www.corrieredellasera.it - 8 febbraio 2015
“La lettura digitale ci cambierà?”
░ Alice Vigna fa riferimento a uno studio pubblicato dalla Rivista New Scientist sugli effetti cerebrali della rivoluzione digitale. Secondo noi è evidente che apprendere sul web sia un modo nuovo di imparare che comporta un funzionamento peculiare del cervello umano: una differente organizzazione e ritenzione mnemonica, una diversa gestione dei codici (più codici simultaneamente), la gestione della sinergia tra le procedure analogiche e logiche, la interrelazione tra le procedure di reperimento delle informazioni e la elaborazione concettuale di esse, simultanea, tale da assottigliare il margine di autonomia nel distinguere, scegliere, confrontare informazioni numerose, complesse e a volte contraddittorie, fino al punto che l’acquisizione sembra essere già la valutazione.
Oggi possiamo avere a disposizione, oltre a librerie colme di volumi, anche e-reader e tablet in grado di contenere centinaia di testi: un sistema di conservazione e lettura dei testi comodo ed economico. Ma siamo sicuri che la lettura su uno schermo (così come la scrittura, visto che gli appunti su tablet sono ormai più diffusi dei bloc-notes) non stia alterando il nostro modo di ragionare e il modo di funzionare del nostro cervello?... La trasformazione radicale delle abitudini di lettura e scrittura sembra infatti minare abilità cerebrali come l’attenzione o la capacità di comprensione, stando alle ricerche di Anne Mangen, dell’Università di Stavanger, in Norvegia. «Abbiamo chiesto a un gruppo di volontari di leggere lo stesso testo su un e-reader o su carta — racconta Mangen —. Chi ha letto il libro cartaceo ricordava meglio la trama e riusciva più facilmente a mettere gli eventi nella giusta sequenza. L’effetto potrebbe essere correlato con la necessità di “tenere il filo” di ciò che leggiamo: su carta abbiamo molti indizi fisici ad aiutarci, ad esempio possiamo ricordare che un fatto si è compiuto quando eravamo quasi all’inizio o a circa metà del volume. Il testo elettronico invece ci fa “perdere” di più tra le sue righe: non percepiamo quanto manca alla fine o a che punto siamo, il testo appare sempre uguale».
Tutto ciò in qualche modo confonde e forse ci priva di un po’ di coinvolgimento nei confronti dei fatti narrati, almeno stando a un’altra ricerca della Mangen secondo cui leggere su carta aumenta l’empatia del lettore nei confronti dei personaggi e della storia. C’è di più: la lettura online ci sta rendendo incapaci di attenzione a lungo termine…: banner, video e link distraggono e minano la capacità di concentrazione che serve per una lettura “profonda”, l’unica che consenta di seguire trame complesse…. Il nostro cervello e la qualità delle nostre conoscenze stanno cambiando probabilmente non solo a causa dei supporti usati per leggere o scrivere: oggi vogliamo sapere come e dove possiamo trovare un’informazione, piuttosto che cercare di ricordarla…. La natura della conoscenza è cambiata con l’arrivo della scrittura; sta succedendo lo stesso con web, tablet e smartphone.
www.larepubblica.it - 8 febbraio 2015
“Buona Scuola, il rebus assunzioni. E c'è chi propone per i nuovi prof un "esame" dopo un anno”
░ La risoluzione presentata in commissione Cultura alla camera lo scorso 23 gennaio da Milena Santerini - sottoscritta da due colleghi del Partito democratico: Maria Grazia Rocchi e Mara Carocci - chiede al governo di impegnarsi su due aspetti. (Di Salvo Intravaia). Nella rubrica di Aggiornamento in progress, abbiamo già (9 febbraio) espresso la valutazione dell’ANIEF sui due aspetti della proposta Santerini, apprezzando il primo e dissentendo dal secondo (Nessun giudizio di un Comitato di valutazione dei servizi, di un ispettore di docenti universitari o di dirigenti scolastici potrebbe, in quanto estemporaneo, avere attendibilità sufficiente da eventualmente ribaltare la valutazione (ponderata lungo un biennio) dei docenti-formatori (di provenienza scolastica e universitaria) nominati da MIUR e atenei nelle SSIS.
La prima riguarda la distribuzione dell'organico funzionale dei docenti… A settembre, le scuole italiane dovrebbero ricevere un contingente di posti costituito da due macro aggregati: il vecchio organico di diritto per coprire gli insegnamenti, più una quota aggiuntiva costituita da una parte dei 148mila precari delle liste ad esaurimento che le scuole potranno impegnare per tutte le finalità previste dal Piano dell'offerta formativa: dal recupero degli alunni meno attrezzati all'organizzazione della scuola, passando attraverso la creazione di percorsi e discipline aggiuntive per disegnare curricola più aderenti agli obiettivi dell'istituto oppure al territorio. La Santerini chiede che nell'assegnare i posti dell'organico funzionale si tenga conto anche della complessità delle aree in cui ricadono le scuole "tenendo anche conto dei risultati di apprendimento quali risultano dalle prove standardizzate Invalsi". In altre parole, più risorse al Sud dove gli apprendimenti sono carenti e la dispersione scolastica da record a livello europeo. … La seconda richiesta è quella di un "anno di prova" per i nuovi assunti che non si limiti alla formalità della relazione sull'attività svolta nell'ultimo anno e al brindisi di giugno con pasticcini e spumante. La risoluzione Santerini chiede di "accompagnare la formazione in ingresso del personale docente immesso in ruolo con una decisa innovazione dell'anno di prova, nel corso del quale accertare il possesso delle competenze di base dei docenti assunti, rilevandone crediti e debiti formativi in base ai quali prevedere la formazione ed eventuali possibilità di rinvio o recessione del contratto"…. Se la proposta dovesse entrare nel decreto-legge, i neo immessi in ruolo potranno essere rimandati a settembre o addirittura bocciati alla fine dell'anno di prova. Ma da chi? Da un Comitato di valutazione che, secondo quanto richiede la stessa risoluzione, dovrebbe essere allargato anche "docenti universitari e ispettori". Quello che trapela finora sul decreto in corso di compilazione è una certa innovazione sulla valutazione dell'anno di straordinariato, ma non spinto a questi livelli. …
Italia Oggi - 10 febbraio 2015
“Precari Ata, uno su cento ce la fa”
░ Poche le chance di supplenza per i 300mila ATA iscritti. La legge di Stabilità ha ridotto i posti in organico e vietato le supplenze fino a 7 giorni. Di Nicola Mondelli.
Sarebbero in totale trecentomila gli aspiranti a supplenze brevi e saltuarie di assistente amministrativo, assistente tecnico, collaboratore scolastico, guardarobiere, cuoco e infermiere che entro l'8 ottobre 2014 avevano presentato domanda di aggiornamento o di inserimento nelle graduatorie di istituto di terza fascia del personale Ata. Si tratta delle graduatorie valide per il triennio 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017. Il loro numero, peraltro assolutamente indicativo, lo si ricava dalla presa visione, appunto, delle graduatorie provvisorie consultabili sui siti degli uffici scolastici territoriali e su quelli degli istituti presenti nelle singole province. Il dato definitivo, che presumibilmente non si discosterà molto da quello ufficioso, lo si potrà tuttavia definire solo dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive, pubblicazione che dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. In ogni caso il dato di trecentomila non sorprende più di tanto quanti avevano fatto osservare, fin dal momento della pubblicazione del decreto ministeriale (5 settembre 2014) con il quale si fornivano le disposizioni per l'aggiornamento o l'inserimento nelle graduatorie di istituto di terza fascia, che l'avere consentito a chiunque di presentare la domanda, purché in possesso dei titoli di studio richiesti per ognuna delle figure professionali del personale Ata – non inferiore comunque al diploma di qualifica triennale rilasciato da un istituto professionale - avrebbe indotto migliaia di giovani e meno giovani a presentarla nella speranza di ottenere nel corso del triennio di validità delle graduatorie una supplenza breve o saltuaria. Una speranza che, alla luce dell'elevatissimo numero di aspiranti e soprattutto delle ulteriori riduzioni di posti in organico (2.020 a decorrere dall'anno scolastico 2015/2016) e del divieto imposto ai dirigente scolastici al conferimento di supplenze brevi di assistente amministrativo nelle scuole con più di tre unità in organico di diritto, di assistente tecnico, di collaboratore scolastico per i primi sette giorni di assenza del titolare, previsti dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), potrà realizzarsi per l'1 o al massimo per il 2 per cento degli inclusi nelle graduatorie di istituto. Dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive, i dirigenti scolastici saranno tenuto a conferire eventuali supplenze utilizzando esclusivamente le nuove graduatorie, ciò comporterà in non pochi casi la risoluzione del contratto stipulato con gli aspiranti inclusi nelle graduatorie in vigore per il triennio 2011/2014, contratti validi fino alla nomina dell'avente diritto incluso nelle nuove graduatorie.
www.latecnicadellascuola.it - 11 febbraio 2015
“Rsu: confermata l'eleggibilità del personale a tempo determinato”
░ Di Lara La Gatta.
In data 9 febbraio 2015 è stato sottoscritto definitivamente il Contratto collettivo nazionale quadro con il quale si interviene sull’elettorato attivo e passivo delle RSU. In particolare, l'articolo 3 (Elettorato attivo e passivo) - Parte II - dell’Accordo collettivo quadro per la costituzione delle RSU per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale del 7 agosto 1998, come modificato dall’ACQ 24 settembre 2007, è sostituito dal seguente: “1. Hanno diritto a votare (elettorato attivo) tutti i lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato in forza nell’amministrazione alla data delle votazioni, ivi compresi quelli provenienti da altre amministrazioni che vi prestano servizio in posizione di comando e fuori ruolo. 2. Ai fini della definizione degli adempimenti relativi delle procedure elettorali, ivi compreso il calcolo dei componenti della RSU, si tiene conto soltanto dei dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato in forza nell’amministrazione alla data di inizio della procedura elettorale (annuncio). 3. Sono eleggibili (elettorato passivo) i lavoratori che, candidati nelle liste di cui all’art. 4, siano dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in servizio alla data di inizio delle procedure elettorali (annuncio), sia a tempo pieno che parziale. 4. Fatto salvo quanto previsto al comma 5, nei comparti di contrattazione sono, altresì, eleggibili i dipendenti a tempo determinato, in servizio alla data di inizio della procedura elettorale (annuncio), il cui contratto a termine, al fine di garantire la stabilità della RSU, abbia una durata complessiva di almeno 12 mesi dalla data di costituzione della stessa. 5. Nei comparti Scuola ed AFAM sono, altresì, eleggibili i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo determinato cui sia stato conferito un incarico annuale fino al termine dell’anno scolastico/accademico o fino al termine delle attività didattiche.”
In merito alla durata e sostituzione nell’incarico, il CCNQ prevede che i componenti della RSU restino in carica per tre anni, al termine dei quali decadono automaticamente con esclusione della prorogabilità.
In tutti i casi di dimissioni o decadenza di uno dei componenti, lo stesso sarà sostituito dal primo dei non eletti appartenente alla medesima lista. Le dimissioni devono essere formulate per iscritto alla RSU. Quest’ultima ne dà comunicazione al servizio di gestione del personale e, mediante affissione all’albo, ai lavoratori. Tale comunicazione deve contenere anche il nominativo del subentrante o la dichiarazione di decadenza dell’intera RSU, nei casi previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti.
░ Faraonèidi. Senza dubbio, per il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone questi sono i giorni della ribalta, almeno fino al prossimo 22 febbraio, quando le luci ovale inquadreranno Renzi. In ombra la Giannini.
Attingendo a Latecnicadellascuola.it e a Orizzontescuola.it riportiamo alcune delle dichiarazioni pubblicate nei giorni 12 e 13 febbraio.
www.latecnicadellascuola.it - 12 febbraio 2015
“Sostegno, si cambia: corsi per tutti e gli specializzati non potranno più passare sulla materia”
Il sottosegretario all'Istruzione: “oggi è spesso scorciatoia per passare di ruolo, non può più essere così”. Inoltre, il supporto agli alunni con problemi di apprendimento “diventerà affare di tutto il personale scolastico: formazione in servizio per docenti curriculari, personale Ata e dirigenti scolastici e personale altamente specializzato per le disabilità gravi”. Le novità introdotte dal sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, il 12 febbraio sul suo blog "Cambiamenti", sono ad ampio spettro. E toccano anche gli insegnanti agli alunni disabili. Che, a detta del ‘renziano’, firmatario di un ddl Pd proprio sulla riforma del sostegno, potrebbero presto cambiare fisionomia.
"Riformeremo il sostegno – scrive Faraone - che diventerà affare di tutto il personale scolastico: formazione in servizio per docenti curriculari, personale Ata e dirigenti scolastici e personale altamente specializzato per le disabilità gravi", ha scritto sempre il sottosegretario Faraone.
"Dobbiamo superare la delega che continua a essere presente nelle classi, tra insegnanti di classe e insegnanti di sostegno. È un modo di fare che - spiega il sottosegretario sempre dal suo blog - ha una ricaduta negativa anche e soprattutto sull'immagine che lo studente ha di sé. Sappiamo che in passato molti docenti sono passati sulle cattedre di sostegno come 'ripiego' nei casi di esubero delle proprie classi di concorso, come scorciatoia per passare di ruolo: non può più essere così". Nulla comunque è ancora deciso: il progetto riforma è solo all’inizio del suo lungo iter.
www.orizzontescuola.it - 12 febbraio 2015
“Riforme. Degli alunni H si occuperanno tutti i docenti, stop passaggio su materia. Stranieri gestiti con l'organico funzionale”
Gli alunni stranieri dovranno poter essere accolti a scuola in qualsiasi momento dell'anno, per questo è necessario specializzare ed utilizzare degli insegnanti referenti. Ovviamente, questi insegnanti dovranno entrare a far parte dell'organico funzionale, una cui quota parte dovrà essere composta da insegnanti referenti in possesso di certificazione delle competenze per l’insegnamento dell’italiano per gli stranieri.
Ciò però non basta. Secondo quanto scrive l'On. Davide Faraone Sottosegretario del Miur nella sua newsletter, saranno istituiti dei laboratori linguistici permanenti, anche in rete, con insegnanti che hanno seguito un percorso formativo per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Per quanto riguarda il sostegno, esso sarà riformato in modo tale che diventerà affare di tutto il personale scolastico: formazione in servizio per docenti curriculari, personale Ata e dirigenti scolastici e personale altamente specializzato per le disabilità gravi. …
www.orizzontescuola.it - 13 febbraio 2015
Faraone: "docenti Graduatorie istituto, abbiate fiducia. Ma dal 2016 concorso". "Aumenteremo stipendi docenti e dirigenti"
Lungo intervento quello di Davide Faraone a Fahrenheit, su Rai 3. Oltre alla soluzione del precariato, ha affrontato la questione formazione docenti, stipendi dirigenti e valutazione scuole. "Abbiate fiducia faremo una proposta che non tiene conto solo delle GaE, ma tiene conto anche di una ricchezza che in questi anni si è costruita e strutturata tra i docenti della seconda fascia d'istituto. Aspettate di leggere il decreto prima di dire chi è dentro e chi è fuori". Così ha risposto il Sottosegretario Faraone ad una docente che le poneva domande sul suo futuro di iscritta in GI. Ma non si prescinderà dal concorso, dal 2016 sarà l'unico strumento di selezione. Per il futuro, anticipa il Sottosegretario, si investirà sulla selezione degli insegnanti, "in questi anni - ha detto - è accaduto che la scuola è stata fucina del precariato e delle graduatorie, più che il luogo dei concorsi e selezione docenti per merito". "Azzeriamo le graduatorie, - ha concluso - dal 2016 solo concorso. Sulla formazione e qualità degli insegnanti investiremo tantissimo e premieremo i migliori." … "Noi - ha detto - terremo conto delle condizioni di partenza di ogni scuola, non c è una valutazione a prescindere. In più, premieremo chi fa bene e daremo forza a chi è indietro per mettersi al passo."
www.orizzontescuola.it - 13 febbraio 2015
“Faraone anticipa riforma stipendi: scompare 66%. Non deciderà solo il dirigente. Come valutare prof sostegno. Tutti i particolari”
Il Sottosegretario Faraone, oggi a Fahrenheit su RaiRadio3, esordisce affermando di non essere mai stato d'accordo con il tetto massimo del 66% di docenti da premiare presente nel testo delle linee guida della riforma…. Non più una riforma che mette un tetto massimo di docenti da premiare, ma un tetto finanziario. Ci sarà, ha affermato Faraone, "Una quota dei fondi destinati alla premialità degli insegnanti che sarà di 2/3 determinata dal merito. La quota non corrisponderà ad una quota di insegnanti, ma corrisponderà alla cifra delle risorse destinate al merito. Non c'è più il 66%."… Faraone afferma, inoltre, che far passare il principio che gli insegnanti debbano essere valutati per quanti anni fa l'insegnante, sarebbe come dire di valutare gli studenti per il tempo che trascorrono in classe. Quindi "dobbiamo valutare l'insegnante anche per come fa l'insegnante." Cosa sarà valutato dell'operato dell'insegnante? Non soltanto l'attività didattica, saranno premiati quei docenti che, accanto alle ore tradizionali di lezione, svolgono attività a scuola "diverse rispetto alle tradizionali", come l'istituzionalizzazione delle buone pratiche, come si relaziona con gli studenti, come costruisce attività didattiche non tradizionali, come si forma. La valutazione prenderà in esame come gli insegnanti svolgeranno attività coerenti con quelle dell'istituto, come la partecipazione all'apertura pomeridiana (sarà un elemento di valutazione), come si costruiscono attività di collegamento tra scuola e lavoro. Tutti questi tasselli faranno la valutazione dei docenti. Chi giudicherà?
"Non ci sarà un unico giudice monocratico", afferma il Sottosegretario. I docenti saranno valutati da un collegio che avrà al suo interno il dirigente scolastico e due insegnanti che saranno eletti dagli insegnanti e parteciperanno anche gli studenti, con una valutazione di secondo grado. Come si valuteranno gli insegnanti di sostegno? Le carriere tra docenti curriculari e di sostegno saranno completamente diverse, perché, afferma Faraone, "i mestieri sono diversi. Non è possibile mischiare due cose profondamente diverse". Il processo di valutazione per gli insegnanti di sostegno punterà a giudicare come viene costruita l'integrazione all'interno della classe, su come si realizza l'inclusione.
www.larepubblica.it - 13 febbraio 2015
“Generazione precaria, poveri del futuro. Il 65% dei giovani in pensione a meno di mille euro”
░Il 40% dei dipendenti tra 25 e 34 anni ha oggi una retribuzione fino a mille euro. A fine carriera, anche considerando avanzamenti paragonabili a quelli del passato, la loro pensione sarà da fame. Per il Censis, il 65% dei giovani di oggi prenderà meno di mille euro
Brutte prospettive per la "generazione mille euro", che avrà ancora meno a fine carriera. Se oggi il 40% dei lavoratori dipendenti tra i 25 e 34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a mille euro, molti a fine carriera, una volta arrivati alla pensione, rischiano di avere ancora meno. "L'invecchiamento della popolazione e le riforme pensionistiche rendono più complesso il quadro delle variabili che incidono sulla longevità", dice il Censis che con la Fondazione Generali ha avviato un percorso di ricerca sul welfare di domani. Il Censis stima che "il 65% dei giovani occupati dipendenti 25-34enni di oggi avrà una pensione sotto i mille euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti, considerando l'abbassamento dei tassi di sostituzione. E la previsione riguarda i più 'fortunati', cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. Se continua così, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani". Il problema dei cosiddetti millenials (ragazzi tra 18 e 34 anni) è che la loro posizione lavorativa e retributiva cozza del tutto con il nuovo sistema pensionistico, contributivo. "Il 53% di loro pensa che la loro pensione arriverà al massimo al 50% del reddito da lavoro", dice il Censis. La loro pensione dipenderà dalla capacità che avranno di versare contributi presto e con continuità. "Ma il 61% dei millennials ha avuto finora una contribuzione pensionistica intermittente, perché sono rimasti spesso senza lavoro o perché hanno lavorato in nero. Per avere pensioni migliori, l'unica soluzione è lavorare fino ad età avanzata, allo sfinimento. Ma il mercato del lavoro lo consentirà? Intanto l'occupazione dei giovani è crollata. Siamo passati dal 69,8% di giovani di 25-34 anni occupati nel 2004, pari a 6 milioni, al 59,1% nel 2014 (primi tre trimestri), pari a 4,2 milioni. In dieci anni, ci sono stati 1,8 milioni di occupati in meno tra i giovani, con un crollo di 10,7 punti percentuali. Una perdita di occupazione giovanile che, tradotta in costo sociale, è stata pari a 120 miliardi di euro, cioè un valore pari al Pil di tre Paesi europei come Lussemburgo, Croazia e Lituania mesi insieme".
Dal sondaggio emerge che a far paura non è l'invecchiamento, ma il rischio di perdere l'autonomia. "Solo il 35% degli italiani ha paura di invecchiare: il 15% combatte gli effetti dell'invecchiamento e il 20% si rassegna. Il 65% invece non teme l'invecchiamento: perché lo considera un fatto naturale (53%) o perché pensa che invecchiando si migliora (12%). A far paura è la perdita di autonomia. Pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l'insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza. E il 54% degli anziani fa coincidere la soglia di accesso alla vecchiaia proprio con la perdita dell'autosufficienza, il 29% con la morte del coniuge e il 24% con il pensionamento. La fragilità legata all'invecchiamento terrorizza i giovani. Pensando a quando saranno anziani e bisognosi di cure, il 32% di giovani e adulti si preoccupa perché non sa bene che cosa accadrà, il 22% è incerto e disorientato, e solo il 16% si sente tranquillo, perché si sta preparando a quel momento con risparmi e polizze assicurative, o semplicemente conta sul supporto della propria famiglia". Guardando alla vecchiaia, il modello finora funzionante della badante è in crisi con le difficoltà economiche: sono 120.000 le persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante per ragioni di portafoglio. Ma la situazione abitativa degli anziani non è il meglio, tanto che 2,5 milioni di persone vivono in abitazioni non adeguate alle loro condizioni di ridotta mobilità e che avrebbero bisogno di interventi per essere trasformate. Di contro, le residenze per anziani non hanno appeal perché sono solo parcheggi per vecchi che provocano malinconia. Ma 4,7 milioni di anziani sarebbero favorevoli ad andare in residenze se la loro qualità migliorasse.