Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 20 luglio 2013

 l’Unità - 15/07/2013
“I giovani italiani nell'Europa a due velocità”
░ La spesa pubblica per l'istruzione e la formazione è, in Italia, sotto la media europea; da ciò le difficoltà dei nostri giovani rispetto ai competitor coetanei europei. Di Carlo Buttaroni - Presidente Tecnè.
Nell'Europa dei 27, l'Italia è terza per quanto riguarda la quota dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi formativi. Un primato negativo che ci vede preceduti solo da Bulgaria e Grecia. Un Paese, il nostro, a fondo scala anche per quanto riguarda la classifica sull'istruzione universitaria, nel gruppo di testa per l'abbandono scolastico e qui ultimi in merito alle competenze matematiche dei nostri studenti….. Nonostante tutto, i talenti nostrani continuano a essere esportati in tutto il mondo. I dati Oecd fissano in 300 mila gli italiani di cultura elevata che hanno lasciato il Paese ottenendo successo all'estero. Ma resta sempre e comunque una contabilità negativa. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha stimato in circa cinque miliardi di euro il prezzo che l'Italia paga per la diaspora dei migliori e dei più competitivi… . E svela un problema centrale: dopo aver creato un'etica del lavoro e dopo avere sottomesso ogni ambito a quello economico, i giovani si trovano di fronte alla prospettiva di una società senza lavoro, dove prevale la tendenza a spostare sempre più avanti la soglia dell'indipendenza economica. Una dilatazione forzata che prolunga in modo talvolta paradossale il tempo della giovinezza, fino a far sfumare i limiti di ciò che è chiamata post-adolescenza. Il risultato è una massa di «quasi-adulti», bloccati nel passaggio tra il non-più e il non-ancora. I giovani non hanno scelto di non crescere, ma vi sono costretti perché privati di ogni autonomia e autodeterminazione. …
L'Europa si sta muovendo con determinazione. Lo scorso 22 aprile la Commissione Europea ha approvato lo Youth Guarantee…. ha fatto appello ai singoli Stati membri affinché s'impegnino a garantire, a tutti i cittadini sotto i 25 anni di età, un'offerta qualitativamente valida di lavoro, il proseguimento degli studi o l'accesso a un percorso formativo entro quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'interruzione del percorso di studi…. La risposta dell'Italia non deve farsi attendere se vuole iscriversi nel gruppo dei Paesi competitivi. E la chiave strategica da utilizzare è quella della formazione….

ItaliaOggi - 16/07/2013
“Dirigenti, terremoto giustizia”
░ Il concorso a dirigente scolastico procede perigliosamente in varie regioni. Per le mancate nomine entro agosto, occorrerà ricorrere a d.s. reggenti. (di Alessandra Ricciardi).
In Lombardia, ricorrezione degli scritti e nuovi orali, 355 posti. L'Abruzzo ha visto annullare la graduatoria definitiva, 68 nomine pronte. Calabria, scritti sospesi, 108 posti. In Campania sono in attesa di sapere se ci saranno gli orali: a gara 224 incarichi. La Toscana ha 112 neodirigenti nominati, ma la sentenza di merito è prevista per novembre e chissà come finirà. Il Molise ne conta solo 16 di nomine da fare, ma pure qui il concorso è stato annullato. Il Lazio con i suoi 215 nuovi presidi potrebbe invece farcela, ma le code giudiziarie potrebbero anche rivelare sorprese. A conti fatti, oltre il 40% degli incarichi a preside, messi a concorso nel 2011 attraverso procedure regionali, oggi è in bilico sotto la spada di Damocle della giustizia amministrativa. Vizi formali e meno, buste troppo trasparenti in cui sono stati inseriti gli elaborati, presidenti di commissioni che non erano presenti ai lavori, incompatibilità manifeste... Consiglio di stato e Tar hanno evidenziato nella selezione di 2.386 dirigenti errori e superficialità dell'amministrazione scolastica che danneggiano anche quanti hanno superato con impegno e buona fede le prove. Quando infatti si annullano prove o graduatorie, non c'è più certezza per nessuno. Gli oltre 400 candidati lombardi che hanno superato gli scritti, da ricorreggere dopo la sentenza del Consiglio di stato, chiedono ora a gran voce al ministro dell'istruzione, MariaChiara Carrozza, un decreto che faccia salve le loro posizioni. Quello che è certo è che la continuità è a rischio e che all'inizio del nuovo anno, mancando i dirigenti titolari, ci sarà un ricorso di massa alle reggenze, con presidi a mezzo servizio su più sedi.

Il Messaggero - 16/07/2013
“Scuola, la musica è finita”
░ Alessia Camplone segnala la disaffezione degli utenti dei conservatori, ma anche segnala possibili nuove prospettive.
I Conservatori di musica, davanti ai quali un tempo si faceva la fila per iscriversi, ora si stanno svuotando. Un’inversione di tendenza inaspettata. Sono sempre di meno gli studenti che decidono di dedicarsi allo studio di uno strumento. E così l’Italia sembra mettere da parte la sua cultura musicale, dando l’immagine di un Paese che abbandona una delle sue tradizioni migliori. Secondo i dati ufficiali più recenti del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (relativi all’anno accademico 2011/2012) gli alunni iscritti complessivamente nei Conservatori sono 42.386, mentre i diplomati sono stati 4.826. Sensibilmente in calo rispetto all’anno precedente. Ma i numeri non danno ancora la dimensione esatta della realtà. Perché ad attutire la fuga dai Conservatori incidono i corsi di primo e secondo livello e i pre accademici… Corsi rivisti con la riforma del 1999. Lanciata e non ancora portata a completamento. I Conservatori sono 54 in Italia, ai quali si aggiungono 21 gli istituti musicali pareggiati… A registrare il maggior calo di iscrizioni sono soprattutto i corsi classici. Va meglio per i corsi di jazz, di musica antica e, da quest’anno, di didattica della musica. Ma come mai questa inversione di tendenza nelle "vocazioni" musicali? Diverse le cause. Dalla crisi economica e dalla mancanza di prospettive occupazionali. «Si avverte una contrazione legata anche alla confusione per il riconoscimento dei titoli - osserva Benedetto Lupo, pianista di successo e insegnante al Conservatorio di Monopoli -. C’è una riforma che è stata calata dall’alto e non è stata mai portata a termine. Occorre una riflessione culturale ampia. La musica fa bene alla vita. Porta ad avere una pluralità di pensiero». Una politica più attenta. Non solo. «Creiamo scuole civiche dove i bambini possono iniziare a suonare fin da piccoli – propone Lupo che da settembre insegnerà presso l’Accademia di Santa Cecilia, a Roma - E poi occorre un approccio strutturale all’insegnamento e meno scolastico». Dedicarsi alla musica negli studi è percepita come una scelta elitaria. Ma la realtà è diversa. «Abbiamo ancora l’idea che chi esce dal Conservatorio debba per forza diventare un solista o un orchestrale – chiarisce Pitocco -. Ma i saperi musicali sono molto flessibili e una solida base di preparazione aiuta anche altre professioni di settore. Pensiamo a chi si occupa di acustica o a chi lavora nell’ambito della registrazione». C’è un mondo professionale che aspetta diplomati con una preparazione d’eccellenza nella musica….

Il Messaggero - 17/07/2013
“Il responso dei test Invalsi e il declino dei numeri”
░ L’autorevole parere di Giorgio Israel: spiega le ragioni del declino dell’efficacia didattica nell’insegnamento della matematica.
Non servivano i dati Invalsi (il 50% degli studenti ha sbagliato i test) per sapere che la matematica è la bestia nera della scuola italiana. In realtà, le cose vanno male ovunque per il diffondersi di approcci didattici che, affastellando le innovazioni, hanno oscurato il senso della disciplina…. A forza di riforme a metà e sperimentazioni, non c'è più un sistema coerente. Triste esito per un Paese che ha avuto un Federigo Enriques, grande matematico e grande cultore dell'insegnamento, i cui manuali hanno plasmato generazioni. L'Italia si trovò, all'indomani dell'unità, senza un sistema d'istruzione e i matematici furono in prima fila nel costruirlo: nell'arco di un trentennio un Paese che non esisteva sulla scena della scienza mondiale divenne la terza potenza matematica, dopo Germania e Francia. Per la matematica il riferimento fu l'opera massima della scienza greca e occidentale: gli Elementi di Euclide, modello del ragionamento matematico fondato sul rigore logico e sull'intuizione geometrica. Che questo approccio abbia funzionato è indiscutibile, come lo è che dovesse essere riformato, soprattutto introducendo gli sviluppi del pensiero matematico legati allo studio del mondo fisico. Ma gli estremismi sono nefasti nella scienza non meno che altrove. Negli anni Sessanta un influente gruppo di matematici francesi lanciò lo slogan furente «Abbasso Euclide!» (che ebbe larga eco e ferventi sostenitori, come il pedagogista Jean Piaget), e propose di centrare l'insegnamento sulle "strutture" astratte e la teoria degli insiemi. La geometria doveva essere spazzata via e ridotta all'algebra. I buoni manuali non dovevano contenere figure. La riforma fu implementata in Francia, seguita in molti Paesi e si risolse in un disastro. Il celebre matematico russo Vladimir Arnold diceva ironicamente che se si fosse chiesto a un bambino francese quanto fa 2 + 3 non avrebbe risposto 5 bensì «3 + 2 perché l'addizione è commutativa». In Francia si tornò indietro di corsa. Da noi non si torna mai indietro: si rappattuma. Così, all'infatuazione degli anni Sessanta e Settanta seguirono revisioni che hanno lasciato pessime eredità: la mania di infliggere fin da piccoli la teoria degli insiemi (inutile al livello scolastico), l'idea sbagliata che la matematica si identifichi con la logica, l'ossessione per le regole e le definizioni. … Cosa è rimasto del vecchio approccio geometrico? Brandelli che aggravano l'incoerenza del panorama. Inoltre, nella logica da bricolage delle nostre "riforme" i correttivi si sono sommati ai correttivi. Riassumerei uno di questi nello slogan: "andiamoci piano". Il bambino non deve sentir parlare di numeri e figure prima dei 6 anni e, per altri due anni, evitare i numeri grandi: una disastrosa «didattica della paura». Un altro correttivo è la "concretezza": proporre tante applicazioni, esempi "divertenti", senza una visione unificante. Il risultato alimentato dall'introduzione massiccia di test e dell'insegnamento rivolto al superamento dei test riduce la matematica a un sistema per risolvere enigmi e rompicapi. Il tratto comune è: alla larga dai concetti e dalle visioni organiche. Ma la matematica è ben altro. È la scienza più antica che, come tale, ha relazioni con ogni ambito della conoscenza e tocca tutte le questioni teoriche e pratiche da sempre al centro dei pensieri umani. Solo facendo comprendere questo, «restituendo la matematica alla cultura», esplorando l'affascinante tematica del numero e del continuo geometrico, è possibile destare interesse e affrontare l'analfabetismo matematico…..

latecnicadellascuola.it - 18/07/2013
“Docenti inidonei: tutti d'accordo, ma non si trovano i soldi”
░ Anche le Commissioni Cultura e Lavoro della Camera ritengono che la questione dei docenti inidonei debba essere risolta al più presto.
La discussione sulla questione del transito dei docenti inidonei nei ruoli del personale Ata prosegue senza sosta in Parlamento. Finora le prese di posizione a favore della cancellazione delle disposizioni contenute nell’art. 14 del D.L. 95/2012 sono state numerose…. La sensazione però è che si stia facendo “melina” perché a conti fatti i numeri sono più o meno sempre gli stessi da un anno a questa parte.
Il punto di tutta la questione è, come sempre, di natura finanziaria e Rossi Doria ha confermato che la copertura necessaria è esattamente quella già indicata dal sottosegretario Toccafondi durante un suo intervento alla Commissione Cultura del Senato: 114,31 milioni per il 2013, 110,09 milioni per il 2014, 105,86 milioni per il 2015, 101,63 milioni per il 2016 e 97,41 milioni a decorrere dal 2017… Per ora, come ha sottolineato Gianni Melilla (SEL), siamo sempre fermi alla dichiarazioni di intenti mentre sarebbe il caso che il Governo assumesse finalmente una posizione chiara spiegando in che modo intenda individuare la copertura finanziaria per risolvere il problema.

Scuola oggi.org - 18/07/2013
“Scuole senza dirigenti, intervenga il governo”
░ Scomoda, sempre più scomoda la funzione professionale dei dirigenti scolastici: l’autonomia scolastica somiglia sempre più ad un miraggio, gli accorpamenti da dimensionamento li costringeranno a sdoppiarsi per lo meno, in veste di reggenti (il terzo anno consecutivo per quasi 2 mila istituzioni), e adesso si aggiunge la perigliosa navigazione (in Molise, Abruzzo, Campania, Calabria, Toscana, Lombardia) del concorso bandito nel 2011 (di Pippo Frisone).
In questi giorni sono stati resi noti i dati riguardanti gli organici dei Dirigenti Scolastici. I dati risultano ancor più allarmanti se legati al contenzioso ancora aperto sui concorsi del 2011. In Lombardia che ha il più alto numero di istituzioni scolastiche, il CdS ha parzialmente annullato il concorso che deve ripartire dalla correzione dei mille elaborati. Un altro anno sprecato ! Altra grande regione in bilico è la Campania. Qui il Cds non si è ancora pronunciato. E ancora, il Molise rinviato a ottobre e la Toscana, i cui esiti si conosceranno a novembre. Nonostante il recente dimensionamento delle unità scolastiche che le ha ridotte a 8.636, di cui ancora 589 sottodimensionate, i posti vacanti privi di dirigenti a livello nazionale all’1.9.13 risultano 1.124. La Lombardia è la regione che registra i dati più preoccupanti. Qui, dopo una cura da cavallo imposta dalla regione, le istituzioni scolastiche si sono ridotte a 1.151 di cui 33 sottodimensionate e 20 CPIA. Nelle 1.118 scuole normodimensionate rimangono in servizio 726 dirigenti scolastici, di cui 49 trattenuti in servizio a riequilibrare i 49 pensionamenti. I posti in organico in Lombardia che restano vacanti al 1.9.13 sono 392 di cui 355 sono quelli messi a concorso. A questi posti vanno aggiunti 33 delle scuole sottodimensionate nonché le disponibilità annuali che deriveranno da comandi, distacchi, aspettative, estero ecc… che porteranno l’emergenza a ben oltre i 400 posti! Una vera e propria emergenza, non solo in Lombardia ma a livello nazionale, risultando 1.124 le scoperture dei posti al 1.9.13 , cui vanno aggiunti 589 posti dalle scuole sottodimensionate e le ulteriori disponibilità annuali ! Ora far partire per il terzo anno consecutivo quasi 2 mila istituzioni scolastiche senza una dirigenza autonoma, non può non interrogare il governo, chiamato non solo a risolvere i problemi dei concorsi e del reclutamento dei dirigenti ma anche a garantire un regolare funzionamento di tutte le istituzioni scolastiche. L’istituto della reggenza per scuole oramai dimensionate e complesse, con almeno mille alunni e circa duecento dipendenti, non può essere, ancora una volta, l’unica risposta che dà l’Amministrazione a quella che è diventata una vera e propria emergenza nazionale…. Il Governo faccia ripartire i concorsi , riapra con un provvedimento d’emergenza, magari limitato a un anno, gli incarichi di presidenza oppure dia al Direttore regionale la facoltà di affidare l’incarico ( fiduciario ) al personale docente, risultato idoneo nei concorsi bloccati. Estrema ratio, ridia l’esonero totale ai docenti vicari….

lastampa.it - 19/07/2013
“Camerino, Università gratis alle matricole figlie della crisi”
░ Per una volta, ai giovani non si riservano chiacchiere. Un rettore mi mette in gioco per gli studenti: per agevolarli economicamente utilizzerà fondi Ue accantonati. Nessuna novità, invece, dal Governo, che le fasce d’età da aiutare se le fa dire dalla UE (quelli sopra una certa età converrebbe cancellarli all’anagrafe !); e aspettiamo ancora che il Governo prenda iniziative per la ventilata “staffetta generazionale.
Al diavolo le tasse, il futuro non può - e non deve – pagare la crisi. Negli ultimi dieci anni le immatricolazioni universitarie sono crollate, di pari passo con le risorse destinate a borse di studio, alloggi e mense scolastiche: il taglio ai fondi statali in programma per i prossimi tre anni supera il 90 per cento. Se nulla cambia, l’università per tutti non sarà che uno sbiadito ricordo. Flavio Corradini, rettore dell’università di Camerino, è il primo a invertire la rotta: l’ateneo marchigiano ha deciso che le matricole con uno o entrambi i genitori in cassa integrazione, mobilità o che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno, a settembre non pagheranno le tasse. «Dobbiamo superare questo momento e dobbiamo farlo tutti insieme. Dobbiamo capire che o vinciamo tutti, o perdiamo tutti – commenta il rettore -. Ognuno deve fare la propria parte, dare il suo contributo, anche se piccolo». Detto, fatto. Oltre a un voto di maturità superiore a novanta centesimi, per avere diritto all’esenzione gli studenti devono essere residenti nell’area tra Macerata e Fabriano, tra i territori più colpiti dalla crisi. Basta pensare alla Indesit, che, salvo colpi di scena, chiuderà lo stabilimento di Melano, lasciando a casa più di 400 persone. Nelle Marche solo nell’ultimo anno sono scomparsi più di novemila posti di lavoro, la disoccupazione è schizzata ben oltre il dieci per cento e i dati su cassa integrazione e mobilità sono da record: l’anno scorso le domande di mobilità o sussidio presentate all’Inps sono state più di novantamila. Senza poter contare su uno stipendio sicuro, le rinunce si fanno sempre più dolorose. «Sono sempre di più le famiglie che non possono permettersi l’università per i figli – continua Corradini -. Questo è un danno enorme non solo per i ragazzi, ma anche per il nostro territorio: se perdiamo le nuove generazioni, tra qualche anno non avremo più nessuna possibilità di uscire dalla crisi. Non è stato facile, ma per fortuna siamo riusciti ad accantonare delle riserve con i fondi europei a disposizione delle università». L’università di Camerino ha inoltre messo a disposizione delle nuove matricole dieci borse di studio da 2.400 euro, sempre assegnate agli studenti più meritevoli e residenti nel fabrianese e maceratese. Un’altra iniziativa per aiutare chi ha le capacità, ma non i mezzi per continuare a studiare. …

www.tuttoscuola.com - 18/07/2013
“Carrozza: Meno ingressi? Colpa della Fornero”
░ Al videoforum di Repubblica TV, la Ministro fornisce risposte di tal guisa: 1. Saranno tutti assunti i vincitori del concorso a cattedra che volge al termine ? Risposta: “Mi auguro di si… Ci sono stati problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi… Non appena sarà possibile immetteremo 15mila dipendenti… il concorso ha validità 3 anni e potranno essere assunti successivamente”. 2. Altro canale d'ingresso di cui bisognerà capire il destino è quello dei corsi Tfa. Risposta: "Cercheremo di dare risposte anche a loro, capisco la loro preoccupazione". - Gentilissima Ministro, non è improbabile che anche chi passa per caso nei pressi del bianco palazzone di Viale Trastevere capisca la preoccupazione; non ha la sensazione di essere stata presa tra l’incudine e il martello ? Passa per caso nei pressi, oppure è stata presa tra l’incudine e il martello ? Ci sembra di rivedere Profumo (ma senza sorriso gommoso), tali e tante sono le analogie programmatiche, e ora anche quella di ridurre di un anno il percorso di studi dell’istruzione secondaria di secondo grado. Intravedo una regia unica ! Poi, nell’intervista, la ministro fa un accenno alla necessità che gli studenti universitari si diano una massa: non devono arrivare a 25 anni senza aver fatto nemmeno un giorno di lavoro ! Frase che ci ricorda vagamente la tirata di Michel Martone sugli “sfigati”. Gentile Ministro, senza aver fatto nemmeno un giorno di lavoro ci arrivano a 40 anni, i giovani figli del popolo. "Sì a settembre, vediamo". (Leonardo MAIORCA)
Concorsone per i nuovi insegnanti scolastici al centro del videoforum di Repubblica Tv con il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza. "Verrano tutti assorbiti i vincitori? Mi auguro di si - ha esordito il ministro -. le selezioni sono in corso, alcuni più avanti. Ci sono stati problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi, nonostante avessimo chiesto di assorbirli". Resta capire quanto saranno i nuovi docenti alla partenza del prossimo anno scolastico. "Non appena sarà possibile immetteremo 15mila dipendenti -, 50% dalle graduatorie, 50% dal concorso". Numeri più bassi delle previsioni iniziali. "Anche se il concorso ha validità 3 anni - precisa il ministro - e potranno essere assunti successivamente". "La diminuzione è dovuta alle conseguenze della riforma Fornero". Norme che impediscono a molti che avevano già maturato l'età pensionabile, la cosiddetta quota 96, di lasciare. "Abbiamo presentato una proposta di legge a riguardo con la collega Ghizzoni - dice il ministro -, stiamo cercando le coperture per sanare il problema. Molte persone classe 52' sono costrette a rimanere in servizio al di là della loro volontà". Altro canale d'ingresso di cui bisognerà capire il destino è quello dei corsi Tfa. Chi li ha frequentati lamenta i costi elevati dei corsi, a fronte di un futuro ugualmente incerto: "Cercheremo di dare risposte anche a loro - promette il ministro -capisco la loro preoccupazione"…. Tra le criticità del sistema universitario spicca la presenza massiccia di fuoricorso. "Sono contraria a barriere e sanzioni … Anche agli studenti però è richiesto un cambio di mentalità. "Non si può arrivare a 25 anni senza aver lavorato neanche un giorno. Tutti gli universitari devono aver fatto stage ed avere esperienze di tirocini". …. Dopo un insediamento segnato da minacce di dimissioni, poi rientrate, l'intervento del ministero si articola in questa fase su più fronti. "Misure per l'edilizia e la sicurezza scolastica sono all'approvazione in questo momento", per circa 150 milioni di euro. Molto dipenderà dalle altre risorse a disposizione. "Stiamo cercando di trovare finanziamenti ulteriori laddove è possibile. Sicuramente abbiamo l'idea di un pacchetto per la scuola su cui lavoreremo". Arriveranno a settembre? "Sì a settembre, vediamo"…..

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