Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 26 ottobre 2013

 www.corrieredellasera.it - 20 ottobre 2013
“La mezza modernità dell’Italia a scuola”
░ Il salto nella modernità il Paese l’ha fatto solo per un pezzo. E’ questa la tesi sostenuta, in questo articolo, da Danilo Taino, Statistical Editor. Vi perviene comparando le statistiche sulla scolarizzazione in Italia e nei Paesi partner europei. Questo, aggiungiamo noi, è il punto al quale ci ha condotto una classe politica corrotta e incapace; e siccome “piove sempre sul bagnato”, ci si mette l’immigrazione ad aggravare la difficoltà strutturale che l’Italia ha nel competere in capitale umano attraverso saperi, competenze, ricerca.
Nella fascia di età tra i 25 e i 54 anni, solo il 16,1% degli italiani ha una laurea o un’educazione di livello definito «alto»… La media dell’Europa dei 27 è il 28,8% . La Francia è al 33,4% , la Germania al 28% , la Gran Bretagna al 39,3% . Peggio di noi, non uno dei Paesi della Ue…. Le cose non vanno meglio tra coloro meno giovani, tra i 55 e i 74 anni… la percentuale dei laureati è dell’8,6% , superiore solo a quelle maltese (7,1% ) e rumena (7,1% ). La media dei 27 è il 17,6% …. Partivamo male, da Paese agricolo e poco avvezzo all’università, riservata fino al dopoguerra alle élite . Ci siamo industrializzati, siamo diventati una delle maggiori economie dell’Occidente, ma non siamo lontanamente riusciti a colmare il gap di istruzione con la stragrande maggioranza dei Paesi europei. Non si tratta di dati statistici di poco conto. Questi numeri danno il segno della difficoltà strutturale, ormai di lungo periodo, che il Paese ha nel rispondere a un’economia globale che chiede di competere attraverso i saperi, le competenze, la ricerca, l’innovazione. ..L’Italia sta del tutto mancando l’adeguamento al mondo di oggi che pretende si punti sulle classiche tre cose: capitale umano, capitale umano, capitale umano… Uscire da questo abisso sarà un processo lungo e difficile. Ammesso che cominci.

www.larepubblica.it - 21 ottobre 2013
“Gli studenti: una class action contro le classi-pollaio”
░ Lanni, il portavoce della Rete degli studenti medi denuncia la situazione delle scuole superiori italiane: La maggior parte delle aule è sovraffollata e non rispetta le norme di sicurezza.
Studenti contro le classi-pollaio, e questa volta sono i singoli presidi a rischiare di persona. … Le segnalazioni di aule fuori norma giunte all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. predisposto dalla Rete degli studenti medi sono già tantissime. … La normativa sul massimo numero di alunni per classe prevede tre restrizioni: quella indicata dalla circolare sugli organici predisposta anno per anno dal ministero dell'Istruzione, quella prevista dal decreto del ministero dell'Interno del 1992 sulle Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica e un decreto del ministero del Lavori pubblici del 1975 sulle Norme di progettazione degli edifici scolastici in Italia. Gli ultimi due stabiliscono che per agevolare l'evacuazione in caso di incendio l'affollamento massimo per aula non deve superare le 26 unità: 25 alunni più un docente. Mentre per rendere funzionale la didattica le norme sulla progettazione degli edifici scolastici prevedono per le aule di scuola superiore almeno 1,96 metri quadrati per alunno. I limiti fissati dal ministero dell'Istruzione guardano invece a ridurre gli organici dei docenti e consentirebbero di stipare in un'aula anche 30 alunni. … Due anni fa, il Codancons ha vinto una class-action contro le classi-pollaio che ha costretto il ministero dell'Istruzione a pubblicare un lungo elenco di oltre 13mila plessi scolastici particolarmente carenti dal punto di vista della sicurezza… La commissione Cultura del Senato ha approvato una risoluzione del Movimento cinque stelle che impegna il governo ad "adottare con sollecitudine tutte le iniziative più opportune volte al coordinamento della normativa primaria e secondaria applicabile in materia di numero minimo e massimo di persone per classe"…. Ma poi le buone intenzioni si scontrano con le esigenze di cassa e le classi-pollaio restano…

www.latecnicadellascuola.it - 22 ottobre 2013
“Le nuove Indicazioni sono già vecchie ?”
░ Una istantanea di Reginaldo Palermo del circuito sul quale sfrecciano le Indicazioni Nazionali: Dal 2004 ce ne sono state 4 diverse edizioni; adesso la Ministro dice che bisogna cambiare i programmi della scuola media, ma le scuole cercano di applicare la "versione" del febbraio 2013. Non insinuiamo che la Ministro sia confusa, ma è certo che confonde noi.
Colpisce molto la dichiarazione del ministro Carrozza sulla scuola media italiana. Mentre è scontato ma condivisibile l’“elogio” della scuola media unica, il richiamo alla necessità di rivedere i programmi di studio risulta davvero incomprensibile. Intanto il Ministro parla di “programmi” e non di “indicazioni” è già questo è curioso. Ma vogliamo credere che parlando dai microfoni di un programma radiofonico rivolto a tutti, dalla casalinghe ai pensionati, non ha usato la precisione che sarebbe stata necessaria se avesse dovuto parlare ai docenti. Diciamo insomma che una certa approssimazione è anche comprensibile. Ma ciò che davvero non si capisce è il motivo per cui Maria Chiara Carrozza ritenga necessaria una revisione dei programmi (o indicazioni che dir si voglia). Forse il Ministro dimentica che proprio in questi giorni tutte le scuole medie d’Italia sono al lavoro per dare attuazione alle nuove Indicazioni nazionali che sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale meno di 8 mesi fa. E, giusto per la precisione, bisognerebbe anche ricordare che dal 2004 in avanti si sono succedute nell’ordine: le “Indicazioni Moratti” allegate al decreto 59, le Indicazioni per il curricolo di Fioroni (2007), le Indicazioni Gelmini (2009) e infine le “nuove” Indicazioni del 2013. In altre parole abbiamo avuto 4 diversi documenti nell’arco in 9 anni. Parlare di una ulteriore revisione dei programmi/indicazioni ci sembra davvero fuori luogo, anche perché non sarebbe male ricordare che il Regolamento sull’autonomia prevede esplicitamente che i curricoli sono di competenza delle scuole e non dell’apparato centrale.

www.corrieredellasera.it - 23 ottobre 2013
“L’obiettivo sbagliato degli studenti calabresi”
░ Gian Antonio Stella dice la sua sulla contestazione che gli studenti di Arcavacata di Cosenza hanno riservato alla Ministro lanciando uova. Il documentato giornalista segnala che ad Arcavacata c’è del marcio e che la didattica piange. Come, del resto, nella generalità degli atenei italiani e delle istituzioni di questo Paese in declino: Le contestazioni verranno
Obiettivi della protesta: «Rilanciare una mobilitazione territoriale che a partire dal tema dell’austerity e della crisi economica e democratica di questo Paese, sappia riconnettersi alle questioni che attraversano il nostro territorio» e cioè «la questione dei trasporti e il contrasto alla metropolitana leggera; le migliaia di lavoratori precari e cassa integrati della nostra regione; il mondo del precariato della scuola e dell’Università». I cartelli e gli striscioni erano tutti centrati sugli stessi temi. Ora, il ministro potrebbe avere anche mille torti. Ma è sba-lor-diti-vo che fra i temi posti dai ragazzi ci sia di tutto tranne le condizioni penose in cui versa il loro ateneo sotto il profilo che a loro dovrebbe interessare di più e invece ignorano: la capacità di preparare laureati in grado di gettarsi tra i flutti di un mondo del lavoro sempre più difficile, ostile e competitivo senza affogare dopo due bracciate. Nella classifica 2013 delle migliori Università del pianeta compilata dalla Shanghai Jiao Tong University, l’ateneo di Arcavacata fondato quarant’anni fa da un gruppo di entusiasti tra i quali il trentino Beniamino Andreatta e il romano Paolo Sylos Labini, non è neppure nelle prime 500 posizioni. In quella compilata dallo spagnolo Cybermetrics Lab incrociando i dati di 21.000 atenei mondiali è al 675º posto dopo una miriade di atenei che teoricamente dovrebbero stare ben dietro e peggio ancora è al 237º posto nella classifica europea. Quanto alla hit-parade italiana elaborata dal Sole 24 ore, il grande campus universitario nato sul modello americano è malinconicamente in 38ª posizione. C’è chi dirà: sono classifiche da prendere con le pinze. Giusto. Ma dicono una cosa: la reputazione mondiale, europea e italiana dell’Unical, a dispetto della statura di tanti docenti preparati e perbene, è a pezzi. Ed è probabile che venga ulteriormente sgretolata dall’inchiesta sullo scandalo sugli esami falsi che ha visto giorni fa la richiesta di rinvio a giudizio di 61 studenti, impiegati e un professore. E qui ti domandi: perché quei ragazzi non hanno fatto neppure una manifestazione (neanche una!) contro il degrado della loro università svelato dall’inchiesta? Perché hanno fatto sentire il preside di Lettere Raffaele Perreli che per primo denunciò gli esami taroccati, come lui stesso ha raccontato a Maria Francesca Fortunato del «Quotidiano», un «ospite ingrato»? Perché non si battono per pretendere docenti d’eccellenza, corsi d’eccellenza, laboratori d’eccellenza, seminari d’eccellenza, selezioni d’eccellenza? Cosa se ne fanno di una laurea che vale il 2 di coppe rispetto a quella presa negli atenei più selettivi, più esigenti, più duri se il potenziale datore di lavoro può avere perfino il dubbio che qualche esame è stato «aggiustato»? Insomma, perché continuano, nelle loro proteste, a sbagliare mira?

www.corrieredellasera.it - 24 ottobre 2013
“Parte il liceo breve. Ecco chi sperimenta il diploma in 4 anni”
░ L’ANIEF si è pronunciato (con dichiarazioni del presidente Pacifico e nella rubrica di Aggiornamento) contro questa sperimentazione che interessa scuole paritarie lombarde. Nell’articolo a firma F. Cavadini, Corsera non fa una piega. Ne sanno di più ? Di Scuola o c’è dell’altro ?
Il liceo in quattro anni ha il via libera del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Maturità con un anno di anticipo. All’università o al lavoro prima dei diciott’anni, come in altri Paesi europei. La sperimentazione è stata autorizzata per tre scuole paritarie, il collegio San Carlo di Milano, il Guido Carli di Brescia e l’istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio. La prima maturità «anticipata» sarà quella dei liceali milanesi, il prossimo anno. Nell’istituto religioso di corso Magenta il progetto era stato avviato tre anni fa con un primo (parziale) sì del ministro Mariastella Gelmini e poi con l’assenso di Francesco Profumo. Poi era partito a Brescia e in provincia di Varese. Il sì del ministero è arrivato per tutti dopo l’estate. E in viale Trastevere si dice che il ministro vorrebbe introdurre il modello del doppio biennio anche nei licei statali. Immediata la reazione dei sindacati: «Comprimere il percorso scolastico comporterebbe sul quinquennio la perdita di 40 mila cattedre. E un risparmio di un miliardo e trecento milioni di euro», dice il presidente dell’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), Marcello Pacifico. Intanto la sperimentazione procede. E altre scuole, da Brindisi a Verona, anche statali vorrebbero il via libera del Miur. «A Busto Arsizio ha chiesto l’autorizzazione anche lo scientifico statale Tosi. E il nostro obiettivo è arrivare alle scuole pubbliche», dice il direttore dell’Ufficio scolastico della Lombardia, Francesco de Sanctis. …. Al Liceo internazionale del collegio milanese oggi sono iscritti cento studenti: due classi prime, due seconde e una terza…. Al San Carlo ci sono classi da venti studenti, metà degli insegnanti madrelingua inglese, lavagne luminose e iPad, anche lezioni in videochat per gli studenti in stage all’estero: l’offerta è ricca, ma è una scuola privata, le famiglie pagano rette da novemila euro all’anno. Possibile replicare questo modello nella scuola pubblica?....

http://www.orizzontescuola.it - 25 ottobre 2013
“Alla scuola serve un Anno zero. Parla Gianluca Vacca M5S: soluzione precariato, libri digitali, superiori di 4 anni”
░ Eleonora Fortunato riassume il lavoro fatto in Commissione Cultura, alla Camera, dal Movimento 5 Stelle. Riportiamo, in parte, la panoramica premettendo che la proposta più incisiva è lo stop ai finanziamenti alle scuole e Università non statali, in attuazione del dettato costituzionale
Può sembrare magro il bottino degli emendamenti al DL istruzione da parte del Movimento 5 Stelle (a fronte dei circa 180 depositati, ne sono passati infatti soltanto una decina), ma il deputato Gianluca Vacca ci è parso ugualmente soddisfatto e ci ha segnalato tra i più importanti quelli che riguardano: le norme sull’orientamento degli alunni con disabilità certificata; i prodotti bio nelle mense scolastiche; l’estensione del permesso di soggiorno a un anno dopo la fine degli studi per permettere la ricerca di un lavoro (naturalmente con l’iscrizione nelle liste di collocamento); la possibilità di informare gli studenti dell’ultimo anno delle superiori su tutte le opportunità fornite dal diritto allo studio universitario entro febbraio-marzo, anche attraverso modalità telematiche. Ma in questi giorni non è tanto delle merendine bio che si è parlato, quanto più della proposta, che in poche ore ha fatto il giro di tutti i social network, di chiudere i canali di abilitazione per procedere all’assorbimento del precariato, anche attraverso nuovi concorsi. “Le cose non stanno proprio così – ha sottolineato Vacca – si tratterebbe di una misura temporanea, una soluzione tampone solo per le classi di concorso sature, per le quali effettivamente non saranno disponibili nell’immediato delle cattedre”…. Ci faremo promotori dell’avvio di un tavolo di lavoro cui far partecipare diverse categorie, per esempio i diversi comitati Pas, Tfa, vincitori di concorsi e così via, in modo che elaborino una proposta organica e condivisa per la riforma del reclutamento… La nostra battaglia avrà come scopo primario quello di cancellare i tagli del 2008 voluti dal ministro Gelmini: equiparando gli organici di fatto con quelli di diritto, le cattedre disponibili potrebbero aumentare in maniera sensibile e nel giro di tre anni si dovrebbe poter arrivare all’assunzione di 150.000 - 200.000 docenti… Se lo Stato può pagare contratti fino al 30 giugno, può anche permettersi contratti a tempo indeterminato. Abbiamo già indicato nelle transazioni finanziarie e nella riduzione dei contributi alle scuole paritarie altre due strade per allargare le coperture economiche. Questo governo non sta rilanciando la scuola, perché non rivaluta gli organici… Se non ci sarà un blocco dei percorsi abilitanti, in poco tempo si creeranno altri 100.000 precari. Nella scuola italiana c’è bisogno di un ‘anno zero’…. naturalmente, in un’ottica di meritocrazia”. A proposito di abilitazioni e di meritocrazia, come ci si comporta di fronte a TFA e PAS? “Si potrebbe procedere a una differenziazione di punteggio tra i due canali; è vero che chi ha frequentato il TFA ha affrontato una selezione sia in entrata sia in uscita, e questo merito non si può non considerare”
…. Proviamo a sondare gli umori anche sul tema liceo a quattro anni: “Un’altra manovra per far saltare migliaia e migliaia di posti di lavoro”. Però questo permetterebbe agli studenti italiani di anticipare il loro ingresso nel mondo del lavoro , mettendosi accanto ai francesi, agli inglesi… “Ci vorrebbe allora una riforma organica dei cicli scolastici. Non si possono fare riforme nell’ottica del risparmio”. Un risparmio consistente sia per le casse dello Stato sia per famiglie è sacrosanto, invece, che venga dalla rivoluzione digitale. E come potrebbe non essere così per un movimento che senza la rete non esisterebbe nemmeno? “Ci stiamo battendo per il trionfo dei libri digitali e le piattaforme open – continua Vacca – oggi la scuola non deve trasmettere un sapere, ma deve costruirlo insieme ai ragazzi. Deve essere scalzato il meccanismo di dipendenza tra didattica e libri di testo. Con la tecnologia ogni docente è in grado di creare e rendere fruibili i suoi materiali didattici”. …. L’ultima parola è per i docenti inidonei: “Ci stiamo battendo per la mobilità volontaria e non forzosa. Si sminuisce troppo frettolosamente il ruolo di questi professionisti nella scuola: le biblioteche, per esempio, potrebbero diventare il cuore delle scuole”.

http://news.supermoney.eu - 25 ottobre 2013
“Pensioni Quota 96 della scuola, oggi attesi i dati del questionario Miur”
░ Gli esiti dell'indagine Miur potrebbero fare chiarezza sulla cifra necessaria a finanziare il pensionamento dei docenti “Quota 96”.
Dopo la delusione suscitata dalla legge di stabilità, per i Quota 96 della scuola, quella di oggi è una data cruciale: in giornata, infatti, il ministero dell'Istruzione dovrebbe rendere noti gli esiti della rilevazione condotta nelle scorse settimane. Stiamo parlando del tanto discusso questionario che il Miur ha approntato e inviato (in due versioni successive) creando non poca confusione all'interno degli istituti scolastici. Un modello semplice, in cui gli interessati dovevano inserire le proprie generalità e gli anni di anzianità contributiva, predisposto allo scopo di avere il numero esatto di lavoratori aventi diritto alla cessazione dell'attività lavorativa…. Proprio l'aspetto economico è stato, negli scorsi mesi, lo scoglio che ha bloccato l'iter parlamentare della legge che prevede di fissare, per il personale della scuola, la data del 31 agosto 2012 (invece del 31 dicembre 2011) come termine entro il quale calcolare il possesso dei requisiti per il pensionamento. Ricordiamo che nel mese di settembre, il Comitato Q96 aveva elaborato un conteggio che indicava in 362 milioni di euro le risorse necessarie, una cifra ben minore dei 1420 milioni ipotizzati dalla Ragioneria dello Stato (sulla base di una platea di 9 mila potenziali beneficiari). … Intanto, gli interessati attendono speranzosi il 19 novembre, giorno in cui la Corte Costituzionale emetterà la sentenza su un singolo caso che potrebbe diventare esemplare per tutta la categoria.

http://www.repubblica.it - 25 ottobre 2013
“Torna il bonus maturità: chi lo ha può iscriversi anche in ritardo”
░ Pasticceria. Si torna indietro sulla questione bonus-maturità: ci si potrà immatricolare alla facoltà a numero chiuso in sovrannumero o scegliere di farlo anche l'anno prossimo.
La questione del bonus-maturità, introdotto dall'ex ministro Francesco Profumo, è come una telenovela. Lo scorso mese di aprile, l'allora ministro dell'Istruzione varò il bonus-maturità che doveva premiare gli studenti più meritevoli in vista dell'accesso a Medicina e alle altre facoltà a numero chiuso nazionale. Ma il meccanismo era tale che, a parità di punteggio nel diploma, avrebbe dato bonus completamente diversi - da zero a dieci punti - da scuola a scuola. Poi, subentrò il governo Letta e il ministro Maria Chiara Carrozza modificò il meccanismo di attribuzione del bonus. Ma le disparità tra alunni, questa volta anche della stessa scuola, non sarebbero cessate. Così, lo scorso 9 settembre, proprio mentre 80mila studenti erano impegnati a svolgere il quizzone per accedere a Medicina, il governo comunicava che il bonus veniva cancellato. E, questa volta, furono coloro che contavano nel vantaggio del bonus a protestare. La mattina del 9 settembre, alcuni studenti entravano in aula con 10 punti di bonus da sommare all'esito del test e uscivano con zero punti: cambio di regole a partita in corso. Sulla questione, nei giorni scorsi le diverse anime della maggioranza avevano raggiunto un accordo politico. Perché, oltre all'emendamento del relatore Giancarlo Galan (Pdl), era stato presentato anche un emendamento analogo da parte di un gruppo di deputati del Pdl e uno da parte di sei deputati del Pd. Che questa mattina hanno dato luogo ad un unico emendamento approvato dalla commissione. Adesso, coloro che sono rimasti fuori a causa della cancellazione del bonus potranno immatricolarsi a Medicina. Quanti, nel frattempo, si fossero invece iscritti in altre facoltà avranno l'opportunità di iscriversi l'anno prossimo (nel 2014/2015) a Medicina col riconoscimento dei crediti relativi alle materie congrue alla facoltà dalla quale sono stati esclusi. In altre parole, se un ragazzo estromesso da Medicina per effetto del bonus si è già iscritto a Biologia e nel corso di quest'anno supererà un certo numero di esami - corrispondenti ad un certo numero di crediti - potrà iscriversi l'anno prossimo a Medicina portandosi in dote i crediti delle materie comuni tra Biologia e Medicina. …

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