Concorsi

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la sentenza, fissata a giugno, potrebbe portare alla definitiva e giusta assunzione degli idonei. E dare la possibilità a migliaia di ricorrenti di rifare le prove, viziate dalla somministrazione di quiz errati e troppi punti interrogativi.

Il concorso per dirigenti scolastici rimane nel caos. Il decreto emanato in settimana dal Consiglio dei Ministri, per mantenere in servizio sino alla fine di quest’anno scolastico i 112 vincitori della selezione in Toscana, rappresenta l’ennesima “toppa” alla procedura concorsuale per 2.386 posti a disposizione bandita con D.D.G. il 13 luglio 2011, cui parteciparono oltre 33 mila aspiranti. La parola fine per quello che l’Anief ha definito da tempo il più brutto concorso pubblico degli ultimi vent’anni, con 8 mila candidati ricorrenti ancora in attesa degli esiti della giustizia, è infatti lontana dall’arrivare.

I tribunali della Repubblica devono ancora esprimersi in via definitiva su tante situazioni, che hanno avuto destini diversi a livello regionale: si va dall’esclusione illegittima di tanti docenti dalle prove alla cancellazione inaspettata, a pochi giorni dall’avvio della prova iniziale, di 975 domande su 5.500 ufficiali pubblicate dal Miur. Dalla fuga di notizie sui contenuti della preselettiva, ai tanti quiz somministrati errati (almeno 38 su 100). Dalla scelta di buste semi-trasparenti per contenere i dati degli aspiranti a quella, altrettanto incauta, di alcuni componenti delle commissioni d’esame con evidenti incompatibilità di ruolo. Ci fermiamo qua, ma l’elenco delle storture che hanno caratterizzato il concorso, costringendo i giudici all’annullamento in più di una regione, potrebbe essere ancora più lungo.

Su un punto ci troviamo d’accordo con il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: quando dice che il via libera arrivato dal Consiglio dei ministri sulla vicenda dei 112 presidi toscani che rischiavano di dover lasciare il posto con effetto immediato, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato una parte del loro concorso, servirà solo a “concludere in modo sereno l'anno scolastico”: il provvedimento sarà utile, in pratica, a far rimanere in servizio dei dirigenti il cui concorso è stato di fatto annullato. Il Ministro sa bene, evidentemente, che appena terminate le lezioni di quest’anno, il 24 giugno, il Consiglio di Stato potrebbe ordinare il rinnovo di tutta la procedura nazionale.

Lo stesso organismo giudicante che proprio sulla supposta erroneità di due quiz somministrati il giorno della prova preselettiva, il 20 dicembre 2011 in Camera di Consiglio, aveva posto seri dubbi: “i motivi dedotti (proprio dai legali dell’Anief, n.d.r.) investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla – spiegava il Consiglio di Stato - , con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “è evidente che se a fine giugno queste irregolarità venissero ribadite, aumenterebbero in modo esponenziale le prospettive di decadimento. Con alcune regioni, come la Lombardia, che si ritroverebbero a dover iniziare la selezione per la terza volta in tre anni”.

L’Anief a giugno, in occasione dell’udienza di merito tenuta dai giudici di Palazzo Spada, chiederà la trattazione congiunta dei ricorsi già pendenti e proporrà l’intervento ad adiuvandum di tutti i ricorrenti costituitisi nei giudizi di primo grado: stavolta, se l’appello verrà accolto, il Miur dovrà rinnovare integralmente per loro la procedura, mentre potrebbe salvare con un nuovo decreto-legge i vincitori che hanno superato tutte le valutazioni delle prove successive.

“In questo modo – continua Pacifico – si darebbe un’altra opportunità di diventare dirigenti scolastici a coloro che hanno svolto delle prove selettive nate male e finite peggio. Ma, come indicato da più parti della giurisprudenza, si permetterebbe anche di non penalizzare coloro che hanno dimostrato, superando tutte le prove selettive, scritte e orali, di meritare di mettersi a capo di un istituto scolastico autonomo. Chi vuole tentare di fare con noi questo percorso di giustizia può aderire al ricorso Anief entro il prossimo 18 aprile inviando una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”.

Per approfondimenti:

Decreto dirigenti scolastici: Miur fa rimanere in servizio quelli decaduti nelle regioni dove i concorsi sono stati annullati ma il CdS potrebbe ordinare a giugno il rinnovo di tutta la procedura nazionale

 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la sentenza, fissata a giugno, potrebbe portare alla definitiva e giusta assunzione degli idonei. E dare la possibilità a migliaia di ricorrenti di rifare le prove, viziate dalla somministrazione di quiz errati e troppi punti interrogativi.

Il concorso per dirigenti scolastici rimane nel caos. Il decreto emanato in settimana dal Consiglio dei Ministri, per mantenere in servizio sino alla fine di quest’anno scolastico i 112 vincitori della selezione in Toscana, rappresenta l’ennesima “toppa” alla procedura concorsuale per 2.386 posti a disposizione bandita con D.D.G. il 13 luglio 2011, cui parteciparono oltre 33 mila aspiranti. La parola fine per quello che l’Anief ha definito da tempo il più brutto concorso pubblico degli ultimi vent’anni, con 8 mila candidati ricorrenti ancora in attesa degli esiti della giustizia, è infatti lontana dall’arrivare.

I tribunali della Repubblica devono ancora esprimersi in via definitiva su tante situazioni, che hanno avuto destini diversi a livello regionale: si va dall’esclusione illegittima di tanti docenti dalle prove alla cancellazione inaspettata, a pochi giorni dall’avvio della prova iniziale, di 975 domande su 5.500 ufficiali pubblicate dal Miur. Dalla fuga di notizie sui contenuti della preselettiva, ai tanti quiz somministrati errati (almeno 38 su 100). Dalla scelta di buste semi-trasparenti per contenere i dati degli aspiranti a quella, altrettanto incauta, di alcuni componenti delle commissioni d’esame con evidenti incompatibilità di ruolo. Ci fermiamo qua, ma l’elenco delle storture che hanno caratterizzato il concorso, costringendo i giudici all’annullamento in più di una regione, potrebbe essere ancora più lungo.

Su un punto ci troviamo d’accordo con il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: quando dice che il via libera arrivato dal Consiglio dei ministri sulla vicenda dei 112 presidi toscani che rischiavano di dover lasciare il posto con effetto immediato, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato una parte del loro concorso, servirà solo a “concludere in modo sereno l'anno scolastico”: il provvedimento sarà utile, in pratica, a far rimanere in servizio dei dirigenti il cui concorso è stato di fatto annullato. Il Ministro sa bene, evidentemente, che appena terminate le lezioni di quest’anno, il 24 giugno, il Consiglio di Stato potrebbe ordinare il rinnovo di tutta la procedura nazionale.

Lo stesso organismo giudicante che proprio sulla supposta erroneità di due quiz somministrati il giorno della prova preselettiva, il 20 dicembre 2011 in Camera di Consiglio, aveva posto seri dubbi: “i motivi dedotti (proprio dai legali dell’Anief, n.d.r.) investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla – spiegava il Consiglio di Stato - , con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “è evidente che se a fine giugno queste irregolarità venissero ribadite, aumenterebbero in modo esponenziale le prospettive di decadimento. Con alcune regioni, come la Lombardia, che si ritroverebbero a dover iniziare la selezione per la terza volta in tre anni”.

L’Anief a giugno, in occasione dell’udienza di merito tenuta dai giudici di Palazzo Spada, chiederà la trattazione congiunta dei ricorsi già pendenti e proporrà l’intervento ad adiuvandum di tutti i ricorrenti costituitisi nei giudizi di primo grado: stavolta, se l’appello verrà accolto, il Miur dovrà rinnovare integralmente per loro la procedura, mentre potrebbe salvare con un nuovo decreto-legge i vincitori che hanno superato tutte le valutazioni delle prove successive.

“In questo modo – continua Pacifico – si darebbe un’altra opportunità di diventare dirigenti scolastici a coloro che hanno svolto delle prove selettive nate male e finite peggio. Ma, come indicato da più parti della giurisprudenza, si permetterebbe anche di non penalizzare coloro che hanno dimostrato, superando tutte le prove selettive, scritte e orali, di meritare di mettersi a capo di un istituto scolastico autonomo. Chi vuole tentare di fare con noi questo percorso di giustizia può aderire al ricorso Anief entro il prossimo 18 aprile inviando una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”.

Per approfondimenti:

Decreto dirigenti scolastici: Miur fa rimanere in servizio quelli decaduti nelle regioni dove i concorsi sono stati annullati ma il CdS potrebbe ordinare a giugno il rinnovo di tutta la procedura nazionale

 

Denuncia di Anief-Confedir dopo l’affermazione in audizione alla Camera del sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, sulla volontà del Ministero di non riconoscere l'abilitazione all'insegnamento, né l’inserimento nella II fascia delle graduatorie di istituto, ai tanti vincitori del concorso a cattedra non entrati in ruolo per mancanza di posti vacanti: l’amministrazione sbaglia i tempi di indizione del concorso e ora a pagare sono i vincitori.

Ancora una volta il Miur si mette di traverso, penalizzando tanti aspiranti docenti. Stavolta l’ostacolo arriva dalla risposta del sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, che nel corso di un 'interrogazione dell'on. Marco Di Lello (Gruppo Misto) ha detto che l’idoneo ma non vincitore non potrà acquisire l'abilitazione, ma dovrà partecipare agli appositi corsi abilitanti.

Il settore studi dell’Anief ha verificato la normativa vigente. In base alla quale si evidenziano una serie di errori commessi dall’amministrazione scolastica che oggi vanno a danneggiare dei docenti – le ultime stime indicano circa 7mila vincitori risultati idonei ma non assunti - selezionati dallo Stato. La normativa di riferimento, risalente al 1994 e ribadita da un decreto interministeriale del 1998, prevede infatti che al concorso a cattedra possano partecipare solo insegnanti già abilitati. Ma poiché questo non è mai accaduto, poiché le procedure concorsuali sono state aperte a tutti, non si comprende per quale motivo debbano essere stati sottoposti a prove preselettive, scritte, pratiche e orali – tutte superate – e poi essere lasciati a casa.

“È evidente che la responsabilità di quanto accade oggi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – va fatta risalire alla tempistica sbagliata da parte del Miur sullo svolgimento dei corsi abilitanti e l’indizione del ‘concorsone’ del 2012: questo, infatti, andava bandito solo dopo che si fossero esauriti i Tfa. In tal modo, i neo-abilitati avrebbero potuto parteciparvi. E, qualora fossero risultati idonei, ma non vincitori, in ogni caso avrebbero avuto accesso alle graduatorie. I corsi abilitanti, in pratica, sono nati per fare i concorsi. Ma questo passaggio obbligato non è stato seguito dall’amministrazione”.

“Tra l’altro – continua il sindacalista Anief-Confedir – si tratta di un’inosservanza registrata anche nel 1999. Anche allora, in occasione della penultima tornata di concorsi, il Miur decise di aprire a tutti: per partecipare era sufficiente presentare il titolo di studio. Solo che in quell’occasione gli idonei furono inseriti nelle graduatorie per accedere al ruolo. Stavolta, invece, non andrà in questo modo. Perché con il prossimo imminente concorso a cattedra decadrà automaticamente la lista dei vincitori. I quali, così, dopo aver vinto un concorso pubblico statale dovranno ripartire da zero”.

Il sindacato non può rimanere fermo di fronte a questa ingiustizia. Quanto sta facendo il Miur, infatti, conferma che al suo interno operano dei tecnici non all’altezza. Che agendo in questo modo stanno dequalificando il corpo docente italiano: negando l’accesso all’insegnamento a tanti insegnanti meritevoli, ritenuti idonei a svolgere la professione da commissioni statali, stanno compiendo l’ennesima ingiustizia.

 

Un ordine del giorno bipartisan approvato dal Governo lo impegna a prolungare oltre il biennio la validità delle graduatorie di merito stilate per le assunzioni dei vincitori, visto che soltanto il 25% rispetto ai posti banditi è stato assunto il 1° settembre 2013. Anief ribadisce la volontà di ricorrere per garantire entro i termini previsti dal bando l’assunzione a tempo determinato. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Agli onorevoli proponenti, infatti, sembra che non siano state sufficienti le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal ministro, considerato che il concorso prevedeva la copertura dei posti vacanti e disponibili nel biennio e preso atto della scomparsa di tali posti e del ritardo nella pubblicazione delle graduatorie. Anief lo aveva denunciato per tempo e per questo ha avviato le procedure per l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i vincitori del concorso con ricorsi individuali al giudice del lavoro. Non è possibile vincere un concorso autorizzato dalla Presidenza del Consiglio e dover aspettare anni perché il posto non c’è più. Pacta servanda sunt.

Il comunicato precedente

L’ordine del giorno approvato dal Governo come impegno

La Camera,
premesso che:
il 31 agosto scorso è scaduto il termine per l'immissione in ruolo a partire dall'anno scolastico 2013/2014 dei vincitori del concorso docenti 2012, ma nelle regioni Lazio e Toscana nessuno dei potenziali vincitori ha avuto l'immissione in ruolo poiché le cattedre da assegnare alle graduatorie di merito sono state già conferite alle graduatorie dei concorsi del 1990 e 1999 o, in assenza di graduatorie di merito dei vecchi concorsi, assegnate interamente alla graduatoria ad esaurimento, senza aver previsto alcun accantonamento di posti per i vincitori del concorso 2012 che avrebbero avuto diritto alla nomina già dal corrente anno scolastico;
parrebbero insoddisfacenti le soluzioni parziali attribuite al Ministero annunciate dalla stampa in questi ultimi giorni, per cui ci si accingerebbe a prolungare a tre anni la validità delle graduatorie del concorso 2012 e/o di assumere i vincitori fra un anno ma con anzianità dal 2013,
impegna il Governo:
ad adottare provvedimenti normativi o amministrativi affinché le graduatorie relative ai concorsi docenti per titoli ed esami abbiano validità triennale e assicurino l'esaurimento del contingente di posti assegnato dal bando e nel caso in cui, al termine del triennio, permangano posti da assegnare, i medesimi siano coperti attraverso lo scorrimento delle graduatorie;
ad adottare provvedimenti normativi affinché nel caso in cui, allo scadere del triennio, residuino vincitori, sia assicurata la tutela degli interessati ai fini dell'immissione in ruolo.
9/1574-A/61. Baldelli, Centemero, Coscia.

 

Dopo l’ordine del rifacimento della procedura in Lombardia, il Tar impone al Miur di far avere copia dei cartoncini utilizzati in occasione delle prove scritte del Lazio: se verrà appurata la trasparenza delle buste utilizzate per contenere i dati dei candidati, sarà inevitabile l’annullamento delle prove per violazione del principio dell'anonimato. Pacifico (Anief): rimangono anche da accertare i forti dubbi sulla laicità dei quiz somministrati a oltre 33mila docenti in occasione delle prove preselettive, se pure questi venissero confermati il rischio decadimento l’intera procedura concorsuale sarà più che fondato.

Torna ad alzarsi lo spettro sui dubbi di legittimità delle buste utilizzate in occasione della prove scritte per l’accesso al concorso per nuovi dirigenti scolastici, bandito a livello nazionale con D.D.G. del 13 luglio 2011 per 2.386 posti a disposizione: con l’ordinanza cautelare n. 8821 depositata il 14 ottobre scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sezione terza bis, ha ordinato “al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Ufficio Scolastico per il Lazio) di depositare nella Segreteria della Sezione i documenti in motivazione indicati nel termine di giorni 20 (venti) decorrenti dalla comunicazione (o notifica ove preventivamente eseguita dalla parte interessata) della presente Ordinanza”.

Come in Lombardia, dove le prove andranno rifatte, anche per la procedura del Lazio l’ipotesi è quella della violazione del principio dell'anonimato per un errore nella scelta delle buste contenenti il cartoncino dei dati personali dei candidati aspiranti a ricoprire uno dei 215 posti messi a concorso a livello regionale. I documenti cui si riferisce il Tar sono, infatti, sempre le contestate “buste contenenti le prove di concorso della ricorrente onde consentire di verificare la trasparenza delle buste piccole contenenti i cartoncini con i dati anagrafici dei concorrenti”. Nell’ordinanza n. 8821, i giudici amministrativi del Lazio spiegano che quel che c’è da verificare è se effettivamente “le buste utilizzate nel Lazio per il Concorso in esame abbiamo caratteristiche di ‘trasparenza’ per effetto della visibilità (anche attraverso le buste chiuse) dei dati identificativi dei candidati apposti sui cartoncini per la quale ragione ha fatto domanda di accesso”.

Un’ipotesi, ricordano i giudici, già riconosciuta “dal Tar Lombardia, che, con sentenza n. 2035/2012, ha accertato e conseguentemente statuito che ‘dall’esame svolto è emerso nitidamente che il contenuto dal cartoncino, contenente i dati anagrafici dei candidati, risulta agevolmente leggibile, se posto in controluce, anche all’interno della busta bianco piccola in cui il predetto cartoncino è stato posto dallo stesso candidato’”. Premesso ciò, il Tar del Lazio reputa lecito il dubbio posto dai ricorrenti e “ritiene disporsi incombenti istruttori diretti ad acquisire in originale (e non già in fotocopia suscettibile di occultare la visibilità dei dati contenuti all’interno anche se poste in controluce)”.

Quello che l’Anief ha definito da tempo il più brutto concorso degli ultimi vent’anni, con 8mila ricorrenti che attendono gli esiti della giustizia, diventa così sempre più soggetto a rischio annullamento. “Anche perché – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si attende la calendarizzazione di merito dell’appello del Consiglio di Stato, promosso anche dal nostro sindacato, sulla erroneità dei quesiti disposti durante le prove preselettive cui parteciparono oltre 33mila aspiranti dirigenti scolastici. È evidente che se pure queste irregolarità venissero accertate – conclude il sindacalista Anief-Confedir – aumenterebbero in modo esponenziale le prospettive di decadimento di tutta la procedura svolta livello nazionale”.

L’ordinanza cautelare n. 8821 depositata il 14 ottobre 2013

 

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