Rassegna stampa

Rassegna stampa sul parere della Commissione UE: la normativa italiana sui precari viola la direttiva comunitaria

Pubblichiamo alcuni articoli sul parere della Commissione UE, che reputa la normativa italiana sui precari contraria alla direttiva comunitaria.

Ansa: Anief, commissione Ue boccia norme Italia su precari
Violano direttiva comunitaria
(ANSA) - ROMA, 10 OTT - Per la Commissione Ue la normativa italiana sui precari viola la direttiva comunitaria, ma spetta al giudice nazionale far rispettare il diritto comunitario e applicare le relative sanzioni. È quanto si deduce, secondo l'Anief, dalle osservazioni inviate alla Corte di giustizia europea sui ricorsi pendenti sollevati dal tribunale del lavoro di Napoli in merito alla stabilizzazione di quattro docenti precari. "Non ci sarebbero - spiega l'Anief in una nota - le ragioni imperative e oggettive invocate dalla Cassazione, come introdotte dalla legge 106/11, né possono le ragioni finanziarie giustificare l'abuso dei contratti a termine nel settore pubblico e in particolare in quello scolastico. Nessuna discriminazione tra docenti precari e di ruolo è giustificabile a parità di lavoro svolto". In attesa ora della sentenza della Corte di Lussemburgo, Marcello Pacifico, presidente Anief, parla comunque di "momento storico perché se le osservazioni della Commissione Ue saranno accolte dalla Corte di Giustizia europea, migliaia di precari otterranno giustizia nei tribunali italiani e si porrà fine alla precarietà quale usuale condizione di lavoro nella scuola, a discapito della continuità didattica, della valorizzazione della professione, dell'assunzione dei giovani insegnanti". "Per la Commissione Ue, la legislazione italiana in tema di assunzione dei supplenti dalle graduatorie a esaurimento non recherebbe - spiega l'Anief - le misure imposte dalla clausola 5, punto n. 1, della direttiva Ue volta a limitare il ricorso a una successione di contratti a termine e quindi a impedire un abuso a danno dei lavoratori della scuola perché non vi è alcun limite alla durata massima dei contratti a termine né al numero dei rinnovi, né il ricorso a essi può essere giustificato dall'accumulo di un'anzianità di servizio tale da garantire l'assunzione per scorrimento di graduatoria. Né, infine, risulta che si ricorra alla chiamata dei supplenti soltanto per sostituzioni temporanee necessarie causate dall'indisponibilità dei dipendenti collocati in malattia, congedo o altro, unica ragione sostitutiva ammissibile recante criteri obiettivi e trasparenti". "Se le osservazioni della Commissione - conclude Pacifico - dovessero essere condivise dalla Corte di Lussemburgo, sarebbe superata la sentenza della Cassazione e migliaia di precari potrebbero ottenere o la stabilizzazione o cospicue sentenze risarcitorie dai tribunali del lavoro italiani, almeno fino a quando continueranno a essere assunti su posti vacanti e disponibili come Anief ha denunciato da anni. Il giudice nazionale ha l'obbligo di applicare integralmente il diritto dell'Unione disapplicando le disposizioni eventualmente contrastanti della legge interna o interpretandole in modo da consentire l'attuazione del diritto dell'Unione". (ANSA).

AgenParl: Scuola - Anief, per Commissione UE normativa italiana su precari viola direttiva comunitaria

Tecnica della Scuola: Per la Commissione UE la normativa italiana sui precari viola la direttiva comunitaria

Orizzonte Scuola: Stabilizzazione per abuso contratti a tempo determinato: per la Commissione UE la normativa italiana viola la direttiva comunitaria

Italpress: Scuola, Anief "Per Commissione Ue norma Italia sui precari viola direttiva"
ROMA (ITALPRESS) - "Per la Commissione UE la normativa italiana sui precari viola la direttiva comunitaria. Ma spetta al giudice nazionale far rispettare il diritto comunitario e applicare le relative sanzioni. E' quanto si deduce dalle osservazioni inviate alla Corte di giustizia europea sui ricorsi pendenti sollevati dal tribunale del lavoro di Napoli in merito alla stabilizzazione di quattro docenti precari. Non ci sarebbero le ragioni imperative e oggettive invocate dalla Cassazione, come introdotte dalla legge 106/11, ne' possono le ragioni finanziarie giustificare l'abuso dei contratti a termine nel settore pubblico e in particolare in quello scolastico. Nessuna discriminazione tra docenti precari e di ruolo e' giustificabile a parita' di lavoro svolto". Lo afferma in una nota l'Anief, che per prima, nel gennaio 2010, denuncio' la vicenda avviando il contenzioso seriale per migliaia di precari. Ora si attende la sentenza della Corte di Lussemburgo. Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir che ha un proprio rappresentante nel C.E.S.E., "si tratta di un momento storico perche' se le osservazioni della Commissione UE saranno accolte dalla Corte di Giustizia europea, migliaia di precari otterranno giustizia nei tribunali italiani e si porra' fine alla precarieta' quale usuale condizione di lavoro nella scuola, a discapito della continuita' didattica, della valorizzazione della professione, dell'assunzione dei giovani insegnanti. Sara' estirpato un cancro che per piu' di vent'anni ha segnato un pagina nera nel reclutamento scolastico, un cancro condannato gia' da diversi tribunali del lavoro nei ricorsi presentati dai legali dell'Anief coordinati dagli avv.ti Ganci e Miceli e sottoposto alla Corte europea anche dalla Consulta nel ricorso patrocinato dagli avv.ti Galleano e De Michele".
"Ribadite dalla Commissione anche l'importanza del diritto al lavoro e della dignita' del lavoro rispetto alle ragioni della finanza pubblica in un mondo che sembra aver perso la centralita' dell'uomo nella costruzione della societa' del domani - sottolinea l'Anief -. Le osservazioni scritte sono state consegnate dalla Commissione Europea nelle cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13 e C-63/13 relative all'interpretazione della direttiva 1999/70/CE e in particolare a sette quesiti pregiudiziali rivolti dal giudice italiano considerato l'intervento normativo attuato dai decreti legislativi nn. 165/01, 368/01, dalla legge n. 106/11, e la richiesta di stabilizzazione avanzata da quattro insegnanti con un servizio prestato da 45 a 71 mesi. Per la Commissione UE, la legislazione italiana in tema di assunzione dei supplenti dalle graduatorie ad esaurimento non recherebbe le misure imposte dalla clausola 5, punto n. 1, della direttiva UE volta a limitare il ricorso a una successione di contratti a termine e quindi a impedire un abuso a danno dei lavoratori della scuola perche' non vi e' alcun limite alla durata massima dei contratti a termine ne' al numero dei rinnovi, ne' il ricorso ad essi puo' essere giustificato dall'accumulo di un'anzianita' di servizio tale da garantire l'assunzione per scorrimento di graduatoria. Ne', infine, risulta che si ricorra alla chiamata dei supplenti soltanto per sostituzioni temporanee necessarie causate dall'indisponibilita' dei dipendenti collocati in malattia, congedo o altro, unica ragione sostitutiva ammissibile recante criteri obiettivi e trasparenti". (ITALPRESS).

Il Messaggero: Scuola, La Ue boccia l'Italia: "I precari sono illegali"

Orizzonte Scuola: Precari. Da Europa si attende sentenza storica per 20mila stabilizzazioni. Le chiedono anche i genitori

Tecnica della Scuola: Precari ‘storici’, 20mila attendono con ansia la sentenza decisiva di Lussemburgo

Gazzetta di Modena: Scuola, i precari appesi a una sentenza

IMG Press: Commissione europea risponde ai precari che hanno inviato il modello di denuncia ANIEF contro l’abuso di contratti a termine

Ansa: Anief, Commissione europea risponde ai precari
(ANSA) - ROMA, 26 OTT - La Commissione europea risponde ai precari che hanno inviato il modello di denuncia contro l'abuso di contratti a termine: a sostenerlo è l'Anief, associazione professionale sindacale, secondo la quale, anche grazie alla propria azione, l'Europa guarda con sempre maggiore attenzione al problema del precariato nella scuola italiana. "Migliaia di docenti e ata stanno ricevendo in questi giorni la risposta della Commissione europea alle denunce inviate alcuni mesi fa- scrive il sindacato - e pur ricordando di non poter intervenire direttamente nei singoli casi, chiede agli interessati di inviare una serie di informazioni aggiuntive per valutare l'eventuale prosecuzione dell'iter in sede europea". Il sindacato ha predisposto un modello di risposta da inviare per e-mail entro 40 giorni a Bruxelles. (ANSA).

Newson 24: SCUOLA - la Commissione europea risponde ai precari che hanno inviato il modello di denuncia ANIEF

Calabria 24 ore: Scuola - la Commissione europea risponde ai precari che hanno inviato il modello di denuncia ANIEF

Italpress: Scuola, UE risponde ai precari che hanno inviato modello denuncia Anief
ROMA (ITALPRESS) - Grazie all'azione dell'Anief, l'Europa guarda con sempre maggiore attenzione al problema del precariato nella scuola italiana. Migliaia di docenti e ata stanno ricevendo i questi giorni la risposta della Commissione europea alle denunce inviate alcuni mesi prima, con la richiesta di informazioni aggiuntive. Il sindacato ha predisposto un modello di risposta da inviare per e-mail entro 40 giorni a Bruxelles. E' quanto si legge in una nota del sindacato, che parla di "un nuovo importante successo nell'azione che l'Anief, prima in Italia, porta avanti dal 2010 contro l'abuso nella reiterazione dei contratti TD per il personale docente e Ata precario della scuola. La Commissione europea sta inviando in questi giorni risposta alle migliaia di denunce spedite nel 2012 da coloro che avevano utilizzato il modello messo a disposizione dal nostro sindacato. La Commissione, nel ricordare con la situazione sia gia' sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles - dopo l'apertura della procedura di infrazione 2010/2124 - dimostra il proprio interesse per le vicende della scuola italiana che, in violazione della Direttiva 1999/70/CE, continua a mantenere in stato di precarieta' centinaia di migliaia di docenti e Ata, senza il lavoro dei quali il nostro sistema di istruzione non potrebbe funzionare. Non a caso - prosegue la nota -, la Direzione Generale occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea - pur ricordando di non poter intervenire direttamente nei singoli casi - chiede agli interessati di inviare una serie di informazioni aggiuntive per valutare l'eventuale prosecuzione dell'iter in sede europea, utili in riferimento alla procedura di infrazione gia' in corso o per l'apertura di ulteriori procedimenti a carico dello Stato italiano".
Per questo, Anief ha predisposto un modello di risposta, corredato di alcuni allegati, da inviare alla Commissione al fine di integrare la denuncia fatta negli scorsi mesi. Si tratta di una serie di osservazioni che il sindacato utilizzera' a supporto delle cause che saranno discusse alla Corte di giustizia europea sulla compatibilita' della normativa italiana con il diritto dell'unione, su cui la UE ha presentato osservazioni scritte. Tutti coloro che hanno gia' ricevuto la risposta della Commissione possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per ricevere il nuovo modello da compilare e inviare per e-mail entro 40 giorni dalla ricezione della comunicazione della DG europea occupazione, affari sociali e inclusione. (ITALPRESS).

Tecnica della Scuola: Precari “storici”, la Commissione europea risponde a chi vuole essere assunto

Ansa: Scuola: precari; Anief, Italia rischia multa da 8 mln euro
(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Per la mancata assunzione di 130 mila precari, "l'Italia rischia grosso" da parte dell'Unione Europea, una multa che potrebbe arrivare fino a 8 milioni di euro. E' quanto afferma l'associazione sindacale Anief, ricordando che sul tema precari l'Italia è in attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, prevista nel 2014, sulla compatibilità della normativa italiana rispetto al diritto dell'Europa unita, su cui l'Ue ha già presentato osservazioni scritte. "Le avvisaglie per l'emissione di una sentenza storica ci sono tutte. Significativo, in questo senso - spiega l'Anief in una nota - è il monito della Commissione allo Stato italiano: deve assicurare stipendi uguali ai supplenti. Concedendo loro gli scatti automatici di stipendio, per il periodo di precariato e per i primo otto anni. Questo, ha detto la Commissione, per dare più certezze visto che svolgono lo stesso lavoro ma hanno un contratto diverso che li lascia precari anche dopo tanti anni di lavoro continuativo". (ANSA).

AgenParl: Scuola: Anief su mancata assunzione 130mila precari, Italia rischia grosso

News it 24: Mancata assunzione di 130mila precari, l’Italia rischia grosso

Informatore Scolastico: Mancata assunzione di 130mila precari, l'Italia rischia grosso

Orizzonte Scuola: Mancata assunzione di 130mila precari, l’Italia rischia grosso

Italpress: Scuola, Anief "Italia rischia per mancata assunzione 130mila precari"
ROMA (ITALPRESS) - A un anno esatto di distanza dalla presentazione di migliaia di denunce agli uffici di Bruxelles e di Strasburgo, l'azione dell'Anief produce dei primi importanti risultati concreti: l'Ue si avvia infatti a chiedere il conto per la mancata giustificazione del governo italiano a proposito della procedura di infrazione avviata nei confronti dell'Italia per l'abuso dei contratti a tempo determinato. E sara' un conto davvero salato: forse anche 8 milioni, il massimo consentito per questo genere di abusi. "Si tratta - ricorda il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - di una serie di osservazioni che il sindacato utilizzera' a supporto delle cause che saranno discusse alla Corte di giustizia europea di Lussemburgo, probabilmente gia' nel primo semestre del 2014, sulla compatibilita' della normativa italiana con il diritto dell'Unione, su cui la stessa Ue ha gia' presentato diverse osservazioni scritte". E sempre la Commissione europea ha di recente sottolineato che "la direttiva chiede che si adottino delle misure e la Commissione le sta aspettando da parte dell'Italia. A questo punto e' evidente che la controffensiva dell'Anief - conclude Pacifico - ha raggiunto il risultato atteso: se il nostro Paese vuole stare in Europa deve per forza di cose rispettare le procedure che Bruxelles impone sul diritto del lavoro e sulle assunzioni dei suoi cittadini". (ITALPRESS).

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