Rassegna stampa

Recensioni dalla stampa al 9 ottobre 2011

www.Repubblica.it - 28-09-2011
“Concorso a preside, soluzioni fasulle; l'estate dei test farlocchi non è finita”
░ Si deve imparare a diventare dirigenti scolastici rispondendo a domande sbagliate Il quotidiano la Repubblica non fa sconti alla Gelmini; ma è come sparare sulla Croce Rossa
Non va bene neppure lo storico concorso per presidi, che il prossimo 12 ottobre porterà sul mercato 2.386 nuovi dirigenti scolastici dopo sei anni d'attesa. L'estate dei test farlocchi non finisce mai. Ci sono già cinque prove d'ammissione consegnate alla giurisdizione dei Tribunali amministrativi e questo infelice e atteso concorso (per dirigenti scolastici) è stato affidato alle mani investigative della polizia postale: sulle domande di batteria, una preselezione per sfoltire i 42 mila che hanno chiesto di partecipare, nella notte del 31 agosto c'era stata una fuga di notizie…… In queste ore, affannosamente, i tecnici del ministero dell'Istruzione stanno sottraendo al volumone da 5.750 domande (la pre-selezione) le 160 fin qui scoperte errate. Ma la ricerca non è finita, gli errori crescono a ogni controllo. Già. L'età media per entrare a scuola, in Europa, non è sei anni - come suggerisce la risposta ministeriale - ma tra i quattro (in Irlanda) e i sette (nelle nazioni scandinave). E la Romania non è entrata in Europa nel 2006, ma il primo gennaio 2007. Il ministro Mariastella Gelmini con le sue risposte plastiche e plastificate, quando sono emersi i problemi, ha innestato la routine piccata: "Pochissimi e marginali refusi nelle domande".
E ha spiegato come il metodo Formez, utilizzato per i quiz, sia il più economico (due euro a volume è il costo). Il problema è che il metodo Formez ha cambiato Lucilio in Lucillo e ha garantito risposte quadruple a un'unica domanda. "Quando può il dirigente esercitare il potere di delega?", si chiede. La risposta è disseminata quattro volte nel librone dei 5.750 quiz. Se nel volume esce il file numero 166 si deve scrivere "per specifiche e comprovate ragioni di servizio", se esce il numero 200 la risposta esatta è "per economizzare il tempo", se esce il numero 211 il preside deve "ottimizzare i tempi", se esce la numero 407, invece, deve "distribuire razionalmente i compiti tra i membri dello staff di direzione". Peccato che la risposta esatta possa essere una soltanto?
Ci sono dodici domande così lunghe da prendere un minuto per leggerle tutte: un minuto, però, è il tempo necessario per leggere e rispondere. Sentite questa chicca, poi: "Si parla di apprendimento attivo quando gli studenti apprendono...". È la domanda, puntini... La risposta ministeriale (quindi esatta) dice: "Muovendosi e facendo qualcosa piuttosto che stare seduti ai loro banchi a leggere, completare compiti o ascoltare l'insegnante". Straordinaria. Si confondono "ds" (dirigenti scolastici) con "dsa" (disturbi specifici di apprendimento") e dm (decreti ministeriali) con dpr (decreti del presidente della Repubblica).

l’Unità - 28-09-2011
“Storica protesta dei prof, contro la scure di Sarkozy”
░ Problemi per la scuola, anche in Francia; l’Europa dei tagli.
Tempi duri per il governo di Nicolas Sarkozy, a sette mesi dal voto presidenziale del2012. Mentre il presidente francese si lecca ancora le ferite della batosta di domenica scorsa, quando la Destra ha perso le elezioni del Senato riconoscendo un “duro colpo” per la maggioranza, migliaia di insegnanti del sistema pubblico e privato hanno aderito allo sciopero contro il recente taglio di 16mila posti di lavoro, e gli ulteriori 14mila annunciati per il 2012. Una protesta “storica”, come la definiscono gli osservatori, in quanto il pubblico e il privato, comprese le scuole cattoliche (fatto inedito), si sono uniti per denunciare il “degrado” del sistema scolastico. Allo sciopero ha aderito il 54% degli insegnanti delle scuole medie e elementari. Nell’insegnamento superiore, il 46%. Mentre 17omila manifestanti sono scesi in piazza, in tutto il Paese, 45mila solo a Parigi.

www.superando.it - 28-09-2011
“Non si può che ringraziare la Magistratura, per Sentenze come questa”
░ La Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap esprime gratitudine ai magistrati, con le parole del vice presidente S. Nocera: in un momento di tagli lineari alle spese della scuola, fa più che bene la Magistratura a garantire i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie, che l'Amministrazione viola con estrema facilità.
…Così come ha fatto il TAR del Molise, in una recente Sentenza, annullando la decisione dell'Ufficio Scolastico Regionale di assegnare un numero di ore di sostegno inferiori a quelle indicate nella Diagnosi Funzionale dell'ASL e richieste nel PEI (Piano Educativo Individualizzato), facendo ritenere - alla luce delle motivazioni addotte - che questo tipo di provvedimenti siano ormai diventati una procedura di routine… Si tratta di un provvedimento significativo perché - dopo aver citato le norme fondamentali circa il diritto al massimo delle ore di sostegno a seguito della certificazione di grave disabilità - esso annulla il taglio delle ore, operate dall'Ufficio Scolastico Regionale, per «difetto di motivazione» ed è questa una delle ragioni tipiche di annullamento per eccesso di potere, che riguarda tutti gli atti amministrativi. Ciò significa che - anche senza operare una ricognizione di tutta la normativa per individuare la violazione di legge, altro motivo tipico di annullamento di tutti gli atti amministrativi - il TAR ha dichiarato quell'atto lesivo dei princìpi generali sanciti in materia dalla Legge 241/90 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi). E soprattutto significa anche che le declaratorie di nullità dei tagli alle ore di sostegno sono diventate ormai una procedura di routine. Infatti, in base alla Costituzione, ogni atto amministrativo dev'essere sufficientemente motivato, pena la sua illegittimità…. Se questa giurisprudenza si consoliderà, sarà dunque ancora più facile ottenere sentenze di aumento delle ore di sostegno, che non siano motivate da effettive prove del miglioramento della situazione dell'alunno con disabilità. Basterà infatti dimostrare l'inesistenza o l'insufficienza di motivazione della riduzione delle ore, per vincere la causa che, come avviene in questi casi, provoca la soccombenza dell'Amministrazione, con conseguente condanna della stessa alla rifusione delle spese alle famiglie.

Domani – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 29-09-2011
“Le onorevoli cure agli onorevoli parlamentari che si ammalano (e ai loro familiari)”
░ Da Paolo Collo apprendiamo di un altro peso della soma che grava sui lavoratori. L’informazione è di fonte parlamentare, “estorta” dai deputati Radicali (“Parlamento WikiLeaks”): in dentisti, 10 milioni; 3 milioni in ricoveri (cliniche opportunamente convenzionate); un milione in fisioterapia; mezzo milione in occhiali. Merito dell'allora presidente della Camera Casini che ha allargato la protezione a mogli, figli e nipoti.
Viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio…. La Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari… Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. 3 milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre 3 milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi 1 milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. 488.000 euro per occhiali e 257.000 per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familiari. Per curare i problemi delle vene varicose (voce “sclerosante”), 28.138 euro. Visite omeopatiche 3.636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all’assistenza integrativa del Parlamento per 153.000 euro di ticket. Ma non tutti i numeri sull’assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. “Abbiamo chiesto – dice Rita Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell’ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal ‘fondo di solidarietà sanitaria come ad esempio balneoterapia, shiatsu terapia, massaggio sportivo ed elettro-scultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l’importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare”. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25.000 euro mensili, a farsi un’assicurazione privata. Non si capisce perché questa ‘mutua integrativa la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori”.

Il Giornale - 29-09-2011
“Superare i pregiudizi dell’attività manuale”
░ Il pedagogista Giuseppe Bertagna, già consulente per la riforma Moratti, segnala con preoccupazione alcuni “primati” del sistema d’istruzione italiano, e tra questi lo scarso interesse di studenti e loro famiglie per l’istruzione tecnico professionale
Primati italiani. Abbiamo in percentuale meno giovani, di tutta la UE…. Abbiamo la più alta percentuale di giovani che, tra i 19 e i 29 anni, non studiano, non lavorano e nemmeno cercano un lavoro…. Entrano, in media, nel mercato del lavoro a 22 anni, contro i 16,7 dei tedeschi, i 17 degli inglesi… Siamo l’unico Paese al mondo che obbliga i giovani a 13 anni di scuola, prima di farli entrare all’università. Dappertutto si oscilla tra i nove e i dodici. Siamo anche l’unico Paese in cui la metà dei giovani sceglie, prima dell’Università e nonostante l’impegno dei ministri Sacconi e Gelmini, la formazione liceale trascurando, come non culturale, la formazione tecnico professionale e, soprattutto, il percorso formativo che si sta rivelando sempre più strategico: l’apprendistato…. E’ dagli Anni Settanta del secolo scorso, che sembrano essersi naturalizzate alcune concezioni che si sono trasformate in pregiudizi culturali. Il primo è che chi studia non lavora; e che chi lavora lo fa perché non sarebbe riuscito a studiare…. Il secondo: esisterebbe un’età della vita nella quale si imparano le competenze di base e un lavoro, e il resto della vita in cui si metterebbero in opera le prime e si svolgerebbe il secondo. In realtà, soprattutto nella società che è definita “della conoscenza”, questa separazione è inconcepibile… Il terzo pregiudizio immagina possibile una società popolata da studenti, cantautori, stilisti, artisti, architetti, professori e bancari, senza panettieri, ceramisti, autisti, stallieri, operai, artigiani e simili… L’ultimo pregiudizio è lo snobismo aristocratico del disinteresse…

CORRIERE DELLA SERA - 30-09-2011
“Governo battuto su mozione del PD: 8 per mille alla scuola”
░ Sulla scuola, spesso solo parole, promesse e sante intenzione. Questa volta ci sono i fatti(i soldi), per iniziativa dell’On.Tonnino Russo – non a caso il deputato che ha condiviso la maggior parte delle battaglie dell’ANIEF – che è riuscito nell’impresa (unica, a questo punto della Legislatura) di fare mettere in minoranza (-23 voti) il Governo.
Otto per mille alle scuole pubbliche: il Governo è stato battuto alla Camera su una mozione del PD, che è passata in aula con 247 voti favorevoli e 223 contrari. Il documento, primo firmatario Antonino Russo, impegna il Governo affinché si consenta ai cittadini di indicare esplicitamente la scuola pubblica come destinataria di una quota fiscale dell’8 per mille, da utilizzare d’intesa con gli EE.LL. per la sicurezza e l’adeguamento funzionale degli edifici scolastici… Il beneficio riguarda tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie….

www.Repubblica.it - 30-09-2011
"Ci dispiace, i fondi sono finiti". Niente scatti di stipendio nelle scuole”
░ Prof e ATA che hanno maturato l'anzianità nel 2011 rimarranno a secco: la Corte dei Conti avverte che non ci sono i soldi per far fede alle promesse del governo; sindacati sul piede di guerra (Salvo Intravaia).
Niente scatto al personale della scuola per il 2011. A denunciare l'ennesima tegola sulla testa di insegnanti e non docenti è la Gilda. … la cattiva notizia è che il personale della scuola che ha maturato lo scatto di anzianità e stipendiale nel 2011 non riuscirà a percepirlo. "La brutta notizia arriva dalla Corte dei conti", spiega il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio. "Dalla Relazione sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, redatta dai magistrati contabili, infatti, emerge l'attuale indisponibilità di risorse da destinare al recupero dell'utilità dell'anno 2011 ai fini della maturazione delle posizioni di carriera e stipendiali del personale del comparto scuola". Che tradotto da burocratese, significa che gli insegnanti e il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) che hanno maturato lo scatto nel 2011 non avranno nessun aumento di stipendio. "La notizia -aggiunge Di Meglio- è di una gravità eccezionale e ci lascia sorpresi, considerata l'entità gigantesca dei tagli che hanno colpito la scuola. Se questa è la premessa per non onorare l'impegno assunto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, la risposta del mondo della scuola non potrà che essere forte". … L'anno scorso, la manovra finanziaria da 25 miliardi varata dal governo colpì gli stipendi dei docenti congelando per un triennio gli scatti automatici previsti dal contratto. Provvedimento che in fase di conversione in legge del relativo decreto venne alleggerito, vincolando il recupero degli scatti ai risparmi effettivamente realizzati sulla scuola durante il precedente anno. Una soluzione che ai più sembrò risolutiva. Ma che dopo 12 mesi si rivela inadeguata. I risparmi evidentemente non si sono realizzati appieno nel 2010 e, a questo punto, 400 mila tra docenti e Ata rischiano di non vedersi riconosciuto l'aumento di stipendio atteso da ben 6 anni.

LA STAMPA - 30-09-2011
“Niente scatti per i prof. Sindacati in rivolta”
░ La Gelmini nella morsa del Tesoro: mancano, nel bilancio 2011, 664 milioni per gli scatti automatici di anzianità dei docenti e del personale ATA; il mancato adeguamento anche per il prossimo biennio e ad essere danneggiati saranno anche i nuovi assunti.
L’allarme è di queste ore: non ci sono soldi per gli scatti… La notizia si sparge alla Camera dove non si discute solo di Romano e del suo arresto ma anche della Relazione della Corte dei Conti che accompagna il rendiconto 2010 del bilancio del Miur…. Dal Ministero, Luciano Chiappetta, direttore generale per il personale, rassicura tutti: “Prima di fare affermazioni certe, voglio leggere che cosa scrive la Corte dei Conti. In ogni caso, il tavolo paritetico con il ministero dell’Economia è ancora aperto: non c’è nulla di deciso”…. Ad introdurre il blocco triennale degli scatti automatici di anzianità dei dipendenti pubblici era stato il ministro Tremonti, nella manovra finanziaria di fine maggio 2010. Riuscire a cancellare il blocco, per i lavoratori della scuola era stata una delle battaglie che il ministro Gelmini aveva annunziato come vinta con il ministro dell’Economia. Per garantirli sarebbero stati dirottati sugli scatti oltre 300 milioni di euro ricavati dai tagli e inizialmente destinati a premiare il merito…. Il provvedimento fu firmato, ma solo per il 2010. Per gli anni successivi, tutto sospeso in attesa della verifica della disponibilità finanziaria…

www.Repubblica.it - 30-09-2011
“In piazza con pennelli, tempere e colori. Al via da domani la mobilitazione degli studenti”
░ Parte la stagione delle proteste contro lo smantellamento della istruzione pubblica. Una serie di iniziative in tutta Italia. Prima tappa di un percorso che culminerà nella manifestazione nazionale della Cgil l'8 ottobre. Riportiamo alcuni passi dell’articolo di Carmine Saviano.
Un telo bianco. Da riempire con idee, aspettative, sogni. E con proposte concrete per opporsi allo smantellamento dell'istruzione pubblica attuato dal governo Berlusconi. L'Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi scendono in piazza. Domani, in decine di città italiane. Cortei, sit-it e micro manifestazioni. Da Torino a Napoli, passando per Milano e Roma. Per inaugurare un lungo percorso. Fatto di "momenti di partecipazione ed elaborazione, dentro e fuori i luoghi della formazione". Obiettivo: rilanciare un nuovo modello di scuola e università. La giornata coinvolgerà tutti i soggetti del mondo della formazione. Con gli studenti ci saranno genitori, docenti, ricercatori, dottorandi…. Già stabilito il canovaccio per le manifestazioni di domani: "Invaderemo le piazze con un enorme telo bianco, su cui gli studenti, con la partecipazione di tutta la società civile, armati di tempere, pennelli e colori, scriveranno idee, aspettative e sogni sulla scuola e l'università che vorremmo avere".

www.Repubblica.it - 02-10-2011
“Giovani senza casa: quasi il 40% vive in affitto. E il mercato immobiliare va in crisi”
░ La generazione dei nostri figli è senza casa. Il Censis documenta che quasi il 40% dei giovani italiani vive in affitto e ha difficoltà ad accedere al credito. Soffre anche il settore immobiliare.
… Il desiderio di emanciparsi dalle famiglie d’origine si scontra con condizioni lavorative precarie e pochi risparmi messi da parte: risultato, il 36,3% degli under 40 abita in affitto, in un Paese dove i canoni di locazione sono tra i più salati d’Europa. E’ il Censis a fotografare la difficile situazione dei giovani italiani, sottolineando la stretta correlazione tra forte domanda di contratti di affitto, canoni di locazione elevati e settore immobiliare stagnante…. Attualmente, le famiglie in cui la persona di riferimento ha meno di 40 anni vivono in affitto a prezzi di mercato nel 36,3% dei casi, contro il 13,7% delle famiglie over 40, mentre l'affitto da un ente riguarda il 2,6% delle famiglie over 40 e solo l'1,1% di quelle più giovani. Una tendenza piuttosto diffusa, soprattutto in alcune zone d’Italia, è la casa “presa in prestito” da un parente, che riguarda il 6,8% delle giovani famiglie. … Acquistare casa è più complicato nelle grandi città, rispetto ai piccoli centri. Ed ecco un altro paradosso: mentre i giovani cercano lavoro nelle metropoli, luoghi in cui si concentra gran parte dell’offerta, trovare un alloggio in queste città è un terno al lotto, a causa di affitti e prezzi immobiliari molto più cari che in provincia. In città il 47,5% degli under 40 vive in affitto, mentre i proprietari di casa scendono al 49,2% e l’uso di una casa di famiglia è molto inusuale (1,6%). Il dato italiano si mostra in netta controtendenza con il resto d’Europa, dove i giovani vengono incentivati a lasciare la famiglia d’origine: in Francia, il 28,7% dei trentenni abita in casa ad affitto calmierato, nel Regno Unito sono il 13,8%, in Italia appena il 7,8%.

TuttoscuolaNEWS n. 504 – 3. 10. 2011
“Investire in istruzione conviene. Parola di Draghi e Trichet”
░ Jean-Claude Trichet, da 8 anni presidente della Banca centrale europea (BCE), e Mario Draghi, che gli subentrerà tra poche settimane, sono d’accordo su molte valutazione; una: per favorire la crescita in Italia è fondamentale l’investimento sociale produttivo in capitale umano, che passa attraverso un più efficace funzionamento del sistema educativo.
Trichet, intervistato dal Corriere della Sera la scorsa settimana, alla domanda della giornalista Marika Di Feo su che cosa si dovrebbe fare prioritariamente, in Italia, per aumentare la crescita ha così risposto: “Si potrebbero introdurre molte misure. Fra le quali, in particolare, la liberalizzazione delle professioni, migliorare la flessibilità del mercato del lavoro, l’istruzione e il training, per arrivare a catalizzare l’innovazione”. Il concetto è stato ripreso nell’ormai celebre lettera finora ‘segreta’ datata 5 agosto 2011 (resa poi nota il 29 settembre), inviata al governo italiano, nella quale lo stesso Trichet e il suo successore in pectore Draghi confermavano una serie di pressanti indicazioni rivolte al nostro Paese, tra le quali quella di anticipare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 e quella di raggiungere un deficit pubblico pari all’1% del prodotto interno lordo già nel 2012. Tra le misure ‘consigliate’ a breve quella di rendere più selettivi i criteri per concedere le pensioni di anzianità e l’allungamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato in modo da avere risparmi di bilancio già nel 2012, ma anche la riduzione del costo degli impiegati pubblici, se necessario anche riducendo gli stipendi (‘consigli’ solo in parte accolti dal governo italiano, che ha comunque ottenuto l’impegno della Banca centrale europea ad acquistare sul mercato i no stri titoli del Tesoro). Tra gli ‘incoraggiamenti’ inviati al governo italiano per rendere credibile la sua azione compare anche quello di utilizzare in modo sistematico gli indicatori di performance nelle strutture pubbliche (“public entities”), specie nei settori: istruzione, sanità, giustizia…

Domani [Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.] – 3. 10. 2011
“La scuola della Gelmini – Per diventare presidi bisogna rispondere a 5663 quiz pieni di errori, ma 42 mila docenti non hanno scelta”
░ Riportiamo parte del lungo, acceso articolo di Giovanna Presti.
Cosa spingerà circa 42.000 docenti ad affrontare le prossime – e discusse – preselezioni per il concorso a dirigente scolastico? Penso che i moventi principali siano due: a) guadagnare di più; b) cercare una via di fuga dal duro lavoro dell’insegnante…. Dunque, i candidati affronteranno la preselezione con la speranza di cambiare lavoro e guadagnare di più; 2386 fortunati vinceranno la lotteria. Quanto costa comprare il biglietto? Quasi nulla: basta far domanda e presentarsi al quiz di preselezione…. nei 5663 quesiti gli errori non si contano, né si contano le domande astruse o formulate in modo confuso. E’ evidente: l’unico senso di un concorso così mal organizzato, a partire dalla preselezione dei candidati, è quella di instaurare lo stato d’arbitrio, a conferma della deriva cialtrona ed autoritaria che il nostro Paese sta subendo da anni. Qualcuno, però, da questa indegna confusione, ricava di che vivere con agio. Visto che Internet ci dà la possibilità di accedere ad informazioni interessanti, consiglio di dare un’occhiata alla tabella delle retribuzioni dei dirigenti MIUR e dei dirigenti scolastici di prima e di seconda fascia distaccati presso il MIUR. … Temo assai che molti dei 2386 futuri vincitori di concorso… si avviino a diventare non la guida dell’istituto che verrà loro affidato ma l’ultimo ingranaggio di una macchina ministeriale buona a sputar fuori circolari e provvedimenti che, come un cerchio malefico, stanno soffocando la scuola pubblica. Se qualcuno avesse comunque dubbi su quello che il Ministero si aspetta dai neo-dirigenti, legga, sul Venerdì di la Repubblica la lettera della professoressa Berchiolli e la relativa risposta di Michele Serra. La professoressa ha segnalato via mail al dirigente responsabile della procedura di preselezione una serie di errori presenti nei test. Risposta lapidaria del dirigente: “Pensi a studiare“. Difficile concentrare in tre parole una maggior quantità di protervia, arroganza ed ignoranza…. Dopo oltre un anno di attesa e mille anticipazioni, lo scorso 13 luglio è stato bandito il concorso per reclutare 2.386 nuovi dirigenti scolastici. Il bando di concorso, per sfoltire il gruppo di oltre 42 mila candidati che hanno presentato istanza prevede una preselezione attraverso un questionario a risposta multipla. La prassi, in questi casi, è quella di rendere nota la batteria di test dalla quale saranno sorteggiate le domande per il concorso alcune settimane prima. … “Da un primo esame della batteria di quesiti pubblicata” il primo settembre “risultano diversi dati preoccupanti: un numero rilevante di errori nelle risposte indicate come esatte, domande prive di contestualizzazione alle quali è pertanto impossibile dare risposta, riferimenti a norme non più in vigore assunte come vigenti, domande incomprensibili o illogiche, inadeguatezza e incoerenza di numerosi quesiti rivolti a un concorso per l’area V della dirigenza“. Commento di Carlo Marzuoli, ordinario di diritto amministrativo all’università di Firenze: “Che gli errori siano pochi o molti può non essere decisivo: un solo errore può essere sufficiente per compromettere la validità di una procedura, specie quando si tratta di procedimenti in cui ogni candidato è in posizione di concorrenza nei confronti di tutti gli altri. In particolare, nel caso in esame, gli errori (manifesti o non manifesti) contenuti nei quesiti pubblicati vengono in evidenza perché la pubblicazione dell’insieme dei quesiti predisposti per l’estrapolazione, svolge, al di là di ogni altra possibile finalità, una rilevante funzione di orientamento in ordine ai contenuti della prova, specie dove indica qual è la risposta giusta. Ciò condiziona le modalità di preparazione alla prova e non deve perciò essere fuorviante. Insomma: non vi possono essere errori. E’ indispensabile che il Ministero provveda alla correzione dei quesiti che sono stati pubblicati. Peraltro, conviene precisare che la responsabilità della correttezza dei quesiti rimane completamente in testa al Ministero… occorre non solo che i quesiti predisposti siano oggettivamente corretti, ma che siano anche previamente pubblicati nella versione corretta, affinché i candidati abbiano la possibilità di orientarsi nel modo appropriato “. Un altro professore, Vito Piazza…: ”Vogliamo i nomi e i cognomi di chi ha scritto i test, quanto hanno ricevuto come compenso per la prestazione, quanto è costata l’intera operazione”…
ItaliaOggi - 04-10-2011
“Nuovo salva precari, più difficile”
░ In arrivo il decreto che consente a chi è senza contratto di avere la priorità nelle supplenze: non ne godrà chi ha maturato i 180 giorni richiesti, in istituti e periodi diversi. (di Carlo Forte)
Il 27 settembre scorso si è tenuta l’ultima riunione di informazione ai sindacati, presso il Miur, durante la quale l’amministrazione ha raccolte le ultime osservazioni. Ora si attende solo la pubblicazione del decreto, dopo di che scatteranno i 20 giorni canonici per la presentazione delle domande degli interessati. Le istanze dovranno essere redatte utilizzando il modello allegato al decreto, e dovranno essere presentate alla scuola dove si è prestato servizio nell’a.s. 2010/11, o in mancanza nell’ultimo triennio. Hanno titolo a presentare la domanda i docenti e il personale ATA inseriti a pieno titolo nella graduatorie provinciali per le assunzioni, che abbiano conseguito, nell’a.s. 2010/11 o nel triennio 2008/11, nomina a t.d. di durata annuale o sino al termine delle attività didattiche, o attraverso le graduatorie d’istituto una supplenza di almeno 180 gg. In un’unica istituzione scolastica (anche tramite proroghe o conferme contrattuali) per le classi di concorso, posti o profili professionali per i quali risultino inseriti nelle graduatorie provinciali. A patto che si siano trovati nella condizione di non poter ottenere, per l’a.s. in corso, una nomina, per carenza di posti, o di averla ottenuta per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto, in assenza di disponibilità di cattedre o posti interi. Sono esclusi dai benefici coloro che, nell’a.s. 2010/11 rinuncino o abbiano rinunciato ad una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni,
conferita per l’intero orario nell’ambito della G.aE. o delle graduatorie di circolo o istituto…. Quanto alla disciplina delle rinunce e delle sanzioni, il provvedimento dispone che il personale che produce istanza è obbligato ad accettare qualunque proposta di supplenza, all’interno delle preferenze espresse nella domanda, salvo quella che viene offerta in corso di altro contratto. E che, in caso di rinuncia immotivata o senza giustificato motivo la sanzione è la decadenza dalla graduatoria del salva precari…. Vi sono, però, esimenti tassative, quali…. la rinuncia alla supplenza, anche in corso, per accettare un incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche, resosi disponibile successivamente, o in quanto destinatario di progetti ai sensi di specifiche convenzioni stipulate tra il Miur e le regioni.

ItaliaOggi - 04-10-2011
“Un anno solo, per Consigli di circolo e di istituto”
░ Elezioni: si parte il 20 novembre e, poiché le direzioni didattiche e le scuole medie sono state soppresse (accorpate in II.CC.), il prossimo anno gli organismi rappresentativi saranno tutti da rinnovare.
Rinnovo integrale o parziale dei Consigli di circolo e d’Istituto. Domenica 20 novembre 2011 e lunedì 21, con orario rispettivamente dalle 8,00 alle 12,00 e dalle 8,00 alle 13.30, nelle direzioni didattiche e nelle scuole medie si terranno per l’ultima volta le votazioni per il rinnovo dei Consigli di circolo e d’Istituto, che resteranno in carica un anno invece di tre. Il prossimo anno, soppresse le direzioni didattiche, le scuole medie egli II.CC., si dovranno rifare le votazioni…. Al turno elettorale parteciperanno anche tutte le istituzioni scolastiche i cui Consigli siano o interamente scaduti, per compiuto triennio, o parzialmente scaduti, per decadenza o dimissioni di singoli consiglieri non surrogabili per esaurimento delle rispettive liste. Nelle scuole secondarie di II grado, i rappresentanti degli studenti, il cui mandato dura solo un anno, sono comunque da rinnovare. Se sono da eleggere solo i rappresentanti degli studenti, le votazioni si tengono, entro il 31 ottobre, nella stessa giornata in cui viene rinnovata la loro rappresentanza nei Consigli di classe. Dalla procedura elettorale continuano ad essere esclusi gli istituti, cosiddetti onnicomprensivi (quelli che includono sia scuole dell’infanzia, primarie e/o secondarie di primo grado, sia scuole secondarie di II grado. Non è infatti ancora intervenuta una soluzione normativa circa la composizione dei loro consigli d’istituto, sostituiti per l’esercizio delle relative competenze dal commissario nominato dalla Direzione regionale.

www.Repubblica.it - 04-19-2011
“Calano i bocciati, così la Gelmini ha nascosto il flop della linea dura”
░ Dal 2008 il numero dei non ammessi alla classe successiva è in costante flessione, ma sul sito del Miur note stringate mimetizzano i risultati.
Calano i respinti alle scuole superiori: dal giugno 2008 al giugno 2011 sono scesi quasi del due per cento. La "linea della severità" annunciata da Mariastella Gelmini esce ridimensionata dalle scelte dei professori, lo si scopre leggendo i dati dell'ultima stagione approdati in viale Trastevere, mai resi pubblici e ora consultati da Repubblica. È dal 2008 che il Miur non ha più pubblicato ufficialmente, ovvero sul sito del ministero, i risultati integrali degli scrutini di fine anno limitandosi a stringati comunicati stampa. Adesso si scopre che negli anni del Governo Berlusconi non c'è mai stata alcuna crescita dei bocciati alle medie superiori: niente pugno di ferro dei professori contro gli studenti riottosi e pelandroni…. Il dato dei bocciati di giugno del 2010-2011 nelle prime quattro classi delle medie superiori, mai reso pubblico da viale Trastevere. Parla dell'11,9 per cento di non promossi a giugno. Sono quasi due punti percentuali (1,9%) in meno rispetto al 2007-2008, il primo anno di insediamento della Gelmini. E da allora i dati dei bocciati a giugno sono sempre stati in calo progressivo.
░ Doverosamente, riportiamo la replica da www.istruzione.it del 4/10/2011
In merito alle notizie sulla presunta mancata trasmissione dei dati relativi agli scrutini, il Ministero precisa quanto segue: l'Ufficio di Statistica del MIUR, in quanto facente parte del Sistema Statistico Nazionale, è tenuto a fornire i dati delle rilevazioni inserite nel Programma Statistico Nazionale. Ad oggi risultano regolarmente forniti i dati sulle rilevazioni delle scuole per l’anno scolastico 2009/2010. Per quanto riguarda i dati relativi agli scrutini ed agli esami, la fornitura viene effettuata l’anno successivo a quello di rilevazione e quindi, ad oggi, risultano regolarmente forniti all’ISTAT quelli relativi all’a.s. 2008/2009. Pertanto, i dati dell’a.s. 2010/2011 saranno forniti all’Istat nel 2012, come previsto dalla normativa vigente. In merito alla ricostruzione fornita oggi dal quotidiano “La Repubblica”, si precisa che i dati contenuti nel comunicato del Ministero del 12 giugno 2010 si riferiscono ad una proiezione parziale relativa agli scrutini trasmessi da circa 200 scuole delle regioni Emilia Romagna, Marche, Veneto, Puglia, Lombardia e Campania per un totale di 11.779 studenti, come sottolineato dallo stesso comunicato stampa. Nell’effettuare il confronto con l’a.s. 2008/09 sono stati pertanto considerati i risultati osservati nelle stesse 200 scuole l’anno precedente. E’ quindi da sottolineare che i dati a cui ci si riferisce e sulla base dei quali sono stati effettuati i confronti sono parziali in quanto relativi ai dati fino a quella data pervenuti al Ministero. L'equivoco nella lettura dei dati nasce quindi dal mettere a confronto il dato complessivo dei non ammessi contenuto nel comunicato del 2009 (13,6%), con l’11,7%, dato parziale relativo ai non ammessi nelle stesse 200 scuole di riferimento.
Domani – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 6 -10 -2011
“Professione precario: come una generazione sempre più ampia viene privata di ogni diritto”
░ Riportiamo un abstract del lungo, circostanziato articolo (pubblicato già sul trimestrale “Libero Pensiero”) di Marina Boscaino: da meditare.
La parola "precario", aggettivo che il disastro contemporaneo ha sostantivizzato, "il precario", "i precari", secondo un’ipotesi etimologica terrebbe in sé il tema del precor (prego), che a sua volta sembra derivare da posco (chiedo). Precario significa "ottenuto come favore con preghiere". Un percorso, dall’originario "chiedere" al "pregare", che riflette quello - culturale, sociologico, esistenziale - che lo sconfinato esercito dei precari è costretto a vivere.
Provate ad inserire la parola “precariato” su Google, e vi renderete conto che l’intera prima pagina di occorrenze riguarda la scuola. Un termine che nella lingua italiana designa una condizione che riguarda molte categorie – tutte le categorie, oggi – di lavoratori; ma che indicativamente, come Pof, competenza, collegio, viene individuata dal motore di ricerca come specifica o prioritariamente riferibile al mondo della scuola. Il precario per antonomasia è il precario della scuola. Vorrà pur dire qualcosa. L’ultima Commissione d’inchiesta istituita presso gli organi del Parlamento italiano ad aver aperto un’indagine conoscitiva sul fenomeno preso qui ad esame risale alla XV Legislatura, anni 2006-7. Fino ad oggi, nonostante il drammatico consolidarsi del problema, non esiste nel panorama italiano alcuna stima sintetica, fornita in sede ufficiale e scientificamente attendibile, quanto a valutazione qualitativa e quantitativa del precariato. La carenza – abbastanza clamorosa, considerata la crisi economica che ha improntato gli ultimi anni della nostra storia – deriva probabilmente dalla difficoltà stessa di individuare in termini concreti la figura del precario, privo di un’adeguata veste statutaria, in ambito giuridico e sociale, che possa orientare lo studio in un processo certo di identificazione del fenomeno e dei suoi soggetti. La difficoltosa classificazione di lavoro “precario” è infatti utilizzata quando, alla temporaneità del contratto, si combinino altre caratteristiche, come «in primo luogo [...] una ridotta o assente copertura previdenziale; (la) mancanza di ammortizzatori sociali per la copertura dei periodi di vacanza contrattuale; una scarsa probabilità di transitare verso contratti stabili; [...] una maggiore frammentazione del percorso lavorativo; (la) brevità dei contratti (tanti piccoli contratti che si rinnovano continuamente); un sottoinquadramento contrattuale rispetto al titolo di studio; lunghezza della permanenza nella situazione di incertezza contrattuale [...]» (Cfr. Indagine conoscitiva sulle cause e le dimensioni del precariato nel mondo del lavoro, Commissione XI – lavoro pubblico e privato, seduta del 7 novembre 2006, p. 5.).
È recentissima, invece, l’indagine conoscitiva sul mercato del lavoro, tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo, audizione parlamentare del 17 maggio 2011 del direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, «In Italia, i giovani con meno di 35 anni, occupati con contratti flessibili (dalla partita Iva a monocommittenza all’apprendistato) sono 1 milione e 568 mila, circa il 25,1% del totale degli occupati appartenenti a questa fascia d’età: 566 mila circa hanno meno di 25 anni, 1 milione circa, tra i 25 e 34 anni. In termini di incidenza, tra i lavoratori con meno di 24 anni sono impiegati con contratti flessibili o atipici il 45,5%. La stragrande maggioranza (il 40,1%) ha un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato, che si configura nel 15,7% dei casi come un contratto di inserimento, apprendistato, finalizzato a successiva stabilizzazione, il 20,5% invece, un contratto temporaneo, che può essere interinale, a termine, o di altro tipo. La restante parte, il 5,4% è costituito da lavoratori a progetto o con partita Iva che lavorano esclusivamente per un’azienda. Nella fascia d’età successiva, tra i 25 e 34 anni, che costituisce la platea di flessibilità più numerosa, l’incidenza dei lavoratori flessibili è del 20%: il 14,2% ha contratti a termine e il 5,8% contratti atipici, di collaborazione a progetto o professionale. I settori in cui si concentra il maggior numero di flessibili sono i servizi (73% dell’occupazione totale) e in particolar modo il terziario sociale, ovvero i settori dell’istruzione, della sanità e di altri servizi sociali (23,2%), il commercio (15,8%), il terziario avanzato, vale a dire i servizi alle imprese e le attività professionali (13,3%), il settore turistico – alberghi e ristorazione (10,4%). Nell’industria trova invece occupazione il 22% dei lavoratori flessibili». Ecco il desolante quadro, offerto pochi mesi fa. Secondo uno studio recente del Centro Studi della CGIA di Mestre, i precari sarebbero quasi 4 milioni….
Il precariato a scuola. Non è il caso dei precari della scuola. Quelli che Renato Brunetta ha chiamato “L’Italia peggiore”, quelli cui il ministro si è rivolto dicendo: «Voi non lavorate, siete dei poveracci». Quelli che si sono rivolti al ministro con cassette piene di titoli di studio, qualifiche e contratti indecenti. Non solum, sed etiam; cornuti e mazziati, se preferite…. Un esercito affamato ad arte e ad arte trattenuto da un fuoco di fila di promesse che, governo dopo governo, ci si è esercitati a profondere nel tempo breve delle campagne elettorali, senza mai dar seguito nei tempi lunghi della vita quotidiana.
Promesse vane. Una programmazione allegra, demagogica e irresponsabile delle previsioni di posti ha gettato negli anni sul mercato del lavoro – in nome di una flessibilità ante litteram – migliaia di donne e uomini che hanno prestato la propria opera senza garanzie definitive, spesso iniziando a lavorare ad ottobre e concludendo il giorno dello scrutinio estivo: ferie non pagate, sedi svantaggiate, mancanza di continuità didattica, mancanza di continuità nell’anzianità di servizio. Diritti a metà…. Da qualche tempo – come nel più triste dei ciclici rituali cui siamo sottoposti – si parla molto di loro. Se ne parla perché sono stati e saranno loro a pagare …: l’abbattimento di 82.000 posti di lavoro di docente e di 42.000 posti ATA nel triennio 2009-11, uno dei frutti del “risparmio” di 8 miliardi sulla scuola pubblica. Non è ancora finita.
Tagli e modernità. … Non si tratta di semplici tagli di fondi, di posti di lavoro, ma anche di tagli di diritti, di aspettative, di orizzonte di sviluppo e di crescita del percorso esistenziale. Da quando parole come flessibilità e mobilità sono diventate un valore aggiunto; da quando una malintesa interpretazione del concetto di modernità (acriticamente considerato positivo) ha equiparato quella condizione – della modernità, appunto – ad una sostanziale cessazione di garanzie (teorie ovviamente caldeggiate da chi di garanzie ha goduto e godrà per tutto l’arco della vita lavorativa) si sono aperti scenari sempre più inquietanti e si è ritenuto che le differenze patologiche (quali il precariato è) conseguenti alle scelte operate sul mercato del lavoro fossero le implicazioni necessarie di quella scelta di modernità arrembante…..
Professione precario. … La scuola italiana, nello sconsolante panorama occupazionale nel nostro Paese, può addirittura vantare il non invidiabile privilegio di aver dovuto “inventare” una vera e propria formula per definire numerose migliaia di persone – i “precari storici”: laureati, a volte plurilaureati, che si sono sottoposti a prove concorsuali diversificate, che hanno subito letteralmente regole e condizioni imposte dallo Stato. Ma non sono riusciti ad entrare in ruolo. Hanno la stessa età che avevano i nostri genitori quando noi eravamo già grandi. Vivono uno stato di pseudo-adolescenza coatta: troppo adulti per cambiare strada, riciclarsi, inventarsi un mestiere “da grandi”, troppo giovani per metterci una pietra sopra. Percepiscono lo stipendio quando vengono chiamati: il che avviene raramente fin dall’inizio dell’a.s….
In queste condizioni economiche pianificare una vita “normale” è estremamente difficile. In queste condizioni materiali e psicologiche, la precarietà rischia di diventare un dato esistenziale, un ricorso obbligato all’estemporaneità e all’improvvisazione, un navigare a vista, galleggiando in una perdita annuale di identità professionale, di rapporti, di energie, di buone intenzioni. Ogni anno una scuola diversa, colleghi diversi, studenti diversi, ogni anno iniziare daccapo…
Ingegneria del precariato. La crisi la pagano in primo luogo loro, i precari. Eppure il precariato è un fenomeno che è stato sapientemente costruito, edificato ad arte, per garantire di volta in volta assetti politici, promesse spese a fini elettorali, oltre che per marcare il passaggio da una scuola che si facesse realmente progetto culturale ed emancipante per tutti, come è stata in una breve, stagione di qualche decennio fa. Ora solo ricordo, a fronte di un’istituzione che – insieme al tempo-scuola – taglia programmaticamente, intenzionalmente diritti (lavoro e diritto allo studio), ma soprattutto recide nella coscienza collettiva l’idea di uguaglianza, l’idea di educazione, la nobile vocazione alla creazione di cittadinanza attiva e consapevole…. Nel 1998 vi era solo un docente precario ogni 12 di ruolo, oggi uno ogni 7.
Diritto: ultima frontiera della civiltà. Per fortuna esiste il diritto. In questi ultimi anni molte sono state le sentenze che si sono opposte alle politiche di distruzione di scuola pubblica e diritti. Una delle più eclatanti è stata quella del Tribunale di Livorno che, in una causa intentata da alcuni precari della scuola pubblica, chiarisce nella sua sentenza, depositata il 13.01.2010 (sentenza n. 1222/2009), che «Occorre considerare la realtà dei precari a tempo determinato che si trovano a lavorare con una serie di contratti ma di fatto continuativamente, senza mai vedersi riconosciuto il diritto ad uno scatto retributivo, contrariamente ai colleghi assunti a tempo indeterminato, che ne godono regolarmente. Ciò… appare palesemente in contrasto con la sentenza della Corte Europea di Giustizia del 13.09.2007 e viene giustificato alla luce della contrattazione collettiva ritenuta fonte primaria»….La sentenza della Corte di Giustizia Europea del 13 settembre 2007 cui si faceva riferimento, riconosce a una lavoratrice precaria spagnola della Pubblica Amministrazione l’aumento stipendiale dovuto alla progressione di carriera (scatti di anzianità). … Da allora… moltissimi i ricorsi vinti. Il 25 gennaio scorso, con una sorprendente sentenza, è stato riconosciuto a 13 docenti precari il diritto ad essere assunti in ruolo alla maturazione degli scatti di anzianità dopo aver svolto 3 anni di servizio, ribadendo il principio per cui anche nella scuola i contratti a tempo determinato non possono essere reiterati senza limiti, ma – dopo alcuni anni di lavoro – si ha diritto a prospettive certe. Per rispondere all’incertezza del diritto che offende le esistenze di molti di noi, la legge rappresenta l’ultima frontiera di civiltà in attesa che la politica – tra buffonesche manipolazioni e reinterpretazioni della realtà e tentennamenti, incertezze, forse anche senso di impotenza di chi dovrebbe opporsi – riconquisti quella funzione democratica, nobile e dignitosa che merita di avere in un Paese civile. E che un Paese civile merita.

Domani – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 6-10-2011
“Comprereste un’auto da questa persona? Se è timida sì”
░ Le persone timide, lontano dall'essere inadeguate, secondo uno studio dell'università di Berkeley, si rivelano le più affidabili e generose. Si sfata così il mito degli ombrosi da evitare. Di Luisa Barbieri
Il timore di essere giudicati, catalogati, rinchiusi in un’idea, è insito in ognuno di noi. Siamo animali da branco e abbiamo bisogno di percepirci parte. In questa vitale operazione spesso si inceppa il meccanismo che ci porterebbe a proporci al gruppo semplicemente così, come siamo. Entra in gioco il timore di non essere adeguati alle aspettative degli altri, che pur essendo fisicamente fuori dal nostro mondo, lo modellano, lo supportano, lo integrano. Come se ad un certo punto il nostro cervello si trasformasse in un moltiplicatore di difficoltà, ogni respiro si appesantisce ad inspirare ciò che sta interagendo con il nostro mondo ideativo che, nel frattempo, rallenta, scivola in un vuoto che non conosciamo e che ci spaventa, mentre il cuore aumenta il ritmo come a volerci fare sentire vivi. Una vera e propria definizione di timidezza non è facile da trovare e/o da proporre, in quanto una persona timida è caratterizzata da un insieme di elementi non così chiaramente identificabili e definibili, si può presentare con modalità e/o in situazioni le più disparate. Generalmente un timido manca di disinvoltura, è impacciato magari solo con alcune persone e/o in determinate situazioni, però le risposte alle situazioni sono talmente varie e relative alla storia di ogni individuo, che si può arrivare a dire che forse un po’ di timidezza caratterizza ognuno di noi…
Il fenomeno della timidezza è stato studiato all’Università di Berkeley, in California, e se ne trova pubblicazione sul Journal of Personality and Social Psychology del 19 settembre ’11, il lavoro di ricerca suggerisce che le persone timide sono anche le più affidabili e le più generose, quindi la timidezza, lo dice anche la scienza, non è un difetto, bensì un pregio teso al miglioramento della comunità sociale di appartenenza, in quanto, come dice Robb Willer (coautore dello studio): “L’imbarazzo è una firma emozionale di una persona a cui si può affidare risorse preziose. Fa parte del collante sociale che favorisce la fiducia e la cooperazione nella vita quotidiana”. Chi è alla ricerca di partner a cui risulti facilissimo lavorare in modo cooperativo e affidabile deve fare riferimento a persone che mostrino almeno qualche tratto di timidezza.
La timidezza, da non confondersi con l’ansia sociale o con la vergogna, considerata espressione di valenze culturali e morali di parte, sarebbe bene considerarla una virtù e sicuramente non va contrastata, ma accolta…. I risultati derivano da una serie di sperimentazioni, eseguite su 60 studenti universitari, destinate a studiare la relazione tra l’imbarazzo e la pro-socialità, basate sull’utilizzo di video testimonianze, di giochi di società incentrati sulla fiducia nell’altro e sorvegliando le dinamiche che sostengono le relazioni interpersonali.
A tester si è utilizzato anche il “Gioco del Dittatore”, ampiamente utilizzato nelle ricerche economiche a valutazione dell’altruismo. Per fare un esempio: ad ognuno è stato dato un blocchetto di 10 biglietti della lotteria, è stato poi richiesto di tenerne in parte ed il resto destinarlo ad un partner, i risultati hanno mostrato che coloro che mostravano maggiori livelli di imbarazzo tendevano a dare via un maggior numero dei loro biglietti, il ché indica una maggiore generosità.
I segnali di imbarazzo indicano maggiore predisposizione sociale, di conseguenza è consigliabile fare affidamento in persone che diano chiari segnali di timidezza … ciò che risulta e che, sicuramente va tenuto in considerazione, è che la timidezza non va contrastata.

www.Repubblica.it - 6-10-2011
“Premio per la letteratura al poeta svedese Tranströmer”
░ L'annuncio dell'Accademia svedese accolto da un boato. La motivazione: "Attraverso le sue immagini dense e limpide ci ha offerto un nuovo accesso alla realtà… La gran parte della poesia di Tranströmer è caratterizzata da economia di linguaggio, concretezza e metafore struggenti. Nelle sue ultime raccolte si è spostato verso uno stile ancora più essenziale e un più elevato grado di concentrazione"
STOCCOLMA - Il premio Nobel per la letteratura 2011 è stato assegnato al poeta, psicologo e traduttore svedese Tomas Tranströmer. L'annuncio dell'Accademia svedese è stato accolto da un boato di applausi nella sala stracolma di giornalisti. E' la sesta volta che il Premio viene assegnato a uno svedese, l'ultima nel '74 a Johnson e Martinson. Mentre è dal '96 con la polacca Wislawa Szymborska che un poeta non vince il Nobel.
Nato a Stoccolma il 15 aprile del 1931, Tranströmer si è laureato in psicologia nel 1956, occupandosi sia dei detenuti delle carceri minorili che di persone con disabilità e tossicodipendenti. Accanto alla sua professione, da sempre, ha coltivato l'amore per la poesia. Già all'età di 13 anni ha cominciato a scrivere e ha pubblicato la prima raccolta nel 1954, a soli 23 anni: 17 dikter, 17 poesie in versi sciolti. …Quattro anni dopo ha pubblicato Hemligheter pa vagen (Segreti sulla via) e nel 1966 Klangar och spar (Echi e tracce), entrambi ispirati ai suoi viaggi intorno al mondo. … Nel 1990 fu colpito da un ictus che gli inibì la parola, ma non la capacità di creare. Infatti, sei anni dopo tornò alla scrittura con una raccolta – Sorgegondolen… Al centro delle sue opere il paesaggio e i suoi elementi conflittuali, metafora o specchio di un costante confronto di forze, spunto per riflettere sulla identità umana. Il Baltico, l'estate groenlandese nutrono i versi per suggerire l'indicibile, per restituire una dimensione più alta e intangibile rispetto al naturale. La sua poesia è come sospesa tra luce e tenebre, trascrive i segni della vita che passa, esplora il rapporto tra il nostro mondo interiore e quello reale. … L'ultimo libro tradotto in italiano e accolto con grande entusiasmo è Poesie dal silenzio, pubblicato nel 2008 da Crocetti. E tra quindici giorni arriverà in libreria una nuova raccolta Il grande mistero di haiku svedesi….

 

 

 

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