Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 20 aprile 2013

ItaliaOggi – 16 aprile 2013
“Sperimentazione Invalsi al via”
░ I test saranno introdotti, già in questo prossimo maggio, in via sperimentale, nelle classi terminali dell’istruzione secondaria superiore; nei propositi dell’INVALSI v’è, tra il 15 maggio e il 31 ottobre, una pubblica consultazione (mediante la modalità del libro verde on line) e contestualmente la presentazione degli esiti dei test. Dal 1915, questi potranno valere in funzione preselettiva per l'accesso alle facoltà universitarie. (Emanuela Micucci).
Tutto pronto per la prova nazionale Invalsi in V superiore. A maggio primo pre-test in italiano e in matematica su base campionaria: prove uguali per tutti gli studenti e su base cartacea. Per passare, poi, a gennaio 2014 alla prima vera prova nazionale su base censuaria, non solo in italiano e matematica, ma anche in inglese, somministrata sul pc e con elementi di differenziazione tra licei, istituti tecnici e istituti professionali. Infine, da gennaio 2015, prova Invalsi all'interno di un esame di stato rinnovato e valido come test orientativo e selettivo per l'accesso ai percorsi di studio universitari e post diploma. Dal 2016 possibili anche prove in altri ambiti, ancora da definire. … Due parti costituiranno la prova: il 60%-70% sarà comune a tutti gli indirizzi di studio e il restante 30%-40% sarà diversificata in base all'indirizzo di studio e al singolo studente. Il pre-test campionario del prossimo mese servirà proprio a verificare sul campo l'effettivo criterio di differenziazione per indirizzo tra licei, tecnici, professionali senza ulteriori articolazioni. Nel 2014 alla prova di comprensione della lettura e a quella di matematica si affiancherà quella di inglese: molto probabilmente si tratterà dell'inserimento all'interno delle altre due prove di una sezione in inglese. Tuttavia, si sta valutando la possibilità di una prova ad hoc in inglese sul modello di quelle in corso di definizione per gli altri livelli scolastici, cioè V primaria, III media e II superiore….

ItaliaOggi – 16 aprile 2013
“Tfa speciali, ecco i nuovi paletti””
░ Il MIUR risponde ai dubbi più frequenti dei candidati ai corsi di abilitazione (Antimo Di Geronimo).
Per accedere ai tirocini formativi attivi (Tfa) speciali, riservati ai docenti precari, è necessario poter vantare non meno di tre anni di servizio. Di questi, almeno uno deve essere stato prestato nella classe di concorso cui si riferisce il Tfa… Per accedere ai Tfa speciali, gli interessati devono anzitutto possedere i titoli di accesso alle classi di concorso elencati nei decreti n.39/1998 e n.22/2005. Che recano, rispettivamente, i vecchi titoli di studio e le lauree specialistiche che danno titolo all'accesso all'insegnamento. Bisogna anche essere in grado di vantare 3 anni di servizio. Il triennio si raggiunge anche cumulando servizi prestati, nello stesso anno e per la stessa classe di concorso o posto, nelle scuole statali, paritarie e nei centri di formazione professionale. L'anno di servizio si matura con non meno di 180 giorni di servizio, anche prestati frazionatamente. Oppure se si è prestato servizio ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale (art. 11 comma 14 della legge 124/1999). L'amministrazione ha chiarito , inoltre , che ognuno dei tre anni deve essere stato prestato su una specifica classe di concorso. E almeno un anno di servizio deve essere stato prestato sulla classe di concorso per la quale si chiede l'accesso al percorso formativo abilitante speciale. In buona sostanza, dunque, le condizioni di validità del triennio di servizio sono due. La prima è che ognuno dei tre anni deve essere stato prestato in una classe di concorso specifica. E dunque non sono validi eventuali somme di periodi che siano stati prestai in classi di concorso diverse. Per esempio 150 giorni sulla classe di concorso A051 e 30 giorni sulla classe di concorso A052. La seconda condizione, invece, è che, nell'ambito del triennio di riferimento, almeno uno debba essere stato prestato nella classe di concorso per la quale il Tfa è abilitante. Il servizio è considerato valido anche se sia stato prestato sul sostegno. Nel qual caso la classe di concorso di riferimento sarà quella della graduatoria dalla quale l'interessato sia stato tratto all'atto del conferimento dell'incarico. L'amministrazione ha spiegato, inoltre, che ai fini del raggiungimento del requisito di servizio, è valido anche quello prestato nei centri di formazione professionale. Che però deve essere riconducibile a insegnamenti compresi in classi di concorso e prestato nei corsi accreditati dalle regioni per garantire l'assolvimento dell'obbligo di istruzione a decorrere dall'anno scolastico 2008/2009. Ogni candidato, però, non potrà frequentare più di un Tfa speciale. E dunque dovrà necessariamente optare in quale classe di concorso far valere il servizio. Ferma la possibilità di partecipare senza limiti particolari alle selezioni per i Tfa ordinari. Sono previsti anche Tfa speciali per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria. Potranno accedervi gli aspiranti in possesso dei titoli di studio conseguiti al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali di scuola magistrale e dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002, che hanno maturato almeno tre anni di servizio specifico nella scuola dell'infanzia o nella scuola primaria. Il titolo conseguito al termine del percorso dà diritto all'accesso alla seconda fascia delle graduatorie d'istituto. Nel computo dei tre anni di servizio si possono cumulare due anni nell'infanzia e uno nella primaria e viceversa.

la Repubblica – 17 aprile 2013
“Il primo esame universitario già al liceo, così negli atenei è caccia alla matricola”
░ L’università Ca’ Foscari di Venezia ha approvato Esame in anticipo, una originale attività di orientamento come quelle svolte ogni anno dagli atenei per fornire informazioni ai futuri iscritti Esami universitari già al triennio delle superiori (Salvo Intravaia).
È l’ultima trovata degli atenei italiani per soffiare matricole alla concorrenza e avvicinare i ragazzi delle superiori all’università…. Dal prossimo anno, la Ca’ Foscari terrà corsi di alcune materie di base presenti in diversi percorsi di laurea — biologia, chimica, ecologia, ingegneria ambientale, analisi statistica dei dati, ma anche altre discipline — indirizzati agli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori venete. E coloro che si iscriveranno e seguiranno il corso pomeridiano potranno aggiudicarsi i primi sei crediti della loro carriera universitaria. Basterà superare l’esame collocato alla fine delle lezioni e, dopo il diploma, iscriversi nell’ateneo della Laguna. L’iniziativa segue una prima sperimentazione avviata dalla Ca’ Foscari in due licei veneti, uno a Treviso e l’altro a Mestre, che ha riscosso parecchio successo… Le scuole venete, per avviare i corsi, dovranno stipulare una convenzione con l’università e mettere a disposizione i locali dove i docenti della Ca’ Foscari svolgeranno i corsi pomeridiani: in genere, tre moduli di sedici ore per un totale di quarantotto ore in un anno, che corrispondono ai sei crediti che potranno guadagnarsi in anticipo i ragazzi. Dal 2000, infatti, il vecchio percorso unico universitario ha lasciato il posto al 3 più 2 — una prima laurea triennale e una seconda laurea biennale specialistica — e sono stati introdotti i crediti formativi universitari (Cfu), diversi per ogni materia. Per ottenere la laurea triennale occorre racimolare 180 crediti e 300 per una laurea a ciclo unico quinquennale. Gli studenti veneti che avranno guadagnato i primi sei crediti potranno accorciare il percorso universitario. Il progetto della Ca’ Foscari è l’ultimo di tantissime iniziative lanciate in questi ultimi anni dagli atenei per accaparrarsi il maggior numero di iscritti. C’è di tutto: pagine facebook e open day, giornate di orientamento e visite presso le scuole, e poi forum, stand e colloqui individuali per i più indecisi. Lo scopo è sempre lo stesso: cercare di convincere quanti più maturandi possibile a scegliere il proprio ateneo. Gli atenei di Firenze e della Basilicata hanno all’attivo una apposita pagina facebook sull’orientamento. Quello di Ferrara, nei giorni scorsi, ha dato vita a un Forum ad hoc. Fitta di impegni — incontri in facoltà, open day, lezioni universitarie — l’agenda della Statale di Milano. Mentre, dal 31 maggio al primo giugno, l’università di Genova darà vita all’Open week. Dal 6 al 10 maggio l’ateneo di Torino ha organizzato le Giornate di orientamento. L’ateneo di Roma Tre, tra febbraio e marzo, ha già svolto un fittissimo calendario di Giornate di vita universitaria. Mentre a Palermo si è già svolto il Welcome week: quattro giorni di attività di in ateneo con una simulazione delle prove di accesso alle facoltà a numero chiuso.

http://www.vita.it – 17 aprile 2013
“Il sistema di valutazione dimentica l'inclusione”
░ Il sistema nazionale di valutazione delle scuole italiane dimentica di inserire la qualità dell'inclusione degli alunni disabili tra i criteri da monitorare. La denuncia della clamorosa svista arriva da Fish e Fand .
…Può la valutazione di una scuola non tener conto di quanto la stessa scuola è inclusiva? In Italia poi, prima nazione al mondo a puntare sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità? Sembra impossibile, ma il ministero l’inclusione pare essersela scordata. Nello schema di regolamento non c’è nessun riferimento alla valutazione della qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.
La denuncia della clamorosa svista arriva da Fish e Fand…. In particolare i due presidenti, Pietro Barbieri e Giovanni Pagano, mettono in luce alcuni passaggi del regolamento stesso dove sarebbe opportuno inserire un riferimento esplicito all’inclusione scolastica, che deve essere «una componente ineliminabile del sistema nazionale di valutazione». Inserire tra gli indicatori della valutazione anche alcuni criteri relativi all’inclusione scolastica è fondamentale per due motivi: da un lato per individuare le scuole che necessitano di correggere le loro prassi didattiche, per migliorarne i risultati anche a favore degli alunni con disabilità; dall’altro per individuare le scuole in cui si realizzino già casi di inclusione di qualità, da segnalarle come esempi di eccellenza in una logica positiva di emulazione. La lettera entra nel dettaglio chiedendo che il Ministero individui o l’invalsi individuino come “livelli essenziali” alcuni indicatori strutturali, di processo e di esito concernenti la qualità dell’inclusione scolastica; chiedendo che nella formazione di dirigenti, ispettori e valutatori si faccia riferimento anche alla qualità dell’inclusione scolastica; che l’INDIRE , che dovrà supportare le scuole nella definizione di piani di miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti metta tra i suoi obiettivi programmatici l’inclusione scolastica.

www.tecnicadellascuola.it – 19 aprile 2013
TFA speciali, il falso buonismo del test “senza sbarramento”
░ Per quali ragioni, i TFA “speciali” che inizieranno a giugno rischiano di costituire una delusione.
Tale delusione sta nella falsa illusione che il test selettivo non sia uno sbarramento per conseguire l'agognata abilitazione… S si scopre che il Test sarà composto da 70 domande (30 logica, 30 comprensione testo, 10 lingua straniera) assegnerà 1,25 punti ad ogni risposta corretta (oltre la 42-esima domanda corretta) e -0,50 ad ogni risposta errata e 0 punti ad ogni risposta non data, in caso del raggiungimento di un totale negativo al candidato verranno assegnati zero punti. Basta fare quattro conti per capire che sarà estremamente difficile ottenere un risultato diverso da zero (si stima che oltre 80% otterrà zero).
Tenendo conto che per conseguire l'abilitazione si dovrà ottenere un punteggio di almeno 60 centesimi (35 Test, 50 percorso universitario, 15 prova finale) ma per quanto detto prima molti si presenteranno al percorso universitario con zero punti ottenuti dal Test e quindi per loro sarà estremamente arduo ottenere 60 punti dei rimanti 65 (percorso + prova finale)….

larepubblica.it - 19 aprile 2013
Test di apprendimento per i laureandi “Così valuteremo anche le università”
░ A breve, in 12 atenei italiani (Roma Sapienza e Tor Vergata, Milano Statale, Bologna, Padova, Firenze, Napoli Federico II, Cagliari, Messina, Piemonte Orientale, Udine e Lecce) saranno sperimentati i test Cla Plus, sviluppati dal Council for Aid to Education.
Università italiane a confronto con il resto del mondo. Ventimila studenti da dodici atenei volontariamente si misurano col test che già valuta il livello di apprendimento in sedici Paesi, dal Kuwait alla Russia, dal Giappone alla Finlandia. Uno strumento nuovo che si chiama Cla Plus ed è stato sviluppato dal Council for Aid to Education, un’organizzazione statunitense che opera nel campo dell’istruzione superiore. Servirà a scoprire se i ragazzi prossimi alla laurea triennale hanno sviluppato capacità di ragionamento analitico, efficacia dell’esposizione, forma (grammatica, sintassi) e capacità di risolvere problemi. Oltre alle competenze specifiche del corso di laurea che frequentano. Come sempre di più il mercato del lavoro richiede…. L’obiettivo è di adottarlo gradualmente in tutti gli atenei come strumento di valutazione dei corsi di laurea partendo dalla preparazione degli studenti che li hanno frequentati con successo e che, alla fine del terzo anno, stanno per superare il primo gradino della formazione universitaria, laureandosi…. Il Cla Plus è anonimo, e non incide sulla valutazione dello studente. Per il momento poi si tratta di un esame al quale si sottopongono i ragazzi su base volontaria. E solo se la sperimentazione introdotta dall’Anvur (l’Agenzia di valutazione del sistema universitario e della Ricerca) entrerà in tutta Italia a pieno regime ogni ateneo dovrà testare il 50 per cento su un campione di iscritti a tutti i corsi di laurea. Il modello è una novità. Si articola su tre prove a risposta aperta: nel primo esercizio viene presentata una situazione immaginaria e assegnato un compito. Ad esempio, una grande città in difficoltà di bilancio deve tagliare un progetto per le scuole medie: la scelta è tra un campeggio estivo in un parco o un programma di tutoraggio sportivo. Con una serie di documenti a disposizione si deve decidere tra i due. Al secondo step viene assegnata una traccia sotto forma di un’affermazione, qui i ragazzi devono considerare ogni posizione e motivarla. Infine viene presentata un’ultima traccia che in 30 minuti deve essere analizzata nelle sue incongruenze e nei suoi punti deboli.

il Manifesto - 20 aprile 2013
“Monti taglia 51 milioni alla ricerca, Italia terzultima per investimenti”
░ I dodici enti di ricerca controllati dal Miur si preparino: sta per arrivare il tanto annunciato nel 2012, e fino ad oggi sempre rinviato, taglio al fondo ordinario da 51 milioni di euro. Il decreto che sancirà il taglio è giunto all'attenzione della Commissione speciale del Senato.
Lo ha confermato il «rapporto Giarda», dal nome del ministro che ha consegnato al parlamento una relazione sui nuovi tagli da praticare all'università e alla ricerca con la «fase tre» della spending review. E tra poco si farà sul serio. L'Istituto di Fisica Nucleare (Infn) che ha scoperto il «bosone di Higgs», l'Ingv che monitora con i suoi precari l'arrivo dei prossimi terremoti, e lo stesso Cnr lascino da parte le residue speranze di continuare a fare ricerca con i soldi pubblici perché il governo «costretto» a restare in sella ad un paese squassato dalla crisi economica e politica taglierà un fondo che ammonta a 1.598 milioni (compresivi della «quota premiale» erogata dal Miur per i risultati scientifici di 139 milioni), la cifra più bassa dal 2003. L'unico ente risparmiato sarà l'Agenzia spaziale italiana ….Aumentano invece i contributi destinati alla neonata Agenzia di valutazione della ricerca Anvur, e a tutto il complesso di valutazione e controllo neo-liberale dell'attività «produttiva» di ricercatori, insegnanti e studenti dell'Indire e dell'Invalsi, sul quale Profumo e Monti (oltre alla Gelmini) hanno investito molto. Nel decreto in discussione al Senato si osserva anche la crescita de i fondi per le «attività internazionali» saliti da 54,2 a 83,5 milioni di euro. Il Sincrotone di Trieste riceve 14 milioni di euro. I fondi sui «progetti bandiera» per i quali Profumo si è molto speso scendono da 128 a 75,4 milioni. Si taglia dunque la ricerca, ma si finanzia l'apparato di controllo che dovrebbe controllare la sua «qualità» scientifica. … Rispetto all'Europa a 27, nel 2010 e nel 2011 l'Italia si è classificata al 24° posto per investimenti sulla scuola e sulla formazione. A quel tempo era finanziata per lo 0,7%(contro lo 0,9% europeo) di un Pil che nel 2010 era a +1,3%, nel 2011 era diminuito allo 0,4%. Nel 2012 il Pil è crollato a -2,5%, e nel 2013 arriverà forse a -2%. I tagli però continuano imperterriti. La Ragioneria sostiene anche che l'Italia è al sesto posto per la spesa per il Welfare, mentre cala la spesa per la sanità.

 

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