ItaliaOggi - 17/02/2015
Fioroni: oltre la metà dei supplenti annuali non sono nelle Gae. Non possono essere tenuti fuori, serve un piano biennale
░ Alessandra Ricciardi intervista Beppe Fioroni, già ministro dell'istruzione del governo Prodi.
D. Il premier Matteo Renzi è stato chiaro, per scrivere la parola fine al precariato si deve partire dalla chiusura delle graduatorie a esaurimento.
R. Io da ministro ho scritto in una legge che le graduatorie permanenti andavano chiuse per uscire dall'emergenza e avere un sistema di reclutamento certo. Ma c'è un presupposto oggi da cui non si può prescindere: quest'anno le supplenze annuali sono state 137 mila, di queste 59mila sono da graduatorie ad esaurimento e 78.500 dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto.
D. I docenti delle graduatorie di istituto, salvo ripensamenti, sono fuori dalle assunzioni del decreto sulla Buona scuola.
R. Ecco perché dico che c'è bisogno di una soluzione complessiva. Per una parte dei docenti con contratti annuali, e che sono iscritti nelle graduatorie di istituto, scatta tra l'altro la sentenza della Corte di giustizia europea contro l'abuso di supplenze reiterate per tre anni su posti vacanti e disponibili, ossia nomine fino al 31 agosto. Se il governo dovesse mantenere questa esclusione dal piano, ci sarebbero ricadute pesanti in termini di didattica, perché verrebbero messi fuori docenti che ad oggi insegnano, magari a favore di chi è iscritto nelle Gae ma in questi anni ha fatto altro. E poi si esporrebbe lo stato italiano a ricorsi di massa, con il rischio di dover attuare sentenze di condanna all'assunzione e anche al risarcimento economico. Serve una soluzione complessiva, che contemperi le svariate situazioni.
D. Sta emergendo che non tutti i precari iscritti nelle Gae sono abilitati per le classi di concorso di cui c'è effettivamente bisogno.
R. È sempre complesso far coincidere le persone con le loro specificità, con i posti disponibili.Ecco perché sono convinto che per dare soluzione definitiva ai problemi sia necessario ipotizzare per le stabilizzazioni un processo più articolato e di durata almeno biennale. Per far corrispondere le risorse umane con il fabbisogno della scuola, dare risposta ai docenti delle graduatorie ad esaurimento, ma anche ai precari aventi titolo alla luce della sentenza della Corte Ue e iscritti nelle liste di istituto, e ai vincitori di concorso. Un anno in più tra l'altro consentirebbe, e non è poco, di fare tutto questo ragionando sui dati di fatto e non sulle ipotesi. Per esempio, capire quanti docenti precari sono effettivamente disposti a trasferirsi in altra regione in cambio dell'assunzione.
D. Lei ha provato a chiudere le graduatorie. Sono passati sette anni e si sono ulteriormente ingolfate. Non c'è il rischio che a forza di prendere tempo il problema non si risolva?
R. Sono stati fatti due errori in questi anni: aver pensato che l'organico dei docenti fosse determinato dalle risorse e non dagli studenti. E aver lasciato che le graduatorie a esaurimento mantenessero questo nome consentendo al contempo, in modo strumentale e demagogico, nuovi accessi. Evidentemente era utile avere tanti precari con il cappello in mano invece che docenti certi e stabili. Questo governo sta facendo un'altra cosa, vuole dire basta alla differenza tra organico di diritto e fatto, vuole evitare il sistema precarizzante, e lo vuole fare subito. Io credo che sia importante farlo e farlo bene. E se serve un anno in più, con risorse certe e un programma definito, ok, significa fare il bene della scuola.
www.corrieredellasera.it - 18 febbraio 2015
“Dalla «A» alla «D»: ecco i nuovi voti per valutare le competenze”
░ Nel titolo figura, impropriamente, la parola “voti”; si tratta di una comprensibile licenza. Le scuole che accetteranno di entrare nella sperimentazione per la certificazione delle competenze devono candidarsi entro il 20 marzo. (Di Antonella Di Gregorio)
In punta di piedi (perché, va premesso, non ci sono risorse extra per accompagnare la novità), entra nella scuola la «Certificazione delle competenze». Per gli studenti che concludono i cicli del primo grado - quinta elementare e terza media - alla tradizionale pagella che valuta con un numero la capacità di far di conto e coniugare i verbi, si aggiungerà presto una scheda che descrive la «padronanza dei saperi acquisiti, la capacità di usarli per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali e simulati». Non più (solo) l’accumulo di conoscenze, ma «il modo in cui vengono messe in relazione fra di loro e con il mondo che ci circonda», si legge nella Circolare del Miur (la n.3/2015) appena emanata, che contiene le indicazioni per l’«adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze». Problem solving e abilità, atteggiamenti ed emozioni, potenzialità, stile di vita. Un complesso insieme di caratteristiche che gli insegnanti sono chiamati a osservare nel tempo, misurare e raccontare in una scheda che verrà consegnata alle famiglie a fine anno, insieme alla pagella. Restituirà un profilo più dettagliato dello studente, ne documenterà il percorso compiuto e il processo di crescita individuale, favorendo la continuità dell’offerta formativa «e lo aiuterà - scrive il Miur - a effettuare scelte per il futuro». Il giudizio di sintesi sarà espresso in lettere, all’inglese: dalla «A» di un livello «Avanzato», molto competente (nel risolvere problemi complessi, decidere con responsabilità, padroneggiare le conoscenze), alla «D» di uno stadio «Iniziale» («L’alunno, se opportunamente guidato, svolge compiti semplici in situazioni note»), passando per la «B» di «Intermedio» e la «C» di «Base». Non sono previste voci negative: il nuovo modello di valutazione non vuole segnalare quello che non va, ma dare l’indicazione di una strada da percorrere. Le competenze cui la certificazione fa riferimento sono quelle considerate chiave per l’apprendimento permanente e individuate dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006. I nuovi modelli, accompagnati da Linee Guida e dalla circolare di accompagnamento per l’avvio sperimentale sono a disposizione delle scuole. Chi vuole aderire già da quest’anno può comunicarlo all’Ufficio Scolastico Regionale di competenza entro il 20 marzo…. Il prossimo anno, tutte le quinte primarie e le terze medie della Penisola adotteranno «in via sperimentale» la certificazione, che dal 2016/17 entrerà in via definitiva e obbligatoria nella routine della valutazione….
www.latecnicadellascuola.it - 18 febbraio 2015
“150mila assunzioni, subito da GaE e nel 2016 i vincitori-idonei del concorso?”
░ Di Alessandro Giuliani.
Si allarga la tipologia dei quasi 150mila docenti da assumere in estate. Però non abbastanza per contenere anche gli abilitati non inseriti nelle GaE, sui quali prevalgono dubbi e silenzi poco rassicuranti. Al momento non c’è nulla di certo, intendiamoci, ma queste sono le indicazioni giunte alla nostra redazione. Parallelamente ai precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, che dovrebbero avere la precedenza, verranno immessi in ruolo i vincitori e gli idonei di concorso. Su questi ultimi si è soffermato anche il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante un question time del 18 febbraio, ad un'interrogazione sulla situazione dei docenti e dei dirigenti scolastici ammessi con riserva nelle graduatorie di merito. Gli idonei del concorso 2012 "sono parte del piano assunzionale straordinario che il Governo sta approntando e che confluirà nel provvedimento in approvazione a breve in Consiglio dei Ministri", ha assicurato il responsabile del Miur.
“Ci sono poi - ha precisato il Ministro - altri due gruppi: i riservisti per anno di laurea, cioè coloro che si sono laureati dopo il 2001-2002, che non erano ammessi alla preselettiva del concorso del 2012 ma che avendo fatto domanda e avendo ottenuto sospensiva del Tar sono stati riammessi dagli uffici scolastici regionali e hanno poi vinto il concorso sulla base del merito e del punteggio acquisito; coloro che sono stati ammessi con riserva avendo conseguito nella preselettiva un punteggio inferiore a quello previsto come soglia minima”. “Per il primo gruppo - ha continuato Giannini - il Consiglio di stato ha dato ragione a questi ricorrenti e quindi il Miur non può che sciogliere la riserva per via amministrativa per tutti coloro che hanno e avranno buona ragione del loro diritto sulla base della sentenza del giudice amministrativo. Per il secondo gruppo la riserva potrà essere sciolta per ogni singolo ricorrente via via che ci sarà una sentenza definitiva in merito" e lo stesso principio vale per i dirigenti scolastici”. Dovendo però attendere l’esito della giustizia dei tribunali, i tempi per l’assunzione degli ammessi con riserva non saranno brevi. Tanto è vero che una delle voci insistenti delle ultime ore vorrebbe le immissioni in ruolo spalmate su due anni, sempre con precedenza da GaE. Con i docenti selezionati da concorso che avrebbero anche maggiori chance di essere inseriti nell’organico funzionale….
www.corrieredellasera.it - 19 febbraio 2015
“Si del Consiglio di Stato: il liceo può essere di 4 anni”
░La sperimentazione del liceo di 4 anni è legittima. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza pubblicata il 18 febbraio, ribaltando il giudizio del Tar del Lazio. La ragione dichiarata di questo ribaltamento è l’esigenza (per altro, fondata) di consentire ai nostri giovani di diplomarsi a 18 anni, come avviene in altri Paesi della U.E. Pertanto, prevediamo che la sentenza del Consiglio di Stato tornerà a incoraggiare coloro che premono per ridurre l’offerta pubblica di istruzione e di formazione dagli attuali 13 anni a 12 anni. E’ un grosso pericolo perché, com’è noto, questo servizio pubblico è nato con le moderne istituzioni democratiche e ne è uno dei principali nutrimenti. La proposta che l’ANIEF ha sempre sostenuto, e presentato nelle sedi istituzionali, mira a mantenere il budget di 13 anni, che siano però interamente gratuiti per i cittadini, come diritto-dovere. Il servizio pubblico di istruzione e formazione dovrebbe, a nostro parere, coprire il periodo dai 5 ai 18 anni concludendosi, nella secondaria di II grado, col biennio professionalizzante istruzione/lavoro nel quale intervengano, con la Scuola, i diversi soggetti educativi pubblici in partership con le aziende. Ecco il percorso, nel sistema da noi immaginato: - Primo ciclo: dai 5 anni ai 13 anni (obbligatorio e gratuito); - Biennio comune a tutti gli ordini scolastici: dai 13 ai 15 anni(obbligatorio e gratuito); - Anno di orientamento: dai 15 ai 16 anni (obbligatorio e gratuito); - Biennio terminale professionalizzante, in collaborazione con l’offerta formativa regionale e con l’imprenditoria. Questa proposta di rimodulazione dell’iter scolastico/formativo avrebbe il duplice pregio: di consentire l’“uscita” a 18 anni e, insieme, di non indebolire quel percorso secondario di secondo grado nel quale si strutturano le competenze tecniche e professionali dei nostri giovani, competenze che li rendono competitivi coi coetanei di altri Paesi della UE, nel mercato del lavoro.
A fare ricorso contro i corsi di quattro anni era stata la Cgil, e le quattro scuole nella quali, dal settembre scorso, è in atto la sperimentazione: il liceo Orazio Flacco di Bari, l’istituto Ettore Maiorana di Brindisi, l’Enrico Tosi di Busto Arsizio (Varese) e il Carlo Anti di Verona. Ora le quattro scuole che hanno istituito questi corsi potranno continuare la loro sperimentazione, come prevista dal Miur.
In particolare, i giudici di Palazzo Spada hanno evidenziato che: «l’articolazione dei richiamati moduli sperimentali risulta nel complesso omogenea e adeguata, anche in considerazione del fatto che alla riduzione di un anno nella durata del corso di studi secondari di secondo grado fanno da contraltare: a) un maggiore numero di ore settimanali di lezione; b) un maggiore numero annuale di giorni di lezione; c) la sostanziale invarianza delle materie di insegnamento; d) la piena conferma ed applicazione delle vigenti disposizioni in tema di esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e in tema di rilascio dei titoli di studio finali». Il `liceo breve´ ha «un percorso di studi serio ed impegnativo, dove i numeri del monte ore complessivo dimostrano che la sperimentazione non è una scorciatoia», commenta soddisfatto il dirigente scolastico del liceo classico Orazio Flacco di Bari, prof. Antonio d’Itollo. «Questo - spiega il dirigente - vuole essere solo un progetto sperimentale di ampio respiro internazionale, che affianca e non sostituisce il liceo di ordinamento, e che può dare più chance agli studenti di entrare prima nel mercato del lavoro e nel mondo delle professioni, come avviene in ben 12 Paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Olanda e Gran Bretagna dove già ci si diploma in 4 anni. L’obiettivo ultimo della sperimentazione è proprio quello di eliminare questo gap tra i diplomati italiani e quelli europei, assicurando, nel contempo, competenze e conoscenze di prim’ordine». …
www.istruzione.it - 19 febbraio 2015
“Bando Sir, il Miur al lavoro per chiudere
rapidamente valutazione progetti”
░ Dell’Ufficio Stampa.
Sono 87 i progetti che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha deciso di finanziare fra quelli che hanno partecipato al bando “Iniziative per la promozione della cultura scientifica” emanato lo scorso luglio. Potevano concorrere scuole, soggetti pubblici e privati. L'elenco delle iniziative che hanno superato la selezione è da oggi on line sul sito del Miur. Dal Festival della Statistica e della Demografia ai progetti di scambio fra Scuola e mondo della Ricerca, alle iniziative di potenziamento dei laboratori, passando per le masterclass di fisica e per la robotica impiegata per potenziare la didattica in licei e istituti tecnici e professionali. Sono alcune delle proposte promosse dagli esperti che hanno avuto accesso ai finanziamenti. I fondi disponibili ammontano a 3.720.000 euro. Nel dettaglio, sono 79 le iniziative vincitrici della categoria 'Progetti annuali', di questi 56 sono stati presentati da istituzioni scolastiche e 23 da soggetti, pubblici e privati, diversi dalle scuole. Sono infine 8 i progetti selezionati per la stipula di Accordi di programma. Le domande approvate prevedono un’ampia partecipazione di soggetti: oltre alle scuole, Associazioni, Fondazioni e Società, Università, Musei scientifici, Enti di ricerca, Enti locali. Gli ambiti tematici affrontati dai progetti selezionati sono ampi e rispondono alle molteplici finalità del bando che, in particolare, chiedeva di favorire la promozione della divulgazione scientifica attraverso l’impiego di nuove tecnologie e di sviluppare sinergie stabili tra il mondo della Scuola e quello dell’Università e della Ricerca, anche con lo scopo di incentivare la formazione e l’aggiornamento professionale dei docenti italiani per una sempre più efficace didattica della scienza.
www.orizzontescuola.it - 20 febbraio 2015
“AGE: sì ad assunzioni docenti ma con formazione continua e obbligatoria e genitori nel nucleo di valutazione”
░I risultati dell'indagine sulle linee guida La Buona Scuola, realizzata dall’Associazione Italiana Genitori sul sito associativo (www.age.it): alla consultazione, conclusa il 20 ottobre, hanno partecipato 1.143 persone, di cui 659 donne (il 64%) e 371 uomini (il 36%), l’età media è di 46 anni e il 75% ha figli a scuola, il 19% esercita la professione di insegnante e il 48% è socio Age.
… Sul piano straordinario di assunzione degli insegnanti i genitori, sebbene favorevoli, puntano su alcune precondizioni irrinunciabili: formazione obbligatoria, continua e che abbia didattiche (86%). Bocciata, invece, la chiamata diretta: favorevoli solo l’8% degli intervistati.
Consensi incassa la possibilità di introdurre nuove discipline, ma tra le famiglie regna la sfiducia nella reale attuazione di queste novità, perché per il 39% mancano le risorse economiche e per il 61% occorre un’adeguata formazione degli insegnanti. Uno spreco di risorse per il 14% dei genitori la valutazione di docenti e alunni. Ma il 70% crede nel Sistema nazionale di valutazione e nelle prove Invalsi. Per valutare il merito dei docenti il 39% chiede un nucleo di valutazione interno alla scuola, con la presenza dei genitori. La maggiore criticità evidenziata dalle famiglie, infatti, è che la componete genitori è sottovalutata e poco valorizzata: il 71% la vorrebbe paritaria a quella docenti. Gli stessi Organi Collegiali risultano inadeguati addirittura dall’80% dei genitori che mostrano l’esigenza di riformarli assegnandogli un ruolo di indirizzo, controllo (87%). Un plebiscito di consensi incassa l’alternanza scuola-lavoro (83%), anche se il 17% delle famiglie è contrario all’obbligatorietà di questi percorsi. Promossi anche i finanziamenti privati alle scuole, purché il Miur vigili (9%) e soprattutto riequilibri differenze territoriali con risorse aggiuntive dove necessario. Insufficiente, invece, l’impegno del governo a favore degli studenti con disabilità per il 42% degli intervistati. Centrale resta il nodo della preparazione dei docenti. Assente dalla Buona Scuola il tema della libertà di scelta educativa, riferito in particolare alle scuole paritarie. L’Age ha voluto indagare anche questo tema, registrando che sui fondi alle paritarie i genitori sono divisi tra detassazione (38%) e costo standard (37%). Interessante che ben il 735 degli intervistati considera queste scuole importanti per il pluralismo dell’offerta formativa. Il capitolo edilizia scolastica è quello che in generale registrale opinioni più negative dei genitori. Il 71% è scettico sul Piano Scuole del governo. Per il 19% “solo annunci e poi il vuoto”.
Infine, tra le proposte e le osservazioni dei genitori nelle domande aperte dell’ultima sezione del questionario, il podio va alla richiesta di una maggiore partecipazione dei genitori a scuola. Seguono osservazioni sulla qualità dell’insegnamento: le famiglie chiedono più pedagogia e formazione in servizio per docenti e dirigenti. Ma anche stipendio più alti agli insegnanti e corsi per prevenire il burnout. E invitano a porre attenzione al rapporto con gli enti locali, aspetto trascurato nel documento governativo. Mentre c’è chi si spinge, sul fronte finanziamenti agli istituti scolastici, ad abolire il Mof.
www.latecnicadellascuola.it – 21 febbraio 2015
“Convegno Pd su #riformabuonascuola, programma e indiscrezioni: le GaE non si svuoteranno”
░Sarà il ministro Giannini ad aprire, domenica 22, l’iniziativa del dipartimento Scuola del Partito democratico. Il premier Renzi parlerà nel finale. Di Alessandro Giuliani.
È confermato: ci sarà anche il premier Matteo Renzi domenica prossima, a Roma, presso la sala conferenze "Nazionale Spazio Eventi" (via Palermo) al convegno"La Scuola che cambia, cambia l`Italia": l’iniziativa del dipartimento Scuola del Partito democratico, che cade nel giorno del primo anniversario della nascita del Governo, sarà così arricchita nella sua parte conclusiva dalla presenza del presidente del Consiglio.
L’evento, fanno sapere gli organizzatori, si aprirà alle ore 10, con un intervento del ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, per concludersi alle 13,30. Parteciperanno, tra gli altri, il sottosegretario all`Istruzione Davide Faraone, la responsabile della Cabina regia sull`Edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio Laura Galimberti, la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi, il Capogruppo Pd in Commissione Cultura Scienza Istruzione della Camera dei Deputati Maria Coscia. Sono previsti inoltre i contributi di operatori del mondo scolastico e di esponenti dello sport. Cogliamo l’occasione per rendere partecipi i nostri lettori delle ultime indiscrezioni sul piano di riforma. Iniziamo subito con il dire che sugli scatti di anzianità non vi dovrebbe essere nulla di definito, nel senso che dopo aver archiviato il modello dell’accesso limitato al 66% di dipendenti (bocciato con la consultazione nazionale on line) il Governo non sembra aver ancora le idee chiarissime. Di questo argomento, sui cui i sindacati rivendicano il coinvolgimento perché tema specifico di contrattazione, se ne riparlerà nel secondo decreto, quello dai tempi più distesi. Capitolo assunzioni. L’iter che si sta delineando è il seguente: la gran parte delle assunzioni avverrà dalle GaE (che però non si svuoteranno), ma solo laddove vi sono posti liberi. Nel senso che nel caso di graduatorie, in determinate province, con docenti sovrannaumerari, il Miur non procederà all’assunzione. Invece, si andrà ad attingere dalle graduatorie d’Istituto laddove siano esaurite le disponibilità di candidati da GaE: una circostanza che varrà soprattutto per le materie scientifiche. L’amministrazione, tuttavia, dovrà fare in modo di verificare che gli abilitati di seconda fascia siano anche in possesso dei 36 mesi minimi di supplenze, anche non continuative, svolte su posti effettivamente vacanti. Confermata l’assunzione, infine, degli aspiranti docenti reputati vincitori o idonei a seguito dell’ultimo “concorsone”: costoro, però, non dovrebbero essere che poche migliaia ed è probabile che la loro assunzione slitti al 2016. Considerando questo "particolare" e l'esclusione dei precari collocati su graduatorie già abbondantemente coperte da personale di ruolo, comincia a vacillare anche un altro totem della riforma: l'organico funzionale. Sembrerebbe, infatti, che a settembre non sarà possibile attuarlo. Solo voci?