Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 15 febbraio 2013

La Letterina ASASi n 350 del 7 febbraio 2013
“Genitori e Scuola: un cammino di corresponsabilità”
░ Il d.s. Giuseppe Adernò, Presidente provinciale ASASI Catania, scrive in merico alle “Linee di indirizzo sulla partecipazione dei genitori e la corresponsabilità educativa” di recente emanate dalla D.G. per lo Studente e fatte pervenire alle scuole.
È un documento di 8 pagine dense di puntuali osservazione sulla responsabilità educativa che spetta ai genitori, come sancisce la Costituzione ed il legame di corresponsabilità che unisce la famiglia alla scuola nel difficile compito educativo. …. Le linee guida ministeriali dedicano particolare rilevanza al “Patto di corresponsabilità educativa”, documento da sottoscrivere (genitori e scuola) in quanto definisce le comuni assunzioni di responsabilità e sollecita i genitori e la scuola a rispettare gli impegni assunti.
Nel “patto” vengono esplicitate le linee guida della gestione della scuola al fine di conseguire un maggiore ed efficace successo formativo, ed il richiamo ai reciproci doveri impegna altresì la scuola non solo agli adempimenti normativi, ma ancor più al rispetto della deontologia professionale. Il patto di corresponsabilità più che un documento formale costituisce una guida sicura per il successo formativo e la crescita della qualità dell’istruzione e della formazione. La redazione del documento sollecita un’attiva partecipazione dei genitori ed ogni Istituto, nella sua autonomia, individua le procedure interne per favorire tale condivisione. La normativa vigente dispone che tale “patto” venga sottoscritto contestualmente all’iscrizione. Dato che tale operazione avviene on-line occorre che si attivino momenti comunitari di incontro con i genitori al termine delle iscrizioni e nel definire la composizione delle classi si potrà procedere a tale adempimento che
ha una particolare valenza educativa, completando la formale iscrizione on-line con la comunicazione diretta tra genitori e scuola. Il paragrafo 3 delle linee guida sottolinea ancora la complessa gestione della scuola nei rapporti con la “bi genitorialità”, oggi tanto diffusa, che crea non pochi problemi alla crescita serena dei figli ed inoltre sollecita una sempre più vigile attenzione alla scelta orientativa per l’indirizzo scolastico da seguire dopo la scuola media. Il consiglio orientativo che i docenti formulano va, infatti, discusso e concordato con i Genitori, esplicitando le motivazioni delle indicazioni fornite, anche alla
luce di test attitudinali ed indagini di orientamento che vengono realizzate nelle classi terze. Il documento ministeriale illustra infine lo “Statuto delle studentesse e degli studenti”…

www.scuolaoggi.org – 09/02/2013
“Interviste elettorali sulla Scuola”
░ Intervista a Berlusconi; fa parte di una serie che RAI 1 ha realizzato e metterà in onda – stranamente - dopo le elezioni. L’intervistato fa una promessa cui si stenta a credere: ricucirà i tagli fatti del 2008.
- Nel primo consiglio dei ministri - esordisce – metteremo all’ordine del giorno… l’abolizione del taglio degli otto miliardi alla scuola, deciso quattro anni fa e che ha ridotto gli istituti scolastici all’attuale stato comatoso. È una vergogna di cui abbiamo visto i segnali più allarmanti proprio sotto questo ministro tecnico, il sedicente Profumo, che non sa neanche parlare. A differenza della Gelmini che è un’altra cosa…. Annullare i tagli già fatti per uno come me è una bazzecola…. Ho messo su una squadra a tre: Brunetta, La Russa e Gelmini, che ho chiamato “degli affidabili”, che ha già individuato la soluzione. … Sempre, nel primo consiglio di ministri, non solo aboliremo il taglio degli otto miliardi, ma restituiremo il mal tolto alle scuole nel giro di un mese, due mesi, al massimo. Il tempo di fare un po’ di conti e ci arriviamo. In ogni caso, prima dell’estate e dopo l’autunno…. Agli studenti toccherà un risarcimento che andrà, pro capite, dai mille euro l’anno a tre mila, a seconda del tipo di scuola. Massimo, comunque, 2 mila euro a persona, aumentabili. Tutti i direttori dei servizi scolastici daranno agli studenti, un “buono scuola Berlusconi” che potranno spendere quando e come vogliono, anche in discoteca, in omaggio al principio di libertà che, come si sa, per noi è un’ invenzione che ci portiamo anche nel nome. Ho già fatto, al riguardo, delle convenzioni con case editrici come la Mondadori e produttori cinematografici come Medusa, solo per fare alcuni nomi che mi sono cari.

Corrieredellasera.it – 09/02/2013
“I commissari rinunciano al concorsone”
░ Compensi bassi: il MIUR ha avuto difficoltà a formare le commissioni.
Affanno da concorsone. Commissioni completate all'ultima ora per le prove scritte che cominceranno lunedì e si concluderanno il 21 febbraio. Per 11 mila 542 posti da insegnante nella scuola pubblica, parteciperanno 88 mila 610 candidati, quelli che hanno passato il test preselettivo di dicembre. A questi vanno aggiunti i 7 mila ammessi con riserva dal Tar del Lazio, di cui oltre 6 mila rientrati in lizza solo ieri su ricorso dell'Anief (Associazione professionale e sindacale), che ha contestato il punteggio minimo richiesto dal Miur per superare i quiz. Fino a ieri sera gli uffici regionali scolastici hanno lavorato senza sosta per completare la composizione delle commissioni. Per il reperimento dei presidenti e soprattutto dei commissari, il ministro Profumo ha dovuto prima riaprire i termini per la presentazione delle domande poi, visto che anche con la seconda chiamata non erano stati coperti i posti necessari, emettere una nuova ordinanza per consentire ai direttori scolastici regionali di nominare i presidenti e i componenti. Questa volta senza estrazione computerizzata con algoritmo come era accaduto il 22 gennaio. Ora le 212 commissioni sono complete, sia pure con qualche affanno, con 246 presidenti e 424 commissari. Eppure le domande presentate non erano poche: oltre 12 mila quelle per i commissari e poco più di duemila per i presidenti di commissione. Che cosa è accaduto? Molti insegnanti si sono tirati indietro perché pagati troppo poco, appena 209 euro a ogni commissario e 251 al presidente, a cui vanno sommati 50 centesimi per ogni compito corretto. Ma non è solo questo. I commissari non avranno l'esonero dalla scuola e dovranno correggere i compiti nel tempo libero….

Agenzia DIRE – 10/02/2013
“Università. Crollano le borse di dottorato, gli assegnisti fuggono lontano dagli atenei”
░ È quanto rivela una indagine Adi, l'Associazione dei dottorandi, presentata a Roma. (di Alessandra Migliozzi).
Ricerca, crollano le borse di dottorato nelle università. Mentre aumentano, in parallelo, i posti senza copertura economica, soprattutto dopo che il governo Berlusconi ha tolto il limite del 50% del totale per i dottorati senza borsa. E che fine fanno gli assegnisti, i precari della ricerca che si formano nelle nostre università ? Il 93% continua la propria carriera all'esterno perchè nell'accademia per i giovani cervelli non c'e' posto. È quanto rivela una indagine Adi, l'Associazione dei dottorandi, presentata oggi a Roma. I sussidi segnano un -24,33% negli ultimi 5 anni passando dalle 5.045 del 2008/2009 alle 3.804 del 2012/2013. La media di borse per ateneo scende da 245,4 a 185,7. Sono i dati resi noti oggi dall'Adi che riguardano un campione di 21 università statali e rivelano un calo molto brusco fra il 2009 e il 2010 con quasi mille borse in meno. Mentre negli ultimi due anni accademici c'e' stato un leggero incremento. Il bilancio del quinquennio resta però negativo. Guardando ai dati relativi alle singole università, la variazione percentuale va da un +3.6% della Sapienza di Roma (da 585 borse a 606), al -68.1% dell'università di Catania (da 251 borse a 80). Per il 2013 risultano poi banditi 3.030 posti senza borsa che solo in alcuni casi vengono coperti da fondi supplementari. Ci sono poi atenei tra quelli del campione (Milano Politecnico, Pavia, Roma Tor Vergata) che hanno bandito per il 2012/2013 un numero di posti senza borsa superiore a quello di posti con borsa. Chi non gode del sussidio deve anche pagare una tassa di iscrizione che varia da ateneo ad ateneo ed e' mediamente "in crescita". Una tassa che per l'Adi "va eliminata". In questo quinquennio la minore erogazione di borse, secondo i calcoli dell'Adi, "ha sottratto alla ricerca 202.680.00 euro". Dopo il dottorato per molti l'unica speranza per restare in ateneo almeno per un po' è un assegno di ricerca. Ovviamente temporaneo. Poi il 93% degli assegnisti lascia l'università: il 78% dopo una serie di assegni di ricerca, il 15% dopo un contratto a tempo determinato. Solo il 7% viene reclutato per la ricerca a tempo indeterminato. … E l'Italia resta indietro in Ue anche sugli importi delle borse di dottorato che da noi si aggirano attorno ai 1005 euro contro i 2.531 della Svizzera, i 2.252 della Norvegia.

Il Messaggero – 11/02/2013
“Scuole. Emergenza sicurezza in 3 su 4. Incendi, solo il 17,7% è a norma. Vecchie quasi tutte le strutture”
░ Alessia Camplone riporta alcuni dati dal Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2012.
Il 33,5% delle scuole italiane non possiede un impianto idrico antincendio e la metà di esse (50,7%) non ha la scala interna di sicurezza, Degli oltre 36mila edifici scolastici censiti, solo un quarto è stato costruito negli ultimi trent’anni, quando è cresciuta la sensibilità sui temi della sicurezza e la normativa si è fatta più rigorosa. Il CPI, Certificato di prevenzione incendi, è obbligatorio per le scuole con più di cento studenti: quasi tutte, quindi. Eppure - dati confermati anche dal Miur - appena il 17,7% degli istituti ne è provvisto. Dato più desolante nel meridione: in Sardegna meno di una scuola su 20 ce l’ha. E la maggioranza degli istituti in Italia è stata costruita prima del 1974, l’anno della legge antisismica. In Ecosistema scuola, indagine annuale di Legambiente che ha esaminato 7.139 istituti, tutti in capoluoghi di provincia, emerge però che pure le scuole costruite dopo il 1974 non sono state edificate con criteri antisismici. Solo l’8,22% supera l’esame. Meno di cinque scuole su mille (lo 0,47%) è costruita con i criteri della bioedilizia, ovvero il cosiddetto sviluppo sostenibile, che considera il benessere degli studenti, il risparmio dell’energia e il rapporto con la natura. Ma il rischio è di scuole che ti cadono addosso. Undici anni fa, nel terremoto che colpì il Molise, morirono 27 bambini e una maestra, nel crollo di una scuola elementare a San Giuliano di Puglia. La Cassazione ha confermato la condanna a 5 anni di carcere del progettista, del dirigente dell’ufficio tecnico comunale e di due costruttori. E dell’ex sindaco, a 2 anni e 11 mesi: nella tragedia aveva perso la sua figlioletta. La scuola di San Giuliano non aveva l’agibilità statica, secondo la Flc Cgil sono circa ottanta i plessi scolastici a rischio nel Molise, non solo per terremoti e incendi. … Nella sua relazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica il ministero dell’Istruzione premette: il 4% delle scuole è stato costruito prima del 1900, e il 44% in un periodo che va dal 1961 al 1980. ….

lastampa.it – 11/02/2013
“Università online, così si esce dalla povertà”
░ In Inghilterra, lo scorso secolo, la Open School e Open University raggiunse, via radio, adulti delle condizioni sociali tradizionalmente lontane dall’istruzione: casalinghe, detenuti, lavoratori desiderosi di dedicare agli studi il tempo libero o sollecitati dalla necessità della riconversione professionale. Poi, la televisione e la informatica hanno fatto il resto; adesso, dal giudizio (che riportiamo in parte) autorevole di Thomas L. Friedman leggiamo quale potrebbe essere la prospettiva a 5 anni: l’istruzione a distanza potrebbe cambiare il mondo.
C’è una cosa che mi dà grandi speranze per il futuro: la rivoluzione nell’istruzione superiore globale on line. Non c’è nulla che potenzialmente possa togliere più persone dalla povertà fornendo l’istruzione necessaria a trovare un lavoro o a migliorare quello che già hanno. Nulla che potenzialmente apra un miliardo in più di cervelli per risolvere i più grandi problemi del mondo. Nulla che potenzialmente ci permetta di re-immaginare l’istruzione superiore con un massiccio uso di corsi online aperti a tutti (o Mooc), le piattaforme che si vanno sviluppando sul modello di Stanford o del Massachusetts Institute of Technology o di società come Coursera e Udacity. Lo scorso maggio ho scritto di Coursera - co-fondato dai computer scientist di Stanford Daphne Koller e Andrew Ng che aveva appena aperto. Sono tornato a Palo Alto per vedere come si è sviluppato. A maggio, c’erano 300 mila persone che frequentavano 38 corsi tenuti da professori di Stanford e di qualche altra università di élite. Oggi ci sono 2,5 milioni di studenti, che seguono 221 corsi tenuti da 33 università, di cui otto internazionali….
Sono convinto che nel giro di cinque anni queste piattaforme raggiungeranno strati sociali molto più ampi. …. Mitch Duneier, un professore di sociologia a Princeton, ha scritto sulla «Chronicle of Higher Education» un articolo sulla sua esperienza di insegnante in un corso Coursera: «Qualche mese fa a Princeton arrivarono via Internet 40 mila studenti di 113 Paesi per un corso gratuito di introduzione alla sociologia... La mia introduzione è stata la lettura di un capitolo del classico di C. Wright Mill del 1959, «L’immaginazione sociologica». Ho chiesto agli studenti di seguire riga dopo riga sulla loro copia, come faccio sempre qua nell’aula. Di solito, dopo la lezione mi viene fatta qualche domanda assai acuta. In questo caso, invece, nel giro di poche ore il forum si è riempito di centinaia di commenti e di domande. Qualche giorno dopo erano migliaia... Nel giro di tre settimane avevo ricevuto più riscontri alle mie idee sociologiche di quante non ne avessi avuti in tutta la mia carriera di insegnante, il che ha influenzato in modo significativo le mie lezioni successive»….

Latecnicadellascuola.it – 12/02/2013
“Dimensionamento rete scolastica. Nulla di fatto”
░ Le Regioni, comunica la Flc-Cgil, non sottoscrivono l’Intesa. I Ministeri dell’Economia e dell’Istruzione non intendono applicare neppure la media dei 900 alunni. Vengono al pettine i nodi di una questione essenziale, sulla quale l’ANIEF aveva per tempo dato l’allarme. Il prossimo incontro della Conferenza delle Regioni è previsto il 21 febbraio 2013.
Il motivo per cui la Conferenza delle Regioni non ha sottoscritto l’Intesa, che doveva essere firmata il 7 febbraio 2012, sarebbe dovuta al fatto che il Governo (MEF e MIUR), in sede tecnica il 5 febbraio, ha manifestato l’intenzione di non voler rispettare il criterio di assegnazione dei dirigenti scolastici in base al numero di scuole risultanti dal parametro medio di 900 alunni. Sembra che anche implementando questo parametro salterebbe comunque l’obiettivo di risparmio di 200 milioni di euro. “In altri termini, non importa al Governo aver istituito scuole con 900 alunni di media, perché, nel momento in cui dovessero ancora sussistere scuole con meno di 600 alunni (aree urbane) e di 400 alunni (aree montane), si taglierebbero comunque Ds e direttori corrispondenti al numero delle scuole sottodimensionate. Per questo in un suo comunicato la Conferenza delle Regioni sottolinea che non intende sottoscrivere nessuna intesa finché non saranno eliminati i comma 5 e 5 bis dell’articolo 19 della legge 111/2011 riguardanti la non assegnazione di Ds e direttori dei servizi per le scuole al di sotto di 600 (aree urbane) e 400 alunni (aree montane)”. Per Flc l’atteggiamento “rigorista” del Governo nasce dal fatto che l’obiettivo è solamente quello di tenere ben fermo il risparmio già incamerato. E se il criterio dei 900 alunni di media non fa centrare l’obiettivo di 200 milioni di risparmio anch'esso è destinato ad essere travolto….

ItaliaOggi – 12/02/2013
“Contratti dei supplenti nel caos”
░ Carlo Forte ci guida nei meandri della normativa, dove sarebbe spuntata una clausola di applicazione controversa, circa il pagamento delle ferie ai supplenti. Prima di leggere, consigliamo di sorseggiare una camomilla.
Il ministero dell'istruzione ha inviato alle scuole i nuovi moduli per i contratti di supplenza con una nota emanata il 5 febbraio scorso (n.939). Ma il nuovo formulario rischia di ingenerare caos circa le disposizioni sulla monetizzazione delle ferie. I moduli, infatti, recano la seguente dicitura da inserire in tutti i nuovi contratti: «La liquidazione relativa alle ferie non godute spetta esclusivamente nel limite di quelle non godibili per incapienza rispetto ai giorni di sospensione delle attività didattiche compresi nel contratto». Ma questa clausola non tiene conto del fatto che i contratti cui fa riferimento la nota ministeriale non consentono di fruire delle ferie nel periodo di sospensione delle attività didattiche (luglio e agosto). La nota, infatti, reca i moduli per stipulare i contratti di supplenza breve, quelli fino a nomina dell'avente diritto e quelli sulle disponibilità che insorgono dopo il 31 dicembre (dunque con termine non oltre il 30 giugno). E dunque, in assenza di disposizioni precise da parte dell'amministrazione centrale, è molto probabile che i dirigenti scolastici adotteranno interpretazioni non uniformi. Tanto più che la normativa di riferimento sulla limitazione del diritto alla monetizzazione delle ferie è piuttosto complessa. Specialmente per quanto riguarda i periodi di vigenza. Ciò è dovuto al fatto che l'articolo 5 comma del decreto legge 95/2012, nel prevedere il divieto di monetizzazione, in prima battuta non aveva previsto eccezioni. E quindi, nel periodo che va dal 7 luglio scorso fino al 31 dicembre 2012, stando alla lettera della norma, il diritto alla monetizzazione è cessato del tutto. Anche se la Funzione pubblica era già intervenuta l'8 ottobre scorso, per spiegare che quando le ferie non possono essere fruite per cause di forza maggiore, l'indennità avrebbe dovuto comunque essere versata. Dal 1° gennaio, però, è entrata in vigore una nuova versione del comma 8 dell'articolo 5, che introduce una deroga in favore del «personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche». La novella prevede, infatti, che la monetizzazione spetta, in forma ridotta, «limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie». Ma le nuove disposizioni, pur essendo entrate in vigore il 1 gennaio scorso, non dovrebbero applicarsi prima del 1° settembre prossimo. Perché la novella prevede la disapplicazione del trattamento più favorevole previsto nel contratto solo a partire dal 1 settembre 2013 (art. 1, comma 56, della legge 228/2012). Pertanto, nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 agosto di quest'anno dovrebbero ancora trovare applicazioni le disposizioni contrattuali. In particolare, dovrebbe continuare ad essere applicato il comma 15, dell'art. 13 del contratto, che prevede la monetizzazione all'atto della cessazione, in caso di mancata fruizione delle ferie. E il comma 2, dell'art. 19 che lo prevede in modo particolare per i precari. Resta il fatto, però, che per giungere a queste conclusioni è necessario mettere in relazione più norme. E quindi, per fugare dubbi e, soprattutto, per prevenire l'insorgenza di interpretazioni in contrasto che potrebbero alimentare il contenzioso, sarebbe opportuno che l'amministrazione centrale intervenisse con un chiarimento. Così da assicurare l'uniforme applicazione delle nuove norme su tutto il territorio nazionale …

ItaliaOggi – 12/02/2013
“E ora tocca agli esuberi”
░ Scaduto il 5 febbraio il termine entro il quale docenti e personale Ata potevano presentare o ritirare la domanda di dimissioni volontarie, di collocamento a riposo per compimento del limite massimo di servizio o di trattenimento in servizio oltre il raggiungimento del limite di età, rimane in sospeso – ai fini dell'accesso al trattamento pensionistico con decorrenza 1° settembre 2013 – la posizione degli esuberi.
Si tratta di alcune migliaia di docenti individuati o da individuare in situazione di esubero e nei cui confronti potrebbe trovare applicazione quanto previsto dall'art. 14, commi 17 e 20 bis della legge 7 agosto 2012, n. 135. I due commi dispongono che il personale docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in soprannumero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, dovrà essere assegnato per la durata dell'anno scolastico un posto nella provincia, con priorità sul personale a tempo determinato. L'assegnazione potrà essere disposta, tra l'altro, su posti rimasti disponibili in altri gradi di istruzione o altre classi di concorso, su posti di sostegno disponibili all'inizio dell'anno scolastico se il docente è in possesso del previsto titolo di specializzazione oppure qualora abbia frequentato un apposito corso di formazione. Qualora il docente non risulterà essere proficuamente utilizzabile, potrà essere collocato in quiescenza nel caso in cui risulti avere maturato, entro il 31 agosto 2012, i requisiti richiesti per l'accesso al trattamento pensionistico in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 e cioè 65 anni di età se uomo e 61 se donna, unitamente a 20 anni di contribuzione e eventuali deroghe, 40 anni di contribuzione, indipendentemente dall'età ovvero la maturazione della quota 96.

ScuolaOggi – 15/02/2013
“Profumo: Tempo scaduto!”
░ Pippo Frisone trae le somme dei 15 mesi di governo di Profumo.
…Il bilancio di questi 15 mesi di governo tecnico è risultato alla prova dei fatti molto deludente. Ai ritardi cronici della burocrazia ministeriale si è sovrapposto un velleitarismo nefasto che ha fatto fare passi indietro all’intero sistema scolastico italiano. Delle iniziali promesse, 10mila posti in più in organico, valorizzazione e difesa dell’autonomia delle scuole, risorse finanziarie certe all’inizio di ciascun anno scolastico, tanto per citare quelle politicamente più impegnative, nulla è rimasto, travolte dalla real politique del governo tecnico. Il decreto Salva Italia, la Spending review e per ultimo il decreto di stabilità sono andate, invece, nella direzione opposta, imponendo ulteriori tagli e sacrifici a settori quali la scuola, l’università e la ricerca, strategici per la crescita e per fare uscire il nostro paese dalla crisi…. La Scuola in particolare è stata chiamata a dare il suo contributo prima sul bilancio del 2012 e poi su quello del 2013…. Con la tesoreria unica, istituita a novembre 2012, sono stati prosciugati i depositi dai conti correnti delle istituzioni scolastiche, imponendo di versare ogni risorsa, compresi i contributi volontari delle famiglie, alla Banca d’Italia. E ancora, un dimensionamento stop and go delle istituzioni scolastiche, le vicende degli esodati anche nella scuola, degli inidonei costretti a transitare nei profili ata, delle ferie ai supplenti, del tentativo d’aumentare l’orario dei docenti della secondaria,delle nuove classi di concorso bloccate, per finire alla recente vicenda sugli scatti d’anzianità finanziati coi tagli del FIS. Per non parlare dello svuotamento dei contratti nazionali, proseguito a colpi di mannaia anche dal governo Monti. Inidonei e ferie sono un primo esempio ma seguono a stretto giro anche gli esuberi della scuola, una platea crescente tra 8mila e 10mila unità…. Un bilancio negativo che al di là degli esiti elettorali e di quale sarà la futura coalizione di governo, non deporrà certo a favore di un ritorno del Ministro Profumo sulla poltrona di viale Trastevere. Anche per lui il tempo è scaduto.


 

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