Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 15 marzo 2013

l’Unità– 09/03/2013
“Valutazione della scuola, la fretta di Profumo”
░ Il Consiglio dei ministri approva le nuove norme nonostante Pd, Sel e Cgil avessero chiesto di rinviare al nuovo governo. (Mario Castagna)
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo sistema di valutazione della scuola dopo un lungo iter parlamentare e diversi mesi di gestazione. Il nuovo sistema eredita gran parte delle preesistenti strutture di valutazione, come l'Invalsi che guiderà il processo elaborando le linee strategiche e definendo gli indicatori, e l'Indire a cui toccherà invece promuovere l'uso delle nuove tecnologie in ambito didattico per l'aggiornamento e la formazione dei docenti. Accanto a questi due sistemi si affianca un nuovo terzo canale di valutazione, ovvero gli ispettori. Un ruolo da protagoniste lo avranno anche le scuole che dovranno organizzare anche autonome procedure di autovalutazione. Per gli studenti e i docenti italiani si apre quindi una nuova fase. Molti di loro hanno già conosciuto in questi anni i questionari Invalsi, che ora verranno somministrati per valutare l'apprendimento degli studenti alla fine di ogni ciclo scolastico, nel secondo e nel quinto anno della scuola elementare, in prima e seconda media, ma anche al secondo e all'ultimo anno della scuola superiore. «La montagna ha partorito il topolino velenoso. È davvero incredibile la protervia e l'arroganza di un governo in limine mortis - ha denunciato Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil - che ha scelto l'ipertrofia della tecnica di valutazione a danno del ruolo debole attribuito all'autonomia scolastica». Di tutt'altro avviso invece la Cisl-scuola che ha approvato il nuovo sistema di valutazione, pur esprimendo perplessità sull'assenza di adeguate risorse finanziarie che supporti l'autonomia degli istituiti. Sono in molti infatti a denunciare che, dopo molti anni di retorica sull'autonomia e la responsabilità delle scuole, il combinato disposto di un profluvio di prescrizioni tecniche e di pesanti tagli di bilancio, ha impoverito le scuole ed impedito qualsiasi esperimento migliorativo e trasformato la valutazione in uno strumento punitivo per le scuole che affrontano maggiori difficoltà di carattere sociale o territoriale. Dove la valutazione scolastica funziona, come in Francia, Gran Bretagna ed in altri paesi europei, le scuole che ottengono le peggiori performance ottengono dallo stato nazionale maggiori finanziamenti per colmare il divario. Il sistema italiano di valutazione purtroppo non prevede nulla di simile. Qual é allora il motivo per cui il ministro Profumo ha varato in tutta fretta il nuovo sistema di valutazione? Il comunicato stampa che il governo ha diffuso ieri dopo il consiglio dei ministri lo afferma molto chiaramente. 

latecnicadellascuola.it – 09/03/2013
“Approvatoci”
░ L'approvazione del regolamento consente di accedere ai fondi strutturali 2014-2020 ma di positivo ha ben poco altro. A nulla è valsa la richiesta di Cgil, Pd e Sel al ministro Profumo di sospendere la decisione e di lasciare la palla al prossimo ministro. Forti sono le critiche da associazioni, sindacati, Unione degli studenti. Il 16 maggio le prove Invalsi sono minacciate di boicottaggio.
Se si eccettua la Cisl Scuola… i pareri dei sindacati e delle associazioni di categoria sull’approvazione da parte del Cdm del nuovo regolamento del Servizio Nazionale di Valutazione sono fortemente critici. … Iniziamo dall’Unione degli studenti, secondo cui “l'approvazione decisa all'ultimo, da un governo in scadenza, non fa che confermare la volontà da parte del Miur di procedere sul tema della valutazione come se fosse neutra amministrazione, ignorando le voci di dissenso, facendo a meno, illegittimamente, di una discussione larga col mondo della scuola su un tema così cruciale per il futuro dell'istruzione pubblica”…. L’Uds ha anche annunciato che il 16 maggio, data di somministrazione dei test Invalsi alle superiori, scenderà “in campo con scioperi bianchi e boicottaggi per protestare contro queste scelte illegittime…”. Il dissenso per il provvedimento approvato dal Governo è forte pure nella Flc-Cgil. Per il suo segretario generale dei lavoratori della conoscenza, Mimmo Pantaleo, “il consiglio dei Ministri approva in limine mortis” un vero e proprio “sistema pasticciato in cui si mischia la valutazione di sistema con la valutazione dei dirigenti scolastici. … La Flc chiederà l’impegno formale a tutte le forze politiche di cambiare radicalmente questo regolamento e metterà in campo iniziative necessarie per difendere la scuola pubblica da questo ennesimo intervento dannoso”.
Anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti non va per il sottile: “il sistema nazionale di valutazione così come è stato approvato non va…. Non è trascurabile, inoltre, la possibilità che il meccanismo di valutazione finisca col rivelarsi un impegno burocratico troppo gravoso per gli insegnanti, tra carte da compilare e processi da giustificare. Tempo prezioso sottratto all’insegnamento”. L’Anief giudica la valutazione delle scuole “un provvedimento a costo zero, non discusso con gli ‘attori’ che devono viverlo e preludio di ulteriori tagli alla scuola”. Il sindacato autonomo associa l’approvazione del regolamento con il tentativo dell’amministrazione, che però non ha ottenuto il consenso dei sindacati, “di far approvare alle confederazioni sindacali un pre-accordo sulla formulazione del rinnovo dei contratti che prevede l’abolizione degli scatti di anzianità e l’introduzione di un modello scolastico di tipo aziendale, incentrato sulle performance individuali all’interno istituti trasformati quasi in centri produttivi. I quali si dovrebbero attenere al modello standard prefissato (su che basi?) dal Miur, per poi addirittura entrare in un regime di concorrenza fratricida”. Durissimo Marcello Pacifico, presidente Anief: “… ci ritroveremo finanziamenti solo per le scuole d’elite, mentre quelle che ne hanno più bisogno, perché collocate in realtà difficili e a contatto con un’utenza più bisognosa, verranno miseramente lasciate al loro destino”. Severo anche il giudizio sull’Invalsi, a cui verrebbe “dato sempre più ampio potere all’Invalsi. Un ente, sulla carta ‘super partes’, che improvvisamente perderà il ruolo di monitore, per vestire quello di mortificatore”, conclude il presidente Anief.

Corrieredellasera.it – 09/03/2013
“Soldi chiesti a Scuola. Contributi «volontari» o Ricatto alle Famiglie?”
░ Il ministero dell'Istruzione ha pubblicato una circolare per bacchettare i presidi, sempre più numerosi, che chiedono alle famiglie degli studenti i cosiddetti contributi «volontari». (Andrea Balzanetti)
… Troppo spesso, come denunciano le centinaia di segnalazioni arrivate a viale Trastevere, a testate giornalistiche e ai siti specializzati, questi contributi «volontari» si trasformano in contributi «obbligatori» con minacce, più o meno esplicite, di ripercussioni sui risultati scolastici o sulle iscrizioni per l'anno successivo. Tra i casi più odiosi il portale Skuola.net ha segnalato quello di una scuola di Treviso dove il preside ha minacciato la sospensione per gli alunni «morosi» e quello di un istituto di Brescia dove il dirigente scolastico, in un caso simile, ha addirittura inviato una lettera minacciando «il recupero coatto della somma dovuta, degli interessi e della rivalutazione monetaria intervenuta». Insomma, l'aiutino chiesto alle famiglie degli studenti negli anni si è evoluto passando dalla pittoresca richiesta di carta igienica e saponette per i bagni a una quasi estorsione. E, logicamente, il ministero dell'Istruzione non poteva non intervenire. Per ribadire delle ovvietà. Ricordando ai presidi che gli eventuali abusi «oltre a danneggiare l'immagine dell'intera amministrazione» e a «minare il clima di fiducia e collaborazione» con le famiglie, si configurano come una vera e propria «lesione del diritto allo studio». Precisando che le tasse erariali vanno pagate solo al quarto e quinto anno delle superiori e le scuole non hanno «nessuna ulteriore capacità impositiva». Concludendo con durezza che non saranno accettati comportamenti «vessatori» e minacciando «sanzioni»…

www.governarelascuola.it – 10/03/2013
“Il Sistema Nazionale di Valutazione”
░ Pietro Perziani riporta le prime valutazioni sul Sistema nazionale di valutazione appena varato in C.d.M.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato venerdì scorso il regolamento che istituisce il sistema nazionale di valutazione della scuola, o, per meglio dire, quello che nelle intenzioni del Governo dovrebbe essere il sistema nazionale di valutazione. I dubbi infatti sono tanti e le critiche anche feroci… GLS seguirà il dibattito che sicuramente si svilupperà in futuro, per adesso riporta le prime “reazioni a caldo” del mondo sindacale e associativo: CISL-SCUOLA, FLC-CGIL, ANP-CIDA e DISAL.
Due piccole cose però le possiamo dire da subito: la mancanza del sistema di valutazione era uno dei buchi neri della scuola italiana; adesso c’è, magari andrà modificato, ma ci sembra impossibile che venga semplicemente abrogato e si torni al nulla di fatto il provvedimento è stato preso sotto la spinta dell’Europa, era un impegno preso a cui tenere fede; per qualcuno questo è un peccato originale, per noi è l’ennesima prova provata che l’Italia senza una “spinta esterna” non riesce a prendere decisioni. Riportiamo di seguito le quattro posizioni. CISL-SCUOLA. …Il nuovo regolamento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri ci sembra in linea con il primo modello, lontano dalla caricatura che per troppo tempo qualcuno ha fatto del merito e della valutazione. Anche per questo la CISL Scuola lo ha considerato da subito un documento apprezzabile; il percorso valutativo che propone è ancorato all'autonomia delle scuole, si parte dall'autovalutazione e si traguarda la rendicontazione sociale. Si disegna un sistema che punta a sostenere le necessarie azioni di miglioramento, spesso richieste proprio laddove è più forte il peso delle difficoltà date da contesti particolarmente problematici. Ecco perché una valutazione correttamente intesa è fattore essenziale di equità, oltre che di qualità: fattore di promozione e non di discriminazione. Il regolamento ci sembra orientato in questa direzione, che si ricollega in modo coerente alle indicazioni del Quaderno Bianco del 2007. Non mancano naturalmente punti di debolezza e criticità, a partire dal fatto che non c'è un sostegno adeguato in termini di risorse… FLC-CGIL. … È davvero incredibile la protervia e l'arroganza di questo Governo che in limine mortis licenzia la bozza di regolamento sul Sistema nazionale di valutazione…. Nello schema di regolamento sono assenti e quindi appaltate all'esterno le finalità politico-istituzionali del sistema nazionale di valutazione, con una sorta di ipertrofia della funzione tecnica a danno del ruolo debole attribuito all'autonomia scolastica. Un sistema pasticciato in cui si mischia la valutazione di sistema con la valutazione dei dirigenti scolastici….. Chiederemo l'impegno formale a tutte le forze politiche di cambiare radicalmente questo regolamento e metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per difendere la scuola pubblica da questo ennesimo intervento dannoso. DISAL. … Pur con i limiti che il testo presenta, il nuovo Regolamento oggi approvato resta indispensabile alla ripresa della scuola italiana, che proprio l’altro ieri al Ministero si è sentita descrivere dagli esperti dell’OCSE con tutte le proprie difficoltà e carenze. Vanno apprezzati importanti aspetti del nuovo Sistema: a- l’avvio di un percorso di autovalutazione in tutte le scuole con lo strumento del rapporto annuale e con la possibilità di utilizzare in autonomia le competenze a questo necessarie, senza essere vincolati al rapporto unicamente con l’INDIRE; b- la conferma, per tutte le scuole, della valutazione esterna degli apprendimenti che non va a creare classifiche, ma che chiama in causa le scuole stesse nella capacità di saper ben utilizzare tutte le informazioni necessarie al proprio miglioramento didattico e funzionale;
c- la decisione di creare finalmente un sistema ispettivo, il cui successo dipenderà dal sapersi mettere a servizio del miglioramento qualitativo delle scuole. Ci sono tuttavia da registrare alcune carenze del nuovo Sistema di Valutazione, che sono imputabili a cause diverse:
a- i docenti (assieme al personale non docente) restano (a causa della legge originaria) gli unici a non essere mai valutati in tutto il sistema scolastico. Si sa che su questo cadde un Ministro dell’Istruzione e che il mondo sindacale ha le proprie responsabilità; b- l’INVALSI resta un ente dipendente dall’Amministrazione centrale, con una “autonomia vigilata” ed un sistema ispettivo che rimane non indipendente, tutto da costruire nella propria qualità professionale…. ANP. L’Anp – che a più riprese ha fatto della valutazione oggetto di studi ed analisi ed anche di proposte – accoglie con favore il nuovo regolamento, pur rilevandone alcuni aspetti critici… L’insieme di autovalutazione e di valutazione esterna può consentire alle scuole di acquisire la piena consapevolezza della qualità del lavoro svolto e, nel contempo, valorizzare e rispettare la loro libertà didattica e progettuale che, senza alcun riferimento di tipo valutativo, finisce per restare indeterminata circa i fini ed i risultati.

Ilsole 24Ore – 11/03/2013
“Per gli statali un taglio a doppio effetto”
░ In arrivo il decreto che prolunga il blocco dei contratti al biennio 2013-2014, dopo il primo congelamento triennale del 2010-2012. Perso circa il 10% dello stipendio, con forti penalizzazioni sulla pensione soprattutto per chi è vicino all'uscita.
...Archiviate le cautele elettorali, il regolamento preparato da Economia e Funzione pubblica è in arrivo, e a farei calcoli sono i diretti interessati: una platea da quasi quattro milioni di persone, che ai dipendenti della Pubblica amministrazione unisce quelli delle società in house e degli enti strumentali. Per avere un quadro completo, i calcoli dovranno considerare anche i riflessi previdenziali… Il sacrificio è ovviamente proporzionale allo stipendio che ogni profilo di dipendente pubblico aveva all'inizio del congelamento, ed è calcolato su un doppio indicatore: per la prima tornata contrattuale saltata, quella del 2010-2012, il taglio è misurato sulla base delle risorse che erano state messe a disposizione dei vecchi rinnovi, mentre per il nuovo congelamento biennale il punto di riferimento è l'Ipca, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo… Tradotto in cifre, significa 2.575 euro all'anno a regime, in meno per gli impiegati degli enti locali, che con il loro stipendio medio inferiore ai 28mi1a euro lordi annui sono sul gradino più basso della categoria. Per i loro colleghi di Palazzo Chigi, che di euro ne guadagnano in media quasi 43mila, la tagliola vale a regime poco meno di 4mila euro, e le cifre crescono ovviamente man mano che si sale la scala gerarchica delle amministrazioni…. Il sacrificio è permanente, perché le norme escludono espressamente ogni possibilità di recupero di quanto perso alla ripresa dei rinnovi. Ma a rendere "eterna" la sforbiciata sono anche i suoi effetti sugli assegni previdenziali, in particolare per chi va in pensione in questi anni: chi si avvicina all'uscita oggi ha circa la metà della pensione calcolata con il sistema retributivo, e sconterà sull'assegno circa l'80% del costo complessivo del blocco. In altri termini, chi ha "perso" 7mila euro come mancati aumenti e andrà in pensione nel 2014-15 riceverà una pensione più leggera di circa 5.500 euro annui rispetto a quella che avrebbe ottenuto in tempi normali. Proprio dal nuovo blocco di contratti e stipendi dipende gran parte del miliardo di euro di risparmi messi a bilancio per il 2013-2015 dalla manovra estiva numero uno del luglio di due anni fa.

larepubblica.it – 12/03/2013
Lauree e diplomi, processo all’Italia “Imparate da tedeschi e norvegesi”
░ Dichiarazioni rese alla Süddeutsche Zeitung da Andreas Schleicher, esperto di pubblica istruzione dell’Ocse, chiamato anche “Mister Pisa” perché ideatore del famoso Programma per la valutazione internazionale.
…È un paradosso, dice Schleicher guardando le nostre scuole e i nostri atenei: nel paese che ospita l’università più antica del mondo, il sistema non funziona. Il cahier des doléances di Schleicher è una lunga lista di accuse. Primo, nella maggior parte degli altri Stati membri dell’Ocse la gamma di offerte di lauree e specializzazioni è più ampia che da noi. E nei paesi più avanzati — la Germania solo in parte, di più e meglio i paesi scandinavi, a cominciare dalla Finlandia col sistema scolastico, tutto pubblico, giudicato il migliore del mondo, e dalla Norvegia — offrono un contatto strutturale e che funziona bene tra lo studio teorico, accademico e la pratica della formazione professionale. «L’Italia», dice Schleicher, «è rimasta legata molto a lungo a un sistema classico, tradizionale, di studi universitari, per questo il numero dei laureati e diplomati non è cresciuto come in altri paesi»…. Ecco, almeno secondo “Mister Pisa”, i mali strutturali più gravi del nostro sistema d’istruzione e le loro cause. Primo, molti laureati e diplomati superiori non trovano un’occupazione, o vengono pagati poco e male, «perché le università danno una preparazione accademica, non preparano ad avere successo sul lavoro». Secondo, a differenza che in molti altri paesi europei «non c’è aiuto finanziario dello Stato agli studenti, nulla di paragonabile a sistemi come il Bafög tedesco (che prevede l’erogazione di borse di studio in base al reddito di appartenenza) o quelli scandinavi». Terzo, comunque lauree e diplomi «sono irrilevanti sul mercato del lavoro
». Poi un altro difetto strutturale: «Il personale insegnante è numeroso ma poco qualificato rispetto alle esigenze di una società e un’economia moderne». A lungo termine, ammonisce, «si crea un legame tra qualità del sistema della pubblica istruzione e capacità economiche di un paese». …

ItaliaOggi – 12/03/2013
“Precari da assumere, contrordine di viale Trastevere”
░ I docenti precari che ne hanno diritto saranno assunti senza per ciò
licenziare quelli che sono già stati assunti per diritto di graduatoria.
Potrebbe essere la soluzione di una matassa ingarbugliata, della quale ci siamo occupati nell’Aggiornamento del 6 marzo facendo riferimento alla “pericolosa” partita sindacale di Bari (“Non di rado l’Amministrazione procede a valutazioni errate che costringono i danneggiati ad adire i tribunali; si producono conseguenze non sempre reversibili…”).
Assumere i docenti che hanno maturato il diritto al'immissione in ruolo perché sono stati inseriti a pettine nelle graduatorie per ordine del giudice. Ma senza licenziare quelli che sono già stati assunti per diritto di graduatoria. E recuperare il numero di immissioni in ruolo in più sottraendole da quelle che saranno autorizzate il prossimo anno. É questo il responso della direzione generale per il personale del ministero dell'istruzione, che ha risposto così all'ufficio scolastico del Piemonte con una nota emessa il 25 febbraio scorso (1656). Il provvedimento, che porta la firma del direttore generale Luciano Chiappetta, reca un'interpretazione diametralmente opposta a quella adottata dall'ufficio scolastico regionale per la Puglia in riferimento ad un caso analogo. Va detto subito, però, che tra la direzione generale del personale del ministero e le direzioni generali degli uffici scolastici regionali non vi è alcun rapporto gerarchico. E dunque, i direttori regionali (che sono pari grado rispetto ai capi delle direzioni generali collocate presso l'amministrazione centrale) possono legittimamente discostarsi dall'orientamento assunto dalla direzione centrale. Resta il fatto, però, che l'esistenza di un parere di fonte ministeriale potrebbe avere un certo peso davanti al giudice. E potrebbe far pendere la bilancia in favore dei lavoratori che dovrebbero essere licenziati dall'ufficio scolastico barese. Cha non hanno alcuna intenzione di accettare il verdetto dell'ufficio periferico data la posta in palio, forti anche dell'appoggio unanime dei sindacati.

latecnicadellascuola.it – 13/03/2013
“Equità valutativa” al liceo “Berchet” di Milano e i compiti sono corretti dal collega
░ Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante di lettere, polemizza con la decisione, presa dal collegio dei docenti del liceo classico “Berchet”, di far correggere i compiti di una classe ai professori di un’altra per garantire “equità”.
In questo modo ne verrebbe fuori “una scuola senz’anima, condita da prove asettiche e che sarebbe una esperienza disastrosa”. Disastrosa perché “vogliamo una scuola che misuri oggettivamente, per questo è da un po’ di anni che si è diffusa come prova il test. In questo modo si può cambiare il docente che corregge, basta che il test sia il più possibile oggettivo e tecnico. A me una scuola che va in questa direzione non piace. Stiamo abolendo non solo il rapporto personale tra studenti e insegnanti ma anche la soggettività sia dell’insegnamento che dell’apprendimento. Tutto deve essere appiattito perché sia misurabile con criteri standard nazionali, europei, mondiali.” Su questo altare, continua la docente-scrittrice, “da dieci anni tutti i ministri hanno abolito il cosiddetto tema, che era la prova più creativa, libera e bella. Al suo posto abbiamo le verifiche oggettive, i test a domanda multipla, delle prove asettiche insomma. In questo modo magari guadagniamo l’oggettività, ma il ragazzo non è più messo nella condizione di esprimere ciò che è lui, singolarmente, la sua ricchezza. Ecco, si perde il valore dell’originalità individuale.” Ci sarebbe invece, secondo Mastracola “ il problema della diversità degli insegnanti. È vero, si rischia di avere sette o otto, a seconda del professore, il vantaggio però è di avere delle persone diverse. La diversità degli insegnanti è sempre stato il nostro bello. Il fatto di correggere i compiti dei propri allievi magari non è equo ma fa parte di un lavoro che dura tre anni, dove entra in gioco la conoscenza reciproca. Ed è chiaro che i temi devo correggerli io, perché sono io a mandare il messaggio e io lo devo ricevere. Se invece vogliamo abolire il messaggio, allora va bene che le prove siano tutte uguali, comuni, oggettive. Però manca l’anima e a me fa molta paura una scuola senz’anima. Nel bene e nel male il rapporto personale è tutto. Però anche questo è destinato a sparire, forse avremo insegnanti online, forse vogliamo insegnanti che inviino la prova agli studenti davanti ai loro computer e poi si aggirino tra i banchi per vedere che tutto funzioni. Così non c’è più un rapporto culturale e affettivo, però….”.
La Stampa – 14/03/2013
“Torna il salone «Iolavoro» e offre 20 mila opportunità”

░ A Torino intensa tre giorni di colloqui, convegni. Decine di imprese presenti.
Riparte oggi «Io lavoro» che offre oltre 10 mila opportunità di occupazione in Italia e all'estero proposte da 99 aziende e franchisor, dai servizi pubblici per l'impiego italiani, francesi e di altri Paesi europei. Sono più di 13 mila le persone che si sono iscritte on line alla manifestazione tra cui i ragazzi di 25 scuole. Ci sono anche sette autobus provenienti dalle province del Piemonte e dalla Francia, 3 mila giovani sono stati preselezionati per uno o più colloqui di lavoro.
Infine sono previsti 76 workshop e 9 conferenze. Si tratta di tre giorni intensi e ricchi di opportunità lavorative nei settori turistico- alberghiero, ristorazione, sport e benessere, commercio, grande distribuzione organizzata, agroalimentare, Ict eDigital… Sono ben 688 gli istruttori sportivi ricercati dalle aziende che partecipano al salone, seguono - 313 - gli animatoridiwindsurf, tennis, sport. Poi servono 132 animatori di fitness, 110 capo animatore, 162 coreografi, 137 cuochi, 86 addetti a software, 55 programmatori, 61 responsabili dello sport, 69 responsabili di equipe, 30 personal trainer….
 

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