http://www.huffingtonpost.it - 25 giugno 2015
“Un mandato politico non è una delega in bianco. Alle elezioni il Pd non propose questa riforma della scuola“
░ Di Nadia Urbinati, studiosadelle istituzioni democratiche, docente di Scienze politiche alla Columbia University di New York.
Quando due anni fa si andò al voto, il Pd non si presentò agli elettori proponendo questa riforma della scuola (lo stesso vale per la riforma costituzionale). Poi, una crisi di governo ha portato a questo esecutivo che appronta queste riforme. ... Il nostro voto per rappresentanti senza mandato imperativo non diventa una delega in bianco; il partito ha un programma e anche se i suoi eletti sono liberi individualmente c'è però una certa garanzia (politica) che si attengano a quel programma. Anche qui sta la differenza tra una democrazia rappresentativa e una oligarchia eletta o un governo rappresentativo di notabili. È una differenza politica, non giuridico-normativa; ma molto importante, se è vero che la democrazia è una diarchia di regole e di opinioni, di legittimità costituzionale e di legittimità morale. … Matteo Renzi è segretario di un partito che prima della sua segreteria non sembrava proprio volere questo tipo di riforma della scuola. E Renzi non ha mai convocato un congresso per provare a correggere quelle parti del programma del Pd che a lui non piacciono. … Entrando nello specifico: questa riforma della scuola è pessima e inoltre nessuno ce la chiede come intervento d'emergenza e quindi non si capisce la ragione della fretta governativa. Il ricatto delle assunzione dei 100.000 precari è qualcosa che per una democratica è fuori di ogni buon senso, soprattutto se proviene da un partito che si presume amico della democrazia rappresentativa. … Gli amici americani (moderati e democratici come quelli di Dissent) commentano con me il senso di questa riforma della scuola così: "Ma questa è una scuola pensata sul modello americano, quella che vorremmo cambiare". Esattamente così. Vediamo i tre pilastri di questa riforma che sovverte il principio delle eguali condizioni di partenza, e che un partito che si chiama democratico dovrebbe radicalmente rivedere. 1) Il processo messo in moto mira a rendere le scuole autonome finanziariamente e le dichiara per questo "buone". Ovvero sono buone scuole o scuole di successo quelle che riescono a ovviare ai contributi statali perché situate molto probabilmente in territori generosi (con famiglie e un tessuto sociale ricchi economicamente e culturalmente). Le altre, quelle che devono affidarsi completamente allo Stato (non solo per pagare gli stipendi al personale) sono quelle che non riescono a raggiungere l'autonomia finanziaria, segno che sono peggiori perché probabilmente situate in territori poco abbienti (famiglie e tessuto socio-culturale poveri). … Con questa interpretazione finanziaria dell'autonomia si rompe l'unità nazionale della scuola pubblica, si lega la scuola ai territori e … si rompe la visione egualitaria delle opportunità e della formazione delle capacità. 2) I criteri di valutazione sono basati su ragioni di parzialitá e discrezionalità quindi esposti alla corruzione se a giudicare gli insegnanti è una commissione composta dal capo dell'istituto, alcuni genitori degli studenti della scuola, alcuni insegnanti (colleghi dei valutandi) e alcuni rappresentanti degli studenti. Gli insegnanti più simpatici, più popolari (per le più svariate ragioni, anche perché danno voti alti o sono ideologicamente in linea con il clima dell'istituto) potranno godere di premi in denaro -poche decine di euro al mese erogate dal capo d'istituto, ma simbolicamente molto significative di criteri valutativi che sono votati al conformismo non alla buona scuola. I valutatori non possono essere parte in causa. 3) Sconto sulle tasse a chi iscrive i figli alle scuole private. Questo grida vendetta in nome di tutte le ragioni di giustizia e di costituzionalitá. Lo stato offre scuole a bassissimo costo o a zero costo di iscrizione. Perché chi sceglie di pagare l'iscrizione ad una scuola privata dovrebbe avere uno sconto fiscale ? Questo si configura come un privilegio - c'è giá l'offerta di scuola a zero costo: questo è lo sconto che lo stato dá. Per queste tre fondamentali ragioni almeno, questa riforma introduce gravi criteri di diseguaglianza di opportunitá dell'offerta educativa; gravi ragioni di discrezionalità e di parzialità di giudizio; discrimina i ragazzi in base alla fortuna che hanno di essere nati in una buona famiglia o in un buon territorio, rompe il patto dell'eguale cittadinanza, crea strutturalmente scuole di serie A e di serie B e lo fa con i soldi dei contribuenti. Ovvero lo Stato democratico finanzia l'ineguaglianza, usa i soldi di tutti per creare situazioni di privilegio…. Forse le riforme neo-liberiste le fa meglio un partito di centro-sinistra perché gode dei consensi di coloro che più ci rimettono dalle riforme stesse. Stessa storia di sempre. …
www.corriere.it - 26 giugno 2015
“Il maxiemendamento: Una legge, 25 mila parole“
░ “Con leggi così l’imprenditore, il lavoratore, e da domani pure lo studente, rimangono giocoforza ostaggio del burocrate. Il maxiemendamento è un campo di concentramento”. Di Michele Ainis, professore di Istituzioni di Diritto pubblico all'Università degli Studi di Roma III.
Che c’è in comune fra la Buona Scuola e l’Italicum? E fra quest’ultimo e il Jobs act, la legge Delrio sulle Province, quella di Stabilità? Semplice: sono tutte figlie d’un maxiemendamento, sul quale cade poi come una scure il voto di fiducia. E almeno in questo, Renzi non si distingue dai suoi predecessori. Hanno maxiemendato Prodi (cui si deve il record di 1.365 commi stipati in un solo articolo di legge), Berlusconi, Monti, Letta. Sempre aggiungendo al testo un’invocazione amorosa al Parlamento, che Renzi ha ripetuto 30 volte (in media ogni 12 giorni) durante il suo primo anno di governo. «Ti fidi di me, mi vuoi ancora bene? Dimmelo di nuovo, giurami fiducia». È la legge non scritta della Seconda Repubblica: se vuoi incassare una riforma, devi violentarne la forma. Nel caso della scuola, questa maschera deforme comprende 209 commi, che s’allungano per 25 mila parole. Neppure Samuel Beckett, con le sue frasi che riempivano una pagina, avrebbe osato tanto. Si dirà: una legge non è un romanzo, dobbiamo misurarne la sostanza, non lo stile. Vero, ma fino a un certo punto. Intanto, sui contenuti la riforma è in chiaroscuro, altrimenti non avrebbe innescato una valanga di proteste. Restano elementi critici sull’offerta formativa, sui poteri del preside-sceriffo (decide lui chi assumere), sul finanziamento alle scuole private (vietato dalla Costituzione). Dopo di che non mancano i progressi: maggiore autonomia, stabilizzazione dei precari, aiuti alle scuole disagiate, processi di valutazione dei dirigenti e dei docenti. Restano chiaroscuri anche sul maxiemendamento, rispetto al testo originario. Quanto al piano d’assunzioni, per esempio, è in chiaro il reclutamento degli idonei usciti dall’ultimo concorso, è in scuro il rinvio della pianta organica al 2016. Niente di nuovo; succede con ogni maxiemendamento. Perché il suo primo effetto è di trasformare il Parlamento in organo consultivo del governo: quest’ultimo ascolta quanto hanno da dire gli onorevoli colleghi, leggiucchia le loro proposte di modifica, poi sceglie petalo da petalo, e li incarta in una rosa che ha per spina la fiducia. Sequestrando la libertà dei parlamentari, messi davanti a un prendere (la legge) o lasciare (la poltrona). Sommando su di sé il potere esecutivo e quello legislativo, specie se il testo contiene 9 deleghe al governo, come accade per la Buona Scuola. E sfidando infine il paradosso, la contorsione logica. Il maxiemendamento, difatti, è un auto emendamento… quando interviene su un progetto confezionato dallo stesso Consiglio dei ministri. Mentre emenda, il governo fa ammenda. Ma l’ammenda non corregge i difetti originari: viceversa li moltiplica, giacché converte l’atto normativo in arzigogolo, che poi ciascuno interpreterà come gli pare, come gli fa più comodo. Così, fra questi 209 commi che si succedono senza uno straccio di titolo per orientarne la lettura, fa capolino il comma 49, che introduce la lettera b-bis. Seguito a debita distanza dal comma 166, che a sua volta aggiunge il comma 2-octies. Mentre il comma 178 si divide in 9 lettere; la lettera b in 8 punti; il punto 3 in 4 sottopunti. Senza dire del comma 74, a proposito degli insegnanti di sostegno: un delirio di rinvii normativi, 23 numeri in 84 parole.
latecnicadellascuola - 26 giugno 2015
“Docenti, ecco le assunzioni per i prossimi anni“
░ di Andrea Carlino
Con il maxi-emendamento approvato ieri dal Senato, via libera ad un piano straordinario di oltre 107mila assunzioni, suddivisi in 51.899 immissioni in ruolo (vedi tabella realizzata riportata in basso) su posti vacanti e disponibili e55.258 assunzioni su posti di potenziamento dell'offerta formativa (vedi tabella allegata al maxi-emendamento riportata in basso) Tra i nuovi assunti ci saranno anche i circa 6.500 vincitori ed idonei dell'ultimo concorso del 2012. Le immissioni in ruolo della prima tranche avverranno con decorrenza giuridica ed economica dal 1° settembre 2015, mentre la seconda avrà decorrenza giuridica dal 1° settembre 2015 ed economica dalla presa di servizio presso la sede assegnata (probabilmente dal 1°settembre 2016). Nel dettaglio i 55.258 che appartengono all'organico del potenziamento saranno distribuiti alle regioni per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base alla dispersione scolastica, alla presenza di alunni stranieri, di aree interne, isolane e montane, a bassa densità demografica. Viene posto un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà andare oltre i 36 mesi (che si calcolano a partire dal 1° settembre 2016) anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue.
TABELLA 1 PIANO ASSUNZIONI DAL 1 SETTEMBRE 2015
TABELLA 2 ALLEGATA AL MAXI-EMENDAMENTO
latecnicadellascuola - 27 giugno 2015
“Docente precaria denunciata dal Pd“
░ di Silvana La Porta.
Ecco la testimonianza di una docente precaria che, alla fine della protesta, è stata denunciata dal suo stesso partito. La professoressa fa un triste resoconto sulla sua pagina FB: “Oggi si è votato al senato il maxi-emendamento sulla scuola. Raggiungo i miei colleghi. Ci abbracciamo, ci salutiamo, facciamo qualche battuta. Salutiamo quelli che entrano in senato e siamo pronti per unirci al corteo. Ma non riuscivo ad allontanarmi, come una mamma in attesa che la propria figlia partorisca. Esce qualche senatore per chiederci chi vuole entrare: vorremo entrare tutti. Sentivo che in quel palazzo si giocava la mia vita. Entro. In silenzio prendiamo posto,sono in prima fila insieme alle mie amiche Mascia e Margot. Il presidente Grasso ci annuncia. E' tutto di velluto rosso e legno, tra me e me penso: sembra un teatro.” A questo punto viene il bello: “Guardo giù, mi sembra che la sen. Puglisi ci saluti, rispondo istintivamente ... ma no, non è un saluto ... mi sta dicendo di smammare! Possibile? mi guardo intorno, qualcun altro fa lo stesso gesto. Rimango impassibile, se do loro fastidio è il posto giusto. Aspetto. Cerco di capire. Vicino a me c'è un poliziotto, giovane, un ragazzo, moro, elegante, 5, forse 6 commessi. Si inizia a votare. Una lunga sequenza di Sì. Chiamano Napolitano, risponde:sì. Ma come un partigiano? Guardo spaesata verso SEL, sotto di me M5S e Lega. Ad uno ad uno alla seconda chiamata dicono NO. Ma non basta, non è sufficiente. Alla fine ci alziamo, iniziamo a gridare: VERGOGNA! Veniamo strattonati e allontanati. Fuori dall'aula mi sento male, quel poliziotto mi abbraccia, un ragazzo, mi tiene stretta e mi sussurra; maestra, questi non sanno cosa significa soffrire. Esco.” Insomma i politici invitano i docenti a scomparire, perché tanto lì si fa come dicono loro: “Se qualcuno in quel momento mi avesse detto:occupiamo il senato! sarei rimasta, anzi forse l'ho detto: io da qui non mi muovo! Ero seduta sui gradini, tremavo, si riavvicina quel ragazzo, mi prende la mano, e poi Mascia: Patrizia, andiamo. Li seguo. Non ho più voce, solo tante lacrime, penso alla mia vita, penso al senso della vita di mio figlio, mi sento ancora una volta di aver fallito, di non aver saputo far rispettare i suoi diritti, e di non avere i mezzi economici per sostenere la mia famiglia, gli studi, le terapie, il mutuo. La mia intelligenza, le mie lauree, i corsi di formazione, i master, la voglia di mettere a frutto la mia esperienza, l'impegno civico, i sogni, le speranze ... niente ... tutto alle ortiche. E poi arriva la beffa: denunciata dal mio ex partito! grazie, grazie PD.” Questa la testimonianza di un'insegnante di sostegno precaria della Repubblica italiana. Denunciata dal Pd, il partito che aveva sempre votato. E’ la fine di tanti sogni, di un’idea della politica irrimediabilmente anacronistica. Oggi è il tempo degli sciacalletti e delle iene. Smamma, insegnante, ma chi sei, che vuoi?
orizzontescuola.it - 28 giugno 2015
“DDL Scuola. La riforma non elimina le supplenze, ma potranno andare anche ai docenti di ruolo“
░ di Lalla.
La supplentite continuerà ad esistere, almeno nel breve - medio periodo e le Graduatorie ad esaurimento molto probabilmente non saranno svuotate con il piano straordinario. Dalle promesse della Buona Scuola del 3 settembre alla realtà del DDL Scuola approvato in Senato il 25 giugno. Nell'a.s. 2015/16 continueranno ad essere stipulati contratti di supplenza. La notizia, di per sè, non è nuova. Ne aveva già parlato il Premier durante la conferenza stampa del 12 marzo, sbilanciandosi anche sulle classi di concorso ancora interessate dai contratti a tempo determinato, potrebbe essere un plafond di circa 10.000 contratti La novità consiste invece nel fatto che il DDL approvato al Senato introduce il comma 68bis che prevede, a partire dall'a.s. 2016/17 un ulteriore contingente di posti (non facenti parte dell'organico di autonomia nè disponibili per operazioni di mobilità o immissioni in ruolo). Tale contingente di posti (non vi possono rientrare i posti di sostegno in deroga) servirà a far fronte a "inderogabili necessità previste e disciplinate" . Per la copertura di tali posti si provvede con: - docenti inseriti nelle graduatorie di personale aspirante a contratti a tempo determinato; - impiego di personale a tempo indeterminato con provvedimenti limitati ad un anno scolastico. Ricordiamo due punti fondamentali del DDL. 1) Il Dirigente Scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purchè posseggano titoli di studio validi per l'insegnamento della disciplina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire e purchè non siano disponibili nell'ambito territoriale docenti abilitati in quelle classi di concorso; 2) a partire dal 1° settembre 2016 scatta il limite di 36 mesi per supplenze su posti vacanti e disponibili.
latecnicadellascuola.it - 29 giugno 2015
“Utilizzazioni sul sostegno: area unica o suddivisione nelle 4 aree?“
░ di Lucio Ficara.
Per le utilizzazioni sul sostegno delle scuole secondarie di secondo grado, le cui domande si presenteranno dal prossimo 1 luglio fino al 15 luglio, quest’anno c’è una novità che è stata inserita nel comma 11 dell’art.5 dell’ipotesi di contratto sulla mobilità annuale firmata il 13 maggio 2015. In questo comma si spiega come si devono eseguire le utilizzazioni sul sostegno in riferimento all’area unica o alla suddivisione nelle canoniche 4 aree, scientifica (AD01), umanistica (AD02), tecnica professionale artistica (AD03) e psicomotoria (AD04). In questo comma 11 in cui si parla delle utilizzazioni sulla dotazione organica provinciale di sostegno della scuola secondaria di II grado, i cosiddetti DOS, si precisa che le utilizzazioni sui posti DOS vanno effettuate senza distinzione di area disciplinare, ovvero su area unica, mentre i posti residui al termine di dette utilizzazioni, vanno suddivisi tra le quattro aree disciplinari, in proporzione alle disponibilità iniziali di ciascuna area, in applicazione dell’art. 3, comma 1, del CCNI sulle utilizzazioni. In buona sostanza le utilizzazioni dei docenti DOS, che precedono tutte le altre utilizzazioni, non terranno conto delle aree, mentre le utilizzazioni dei docenti titolari in una data classe di concorso, che sono in possesso di specializzazione sul sostegno, si attueranno sui posti residui, contati dopo l’utilizzazione dei DOS, calcolati per area e proporzionalmente alle disponibilità iniziali di ciascuna singola area. Si deve tenere conto che il calcolo si basa non solo sui posti in organico di diritto, ma anche e soprattutto sui posti concessi in deroga. Tuttavia è necessario dire che l’utilizzazione fatta prima per i DOS sull’area unica e dopo per gli altri sulle 4 aree è un meccanismo complesso, che solleva sempre dubbi ed incertezze di carattere burocratico- amministrativo.
ItaliaOggi - 30 giugno 2015
“Slalom per la titolarità di sede”
░ Dal 2016/2017 scattano gli ambiti territoriali e cambia la mobilità.
Dal prossimo anno scolastico i docenti non potranno più chiedere il trasferimento dalla sede in cui sono titolari ad un'altra. E non potranno nemmeno concorrere per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Ma potranno conservare la titolarità della sede nella quale prestano servizio. Il diritto alla titolarità della sede sarà corrisposto anche ai docenti che saranno immessi in ruolo quest'anno sull'organico di diritto. Fermo restando che tale diritto insorgerà solo quando avranno ottenuto la sede definitiva. Gli insegnanti che andranno in esubero o diventeranno soprannumerari nell'anno scolastico 2016/2017, andranno a finire negli ambiti territoriali. E la stessa sorte toccherà ai docenti che saranno immessi in ruolo nell'organico dell'autonomia. Sono queste alcune delle novità più importanti contenute nel disegno di legge sulla scuola n.1934, che è stato approvato dal senato giovedì scorso con il voto di fiducia, passata con159 favorevoli e 112 contrari. Il disegno di legge dovrà tornare alla camera per l'ok definitivo. Dopo di che sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e dispiegherà effetti dal giorno successivo (si veda il comma 209). Tornando alla mobilità dei docenti, per quest'anno i movimenti continueranno a svolgersi normalmente con le vecchi regole. Ciò vale sia per i trasferimenti e i passaggi, ormai sono giunti a compimento, che per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Il prossimo anno, invece, i docenti di ruolo non potranno più muoversi, pena la perdita della sede di titolarità e la collocazione negli ambiti territoriali. L'accesso alla mobilità, così come l'abbiamo conosciuta finora, sarà consentito solo ai docenti che saranno immessi in ruolo quest'anno in organico di diritto. E cioè ai docenti che saranno assunti con le vecchie regole, direttamente sulle cattedre e sui posti delle loro discipline di insegnamento. A questi docenti, infatti, per l'anno 2016/2017 sarà assegnata una sede provvisoria. E dal 1° settembre 2017 otterranno una sede definitiva ad esito della mobilità. Anche a questi insegnanti sarà consentito conservare il diritto alla sede di titolarità. Che nel loro caso coinciderà con la sede definitiva. Ma poi non potranno più muoversi, altrimenti la perderanno e andranno negli ambiti. Fin qui la disciplina transitoria. Quanto agli ambiti territoriali, il disegno di legge prevede che avranno un'ampiezza inferiore alla provincia e alle città metropolitane. E che saranno disegnati dagli uffici scolastici regionali, sentite le regioni e gli enti locali. I criteri fissati nel dispositivo prevedono che i direttori regionali dovranno tenere conto della popolazione scolastica, della vicinanza delle istituzioni scolastiche e della conformazione geomorfologica del territorio. Alla disciplina degli ambiti territoriali saranno assoggettati gli insegnanti che andranno in esubero o diventeranno soprannumerari nell'anno scolastico 2016/2017 e i docenti che saranno immessi in ruolo sui posti e le cattedra aggiuntive dell'organico dell'autonomia.
ItaliaOggi - 30 giugno 2015
“Immissioni in ruolo in tre fasi”
░ I prof assunti sull'organico di diritto in cattedra, già a settembre. Il personale di potenziamento arriverà ad anno iniziato. di Lucio Antimo Di Geronimo.
Immissioni in ruolo in tre fasi: prima quelle a copertura dei posti vacanti, poi quelle dell'organico dell'autonomia e, infine, quelle di chi è rimasto fuori nelle prime due fasi. Lo prevede il disegno di legge sulla scuola, approvato dal senato giovedì scorso. La prima fase coinciderà con quella ordinaria. E cioè con le assunzioni a tempo indeterminato, che vengono disposte ogni anno per coprire i posti e le cattedre rimaste vuote dopo i pensionamenti e la mobilità. Che quest'anno sono circa 50mila, tra pensionamenti, cattedre vacanti e sostegno. La seconda fase riguarderà i posti aggiuntivi dell'organico dell'autonomia: oltre 55mila, compreso il sostegno. La terza fase riguarderà, invece, la collocazione in altra provincia di chi non avrà trovato un posto nella provincia di appartenenza. I docenti che saranno immessi in ruolo saranno tratti dalle graduatorie dei concorsi ordinari del 2012 e dalle graduatorie a esaurimento. La procedura è quella di sempre: priorità alla graduatoria del concorso, nell'ordine del 50% dei posti e il rimanente 50% alla graduatoria a esaurimento provinciale. I destinatari delle immissioni in ruolo della prima fase saranno assunti entro il 15 settembre prossimo e otterranno subito una sede provvisoria. Chi non otterrà la nomina nella propria provincia sarà assunto in un'altra provincia, dove sia rimasta vacante e disponibile una cattedra nella stessa classe di concorso, sempre in organico di diritto. Gli interessati potranno indicare le altre province, a domanda, elencandole secondo il proprio gradimento, secondo procedure comuni a coloro che rimarranno senza immissione in ruolo anche ad esito della seconda fase. Fin qui le immissioni ordinarie sui posti e le cattedre dell'organico di diritto. Quelle cioè, per le quali i destinatari delle assunzioni saranno applicati ad una cattedra e svolgeranno la prestazione di insegnamento nelle classi a loro affidate. Terminata la seconda fase, gli uffici procederanno alle assunzioni sui posti dell'organico aggiuntivo. I destinatari delle proposte di assunzione saranno i docenti che residueranno dalla prima fase. E cioè i precari inseriti nelle graduatorie dei concorsi del 2012 e nelle graduatorie a esaurimento che risulteranno collocati negli elenchi nei posti immediatamente successivi a quelli dei docenti appena assunti. Il criterio è sempre lo stesso: 50% dalle graduatorie dei concorsi e 50% dalle graduatorie a esaurimento. Ma i docenti che saranno assunti nella II fase non otterranno un incarico di insegnamento su una cattedra definita: saranno utilizzati per le supplenze fino a 10 giorni, per eventuali incarichi di gestione e organizzazione conferiti dal dirigente scolastico oppure per la realizzazione di progetti connessi al piano dell'offerta formativa, che sarà di durata triennale…. Ad esito delle prime due fasi gli aspiranti docenti che non dovessero essere stati fatti oggetto di alcuna proposta di assunzione, saranno immessi in ruolo in altre province, sempre nell'organico aggiuntivo. L'individuazione della provincia avverrà secondo un ordine di gradimento che sarà indicato, a domanda, direttamente dagli interessati. Qualora ad esito di tutte e 3 le fasi dovessero residuare aspiranti docenti che non fossero risultati destinatari di alcuna proposta di assunzione, nei confronti di questi ultimi non si procederà all'immissione in ruolo. Ma potranno comunque rimanere nelle graduatorie a esaurimento e nelle graduatorie di istituto di I fascia ed eventualmente di II fascia. Le assunzioni non saranno disposte automaticamente. Gli interessati dovranno presentare delle apposite domande i cui termini e modalità saranno fissati con un avviso che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. L'avviso recherà le disposizioni per la presentazione delle domande di assunzione, l'espressione delle preferenze e la forma delle proposte, dell'accettazione e delle rinunce. Agli interessati sarà data la possibilità di partecipare sia per la disciplina che per il sostegno e di indicare l'ordine in cui trattare sia queste preferenze che quelle territoriali. Le immissioni in ruolo avranno decorrenza giuridica al 1° settembre 2015. La decorrenza economica partirà, invece, dal giorno di assegnazione della sede. I docenti della I fase, che saranno assunti entro il 15 settembre, potranno giovarsi di una decorrenza economica molto prossima a quella giuridica. Per tutti gli altri, invece, bisognerà attendere il compimento delle procedure preliminari di costituzione dei posti aggiuntivi. Che potrebbe protrarsi per diversi mesi. L'unica cosa certa, stando a quanto prevede il disegno di legge, è che la procedura dovrà chiudersi entro il prossimo anno scolastico.
www.scuolaoggi.com-1 luglio 2015
“Le fasi “lunari” delle assunzioni”
░ Di Pippo Frisone
Nel maxiemendamento(comma 98)le assunzioni dei precari vengono scaglionate in tre fasi… Nel 2015/16 avremo solo una minima parte dei posti coperta da docenti di ruolo con nomine giuridiche ed economiche che prenderanno possesso, tra l’altro, di sedi a titolo provvisorio. Seguirà un piano straordinario di mobilità che superando anche gli attuali blocchi triennali consentirà ai docenti già di ruolo di ricollocarsi su tutto il territorio nazionale prima della sistemazione definitiva dei precari del piano straordinario. Nel 2015/16 avremo ancora i supplenti nominati dalle Gae e in alcune materie tecniche-scientifiche, quelli nominati dalle graduatorie d’istituto. Ai docenti è chiesto di presentare la domanda entro la scadenza che verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Quanti non la presenteranno o rinunceranno ad una proposta di assunzione verranno esclusi dalle rispettive graduatorie. Rimane forte la preoccupazione nelle grandi aree metropolitane sui tempi e sull’attuazione delle nuove procedure che presentano ancora non pochi nodi da sciogliere e che spetterà quanto prima al Miur chiarire . Come alcune discordanze tra relazione tecnica e testo del maxiemendamento, modificato fino all’ultimo momento, prima del voto finale in Senato. Di sicuro avremo gli uffici scolastici provinciali sovraccaricati di operazioni, tra graduatorie vecchie e nuove, provinciali e nazionali, nomine di ruolo e supplenze annuali e reperimento di posti che le tre fasi di certo non facilitano e rendono ancor più complesse. E tutto a ridosso dell’avvio del nuovo anno scolastico. Se fin’ora bastava una sola fase di nomine in ruolo a livello provinciale per mettere in difficoltà gli Uffici Scolastici provinciali, sempre alle prese con scadenze capestro, passare a tre fasi di cui ben due a livello nazionale, la dice lunga sullo scenario “lunare” che aprirà il nuovo anno scolastico. Il rischio di gettare le scuole nel caos è molto alto. E il governo col suo ddl sulla buona scuola sta facendo di tutto perché ciò avvenga.
www.orizzontescuola.it- 2 luglio 2015
“Concorso dirigenti Lombardia nuovamente annullato”
░ Il commento dell’ANDIS Lombardia.
La nota e dolorosa vicenda del concorso a dirigente scolastico della Lombardia - che sembrava chiusa tra giugno e settembre 2014 con la presa di servizio di 500 circa colleghi, in quasi metà delle scuole lombarde – viene drammaticamente riaperta dalla sentenza del TAR della Lombardia del 29 giungo scorso, sentenza che sostanzialmente rischia di azzerare il concorso a causa di una serie di irregolarità nella nomina della nuova commissione incaricata, dopo il primo annullamento delle “buste trasparenti”, di ricorreggere gli scritti e concludere le prove orali. Non siamo abituati a giudicare le sentenze, che vanno solo rispettate e applicate anche se si annuncia, in questo caso, un probabile ricorso al Consiglio di Stato da parte del MIUR. Tuttavia riteniamo che la prospettiva di lasciare senza guida, al prossimo settembre, la metà delle istituzioni scolastiche di una regione cardine come la Lombardia sia di una tale gravità da richiedere immediatamente che si individui e si attui, da parte dell’Amministrazione ma più ancora dei responsabili politici nazionali, una soluzione che concluda definitivamente la vicenda concorsuale confermando nel loro ruolo dirigenziale tutti i colleghi, che hanno superato e ri-superato una difficile procedura selettiva, hanno svolto con efficacia e professionalità un primo difficile anno di servizio, hanno partecipato ad un’intensa attività formativa loro dedicata. Andis riafferma con forza la propria posizione espressa anche nei confronti dei colleghi che hanno superato tutte le fasi previste dal concorso e che, successivamente, si sono trovati esclusi in esito a quella ricorrezione delle prove scritte che oggi viene pesantemente censurata dalla sentenza del TAR. Né i primi né, a maggior ragione, questi ultimi sono responsabili della drammatica sequela di partenze, stop e ripartenze che hanno segnato questi quattro anni di incertezze, mortificazioni e, anche, assai comprensibile rabbia. Certo sorprende e amareggia, come sottolineato nella stessa sentenza del TAR Lombardia, che l’Amministrazione scolastica, in questo caso il MIUR, pur sapendo di essere al centro dell’attenzione generale e che, già subita una prima sentenza di annullamento, avrebbe visto ogni sua scelta analizzata nel dettaglio, sia potuta incorrere in errori e carenze che secondo la sentenza del TAR sembrerebbero davvero gravi ed evidenti. Superficialità, sciatteria, incompetenza? … Le nubi che hanno oscurato le procedure concorsuali non solo in Lombardia – restano ancora aperte situazioni critiche in Campania, Toscana, Sicilia – sollecitano una attenta riflessione sulle future modalità di selezione dei dirigenti scolastici delle “buone scuole”. Andis condivide ed auspica che si dia corso a quanto previsto nel disegno di legge in corso di approvazione, sanando tutte le situazioni che coinvolgono dirigenti scolastici in servizio a tutti gli effetti e candidati che hanno superato tutte le prove previste dai concorsi precedenti. È inoltre urgente che si bandisca il più volte annunciato nuovo concorso a dirigente scolastico (in Lombardia, anche senza la novità della sentenza del TAR il prossimo anno si prevedono un centinaio di istituzioni scolastiche affidate in reggenza)…