parole su chi regga che cosa, e neanche userò giri di parole: non ne ho il tempo; e tuttavia non posso trattenermi dal commentare fuori dai denti le ironie che il sindacalista Ciccio Scrima ha rivolto all’Anief, insinuanti, velenose (e fin qui poco interessa, peggio per lui che ha quest’animo) e, ciò che è grave, spudorate, a mio avviso, ad avviso di un uomo di scuola (40 anni di servizio) che ha osservato decine di sindacalisti operare nello stile grigio del collateralismo con il governante di turno, in decine e decine di situazioni sindacali (e, tra queste, un contenzioso sul quale ho vinto da solo contro la burocrazia ministeriale). Il sindacalista Ciccio Scrima getta fango sullo stile sindacale nuovo dell’Anief: - insinuando (“… disinteressati cultori del diritto”) non so quali interessi inconfessabili dei “petulanti” dirigenti dell’ANIEF; - offendendo l’intelligenza delle migliaia di professori che hanno conferito la delega ai sindacalisti dell’Anief (“… si autoproclamano rappresentanti dei lavoratori”); - ergendosi a chi può stabilire i connotati del sindacalismo autentico (“… è comprensibile che chi fa un altro mestiere, curando solo gli interessi dei propri clienti, abbia difficoltà ad assumere una logica diversa da quella tipica di uno studio legale”). E sì, l’Anief ha “clienti”, il sindacalista Scrima accetta al seguito solo gli idealisti.
Mi sembra una dichiarazione senza ritegno, perché l’attività dei sindacati tradizionali della scuola l’ho sempre osservata, nelle sue linee strategiche generali, per ragioni personali e per ragioni di lavoro. Mi limiterò al bilancio di due voci.
1. Organici e retribuzioni. Lasciando stare il 130 mila posti di lavoro persi nell’ultimo triennio (che si inseriscono in una congiuntura economia straordinaria della quale nessun sindacato porta responsabilità), nei tre decenni precedenti, diciamo dal 1976, la retribuzione dei professori ha progressivamente perso, nel confronto comparativo con altri settori del pubblico impiego e nettamente nel confronto comparativo con la docenza universitaria. Per carità di patria, lascio stare il confronto con la media retributiva degli insegnanti dei paesi UE.
2. Diritti del lavoratore. Ho assistito al conferimento delle supplenze annuali per cattedra orario su più comuni, senza che alcun sindacalista ponesse il tema del fondamento giuridico di una nomina del genere che non comporti anche un’indennità al nominato; ho assistito al conferimento delle supplenze al 30 giugno senza che alcun sindacalista ponesse il tema dell’illegittimità di una nomina del genere; ho assistito decine e decine di miei ex allievi liceali e sissini nominati a t.d. cinque, sei, sette volte consecutivamente, di settembre in settembre, senza che alcun sindacalista sollevasse la questione della reiterazione delle nomine in difformità da norme nazionali e comunitarie. Come nella fiaba di Andersen, stavo lì, e accanto a me i sindacalisti, e senza fiatare vedevamo passare il re nudo. Poi un ragazzo (Pacifico l’ho conosciuto molti anni addietro) grida: “è nudo !”. E chi può chiudergli la bocca ? Incontrollabile; ho incrociato lo sguardo interrogativo di alcuni parlamentari, membri della VII commissione permanente (i nomi li potete immaginare), mentre interloquivano con il prof. Pacifico; sul loro volto sembrava stampato un interrogativo: - quale altra nuova ci sta preparando ?
Ecco, così li vogliamo i giovani, gentile Ciccio Scrima, e così soprattutto vogliamo i sindacalisti. Non occorre che io dica altro, Intelligentibus, pauca; ne discuta con se stesso nel foro interiore.

Prof.Leonardo MAIORCA
 

Un’alta percentuale di questi insegnanti ha sottoscritto contratti di lavoro per sedi in più comuni; tale condizione di lavoro diventerà materia di contrattazione sindacale ? Ci chiediamo: - è normale che si nomini il lavoratore su più sedi senza che gli si corrisponda una indennità specifica ? Quali sono i comparti lavorativi, a parte la Scuola, in cui ciò avviene ? Molti di noi hanno sempre accettato di sottoscrivere, in sede di nomina annuale a t.d., o di nomina per supplenza temporanea, contratti per più spezzoni di cattedra distanti tra loro decine di chilometri. Su la Repubblica dello scorso 27 aprile, un lungo articolo descriveva la giornata di un nostro amico siciliano, Fabio LoVerso, insegnante su tre scuole nella provincia di Palermo (nella rassegna stampa di ieri, inseriamo l’abstract dell’articolo), che spende il 15% dello stipendio in trasferimenti, senza considerare l’ammortamento dell’acquisto della vettura, il tempo impiegato (time is money) e il connesso sradicamento familiare e sociale. Quasi tutto il personale scolastico ha questa stessa esperienza; alcuni siamo anche incorsi in incidenti stradali su strade innevate (in discesa da Enna o da Caccamo, contro muretti o contro la segnaletica); a qualcuno (è di ieri la notizia di Maria Presti) è accaduto di peggio. Insomma ! L’insegnamento è un lavoro o un hobby ? Perché l’indennità a favore del lavoratore che è nominato su più sedi non è materia di contrattazione sindacale ? Il presidente Marcello Pacifico ci ha insegnato a vedere il re nudo: ha sollevato questioni che sembravano tabù, su condizioni contrattuali alle quali per decine di anni ci eravamo assuefatti (quali le nomine a fine giugno, o gli decenni interi di nomine su contratti sempre a t.d.), senza quasi più meravigliarci. Provino, adesso, i sindacati a vedere se la condizione del personale scolastico nominato su più sedi ha l’analogo in qualche comparto del mondo del lavoro, e come viene regolato; se il personale nominato su più sedi può, ottenere in sede di contrattazione, una indennità specifica.

Leonardo MAIORCA

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