Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 30 agosto 2012

latecnicadellascuola.it - 24 agosto 2012
“Flc all’attacco della riforma Fornero sulle pensioni”.
░ La Flc-Cgil ripropone, a chi ha maturato il diritto alla pensione col 1° settembre 2012, di rivolgersi alle sue strutture legali per i ricorsi ai giudice del lavoro. Non c’è dubbio: l’ANIEF ha svegliato la CGIL dal sonno dogmatico. Non pretendiamo che ce lo riconosca la CGIL (sarebbe come Golia che porge la mano a Davide), ma i professori e gli ATA ne prendano atto, e ne ricordino quando decideranno per la delega sindacale.
Il sindacato di Pantaleo, senza fare riferimento alla battaglia legale che il comitato civico “Quota 6” sta conducendo in sede legale per avere spostato il diritto alla pensione dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto 2012, in conformità all’unica finestra di uscita prevista per la scuola, si rivolge a coloro che avrebbero potuto andare in pensione a decorrere dal 1.09.2012 e che, invece, sono stati bloccati dall’applicazione della cd. Riforma Fornero. La FLC CGIL ricorda anche che ha agito su due binari. Il primo proponendo un ricorso nazionale al TAR del Lazio contro i provvedimenti amministrativi attuativi della Riforma Fornero. Il 5 luglio il Tar del Lazio ha declinato la propria giurisdizione in favore del giudice del lavoro. Contro questa decisione la FLC CGIL sta preparando un ricorso al Consiglio di Stato. Il secondo tramite la tutela legale dei lavoratori, già nel momento di predisposizione della domanda, con la presentazione dei ricorsi individuali che stanno già approdando nelle aule dei Tribunali. Le udienze sono state calendarizzate negli ultimi giorni del mese di agosto. Poiché non ci sono scadenze, tutti coloro che fossero interessati ad esaminare la propria posizione professionale si possono rivolgere alle strutture FLC CGIL. La FLC, dice ancora il comunicato, è convinta che per l’affermazione dei diritti, anche quando si promuovono i ricorsi, la via maestra resta la dimensione sindacale e politica. Questa ultima via è stata però anche percorsa soprattutto attraverso l’impegno delle parlamentari Bastico e Ghizzoni, ma non ha portato da nessuna parte, perché gli emendamenti e gli ordini del giorno proposti sono stati regolarmente respinti dal Governo e perfino da alcuni gruppi parlamentari. Inoltre c’è pure da dire che anche CislScuola, UilScuola, Gilda si sono mossi e si stanno muovendo sulla stessa linea della Flc, coi propri uffici legali, consapevoli della profonda ingiuria perpetrata ai danni di questi colleghi che maturano il diritto al 31 agosto 2012, in conformità con l’unica finestra di uscita concessa alla scuola. Ma c’è pure di più: un paradosso politico che la dice lunga sulla intransigenza del Governo ad accettare l’istanza. Infatti ai sopra numerai è concesso di andare in pensione se maturano il diritto al 31 agosto, riconoscendo quindi la specificità della scuola e dei suoi ritmi didattici, ma a tutti gli altri viene negato similare diritto. Da un lato dunque il governo è consapevole di questa antica logica, ma dall’altro la nega, facendo orecchie da mercante. Un paradosso paradossale di sapore tipicamente bizantino a cui fra l’altro ormai siamo abituati.

www.flcgil.it/rassegna-stampa - 25 agosto 2012
“Profumo di elezioni, e Repubblica fa propaganda”.
░ L’articolista, Pino Patroncini considera l’idea del concorso a cattedre un’iniziativa inutile e dispendiosa, di sapore elettoralistico.
Che Repubblica straveda per il Montismo e per la sua prosecuzione anche dopo le elezioni non è un mistero. Per fare ciò non esita a blandire tutti i fenomeni che ritiene possano far presa sull’immaginario collettivo: il giovanilismo, la meritocrazia ecc. E a volte spara anche cifre, che solo il giornale di Scalfari riporta. Questa è una di quelle: Repubblica di oggi ci parla di un concorso a 30.000 posti nella scuola.
Il concorso ci sarà, sarà bandito il 24 settembre, ma in realtà, come dicono tutti gli altri giornali, sarà a poco meno di 24.000 posti, anzi per essere esatti poco meno di 12.000, perché gli altri 12.000, in virtù di una vecchia “regola del 50%” , tuttora in vigore, andranno alla graduatoria ad esaurimento (già graduatoria permanente) dove stazionano circa 200.000 docenti abilitati ( alcuni anche già in ruolo in altre discipline). Tutti i giornali sottolineano che erano 13 anni che non si faceva un concorso e sinceramente non si può essere che contenti che, di questi tempi soprattutto, si pensi ad assumere e stabilizzare un po’ di personale. Ma per fare ciò serviva un concorso, con relative spese e distrazione di insegnanti dai loro compiti normali? No, non era necessario ! Il nuovo concorso, a differenza di quello di 13 anni fa , è aperto ai soli docenti già abilitati. Ma chi sono i docenti già abilitati? Sono quelli al 99% inseriti nella graduatoria ad esaurimento. I non inseriti sono quattro gatti che sono fuori per dimenticanza o per mancato rinnovo della conferma dell’iscrizione alcuni anni fa. Quelli di nuovo pelo (circa 15.000) devono ancora incominciare i loro corsi abilitanti (TFA) e li finiranno se va bene solo per maggio 2013 e quindi non rientrano in questo concorso. E allora a che serve in concorso se questi una abilitazione ce l’hanno già e se una meccanismo di reclutamento ce l’hanno già? In pratica succederà questo: fatte le debite differenze e compensazioni tra le diverse materie i primi 12.000 entreranno in ruolo “ope legis” per graduatoria , gli altri circa 188.000 “si sfideranno” per i restanti 12.000 posti. Una guerra tra poveri potremmo dire. Ma che ci costerà. Quanto? Facciamo un conto: pur essendo appena 12.000 i posti in lizza parteciperanno dunque circa 200.000 persone (ma il numero potrebbe raddoppiare tenuto conto che si può partecipare a più concorsi) e ammettendo che ogni commissione ne curi 200 ci vorranno un migliaio di commissioni, ognuna formata da tre commissari, esonerati per un anno (tanto dura normalmente un concorso) dall’insegnamento e sostituiti da un supplente. Insomma tremila insegnanti (e tremila supplenti in più): solo così il costo sarebbe di 120 milioni di euro. Insomma non era questa forse una materia da spending review, tenuto conto che la graduatoria per assumere c’era già, il titolo abilitante anche e la gamma dei docenti è la stessa? Perché fare questa spesa inutile? Solo per far parlare di sé i giornali in previsione delle prossime elezioni? Solo perché il 200millesimo possa diventare primo e il dodicimillesimoprimo restare a bocca asciutta e riaffermare così un principio meritocratico tra persone che da anni sono nella stessa graduatoria? … Non solo la prova scritta e la prova orale come nei concorsi tradizionali, ma anche un test selettivo come prima prova, in modo da sfoltire subito le fila. Già! Peccato che l’ultima volta (un mese fa!) il ministero abbia dovuto annullare in alcune discipline fino 20-25% dei quesiti perché o erano sbagliate le risposte o persino le domande, sicché per superare il test bastava rispondere a una domanda su tre, senza contare la sequela di ricorsi in cui il ministero è tuttora impegolato. Così quello che si risparmierà in commissioni lo spenderà l’avvocatura dello stato. E io pago!

www.lastampa.it – 26 agosto 2012
“Se non cambiano le regole di reclutamento i giovani rischiano di essere ancora esclusi”
░ Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, saluta con favore l’annunziato concorso: “Che il miglioramento della scuola sia fra le priorità che l’Italia si dà per riprendere a crescere è una notizia degna di nota e va accolta con estremo favore”. La perla è quando, a proposito degli iscritti nelle graduatorie a esaurimento scrive: “Della loro qualità sappiamo poco, perché provengono da percorsi formativi eterogenei e, pur avendo esperienza di insegnamento, spesso non sono mai stati valutati”. Ne dovremmo desumere che il direttore della Fondazione Agnelli - che ha sviluppato un programma di ricerca sul tema dell’istruzione - non sappia che le SSIS nacquero come percorso di selezione dei docenti più efficace rispetto ai tradizionali concorsi ? Che alle SSIS si accedeva per prova selettiva (un test a risposte multiple e un esame orale) che tagliava mediamente circa 4 candidati su 5, che gli specializzandi così selezionati dovevano poi effettuare circa 1100 ore di formazione e tirocinio, in un biennio durante il quale dovevano affrontare dai 20 ai 30 esami e produrre elaborati di non poca difficoltà, che infine gli specializzandi affrontavano l’esame conclusivo, dinanzi a una commissione formata da non meno di sei docenti (prova scritta, prova orale e discussione di una tesi spesso ponderosa) ? Le SSIS furono create proprio perché le assunzioni mediante concorso era sembrata (a Berlinguer) poco qualificanti, e le si voleva integrare.
…Le famiglie da sempre si preoccupano molto di chi insegna ai propri figli. Giustamente: perché sanno che la qualità degli apprendimenti dipende dalla qualità dei docenti, come pure sanno che l’eccessivo turn over - dovuto all’elevato numero di precari - può mettere a repentaglio la continuità didattica. Il governo Monti, oltre a ratificare per quest’anno assunzioni già decise dal precedente governo, ha deciso di immettere in ruolo quasi 24 mila insegnanti nell’anno scolastico 2013-4: secondo le norme vigenti, metà arriveranno dalle graduatorie provinciali basate sull’anzianità di servizio; l’altra metà da un nuovo concorso pubblico (il primo dopo 13 anni), che prevede prove scritte e orali, inclusa una simulazione di lezione. Un concorso pubblico che valuti con rigore le competenze degli aspiranti docenti, garantendo ai meritevoli stabilità lavorativa, è un positivo segnale di ritorno alla normalità.
A dispetto delle affermazioni del ministero, non è, però, scontato che con questo concorso sarà possibile avviare l’indispensabile ringiovanimento del corpo docente italiano. Il concorso difficilmente potrà, infatti, discostarsi dalle regole attuali, che privilegiano titoli e anni di insegnamento. Se poi l’accesso dovesse essere limitato a chi ha già l’abilitazione, come è stato dichiarato, l’esclusione dei più giovani sarebbe praticamente totale, perché pochissimi di costoro ne sono già in possesso, almeno fino all’andata a regime dei nuovi tirocini formativi.
C’è quindi il rischio che alla fine, anche tramite concorso, i nuovi docenti in ruolo saranno selezionati largamente sulla base di un criterio di anzianità di servizio, analogamente a quanto avviene per le graduatorie provinciali. Di fatto, gran parte dei concorrenti saranno le «seconde file» delle graduatorie, che pur essendo in lista da molti anni, non hanno ancora il punteggio sufficiente per essere chiamati. Della loro qualità sappiamo poco, perché provengono da percorsi formativi eterogenei e, pur avendo esperienza di insegnamento, spesso non sono mai stati valutati. Sappiamo di certo, però, che non sono particolarmente giovani: in media, intorno ai 41 anni.

l’Unità – 26 agosto 2012
“Il concorso già bocciato dai precari”
░ Il governo annuncia il bando per 12mila posti l'anno prossimo, assunzioni per 22mila entro il 31 agosto e la promessa di altri 11mila. Critico il Pd: prima esaurire le graduatorie esistenti.
Il governo ha autorizzato (venerdì in consiglio dei ministri) il ministero ad assumere a tempo indeterminato entro il 31 agosto 22.000 persone tra dirigenti scolastici, personale docente, personale tecnico-amministrativo e direttori amministrativi, e poi ha annunciato il concorso che dovrebbe colmare un vuoto durato tredici anni e soddisfare, in buona parte, speranze e attese, di precari e neolaureati abilitati all'insegnamento. La prova avverrà, per titoli ed esami, su base regionale, e sarà finalizzata alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno poi messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie. «È il momento di prendere decisioni e fare scelte importanti per le nuove generazioni, evitando, come ha detto Monti, di rammaricarci per una “generazione perduta”», ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, intervistato da Il Messaggero. Le risorse, «erano già state destinate, nessun ostacolo». Per quel che riguarda i tempi: «Una prova preselettiva a ottobre, con test uguali per tutte le classi di concorso - ha spiegato il ministro - cui seguiranno a gennaio la prova scritta e orale», in modo da consentire l'immissione in ruolo per l'anno scolastico 2013-2014. Un secondo bando A questo primo bando ne seguirà un secondo entro maggio 2013, dicono dal ministero, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, in fase di preparazione. L'obiettivo è «portare in classe docenti più giovani, vicini ai nuovi insegnamenti, alle tecnologie avanzate». Questo aspetto solleva forti perplessità: «Si intende ridare vita a un concorso che poi vedrà rinascere ulteriori graduatorie all'infinito? - chiede Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd - i precari delle graduatorie a esaurimento non sono “immeritevoli” e comunque non si capisce - continua l'esponente Pd - perché la scuola deve essere l'unico luogo dove l'esperienza viene considerata un disvalore. Si faccia un nuovo piano pluriennale - continua - per la stabilizzazione dei precari delle graduatorie e si dia avvio ad un nuovo reclutamento per quelle classi di concorso esaurite o in via di esaurimento, come quelle di matematica, scienze, e biologia. Occorre meno demagogia, a meno che non si voglia che la generazione perduta sia proprio quella dei docenti precari». Anche per l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, deputato Pd, «il concorso ha ancora vecchie regole, la scuola ha bisogno di far esaurire le graduatorie permanenti. Serve una nuova metodologia di reclutamento: si bandisce un concorso, chi vince entra, chi non vince sa che o ci riprova o trova un altro lavoro», spiega. …. Chiarezza «sulle modalità e i destinatari» del concorso chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, perché questo reclutamento «non avvenga a scapito dei precari». E proprio loro si scatenano sul web a colpi di post: «No al nuovo concorso nella scuola», scrivono e lanciano una raccolta di firme che «diffida» il ministro dal bandire il nuovo concorso.

www.latecnicadellascuola.it – 26 agosto 2012
“Un concorso con troppe incognite e conflitti”
░ Un percorso sempre più ingolfato, per l’accesso all’insegnamento.
Quanto costerà questa operazione concorsuale per valutare sia le preselezioni, attraverso cui scremare gli oltre 300mila candidati previsti, e sia lo svolgimento delle prove vere e proprie, affidate al giudizio di commissari in ambito regionale, per arruolare gli 11mila nuovi professori? …. Questo fra l’altro significa che alcuni docenti, per avere la cattedra, debbono sorbirsi ben due concorsi: l’abilitazione propedeutica al concorso e il successivo concorso stesso, mentre altri sono già entrati in ruolo con un semplice corso abilitante di alcune centinaia di ore: è non è questa una ingiustizia e una sonora ingiustizia? In più: chi impedisce anche a chi non ha i titoli richiesti dal bando di rivolgersi al Tar e, ottenuta la sospensiva, di parteciparvi regolarmente? Non è forse successo così col concorso a dirigente che ha fatto diventare presidi tanta gente senza i titoli imposti dal bando? Né culturale né di servizio: corretto e deontologicamente etico? …. Come si comporterà il ministero con la valutazione dei titoli? Metterà in conto i servizi prestati, i voti di laurea e di abilitazione? E a quali classi di concorso sarà soprattutto aperto il concorso a cattedra? Matematica, latino e greco, così come si ventila? E gli altri giovani di altre materie? …. E che ne sarà degli oltre 20mila docenti già abilitati ma non inseriti nelle GaE ? Non pretenderanno forse questi professori in pectore un trattamento di favore? E se venissero ammessi al concorso, seppure con riserva, i “giovani” che hanno superato le prove preselettive Tfa, non saremmo di fronte al caos più caotico di tutti i tempi? …. Contestualmente però precipitano come valanga che sale le proteste e le indignazioni fra gli ultra quarantenni, ma anche ultra cinquantenni, affollati nelle graduatorie a esaurimento. Chi si occupa di costoro? E che Stato di diritto è quello che prima chiama al lavoro e ad essere servito, anche per decenni di seguito, e poi dà il benservito, asserendo che ha altro cui pensare e altra gente da sistemare al suo interno? Il padrone delle ferriere? Se non proprio così ma ci siamo molto vicini. …

ItaliaOggi – 28 agosto 2012
“Concorso, quiz per 500mila prof”
░ In arrivo test preselettivi di tipo logico, niente specificità disciplinari (di Alessandra Ricciardi).
È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l'obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche.
La preselezione si rende necessaria per scremare l'esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l'altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico.
Trascorsi 13 anni dall'ultimo concorsone, al ministero dell'istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l'annuncio ufficiale dell'avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l'intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che doveva essere una selezione totalmente nuova, per immettere a scuola prof giovani, diceva il ministro, sarà un concorso vecchio stampo, a cui potranno partecipare docenti già abilitati e, grazie alle norme della fase transitoria, i diplomati alle magistrali entro il 2001, i docenti laureati entro il 2003 e i diplomati per gli insegnamenti tecnico-pratici. Età media, 30-40 anni…. I docenti che si stanno per abilitare attraverso i Tirocini formativi attivi resteranno invece fuori, per ammetterli servirebbe un decreto legge di modifica. Dovranno attendere il prossimo treno, forse già nel 2013, quando l'agenda di Profumo prevede una ulteriore selezione. Stessa sorte per i laureati più recenti e che non rientrano nelle specificità della normativa transitoria… L'amministrazione deve procedere a ritmi serrati per rispettare i tempi indicati al consiglio dei ministri da Profumo:prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso; a gennaio la prova scritta, anche di verifica delle competenze disciplinari. A stretto giro la prova orale e graduatorie pubblicate in tempo utile per l'immissione in ruolo per settembre 2013. Novità sono attese per la prova orale, con l'inserimento della simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica, e per la valutazione dei titoli che danno punteggio, anche questi in fase di elaborazione. In arrivo poi modifiche dei criteri di selezione dei componenti delle commissioni: ad oggi possono essere commissari i docenti dichiarati idonei negli anni '90, l'Istruzione vorrebbe innalzare l'asticella della formazione richiesta.

l’Unità – 28 agosto 2012
“Profumo: «Concorso scuola? Ora diventerà biennale»”
░ Il ministro dell'Istruzione ha parlato alla Festa Democratica, a Reggio Emilia. Silenziosa contestazione dei precari: «La scuola dei tecnici è una scuola di classe».
Una ventina di insegnanti precari hanno preso posto nelle prime file dell'auditorium esponendo cartelli con le scritte «la scuola dei tecnici è una scuola di classe», con Pinocchio mangiato dal pescecane e «con il ministro Profumo c'è puzza di concorso-imbroglio»…. L'insegnante del futuro deve essere una «persona in grado di mantenere un filo logico» nei suoi interventi, sia capace di «interpretare un testo», deve avere «competenze di tipo informatico» e di tipo «linguistico». È questo l'identikit annunciato dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo durante un dibattito alla Festa democratica nazionale a Reggio Emilia. Secondo Profumo questi sono i quattro «elementi essenziali per il docente del prossimo anno»…. Il concorso per docenti? «È previsto per legge» e, dunque, non c'è nessuna volontà del ministero di danneggiare i precari storici. Lo ha chiarito il ministro Francesco Profumo intervenendo alla Festa nazionale del Pd spiegando che d'ora in avanti i concorsi avranno «cadenza biennale. Così diventeremo un paese normale». Una posizione applaudita dalla platea più giovane, quella neo laureata e ad oggi esclusa dall'insegnamento per mancanza proprio di concorsi…. Il ministro ha poi letto le caratteristiche di chi può partecipare alle prove: sono ammessi coloro che hanno l'abilitazione all'insegnamento conseguita entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. Ma anche, per la primaria, chi ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Mentre per i posti della scuola dell'infanzia, possono partecipare coloro che sono in possesso del titolo di studio conseguito al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennale o quinquennale sperimentale dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Per medie e superiori possono partecipare quanti «alla data di entrata in vigore del D.I. 24 novembre 1998, n.460» erano già in possesso di un titolo di laurea, ovvero di un titolo di diploma conseguito presso le accademie di belle arti e gli istituti superiori per le industrie artistiche, i conservatori e gli istituti musicali pareggiati, gli ISEF, che alla stessa data di entrata in vigore del suddetto decreto consentivano l'ammissione ai concorsi ordinari. O coloro che abbiano conseguito quei titoli entro l'anno accademico 2001-2002, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l'anno accademico 2002-2003, se si tratta di corso di studi quinquennale; entro l'anno accademico 2003-2004, se si tratta di corso di studi esennale.

http://www.edscuola.eu - 28 agosto 2012
“Le prove preselettive: questione di saperi…”
░ Un articolo di Maurizio Muraglia (CIDI). Lo riportiamo in parte.
Prove preselettive. Ormai il mondo dell’istruzione si sta abituando a questo appuntamento. Tutti i concorsi le prevedono: quello per Dirigenti, quello per accedere al TFA e adesso rispuntano anche per l’imminente (almeno così dice il MIUR) concorso a cattedre. Le ragioni sono ben note, anzi “la” ragione: scremare la quantità di partecipanti. Quelli che sostengono la necessità di questa scrematura non sembrano interrogarsi più di tanto sui criteri che presiedono all’elaborazione di simili strumenti. … Che scopo hanno queste prove? Hanno lo scopo di selezionare in base alla conoscenza di alcune “nozioni di base”. Comanda dunque il concetto di “nozione”. Qualcuno ha riflettuto su che cosa significa oggi controllare le “nozioni”? E poi, quali nozioni? E cosa significa “di base”? Base di che? Quale idea di professione docente sta, qua ci vuole, alla base della convinzione che saper insegnare bene passi dal ricordo che quella data cosa sta in quel dato modo, in quel dato tempo, in quel dato luogo? Gli esperti lo chiamano “sapere dichiarativo”. È quel sapere che è presente alla coscienza ed è richiamabile puntualmente allo stimolo di un test. La scrematura, si diceva. Come dire che si tira una linea: da questo lato coloro che non raggiungono il numero sufficiente di nozioni richieste. Dall’altro, coloro che lo raggiungono. I primi restano fuori. Magari hanno insegnato, magari hanno fatto imparare tante cose, magari sanno trovare il metodo giusto, ma, ahimé, non hanno centrato quel che le Commissioni volevano sapere. Gli altri, invece, andranno avanti, magari per far vedere ciò che anche (o solo?) gli esclusi possedevano. Insegno nella scuola pubblica da venticinque anni con risultati che non sta a me valutare, e di fronte a diverse “nozioni di base” richieste da queste prove preselettive mi sono trovato a dire “non lo so”. Attenzione, non “non mi ricordo”, ma “non lo so”. Nel senso che non l’ho mai saputo. Non solo, ma non ho alcun rammarico nel “non saperlo” né ritengo che i miei alunni possano essere danneggiati da questo mio “non sapere”. Forse non supererei oggi le prove preselettive di un concorso. La verità è che quel che dovrebbe “sapere” un insegnante sfugge, e le prove selettive scremano lasciando indietro magari dei possibili ottimi insegnanti. Bisognerebbe piuttosto parlare di “sapere professionale”, che è sempre in evoluzione. Oggi infatti la questione dell’insegnare poggia su basi diverse, perché su basi diverse è costruito l’approccio al conoscere, ma i nostri organismi “preselettivi” sembrano non accorgersene perché l’obiettivo è quello, comunque, di creare un numero più piccolo di partecipanti con la roulette russa dei quiz….


www.larepubblica.it - 29 agosto 2012
“Scuola, la Lombardia al via nel caos. 500 istituti partiranno senza preside”
░ Il Consiglio di Stato ha dato ragione agli insegnanti che avevano chiesto l'annullamento del concorso a dirigenti scolastici.
Scuola lombarda nel caos: più di 500 scuole partiranno senza una il preside. Il Consiglio di Stato dà ragione agli insegnanti che avevano presentato ricorso sulla maxi prova per dirigenti scolastici, rigettando la richiesta del ministero dell'Istruzione di sospendere gli effetti della sentenza del Tar che aveva annullato il concorso. In attesa della decisione definitiva, fissata per novembre, sono state bloccate tutte le procedure per le 355 immissioni in ruolo che l'Ufficio scolastico regionale sperava di concludere entro il 31 agosto. Ma che non sarebbero bastate, peraltro, a coprire i 500 posti vacanti. E l'anno si aprirà con una voragine alla guida degli istituti: una scuola su due sarà affidata a un reggente. … Il tribunale amministrativo aveva accolto il ricorso presentato da più di cento insegnanti che hanno partecipato alle prove e hanno poi chiesto l'annullamento degli scritti perché, secondo l'ordinanza, durante la correzione dei compiti non era stato garantito il principio dell'anonimato.

Corriere della sera - 30 agosto 2012
“Quiz sbagliati ai prof Profumo pubblica i nomi degli esperti”.
░ In Rete i nomi dei 145 esperti che hanno preparato i test: il pasticciaccio dei «Tfa» finisce in rete: il ministero dell'Istruzione ha pubblicato i nomi dei professori che hanno compilato le domande contestate, 145 «esperti che il 5 agosto 2011 furono nominati con decreto ministeriale, firmato dal direttore Luciano Chiappetta. Pubblicati sul sito del ministero, che è andato in tilt pochi minuti dopo l'annuncio, anche i nomi dei docenti della commissione riparatrice, presieduta da Lucrezia Stellacci, che il 7 agosto scorso si è riunita per esaminare le domande contestate e per provare a porre rimedio al «pasticciaccio».
Tra il 6 e il 31 luglio hanno partecipato ai test oltre 150mila persone, per circa 20mila posti, con un incasso per gli atenei (secondo stime della Uil) di oltre 15 milioni di euro: solo il 30% era stato ammesso, con picchi inverosimili come il 3,3% degli ammessi in filosofia, il 3% degli ammessi in francese, l'80% degli ammessi in arabo. E il motivo è risultato evidente quando sono cominciate a piovere valanghe di contestazioni: nelle 37 prove, come ha evidenziato la commissione che ha riesaminato tutto il materiale, si va da un minimo di 4 ad un massimo di 25 domande ricorrette e considerate scientificamente sbagliate. Ora si sa chi ha prodotto quegli errori, anche se non è stato reso noto — questo è l'unico documento che manca — l'elenco delle domande sbagliate riscritte dai tecnici chiamati a rivedere le prove dal ministro Profumo, che si è scusato per tutta la faccenda. «Gli interessati che intendano acquisire le schede di verifica dei test relative a ciascuna classe di concorso — scrive il ministero — potranno inoltrare specifica istanza all'indirizzo di posta elettronica certificata dal Dipartimento istruzione, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando la motivazione, la classe di concorso per la quale hanno partecipato e il proprio indirizzo postale elettronico», tenendo conto che quelli che hanno già avanzato le proprie istanze avranno riscontro entro i tempi previsti dalla legge. Ma perché questo «buco»? «Un terzo della commissione si è opposto», spiega Stellacci. «Temevano di essere sbattuti in prima pagina, e così abbiamo stabilito di non pubblicare le schede». Ma i nomi, quelli pubblicati, non dicono niente ad una persona che non è esperta di scuola: «Neanche a chi lo è, glielo assicuro», prosegue la coordinatrice. «Sono per lo più interni al ministero, nessun accademico, molti ispettori, come il coordinatore del gruppo, Favini, che tra l'altro è da due anni in pensione: nessuno di loro ha percepito un compenso, ma probabilmente sono stati precettati d'urgenza l'estate scorsa per fare i test e per lo più hanno lavorato da soli. Vuol sapere perché è andato tutto male? Per questo, perché è mancato il confronto».

 


 

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