http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it – 25 luglio 2014
"La scuola non abboccherà agli incanti dei pifferai magici"
░ Di Marina Boscaino. Aggiungiamo che troppi parlano di scuola, e molti prendono decisioni sulla Scuola, senza conoscerla, senza avervi lavorato, senza possedere una cultura pedagogica adeguata e senza avere memoria storica delle vicende che la scuola italiana ha attraversato. Questo chiacchiericcio va avanti da troppo tempo, e la Scuola – alunni e docenti – ne hanno danno. Chi conta di cingere di alloro la propria carriera straparlando di Scuola, sappia che sono più spine che fronde.
La prima notizia è che, un paio di settimane fa, siamo stati in molti vittima di una straordinaria allucinazione collettiva. Ce lo hanno rivelato Simona Malpezzi, parlamentare; Valeria Baglio Presidente del Consiglio del Municipio Roma XI (oggi Municipio VIII); Roberto Reggi, sottosegretario all'Istruzione, tutti esponenti del PD, durante un dibattito tenutosi alla Festa dell'Unità, a Roma, mercoledì sera sul tema delle scuole aperte..... Il "piano scuola", annunciato – o meglio, a questo punto dobbiamo dire inventato – da Corrado Zunino su Repubblica... ha scatenato la pronta reazione da parte della scuola, che si è concretizzata in alcune giornate di mobilitazione in molte città d'Italia non era reale. ... Però. 1)Il sottosegretario Reggi ha... in varie occasioni ribadito quanto affermato dall'articolo di Repubblica, in particolare su Radio anch'Io, (Radio 1) del 7 luglio; mentre, d'altra parte, altri esponenti del partito smentivano a mezza bocca che la "riforma" avesse quei contenuti e Giannini annunciava laconicamente che l'orario dei docenti "non è un tema in agenda". Nessuna parola dal premier Renzi; il che potrebbe costituire un dato non neutro.... 2)Qualsiasi domanda sia stata volta mercoledì sera ai tre esponenti del PD in merito ai fondi previsti per il piano scuole aperte è stata elusa... La domanda oggi è: a parte il personale, chi pagherebbe i consumi delle scuole aperte, quando oggi lo stesso riscaldamento in orario curriculare è spesso a rischio? La risposta è: i privati. 3) Il leit motiv delle "buone pratiche" da diffondere a tutte le scuole non tiene conto di un principio di realtà: da anni la gran parte delle scuole si sta sostenendo sulla spinta del lavoro aggiuntivo (non pagato) dei docenti, di ruolo e precari. Manca il quotidiano, manca l'ordinaria amministrazione. I tagli hanno rastrellato posti di lavoro e risorse pregresse. Nei discorsi di Reggi e delle sue colleghe è ricorso spesso il termine "volontariato"... 6)Infine: siccome non siamo quello che il giornalista di Repubblica sostiene ("La scuola siamo noi", si intitola la sua rubrica. Quanti anni è stato in classe?) cerchiamo, come abbiamo fatto qualche sera fa a Roma, di intervenire in tutte le occasioni di incontro con i cantori visionari della "scuola che sarà"; tentando di ristabilire – con la coerenza delle nostre argomentazioni – un principio di realtà che argini il profluvio di promesse e parole in libertà che tentano costantemente di propinarci. ...
www.latecnica della scuola.it – 26 luglio 2014
"Quota 96: a cosa è servito?"
░ Di Pasquale Almirante.
A due anni della legge Fornero sulle pensioni, il Governo rende giustizia a 4mila lavoratori colpevolmente impastoiati.
...Per due anni, la gran parte di queste persone della cosiddetta "Quota 96" hanno svolto il loro lavoro in classe senza entusiasmo, volontà, piacere e, nella legittima convinzione di essere stati bistrattati dallo Stato, di sicuro non avranno trasmesso ai loro alunni la fiducia nelle istituzioni, nelle leggi e nel patto sociale che lega tutti i cittadini. Mancanza di professionalità? No, smarrimento e turbamento per lo stravolgimento di un diritto. A che pro dunque condannare tanta gente a lavorare oltre il dovuto, oltre i limiti di un'età possibile per essere vigili nelle loro classi e in modo particolare in quelle turbolente, rissose e di frontiera che esigono invece forze ed energie fresche e motivate? Lo abbiamo scritto altre volte: nessuno si è reso conto che costringere, non solo contro la propria volontà ma anche e soprattutto in dispregio delle leggi, travisandoli in corso d'opera, tanta gente a continuare una professione ormai ritenuta alla sua conclusione non rende merito a nessuno? La scuola non è l'ufficio protocollo del ministero e non si lavora con le carte e le mezzemaniche, ma con le persone, con ragazzi in età evolutiva, con studenti che chiedono attenzione, che pongono domande, che pretendono amore e riguardo.... Si è ottenuto un risparmio di soldi? Forse, ma a che prezzo? ....Se lo Stato ha forse risparmiato qualcosa, non altrettanto possono dire questi lavoratori dell'istruzione che, per ottenere la giustizia mancata e violata da chi la deve invece garantire, hanno impinguato gli studi legali e fatto lavorare i giudici: dal Consiglio di stato a quelli del lavoro, dai Tar alla Corte costituzionale, ingolfando ancora di più il sistema giudiziario italiano. Elsa Fornero, la promotrice-ministra della legge sulle pensioni durante il governo Monti, è stata chiara: me lo hanno chiesto, ma, se il Parlamento lo avesse voluto, si poteva subito approvare l'emendamento. Ci sono voluti due anni, per approvarlo, e altri due governi: Letta e Renzi. Ma alla fine giustizia è fatta....
www.scuolaoggi.org -28 luglio 2014
"Bastico: carriera sì, ma non a gerarchie. Pagare di più docenti nelle aree disagiate"
░ Di una intervista concessa dall'ex Sottosegretario alla P.I. Bastico, riportiamo alcuni passaggi particolarmente illuminati. In particolare, uno ("L'offerta scolastica, presente nelle regioni del Nord e del Centro, manca proprio laddove e' più necessaria") ci porta col ricordo alla recentissima tabella ministeriale dell'organico (che taglia soltanto nelle regioni meridionali, e le cattedre così individuate le attribuisce alle regioni settentrionali. Ma la Bastico non fa parte del PD ? Avrà un colloquio con Renzi ? Se lo avrà, in quella occasione non tralasci di spiegargli che gli insegnanti impegnati nelle scuole delle zone disagiate vanno pagati di più (a prescindere dai risultati degli alunni).
D. Indiscrezioni vogliono una ripresa della proposta di Legge Aprea che prevedeva l'istituzione di tre profili: docente ordinario, esperto e senior? Siamo sulla giusta strada?
R. Affrontare i cambiamenti necessari nella scuola pubblica, introducendo la "divisione" degli insegnanti in diversi profili o peggio una loro "organizzazione gerarchica", è partire dal "verso sbagliato". La scuola è una comunità educante, non un "normale luogo di lavoro". E' dimostrato che le scuole che danno i risultati migliori vedono una cooperazione ampia tra docenti.... E' vero, però, che una qualche forma di differenziazione di ruolo va pensata: ad esempio, ritengo che dopo molti anni di impegno nella scuola sia opportuno "distaccare dall'insegnamento" i docenti, affidando loro funzioni di accompagnamento, formazione dei tirocinanti e dei nuovi assunti. Nell'ambito dell'organico funzionale, priorità a cui il Governo dovrebbe dare al più presto attuazione, è possibile individuare altri ruoli.
D. Lei sostiene che la valutazione dei docenti e dei dirigenti sia necessaria, ma che non debba essere considerata uno strumento per individuare i "buoni" e i "cattivi", a cui dare "premi o castighi"...
Inoltre, non pensa che possano esserci alcuni criteri ed alcuni fattori validi in alcune aree geografiche piuttosto che in altre?
R. La valutazione che serve alla scuola oggi è quella che riguarda la comunità scolastica nel suo complesso, non i singoli individui (studenti, docenti, dirigenti), in quanto finalizzata a verificare quali siano i fattori positivi o negativi che inducono a conseguire risultati assai differenti tra scuola e scuola.... Ritengo poi che, sempre, vada valutata la "crescita relativa" dei ragazzi, cioè devono essere considerate le condizioni di partenza, assai differenti, ricordiamolo, e verificato quanto la scuola è riuscita ad incidere in termini di crescita del ragazzo. Non ha alcun senso confrontare i rendimenti assoluti...
D.... Al sud la dispersione raggiunge punte del 25%. Cosa proporre per contrastare questo fenomeno?
R. ... Le condizioni sociali e culturali delle famiglie condizionano moltissimo in Italia i rendimenti scolastici dei ragazzi: la scuola non riesce a colmare o a ridurre i divari iniziali. Per questo nei quartieri poveri delle grandi città del Sud, in zone particolarmente disagiate, gli abbandoni e gli insuccessi scolastici sono più numerosi. In queste realtà gli insegnanti dovrebbero essere pagati maggiormente, con l'impegno di non chiedere il trasferimento per un certo numero di anni per garantire continuità didattica. Ecco una forma di differenziazione tra insegnanti, non gerarchica, ma basata su un oggettivo maggior impegno. Penso che in queste realtà sia necessaria "più" scuola: asili nido, sezioni primavera, scuola dell'infanzia per tutti i bambini dai 3 ai 6 anni, tempo pieno nella scuola elementare e prolungato nelle medie. Un tempo disteso, luoghi diversi di apprendimento sono sicuramente strumenti utili per far apprendere i ragazzi con maggiori disagi. Il paradosso e' che questa offerta scolastica, presente nelle regioni del Nord e del Centro, manca proprio laddove e' più necessaria....
ItaliaOggi -29 luglio 2014
"La Giannini si mette in salvo"
░ Che il CNPI ci fosse o non ci fosse, è lo stesso. La Giannini sana così gli atti firmati senza il parere del Cnpi. Un'altra picconata all'immagine del modello rappresentativo della scuola.
Salvi gli atti pregressi e anche, fin quando non ci sarà il nuovo organo consultivo, quelli futuri. Il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, è riuscita a mettere in regola l'attività del dicastero su cui pendeva la spada di Damocle di una dichiarazione in via giudiziaria di nullità a causa dell'assenza del prescritto parere del Cnpi, il consiglio nazionale della pubblica istruzione. Una vicenda che si trascina dai tempi del ministro Maria Chiara Carrozza e che solo in questi giorni è venuta a soluzione, con un emendamento governativo al dl n. 90 sulla pubblica amministrazione, in via di conversione alla camera. Il Miur pare aver ormai imboccato, sulle materie d'urgenza, la strada dell'intervento parlamentare in altri provvedimenti, preferendo non presentare, come invece era sembrato possibile, un proprio decreto legge. Una strategia di basso profilo, quella decisa dalla Giannini, anche per evitare clamori e polemiche in questa fase in cui il governo è intenzionato a procedere con cautela sulla riforma annunciata, dalla valorizzazione dei docenti al nuovo contratto. Il problema dell'irregolarità dell'attività del Miur è nato quando il Cnpi non è stato prorogato, dal primo gennaio 2013, e neanche è stato sostituito nelle sue funzioni dal Cspi, il Consiglio superiore della pubblica amministrazione che ne avrebbe dovuto prendere il posto. Un vuoto che rischia, come hanno già rilevato al Consiglio di stato, di bloccare l'attività regolamentare e amministrativa del ministero. Già perché su molti atti, dall'indizione di un uovo concorso alla riorganizzazione dello stesso ministero, è rimasto l'obbligo del parere consultivo: non c'è più l'organo insomma ma sono rimaste in piedi le relative funzioni. Il Miur è intervenuto con una sanatoria che assicura la regolarità del nuovo anno scolastico (e anche del vecchio): «Nelle more del riordino e della costituzione degli organi collegiali della scuola, sono fatti salvi tutti gli atti e i provvedimenti adottati in assenza del parere dell'organo collegiale consultivo nazionale della scuola e dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge e fino alla ricostituzione dei suddetti organi non sono dovuti i relativi pareri obbligatori e facoltativi», recita l'emendamento approvato in prima commissione a Montecitorio. Un sub emendamento di Elena Centemero, deputata di Forza Italia, ha previsto che le elezioni del nuovo organismo si tengano entro fine 2014 e che «in via di prima applicazione e nelle more del riordino degli organi collegiali, l'ordinanza di cui all'articolo 2, comma 9 del decreto legislativo 30 giugno 1999, n. 233 stabilisce le modalità di elezione del predetto organo, anche in deroga a quanto stabilito al comma 5, lettera a) del predetto articolo», che disciplina la composizione dell'organismo di 36 rappresentanti. Almeno l'emergenza, salvo colpi di scena nel corso dell'approvazione del provvedimento in aula, è risolta.
latecnicadellascuola.it - 29 luglio 2014
"Bisogna fare emergere il lavoro sommerso degli insegnanti"
░ Di Lucio Ficara.
Paragonare l'emersione della Concordia all'emersione "figurata" del lavoro sommerso dei docenti è una figura retorica che rende bene l'idea. In buona sostanza le 18 ore di lavoro degli insegnanti della scuola secondaria sono soltanto la punta di un iceberg, che nasconde la montagna di lavoro sotto il mare. Ma quanto lavoro c'è dietro quelle 18 ore di lezione frontale? Esiste un certosino lavoro di preparazione alle lezioni, di organizzazione al lavoro didattico, di preparazione delle verifiche, di correzione delle stesse, di corsi di formazione e aggiornamento e tanto altro ancora. Ma di cosa stiamo parlando? Di ciò che non si vede, ma che c'è e questo lo sanno bene gli studenti e le famiglie che sono i primi giudici del lavoro del docente. Una lezione in classe non si improvvisa all'istante, ma ha un percorso pensato, studiato, approfondito, che costa sacrificio e tempo anche al docente anziano ed esperto. Tra gli articoli del contratto collettivo nazionale della scuola questo importante tempo che gli insegnanti dedicano alle proprie classi è menzionato ma non è quantificato in ore settimanali. Sarebbe giusto usare il bilancino per pesare queste quantità temporali in vere e proprie ore settimanali di servizio, in modo che nessuno possa dire che gli insegnanti lavorano poco, anzi pochissimo. Si parla con eccessivo disprezzo e senza conoscere il valore della professione docente, del fatto che gli insegnanti lavorano solo 18 ore settimanali e di conseguenza è ritenuto giusto che siano pagati poco e non considerati socialmente. Ebbene è un'enorme falsità! Gli insegnanti lavorano molto, moltissimo e con grande responsabilità. Lavorano tanto quanto i magistrati, i medici e i dirigenti della pubblica amministrazione, e pur essendo plurititolati guadagnano meno della metà di queste categorie. Perché? Manca totalmente il prestigio sociale che si è ridotto a meno di nulla, a causa del luogo comune del docente che lavora solo 18 ore alla settimana per sole 33 settimane l'anno e per cinque giorni la settimana, e gode perfino di 3 mesi di vacanza all'anno.... Fare il magistrato, il medico o l'insegnante è la stessa cosa a livello di tempo quotidiano dedicato alla professione. Scopriremmo anche che gli insegnanti sono impegnati già 36 ore alla settimana e che è un dovere morale fare emergere quella metà di orario di lavoro sommerso. Visto che si parla tanto di aumento dell'orario di servizio dei docenti, da parte di chi non sa cosa significa svolgere l'attività di insegnante, allora sarebbe giusto che per prima cosa si ridefinisse e portasse a piena trasparenza tutti i carichi di lavoro effettivi dei docenti, oltre le attuali 18, 22, 25 ore settimanali d'insegnamento frontale...
corrieredellasera.it – 31 luglio 2014
" Valutazione, a settembre arriva la carta d'identità delle scuole"
░ Il piano nazionale di valutazione delle scuole parte a settembre, con un format unico per delineare i punti forti e quelli deboli delle scuole.
Non solo il «quizzone», come superficialmente viene definito il test Invalsi a cui vengono sottoposti ogni anno gli studenti di II e V elementare, III media e II superiore. La valutazione scolastica è molto di più, e da settembre proverà a dimostrarlo. Con l'avvio ufficiale del sistema nazionale di valutazione delle scuole, ogni istituto avrà un vera e propria scheda, utile a delinearne caratteristiche, punti forti e punti deboli: una sorta di«carta di identità», che sarà realizzata partendo dal rapporto di autovalutazione di presidi e docenti, chiamati a delineare successi e difficoltà del proprio operato, anche tenendo conto dei risultati scolastici dei loro studenti e del loro status-socio economico. «E' un'idea di valutazione che sottolinea il protagonismo di insegnanti e dirigenti come professionisti in grado di dare conto autonomamente del proprio lavoro- spiega il presidente dell'Invalsi,la professoressa Annamaria Ajello - Occorre tuttavia evitare che la richiesta di predisporre il report di autovalutazione venga vissuta dalle scuole come l'ennesimo adempimento burocratico. Ciò porterebbe il processo di valutazione su un itinerario fallimentare». Il ministero dell'Istruzione sta studiando un format apposito, uguale per tutti, che permetta quindi a chiunque, alle famiglie, ai docenti, ai dirigenti, di accedere facilmente alle informazioni di proprio interesse. La «carta di identità» delle scuole conterrà anche i risultati dei test Invalsi sottoposti ai ragazzi, e quindi permetterà di capire le tendenze di performance degli studenti in quell'istituto.Che saranno sempre più trasparenti: l'Invalsi infatti renderà noti anche i nomi e le modalità di reclutamento dei collaboratori che elaborano le prove.... Quali sono gli «apprendimenti irrinunciabili», quello che un ragazzo che esce dalla scuola media non può non sapere o essere in grado di fare? L'intento dell'istituto di valutazione è quello di creare una sorta di base minima di nozioni, che debba essere considerata imprescindibile per poter permettere agli studenti di poter proseguire il proprio percorso, indipendentemente dalla regione in cui vive o dall'istituto che frequenta. In questa direzione, è stato già avviato un accordo con i matematici, e il prossimo passo sarà quello di consultare gli esperti di lingua italiana. L'ultimo tassello della valutazione passerà per gli ispettori... «Valutazione, autonomia e merito, ecco i pilastri su cui voglio rinnovare la scuola italina», ha ribadito più volte il ministro Giannini. E i commissari che danno la pagella anche la scuola saranno un elemento fondamentale di questo piano.
Il Messaggero -31 luglio 2014
"Scuola, al via oltre 33mila assunzioni tra insegnanti e personale non docente"
░ Si tratta di numeri pari al turnover, inferiori alle disponibilità di posti (sarebbero più del doppio). C'è malcontento in tutti i sindacati.
Oltre 33mila assunzioni tra insegnanti e personale non docente per il 2014-2015 a partire da settembre. In particolare, riferisce la Flc-Cgil, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'Istruzione nell'incontro di ieri, sono in corso di autorizzazione 28.781 assunzioni di docenti (15.439 su posto comune e 13.342 su sostegno) e 4.599 di personale Ata.... molto inferiori alle effettive disponibilità di posti ed in particolare per i docenti su posto comune sono circa il 58%, per i docenti di sostegno circa l'82% e per gli ATA circa il 35%. La prossima settimana dovrebbe essere definita la ripartizione effettiva dei docenti per ordine di scuola e per tipologia di posto e pubblicato il Decreto con le istruzioni operative. Per il personale Ata sarà necessario attendere qualche giorno in più in considerazione che la pubblicazione dei trasferimenti è prevista per il 4 agosto.
lastampa.it – 1 agosto 2014
"Piemonte. Veto delle paritarie su altre sei scuole A rischio 160 bimbi"
░ La vergogna: gli enti locali devono chiedere il permesso ai privati e i Comuni non possono aprire sezioni di asilo. Si va alla "mediazione" !.
In Piemonte ci sono 160 bambini che a settembre potrebbero non avere un posto all'asilo. Meglio, se vorranno frequentare la scuola materna dovranno per forza di cose farlo in un istituto paritario, ché non hanno altra scelta visto che nel pubblico i posti sono tutti occupati (o non ci sono proprio) e resta disponibile solo il «privato». Non c'è solo Bibiana, insomma. Ci sono altre sei realtà che, come in Val Pellice, stanno facendo i conti con le bizzarrie della Regione. La quale lo scorso anno - governava ancora la giunta Cota - ha stabilito che se un comune vuole aprire una nuova sezione in una scuola materna deve prima chiedere un parere all'istituto paritario, se ce n'è uno presente sul territorio. Così è accaduto a Bibiana, dove l'amministrazione avrebbe voluto aprire una nuova scuola materna, costata un milione e mezzo, ma è stata bloccata dal veto del parroco e dell'asilo paritario già esistente. E i 29 bambini che s'erano già iscritti? O vanno nella scuola «privata» o restano a casa. E così succede a Villanova Canavese, Torino, Venaria, Novara, Bagnolo Piemonte, San Damiano d'Asti. Anche qui la scuola paritaria ha detto «no», bloccando quella pubblica. E, in totale, i bambini per ora senza un posto sono appunto 160. Restano poi altri due casi, appesi al filo della trattativa tra la Regione e la Fism, la federazione delle scuole materne cattoliche. All'orizzonte, infine, c'è un'altra potenziale valanga di guai: i pareri chiesti sono in tutto 37. ... Nei prossimi giorni avremo una serie di incontri per trovare spazi di mediazione... Il Consiglio regionale - che non è più lo stesso che votò la delibera all'origine del caso - si sta muovendo per cercare di trovare una via d'uscita.... Si chiede alla giunta di trovare l'escamotage perché un parere negativo delle scuole paritarie non si trasformi automaticamente nell'impossibilità di aprire strutture e sezioni statali...
latecnicadellascuola – 1 agosto 2014
"La Camera approva la riforma della PA: passano 'Quota 96' e la pensione a 62 anni"
░ Di Alessandro Giuliani. Notiamo, nell'elenco dei provvedimenti, che più di uno apre chance ai giovani per il fatto che riduce drasticamente le possibilità di ricoprire incarichi pubblici di lavoro, oltre un certo numero di anni di servizio e da pensionati. Madia giovane per i giovani.
Il decreto legge che riforma la macchina dello Stato ottiene il primo sì: a fornirlo è l'aula della Camera, che ha dato il suo assenso al testo messo a punto dalla commissione Affari costituzionali. Tra i provvedimenti approvati figura anche il soffertissimo via libera, già dal 1° settembre prossimo, dei cosiddetti 'Quota 96' della scuola. Una misura che ha ottenuto disco verde della commissione Bilancio, nonostante il parere negativo del Mef sulle coperture. Una questione risollevata dalle critiche arrivate dal commissario alla Speding Review, Carlo Cottarelli, che starebbe addirittura sul punto di presentare le dimissioni. Ora il dl Madia, sui cui il Governo ha posto la fiducia, passa al Senato, per essere convertito entro il 23 agosto. Il Governo è quindi riuscito a superare, pur con due anni di ritardo, l'errore tecnico dell'ultima riforma delle pensioni, Monti-Gelmini, per cui, pur avendo maturato i requisiti tanti docenti e Ata della scuola non sono potuti uscire. In pratica, non era stata considerata la particolarità della scuola. Il decreto approvato prevede però due limiti: non oltre 4 mila pensionamenti e un tfr rimandato alla maturazione dei requisiti secondo la Fornero, quindi per la maggior parte passeranno diversi anni prima di vedersi corrispondere l'assegno di fine rapporto. L'Ansa ha riassunto gli altri principali punti del decreto legge di riforma della PA. Li riportiamo. ABOLITO TRATTENIMENTO IN SERVIZIO. Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con 'un'attenuante': per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perché in magistratura gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni). PENSIONAMENTI D'UFFICIO A 62 ANNI, 68 PER PROF UNIVERSITARI. Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i suoi dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima. Anzianità contributiva e non più effettiva, come stabilito fino ad adesso (valgono quindi i riscatti). Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite standard di 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene rivista, così da facilitarne l'applicazione, includendo nella platea degli interessati anche i dirigenti. Le soglie d'età non sono però uguali per tutti, per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65. TURNOVER, MILLE NUOVI VIGILI DEL FUOCO. Si passa dalle persone alle risorse, per cui le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la soglia si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie per le entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si mostrano "virtuosi". Delle accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo 2015. MOBILITA' OBBLIGATORIA MA NON PER TUTTI. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino. STOP A INCARICHI UNA VOLTA IN PENSIONE. Le modifiche introdotte nell'iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali. RAZIONALIZZAZIONE AUTHORITY, RAFFORZATE INCOMPATIBILITA'. Il dl fa ordine sul fronte Authority, resta in piedi l'ipotesi di accorpamento delle sedi, ma solo se non vengono rispettati i nuovi vincoli: il 70% del personale deve essere concentrato nel 'quartier generale'. Ma non è solo una questione di immobili, nel mirino ci sono anche la cariche: ecco che i dirigenti usciti da Banca d'Italia, Ivass e Consob nei due anni successivi non possono ricoprire ruoli nei soggetti regolati. RIDUZIONE DIRITTI CAMERALI, -50% MA IN 3 ANNI. Il dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l'abolizione, ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre tranche (per il 2015, sforbiciata -35%, per il 2016 -40%). AGENDA PER LE SEMPLIFICAZIONI, MODULI VIAGGIANO ON LINE. Il decreto lancia il vademecum per la sburocratizzazione e, nel dettaglio, prevede moduli, uguali a livello nazionale, per l'edilizia e l'avvio di attività produttive (Scia), da pubblicare su: www.impresainungiorno.gov.it. ANAC, POTERI A CANTONE. Viene allargato il campo d'azione del presidente dell'Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d'appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto. "STRETTA" ASPETTATIVE MAGISTRATI: Le toghe che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, pure se solo di consulenza giuridica, non possono più godere dell'aspettativa, devono quindi per forza andare fuori ruolo, posizione per cui gli spazi non sono infiniti (la durata massima è di dieci anni). E la norma non salva neppure coloro che già hanno incassato il 'diritto' all'aspettativa. Un emendamento ha invece salvato le sedi distaccate del Tar presso le città sedi di Corti d'appello, ne resteranno in piedi 5 su 8.