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Partono le prove Invalsi, perché i sindacati dicono no

Anief-Confedir reputa queste prove utili solo qualora vengano utilizzate come indicatore per programmare nuove strategie. Disco rosso, invece, se se si vogliono utilizzare per valutare il merito degli insegnanti: si penalizzerebbero o premierebbero sulla base di risultati aleatori, che non tengono conto della classe degli alunni e del territorio da cui parte ogni programmazione didattica. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): va bene valutare l'operato di chi lavora, ma occorre farlo in maniera corretta.

Anief reputa positiva la pratica dei test Invalsi, al via domani nelle scuole primarie e che fino al prossimo 19 giugno coinvolgerà 2 milioni di alunni, ma solo verrà adottata come indicatore per programmare nuove strategie didattiche. Non è d’accordo, invece, se si vuole utilizzare l’esito delle prove standardizzate per etichettare le scuole e per valutare gli insegnanti. Si tratterebbe dell’ennesima beffa, messa in atto proprio quando negli Stati Uniti si firma un contratto che aumenta del 18% gli stipendi nei prossimi anni, mentre in Italia il Ministro convoca i sindacati più rappresentativi per avere il beneplacito per la fine degli scatti di anzianità, l’unica forma di carriera del personale scolastico.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, si sofferma innanzitutto sul merito del tema: “la nostra Costituzione dice che il lavoro non può ledere la dignità personale e quindi se l'inflazione aumenta e se lo Stato ha le vesti del datore di lavoro privato deve trovare i soldi per i lavoratori nelle Leggi Finanziarie e non nei risparmi di comparto. Quindi li paghi per anzianità o per altra via, ma lo stipendio deve essere legato al costo della vita. Solo dopo aver risolto questo ‘passaggio’ eneludibile possiamo discutere sul merito”.

“Tenendo conto – continua il sindacalista Anief-Confedir - che la valutazione degli insegnanti non può passare per dei test nazionali che non tengono conto della classe degli alunni e del territorio da cui parte ogni programmazione didattica. E qui sta il secondo problema, che ha portato tante proteste in tutta Italia contro questi test. Fino all’indizione degli scioperi per sensibilizzare i cittadini sul tema. Perchè siamo d’accordo sul voler valutare l'operato di chi lavora, ma occorre farlo in maniera corretta.

Anief-Confedir reputa quindi il sistema di valutazione scolastico a tre “gambe” – Invalsi, Indire e corpo ispettivo – con poteri sempre maggiori incompatibile con le esigenze della scuola italiana: in questo modo non si migliora il livello di efficienza dell’istruzione, ma si realizza solo un sistema punitivo e mortificante delle professionalità di chi opera nel settore, spesso in condizioni disagiate e al limite della sopportabilità fisica e mentale. Il giovane sindacato, inoltre, non può accettare che le sorti dell’istruzione italiana siano legate all’operato di un istituzione, l’Invalsi, che ha già mostrato i suoi limiti. Come in occasione degli esami di licenza media, con l’adozione di griglie di valutazione del merito espresse su 4/10 anziché sulla canonica scala 0-10.

Per approfondimenti:

Domani al via i test Invalsi, il Miur li utilizzi solo per la didattica

 

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