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L’organico Covid potrà essere riconfermato per il prossimo anno scolastico 2021/22: l’annuncio è arrivato ieri, durante l’incontro tra amministrazioni e sindacati: si tratta di 50.000 ATA, perlopiù collaboratori scolastici, e 25.000 docenti assunti quest’anno a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ottimizzare la sorveglianza e la messa in sicurezza delle scuole, assicurare igiene continua degli spazi. Al momento, scrive la stampa specializzata, si tratta di un impegno ma non c’è ancora il documento normativo, per il quale probabilmente bisognerà attendere il periodo estivo.

“La prima parziale risposta dell’amministrazione per noi è importante – spiega Marcello Pacifico – presidente nazionale Anief – ma siamo ancora alle buone intenzioni. Tra l’altro riguarderebbe solo il prossimo anno e non, come sarebbe opportuno, la trasformazione dei docenti e Ata aggiuntivi in pianta stabile nell’organico delle rispettive categorie. L’esigenza di aggiungere qualche unità di personale in ogni istituto autonomo è legata infatti al Covid19, ma di fatto è anche una necessità assoluta, perché le nostre scuole hanno estremo bisogno di personale aggiuntivo, per mille motivazioni che vanno dalla sostituzione del personale titolare al supporto ai tanti progetti e alle enormi incombenze che vengono condotti nei luoghi di formazione pubblica”.
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ALLARME 300 MILA PRECARI: ANIEF CHIEDE AL SENATO DI PROROGARGLI I CONTRATTI, AVVIARE LE STABILIZZAZIONI AUTOMATICHE E INCLUDERLI NELL’AGGIORNAMENTO
Una maggiore attenzione ai supplenti della scuola, un enorme aggregato di docenti e personale Ata che per colpa delle scelte sbagliate di chi governa il settore è arrivato a rappresentare un posto ogni quattro presente nelle nostre quasi 8.500 scuole autonome. A chiederlo è il sindacato Anief, attraverso una serie di emendamenti al decreto Sostegni fatti pervenire alle commissioni di competenza del Senato: tra le 18 proposte prodotte dal giovane sindacato, ve ne sono diverse rivolte proprio ai precari, a partire dal divieto dei licenziamenti e dalla trasformazione dei contratti a termine in ruolo, anche a tutela degli alunni e del loro diritto sacrosanto alla continuità didattica invece sistematicamente aggirato, con supplenze che si alternano per mesi prima di arrivare all’individuazione di una figura stabile fino a giugno.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Non è possibile ogni anno restituire al Mef oltre 50 mila assunzioni a tempo indeterminato pur avendo a disposizione più di 200 mila supplenti, di cui tantissimi abilitati, specializzati e con ben oltre i 36 mesi di servizio che l’Unione europea indica come soglia più che sufficiente per stabilizzare su posto vacante: vale la pena ricordare che il Comitato dei diritti sociali europei ha di recente accolto il ricorso Anief n. 146/2017 sull’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine, bocciando quindi la volontà di continuare a tenere chiuse le Gae, di non utilizzare le Gps per le immissioni in ruolo, come pure di non volere organizzare concorsi riservati per titoli e servizi. È il tempo della svolta, come pure per evitare licenziamenti prima del tempo e per mettere i precari nelle condizioni di aggiornarsi professionalmente”.
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Sui concorsi ordinari della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria già banditi non c’è ancora nulla di definito, perché l’idea del nuovo Governo Draghi di bypassare la fase di preselezione, riducendo i tempi di attuazione, è solo una possibilità. A specificarlo è stato oggi il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta: con un lungo intervento sull’Huffingtonpost, il ministro della Funzione Pubblica spiega che “per i concorsi già banditi per i quali non sia stata svolta alcuna prova, le amministrazioni possono, non devono, prevedere una fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle prove successive e possono prevedere una sola prova scritta e una eventuale prova orale”. Mentre “per i concorsi che saranno banditi durante lo stato di emergenza, è obbligatoria la fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle fasi successive”. In conclusione, Brunetta dice che con questa riforma si vogliono “bandire concorsi mirati per tipologia di profilo, da quelli meno qualificati a quelli più qualificati, veloci ed efficaci perché effettuati attraverso la piattaforma digitale che stiamo predisponendo”. Ogni amministrazione dovrà quindi definire il suo concorso.

Anief ritiene che l’intenzione della Funzione Pubblica di introdurre nuove procedure concorsuali debba essere colta subito dall’amministrazione scolastica, così da dare una svolta ad un sistema di reclutamento ingessato su se stesso. Il sindacato ricorda che la scuola è l’unico settore pubblico dove il numero di precari supera il 20%, con punte del 40-50% in alcune discipline d’insegnamento e per il sostegno agli alunni disabili. Abbiamo decine di migliaia di idonei e lavoratori con titoli e servizi che risultano in graduatoria. Per questo, va colta l’opportunità fornita dalla Funzione Pubblica, stabilizzando questo personale subito, in pochi mesi portandolo in ruolo con l’inizio del prossimo anno scolastico, e sul lungo periodo anche attuando corsi abilitanti periodici, senza più numero chiuso.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la valutazione dei titoli e dei servizi espletati dovrà servire a graduare i candidati, introducendo un canale speciale di assunzione con graduatoria unica finale da cui assumere nei ruoli. Ben vengano regole nuove e migliori: siamo pronti a sederci ad un tavolo con l’amministrazione per definirle. Avendo sempre bene in mente le indicazioni dell’UE. La politica dei concorsi tradizionali è stata fallimentare, non riuscendo nemmeno a coprire il ricambio generazionale e il turn over. Finalmente abbiamo l’occasione che aspettavamo da tempo per cancellare il fenomeno del precariato e la supplentite scolastica. Bisogna però saperla cogliere, andando ad introdurre quel canale di reclutamento per titoli e servizi che l’Europa ha avviato con la Direttiva 70/99 della stessa Commissione UE proprio per evitare effetti di cumolo del personale in attesa che venga stabilizzato. Ben vengano, quindi, i percorsi di assunzione a tempo indeterminato per titoli e servizi, ancora di più per dare una risposta all’emergenza pandemica dovuta al Covid19 che ha acuito la lentezza e l’inopportunità delle prove concorsuali ordinarie tradizionali. Il percorso da attuare nella scuola è questo, se si vuole evitare che il sistema scolastico imploda alla fine della prossima estate, con quasi 250 mila cattedre vacanti e 50 mila unità di personale Ata assegnate anche queste a supplenza, quindi assumendo da Gps, Gae e graduatorie d’istituto. A darne conferma è stato di recente pure il Comitato dei diritti sociali europei che accogliendo il ricorso Anief n. 146/2017 ha detto che i concorsi riservati sono una risposta inevitabile agli effetti devastanti, sul personale e sul servizio didattico, che si producono con la reiterazione sine die dei contratti a termine”.
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