Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 28 dicembre 2013

 www.latecnicadellascuola.it 22/12/2013
“Spending review in arrivo, Carrozza non dorme di notte”
░ La spada di Damocle che pende sulla testa del ministro Carrozza si chiama spending review e se mai dovesse scivolare di mano al commissario Cottarelli provocherebbe sicuramente un nuovo tsunami nella scuola.
La questione della copertura finanziaria prevista dalla legge 128, generosamente (e forse illusoriamente) denominata “La scuola riparte”, si sta ponendo in tutta la sua drammaticità. Perché a conti fatti appare davvero improbabile che l’aumento delle accise su birra e altri prodotti alcolici possa garantire le entrate previste. Attualmente, infatti, le accise fanno entrare nelle casse dello Stato un miliardo di euro all’anno, mentre la legge 128 ne prevede almeno 316 milioni in più per il 2014 e 411milioni per il 2015: il 30% in più l’anno prossimo e il 40% a partire dal 2015. … Per evitare che la scure del MEF intervenga sul bilancio di Viale Trastevere, sono stati messi al sicuro anche i fondi della legge 440/97 (pochi per la verità) con un decreto ormai esecutivo. Pochi giorni fa il Ministero ha anche assicurato che il capitolo di spesa che serve a pagare le supplenze è stato adeguatamente rifinanziato, ma in assenza di informazioni precise è difficile capire e sapere da dove sono stati prelevati i fondi necessari (secondo una stima prudenziale si tratta di non meno di 40-50milioni di euro per ogni mese e se è vero che si tratta di pagare novembre e dicembre si arriva facilmente a 100milioni)…. Il commissario Cottarelli ha già fatto capire che la revisione della spesa dovrà riguardare tutti, scuola compresa e non è detto che gli 80-100milioni risparmiati con una nuova operazione di dimensionamento delle scuole possano bastare. Il fatto è che a questo punto non ci sono più molte voci sulle quali intervenire: qualcosa si potrebbe risparmiare ancora rivedendo le regole per gli esoneri dei docenti collaboratori del dirigente scolastico ma il risparmio decisivo può arrivare da una sola operazione: tagliare di un anno l’intero percorso scolastico, con un conseguente taglio di 50mila cattedre e quindi con un risparmio sicuro di un paio di miliardi di euro, magari distribuito su 2-3 anni. A quel punto potrebbero saltare fuori anche un po’ di spiccioli per il rinnovo del contratto, ma il prezzo politico che il partito del Ministro dovrebbe pagare sarebbe certamente altissimo.

www.orizzontescuola.it 23/12/2013
“Docenti inidonei. Salta ladata delle visite,
il Ministero sospenda il provvedimento”
░ I Cobas chiedono l'immediata sospensione della procedura delle visite di controllo per i docenti inidonei che hanno atteso di essere sottoposti a nuovo controllo entro il 20 dicembre 2013.
Con la nota 13000 sul personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti il Miur ha dato attuazione delle disposizioni contenute nella Legge n.128/2013.La norma dispone che entro il 20 dicembre 2013 il personale docente della scuola, che alla data di entrata in vigore del decreto-legge 12 settembre 2013 n.104, convertito con modificazioni in Legge 8 novembre 2013 n. 128, è già stato dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, è sottoposto a nuova visita da parte delle commissioni mediche competenti, per una nuova valutazione dell'іnіdoneіtà. In esito a tale visita, ove la dichiarazione di inidoneità non sia confermata, il personale interessato torna a svolgere la funzione di docente. Ove, viceversa, venga confermata l'inidoneità, il suddetto personale può, su istanza di parte, transitare nei suddetti profili professionali del ruolo A.T.A. ovvero, in assenza di istanza o, nell'ipotesi in cui l'istanza non possa essere accolta per indisponibilità di posti, presentare domanda di mobilità intercompartimentale in ambito provinciale. Il suddetto personale può comunque chiedere, senza essere sottoposto a nuova visita, di transitare nei profili professionali di assistente amministrativo e di assistente tecnico ovvero, in assenza di tale istanza o, nell'ipotesi in cui l'istanza non possa essere accolta per indisponibilità di posti, può presentare domanda di mobilità intercompartimentale in ambito provinciale. La nota del 3 dicembre 2013 e integrazione 6 dicembre 2013. Adesso, trascorso il termine del 20 dicembre 2013 senza che le visite siano state ancora messe in atto, i Cobas dichiarano che "il MIUR e il MEF sono inottemperanti rispetto al dettato di legge che ha fissato i termini per la visita in modo perentorio e non semplicemente indicativo e chiedono l'immediata sospensione della procedura delle visite di controllo così come previsto dall’atto di nuova intimazione a non voler procedere, inviata dai COBAS in data odierna al Garante per la protezione dei dati personali, al Ministro dell’istruzione, al Ministro dell’economia e finanza, ai Sottosegretari di Stato del MIUR, per porre termine, una volta per tutte, all’inutile e continua vessazione dei docenti “ inidonei” e al palese tentativo di smantellamento della scuola pubblica attraverso l’annullamento di quell’elemento cardine della scuola che è costituito proprio dal prezioso patrimonio delle Biblioteche scolastiche e dei Laboratori didattici"

www.latecnicadellascuola.it 24/12/2013
“Che differenza c’è tra trasferimento e mobilità?”
░ Lucio Ficara spiega le significative differenze.
Quando si parla di mobilità del personale docente si usano termini come trasferimento, mobilità professionale o ancora mobilità territoriale, pensando che siano modi diversi per significare la stessa cosa. Invece per burocrati ed esperti che redigono il contratto di mobilità del personale docente, ogni termine ha un significato specifico che si differenzia dagli altri. Per cui tecnicamente c’è una certa differenza fra “trasferimento” e “mobilità”. Pensiamo ad esempio all’art.4 dell’ipotesi di contratto sulla mobilità del 17 dicembre 2013, in cui le operazioni di mobilità del personale docente si dividono in tra fasi. La prima è quella dei trasferimenti nell’ambito del comune; la seconda fase è quella dei trasferimenti tra comuni della stessa provincia; la terza fase, infine, è quella della mobilità professionale e mobilità territoriale interprovinciale. Come si può notare, il termine trasferimento è usato esclusivamente per le prime due operazioni, mentre per la terza operazione si parla di mobilità. In sostanza si considera trasferimento lo spostamento di un docente da una scuola ad un’altra dello stesso comune o al massimo della stessa provincia, ma sempre nello stesso ordine d’istruzione e nel caso delle scuole secondarie di primo e secondo grado, anche nella stessa classe di concorso; si utilizza il termine mobilità professionale o mobilità territoriale interprovinciale, per indicare passaggi di cattedra, passaggi di ruolo o anche semplicemente, mantenendo stesso ordine di scuola e classe di concorso, il cambio di provincia di titolarità. La differenza terminologica fra trasferimento e mobilità trova applicazione nell’art.8 dell’ipotesi del CCNI sulla mobilità; infatti nell’art.8 riferito all’assistenza ai familiari disabili è scritto che il personale scolastico (parente, affine o affidatario) che intende assistere il familiare ai sensi dell’art. 33, commi 5 e 7, della legge n. 104/92, in qualità di referente unico, non è destinatario di una precedenza nell’ambito delle operazioni di mobilità; l’art.8 prosegue dando la possibilità al personale che deve assistere un familiare disabile, di partecipare alle operazioni di utilizzazione e/o di assegnazione provvisoria, usufruendo della precedenza che verrà disposta dal CCNI sulla mobilità annuale… Quindi pur essendo trasferimento e mobilità sinonimi, differiscono tangibilmente nella sostanza contrattuale.

www.orizzontescuola.it 24/12/2013
“Concorso docenti 2012. Secondo il giudice potevano partecipare i laureati dopo il 2002, quali possibili scenari?”
░ Intervista al Presidente dell'ANIEF, Marcello Pacifico, sindacato che per primo aveva denunciato l'eventuale non correttezza del bando del concorso a cattedra che poneva come limite l'anno accademico 2002-03 per i candidati che accedevano al concorso solo con il titolo di laurea”. "
D. Presidente, una sentenza del Tar Lazio le dà ragione. I docenti laureati dopo il 2002 potevano partecipare al concorso, ci spiega perché?
Pacifico. Lo abbiamo denunciato già all’indomani della pubblicazione del bando di concorso: la decisione dell’amministrazione assunta nel 1998 di far partecipare i laureati all’atto della nuova procedura concorsuale, in attesa dei corsi SSIS, doveva essere attualizzata alla circostanza di un rinvio prorogato per dieci anni durante i quali le Università hanno laureato migliaia di cittadini.
D. Scenari ipotizzabili per i futuri concorsi dopo questa sentenza?
Pacifico. Difficile descriverli, dipende se il Governo pensa a un nuovo sistema di reclutamento. L'errore del ministro Profumo è stato di pensare a modalità nuove utilizzando una legge vecchia che disciplinava in ogni momento tutta la procedura concorsuale. Dal Miur volevano prima bandire un concorso ogni 2 anni, ma la legge parlava di 3, volevano l'inglese obbligatorio per la primaria ma la legge diceva facoltativo, hanno aperto ai laureati ma sino al 2002 quando la legge accettava i soli abilitati.
D. Resta il fatto che se questo principio dovesse essere assunto per i futuri concorsi gli abilitati TFA avrebbero quale unico vantaggio l'iscrizione nella seconda fascia delle graduatorie di istituto ...
Pacifico. Dalla stretta sulle graduatorie d'istituto inserita nel Regolamento sulla formazione iniziale sembra che i futuri concorsi saranno aperti ai soli docenti abilitati, oggi il Miur ha perso perché distingueva laureati di serie A e di serie B tra gli ammessi. Ma il problema si riproporrà nuovamente, perchè non sono all'orizzonte nuovi concorsi e perché il Miur discrimina abilitati di serie A (corsi riservati, concorsi, SSIS) e di serie B (TFA e PAS). Per questo abbiamo iniziato una battaglia al Tar Lazio che potrebbe continuare al giudice del lavoro all'atto del nuovo aggiornamento triennale delle graduatorie. Chi si è abilitato con il TFA lo ha fatto su un numero programmato e in aluni casi come cinese, arabo su graduatorie relative a classi di concorso esaurite. Questi colleghi hanno diritto ad insegnare subito senza aspettare un regalo dalla befana nel 2020 ...
D. Tornando al Concorso 2012. Ci ricordiamo che l'Anief individuava nel settembre 2012 otto buoni motivi per ricorrere contro il bando.
Pacifico. Siamo riusciti a ottenere ordinanze cautelari, considerato prima facie il fumus, sui requisiti di accesso relativi alla laurea conseguita dopo il 2002 (oggetto della sentenza n. 11178/2013), allo stato di servizio in ruolo o al diploma magistrale, sulla contestazione della soglia 35/50 alla prova preselettiva, sulla sufficienza come criterio di accesso alla prova laboratoriale, sulla lingua inglese non obbligatoria alla scuola elementare. I ricorsi, invece, relativi alla graduatoria di merito e al punteggio più favorevole sono stati ritenuti, di recente, di competenza del giudice del lavoro e attendiamo conferma dai giudici di appello prima di riassumere il contenzioso.
D. Questa volta, però, non siete arrivati per primi ad una sentenza ...
Pacifico. Qui non c’è chi arriva prima o dopo ma chi pone i problemi. L’attività dell’Anief non soltanto costringe le altre forze sindacali a sposare, spesso, le sue rivendicazioni sindacali e a portare avanti le stesse iniziative legali come sulla stabilizzazione dei precari; ma influisce anche sul lavoro di diversi professionisti del settore che ritengono i ricorsi procedibili e potenzialmente vittoriosi nelle aule dei tribunali. Il ricorso rimane ad oggi l’unica strada per il sindacato per difendere i lavoratori. Ma docenti e ata devono sapere che un ricorso non si conclude con la scrittura della memoria da parte del legale ma con un’attività alacre e attenta sul piano parlamentare, istituzionale e mediatico di tutto il sindacato che corretta in punto di diritto non può portare che al successo: alla fine il tempo paga. Per questo siamo più di 30.000 e abbiamo quasi doppiato per numero di deleghe il primo dei sindacati non rappresentativi.
D. Quali nuove battaglie legali ci dobbiamo aspettare?
Pacifico. Certamente la perequazione degli stipendi al costo della vita, ragion per cui ricorreremo alla CEDU perché non vi possono essere cittadini di serie A con automatismi di carriera sbloccati e cittadini di serie B con stipendi fermi al palo per un decennio. Né le ragioni finanziarie possono derogare ai principi basilari su cui si sorregge lo stato sociale: il diritto al contratto, al pagamento dello stipendio e alla carriera, alle ferie, alla pensione e alla liquidazione. Infine, non si può pensare di superare le denunce dell’Europa sull’abuso dei contratti a termine dei precari della scuola, assumendo in ruolo i supplenti con lo stipendio da precari come concordato da alcuni sindacati (v. CCNL 4 agosto 2011). Tutti i neo-assunti hanno diritto al primo gradone stipendiale (fascia 0-8 anni) e hanno diritto alla ricostruzione di carriera di tutto il servizio pre-ruolo (superiore ai quattro anni) nel rispetto della direttiva comunitaria 1999/70/Ce. Siamo pronti a ritornare a Lussemburgo per dare loro ragione. Lo abbiamo fatto una volta e la storia sembra non darci torto.
D. Insomma, nell’orizzonte dell’Anief sempre nuovi ricorsi …
Pacifico. Ma sempre vittoriosi, finché non diventeremo rappresentativi, almeno, grazie alle prossime elezioni RSU per le quali ci stiamo organizzando cercando candidati. La speranza è che nel divenire rappresentativi, forse, potremo essere da esempio per gli altri sindacati ed essere ascoltati durante le sessioni negoziali. Attenzione, l’Anief, comunque, rimarrà sempre un sindacato libero, giusto e solidale.

www.latecnicadellascuola.it 26/12/2013
“Prof in pensione richiamati dalle scuole per lavorare gratis, scoppia la polemica”
░ I fatti sono quelli di Brescia, dove l’assessorato all’Istruzione ha coinvolto docenti e professionisti che hanno terminato l’attività lavorativa per offrire la loro competenza agli studenti. Una forma di volontariato che non piace all’Anief: è un assaggio di quella spending review che presto potrebbe essere adottata in tutte le scuole d’Italia.
È finita sulle pagine dei quotidiani più importanti d’Italia, come Repubblica, la chiamata a raccolta da parte dell’assessorato all’Istruzione del Comune di Brescia di “associazioni di genitori e rappresentanti eletti nei consigli d’istituto – ha scritto Qui Brescia - per un incontro preliminare al progetto di aiuti per gli studenti”. Il fine dell’originale iniziativa è “riuscire a coinvolgere docenti e professionisti in pensione interessati a offrire ai ragazzi bresciani le loro competenze in una nuova forma di volontariato. Una volta raccolte le adesioni al progetto, il Comune stilerà un elenco dal quale le singole scuole bresciane potranno attingere per dare sostegno a tutti quei progetti bloccati dalla mancanza di fondi”. E qui sta il punto: è giusto che per coprire i “buchi” sempre più larghi dei finanziamenti statali, debbano essere coinvolti dei docenti che hanno lavorato per decine di anni e sono stati collocati in pensione? L’Anief non ha dubbi: quanto sta accadendo a Brescia rappresenta un “assaggio” di “quella spending review che presto potrebbe essere adottata in tutte le scuole d’Italia: non si è aspettato neppure lo stanziamento dei fondi del Miur, previsti dall’ultima legge per gli studenti alloglotti, destinati alla formazione dei docenti impegnati sul potenziamento dell’italiano come seconda lingua. “Quella di nominare docenti in pensione per collaborare alle attività scolastiche a titolo gratuito – ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è soprattutto una deriva che trae origine dai tagli ai finanziamenti per le scuole e alle inadempienze dei pagamenti loro destinate da parte del Ministero delle Finanze”.

Il Sole 24Ore 27/12/2013
“Formazione. Sperimentazioni al via Decreto Carrozza, il modello Its entra nelle scuole”
░ Intervista al sottosegretario Toccafondi: a breve il piano attuativo per conciliare lo studio in regime di apprendistato.
Si partirà con una trentina di scuole. «Realtà eccellenti» che ormai da tempo mettono in essere le sinergie necessarie tra scuola e lavoro, e dialogano con grandi imprese italiane. A gennaio decolla il programma sperimentale, fino al 2016, per far conoscere l'apprendistato a scuola, previsto dal decreto Carrozza: «A breve arriverà il decreto che darà il modello attuativo per poter svolgere parte dell'anno scolastico in regime di apprendistato annuncia il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi e attraverso protocolli d'intesa con le aziende, al termine del percorso formativo in apprendistato ci sarà il contratto di lavoro effettivo». Insomma, il modello Its (dove al termine del primo ciclo biennale sei studenti su 10 hanno trovato lavoro) entra con forza nella scuola. Una piccola rivoluzione culturale: «Ora i tempi sono maturi perché istruzione e mondo del lavoro si contaminino sempre più», dice Toccafondi che in un colloquio con «IlSole240re» illustra tutte le novità sul tema ín arrivo nel 2014. Nelle prossime settimane decolleranno i tirocini in impresa (previsti dal decreto Giovanni). «Stiamo lavorando a percorsi in azienda spiega Toccafondi progettati in coerenza con gli obiettivi formativi della scuola che potranno essere previsti pure come attività extracurriculari. Saranno a supporto e completamento dei percorsi curriculari. In alcune regioni si stanno realizzando diverse tipologie di Poli formativi. Credo però che i più efficaci siano quelli che nascono come espressione di sussidiarietà reale per rispondere a un bisogno formativo e occupazionale. Disegnare a tavolino questi Poli ritengo non sia altrettanto efficace». Ci sarà poi un impegno sempre più crescente sull'alternanza scuola-lavoro. Entro gennaio sarà adottato un regolamento ministeriale sui diritti e doveri degli studenti dell'ultimo biennio delle superiori impegnati nei percorsi di formazione. E novità arriveranno pure sui 64 Its, le super scuole di tecnologia di durata biennale alternative all'università. Queste super scuole, gestite da Fondazioni, hanno potuto contare su un finanziamento annuo dii3 milioni per un triennio per la fase di start-up. Alcune regioni (come la Lombardia) hanno poi aggiunto risorse proprie. Ora è necessaria una nuova modalità di accesso ai fondi statali: non più a pioggia, ma in base ai risultati. Allo studio c'è l'ipotesi di catalogare gli Its in tre fasce (eccellenti, buoni, con criticità) per concentrare i soldi «verso la valorizzazione delle eccellenze…».
www. orizzontescuola.it 27/12/2013
“E' illegittimo sdoppiare le classi a causa dell'assenza del titolare. I sindacati concordano, ma i Dirigenti continuano a farlo. Perchè?”
░ OrizzonteScuola torna sulla questione, più volte sollevata, della prassi arbitraria posta in essere da quei Dirigenti scolastici che sopperiscono all’assenza dei docenti sdoppiando le classi e aggregandone gli spezzoni a classi regolarmente funzionanti. Gli effetti di questo comportamento illegittimo è di disturbare la didattica. Non meno grave è che si producono infrazioni delle norme sulla sicurezza con riferimento al numero massimo degli alunni per classe, di cui al DPR 81/2009, e alla superficie delle aule in rapporto al numero delle persone che vi soggiornano, di cui al DM del 18/12/1975.
Qual è allora il motivo per cui si continua ad organizzare la didattica secondo una prassi non legittima? La risposta più ovvia da parte dei Dirigenti Scolastici è quella di non avere fondi a sufficienza per il pagamento delle supplenze brevi e temporanee, per cui si cerca di sopperire ad una mancanza da parte del Ministero cercando di "nascondere" i problemi con soluzioni presentate come "di buon senso"…. Un'altra risposta è relativa all'organizzazione stessa: a volte è difficile reperire in poche ore un supplente per un solo giorno di lavoro; mentre infatti nella scuola di infanzia e primaria l'assegnazione delle supplenze inferiori a 10 giorni sono appositamente regolamentate, ciò non è ancora avvenuto nella scuola secondaria, per cui è difficile per le segreterie individuare il docente disponibile. Fino a quando è possibile, i Dirigenti Scolastici utilizzano i colleghi della scuola stessa per coprire la supplenza, ma è bene ricordare, come più volte ha fatto il Miur, che l'utilizzo di dette ore ha natura emergenziale, con il solo obiettivo di consentire la sostituzione immediata e limitata nel tempo del docente assente. …E’ assolutamente illegittimo l'utilizzo dell'insegnante di sostegno, di religione cattolica o di attività alternativa all'IRC, o qualunque insegnante che si trovi in compresenza e stia svolgendo il suo regolare servizio… Il Ministero ha emanato la nota 08 novembre 2010, che non lascia adito ad alcuna interpretazione: "[...] nel rispetto della normativa e delle procedure richiamate nella stessa nota, nel caso in cui le soluzioni indicate (sostituzione con personale in esubero, con ore a disposizione, con attribuzione di ore eccedenti nel limite delle risorse assegnate) non risultino praticabili o sufficienti, i dirigenti scolastici, al fine di garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche, possono provvedere alla nomina di personale supplente in ogni ordine e grado di scuola anche nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del CCNL e a 15 giorni nella scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in merito alla procedura semplificata per la nomina del supplente nella scuola dell’infanzia e primaria per assenze fino a 10 giorni dall’art. 5, c. 6 e art. 7, c. 7 del vigente Regolamento delle supplenze."

 

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