www.latecnicadellascuola.it - 10 gennaio2015
“Il crollo di Scelta civica e la ministra“
░ Mai si era visto un partito crollare in un anno dal 10% all'1% (anzi, ancor meno) e non era mai capitato che un terzo dei gruppi parlamentari si schierasse per non svolgere un congresso. Di Pasquale Almirante.
Italia Oggi fa una impietosa analisi del partito della ministra Stefania Giannini, Scelta civica, ormai quasi scomparso e con undici fra deputati e senatori scesi in campo per chiedere di soprassedere alla convocazione del primo congresso del partito, che presenta caratteri tali da farlo ritenere pure l'ultimo. Personaggi di primo piano nel mondo politico, parlamentare e governativo, da Pietro Ichino a Linda Lanzillotta a Benedetto Della Vedova, da Stefania Giannini a Ilaria Borletti Buitoni, hanno annunciato un pericolo concreto: le contrapposizioni, già emerse ed emergenti, possono recare alla “definitiva disgregazione”. I mesi trascorsi dopo la batosta delle elezioni europee hanno portato a defezioni e stanchezze. Eppure c'è chi, pensa che il partito possa trovare un proprio spazio, né a destra né a sinistra, benché la maggioranza si sia impegnata per fermare il processo congressuale ritenendo che la sconfitta europea abbia attestato l'inesistenza definitiva di una cerchia elettorale e che quindi non convenga impegnarsi in assise destinate a rimarcare più le divisioni che non l'unità.
Occorre poi ricordare che nel potenziale spazio centrista cui S.C. (o Sc 2.0) potrebbe aspirare agiscono già il recente coagulo di Area popolare (Ncd e Udc) e poi il raggruppamento tra Centro democratico e Per l'Italia. Andare ad aggiungere un'altra sigla, scrive Italia Oggi, concorrente non pare produttivo. Ed è facile supporre che sia i parlamentari che intendono fermare il congresso, sia altri loro colleghi pronti invece a impegnarsi nelle assise, intendano guardare più alla propria personale ricollocazione che non al sopravvivere di un partito senza seguito. E in questo possibile pantano politico c’è il ruolo e la funzione della ministra Stefania Giannini che si trova al dicastero dell’Istruzione grazie ai voti riportati al tempo della meteora Monti: e ora che il partito di SC è al lumicino conviene ancora a Renzi tenerla in un ruolo chiave nel proprio esecutivo? Vedremo.
www.corrieredellasera.it - 12 gennaio2015
“Un’ora obbligatoria per conoscere le religioni“
░ Il quotidiano milanese ospita una lettera di Francesca Campana Comparini (organizzatrice del Festival delle Religioni): auspica che un insegnamento interculturale di religione sia nel curricolo obbligatorio.
Cosa fa superare l’indifferenza? Il superamento delle differenze. Cosa fa superare la diffidenza? La conoscenza. … Un tempo, in un mondo di frontiere, era importante conoscere la geografia del mondo. Oggi in un mondo senza frontiere è importante conoscere la geografia dell’uomo e delle sue culture. In primis le culture religiose. Quelle che re-ligono, che quindi legano i popoli, le singole persone a credi fortemente determinanti nelle scelte sociali economiche e politiche. Quelle, in definitiva, che muovono la storia… Uno Stato ha il dovere di fare un’azione culturale forte nei confronti dei propri cittadini … Perché non proporre allora l’obbligo dell’ora di storia delle religioni nelle scuole? L’ora di religione è sempre stata una scelta facoltativa da parte degli studenti che, siamo onesti, l’hanno sempre vista come un’ora di ricreazione aggiuntiva o come la ripetizione del catechismo settimanale parrocchiale. La storia delle religioni, non di una, ma di tutte le religioni, è la storia del mondo. È la sua filosofia. È la sua sociologia. È la sua economia. Uno Stato multiculturale non è uno stato a-culturale. Deve far capire tutto perché comprendendo si conosce e conoscendo si riconosce l’altro. Che non è lontano da ciascuno di noi.
La storia delle religioni niente ha a che fare con la fede che ognuno è libero – almeno in Occidente – di professare come vuole, ma è la nostra cultura, le nostra identità che dietro al velo di uno mal interpretato laicismo stiamo irrimediabilmente perdendo. Sapere i fondamenti di religione è oggi più di sempre indispensabile come conoscere la lingua inglese piuttosto che la storia o la matematica. I fatti di Parigi, che sono anche i nostri, lo denunciano drammaticamente e la nostra scuola non insegna i fondamentali di quello che accade nel mondo? Il mondo corre e anche l’educazione deve procedere di pari passo.
www.orizzontescuola.it - 12 gennaio2015
“Riforma. Decreto a Febbraio, vi anticipiamo i contenuti: assunzioni, riforma sostegno, nuovo reclutamento, aumenti stipendiali“
░ Paolo Damanti fornisce indiscrezioni sulle norme che sono in cantiere: sono in preparazione un Decreto (per le immissioni in ruolo, per il metodo delle retribuzioni, per la riforma degli organi collegiali, per la riforma del Sostegno, per la governance) e una Legge Delega.
Immissioni in ruolo. Saranno nel Decreto e verranno attuate tutte a settembre 2015. Si copriranno 50mila cattedre vacanti, 18.800 saranno gli assunti di educazione artistica e storia dell'arte, educazione fisica e musica, quindi 60 mila insegnanti di infanzia e primaria nell'organico funzionale e 20 di insegnanti delle secondarie. Sarà scritto nel decreto il futuro degli stipendi dei docenti. Il Governo è deciso a superare l'attuale sistema meramente legato agli scatti stipendiali per anzianità. Ricordiamo che la proposta iniziale che prevedeva aumenti di 60 euro ogni due anni al 66% dei docenti è stata bocciata dalla consultazione. Non siamo riusciti ad avere notizie dirette su quanto bolla in pentola… Non si comprende se ci sia da parte del Governo la volontà di coinvolgere i diretti interessati, a partire dalle rappresentanze sindacali… Per i Dirigenti si prospetta un aumento dei poteri. Saranno i responsabili della gestione generale e realizzazione del progetto di miglioramento definito sulla base dell'autovalutazione che ha preso il via già da quest'anno. Avranno un ruolo attivo nella gestione dell'organico funzionale, la scelta dei docenti per le attività di potenziamento dell'offerta formativa e dei collaboratori. Salvo smentita o cambi di strategie, saranno riviste anche le funzioni del Collegio dei docenti e del Consiglio d'istituto. Sarà istituita la figura del Mentor che avrà incarichi quelli legati alla valutazione, alla formazione dei docenti e accompagnerà i tirocinanti. Il docente Mentor si occuperà di valutazione e formazione docenti. Formazione e reclutamento dei docenti. … All'interno del Decreto ci sarà anche la riforma del sostegno. L'obiettivo è di istituire dei corsi di formazione per i docenti, separati rispetto alla formazione dei docenti curriculari. Questo, secondo le intenzioni del Governo, per evitare che il sostegno diventa un trampolino per l'accesso alla cattedra. Inoltre, la formazione sarà legata alle singole disabilità. Formazione ad hoc sarà prevista anche per i docenti curriculari. Sarebbe intenzione di inserire dei percorsi specifici anche durante la formazione dei docenti curriculari. Il Decreto legge sarà accompagnato da una Legge delega. I provvedimenti saranno divisi e alcuni di essi si completeranno tra i due dispositivi. Manca poco più di un mese prima di conoscere in modo certo quella che sembra essere una rivoluzione senza precedenti e probabilmente anche definitiva.
www.latecnicadellascuola.it- 13 gennaio2015
“Posizioni economiche Ata”
░ La Tecnica della Scuola pubblica una lettera della lettrice Angela Fernandez. Dell’annosa questione, MIUR e OO.SS. discuteranno il 21 c.m.
Vorrei denunciare una grave “dimenticanza”, per così dire, del Miur che ha finora omesso di pagare lo stipendio accessorio dal 2011 ad oggi! Si ricorda, infatti, in riferimento alla sequenza contrattuale dell’Aran del 7 agosto 2014, che al personale Ata già destinatario negli a.s. 2011-12, 2012-13 e 2013-14, delle posizioni economiche di cui alla sequenza contrattuale del 25 luglio 2008, è riconosciuto un emolumento una tantum avente carattere stipendiale. Ciò premesso, preciso che tali impiegati di segreteria, tecnici di laboratorio e collaboratori scolastici, dopo aver frequentato appositi corsi di formazione svoltisi anche fuori sede (con spese di trasferimento a proprio carico!) hanno di fatto regolarmente espletato tali prestazioni aggiuntive, con regolare nomina di incarico da parte dei Dirigenti Scolastici e con del decreto nominativo di riconoscimento di tale beneficio, da parte degli Uffici Scolastici Territoriali, ma fatto gravissimo, non hanno finora percepito alcuna spettanza relativa, con l’ulteriore danno, oltre la beffa, di non aver potuto nemmeno attingere alle risorse del Fondo d’Istituto (per incompatibilità). Sembrava che si fosse ormai prossimi alla soluzione del problema nello scorso mese di ottobre, quando dovevano essere ripristinate le posizioni economiche, sospese da febbraio 2014, ma purtroppo non è stato così per tutti. Infatti, dopo vari rimpalli burocratici tra il Miur con i suoi Uffici Periferici ed il Mef, con circolare n.14224 del 03 novembre 2014, il Miur, paradossalmente, ordinava al Mef di congelare i pagamenti relative alle Posizioni Economiche del Personale Ata. Così stando le cose si stanno sfruttando le nostre maggiori professionalità e competenze acquisite senza darci nulla in cambio. Il Miur deve “svegliarsi” e liquidare subito le spettanze, altrimenti, qualcuno dovrà pagare alla collettività quanto è stato speso per la formazione di questo personale e risarcire il danno a tutti noi per averci lasciato senza FIS della scuola e senza pagamento da parte del Miur. Io personalmente sono già in pensione e sono creditrice dal 2011!
www.sinergiediscuola.it- 14 gennaio2015
“Visite medico fiscali dalle ASL all’INPS: perché tanto clamore?
░ Di Francesca Romana Ciangola.
In un momento in cui il tema dell’”assenteismo” dei dipendenti pubblici ha avuto, nuovamente, il suo “momento di gloria” (nonostante numerosi dati riportino che le giornate di lavoro perse per malattia nel pubblico siano inferiori a quelle perse nel privato), è emersa un’altra notizia, rilanciata da più parti come una possibile soluzione del “problema”: il passaggio delle visite fiscali dalle ASL all’INPS anche per il pubblico impiego. Poiché il tema è stato affrontato in sede governativa, e ripreso con grande risalto dai media nazionali, occorre fare un po’ di chiarezza, ancorandoci a qualche dato di fatto. Un intervento dell’INPS del 2012 (messaggio 4344) è dirimente sul punto: la lettura del messaggio ci ricorda infatti che già da qualche anno l’INPS può svolgere l’attività di controllo medico legale nei confronti dei lavoratori pubblici, e che le amministrazioni hanno avuto fino ad oggi la possibilità di scegliere se rivolgersi alle ASL o all’INPS. Tuttavia, ed è proprio l’INPS a rammentarlo, questa attività di fatto non ha potuto svolgersi nel pieno rispetto delle disposizioni speciali riguardanti il lavoro pubblico; lo stesso Istituto infatti, con questo messaggio, dichiara la propria indisponibilità a coprire le fasce orarie riservate ai lavoratori pubblici, che sono, come sappiamo, ben più ampie che nel settore privato.
Per questo motivo le ASL hanno continuato ad essere interpellate forse (non abbiamo dati a riguardo) in maniera più consistente da parte della amministrazioni pubbliche, perché hanno garantito un servizio più esteso e più ampio di quello dichiarato dall’INPS. Non è proprio questo che è emerso dai media nazionali, vero? Piuttosto è sembrato si volesse intendere (la lettura maliziosa è nostra) che il passaggio dei controlli dalle ASL all’INPS avrebbe garantito un risparmio maggiore, ma soprattutto una maggiore efficacia dei controlli. Maggiore valore avrebbero avuto dei dati che mostrassero, in maniera incontrovertibile e magari “istituzionale”, quanti controlli vengono effettuati sui lavoratori malati pubblici e su quelli privati, per fugare ogni sospetto che, anche in questo campo, ci sia qualche margine di “privilegio” o di minore controllo. Curiosamente, dati di questo genere mancano, e mai come in questo momento servirebbero, per i lavoratori pubblici, informazioni corrette, trasparenti, di derivazione istituzionale e incontrovertibili.
È legittimo chiedersi quindi se il passaggio dalle ASL all’INPS comporterà davvero una maggiore efficacia dei controlli nei confronti dei lavoratori pubblici malati, se l’INPS garantirà l’osservanza del regime specialistico (e ben più pesante) di reperibilità che debbono osservare i dipendenti statali e, infine, se avremo qualche dato certo, tra qualche tempo, che ci dimostri che fosse proprio questo il problema.
www.orizzontescuola.it - 14 gennaio2015
“Ripetenze alunni con disabilità: sono legittime?“
░ Patrizia Del Pidio riporta i chiarimenti forniti in un articolo dell’avv. Salvatore Nocera, Vicepresidente nazionale della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.
In un articolo di Salvatore Nocera sono riportati alcuni chiarimenti in merito alle ripetenze degli alunni con disabilità a fronte dei ricorsi, sempre più numerosi, delle famiglie degli stessi alunni a richieste di trattenere i propri figli soprattutto nell’anno terminale di ciascun ordine di scuola. Secondo Nocera queste richieste, anche se fondate sui timori delle famiglia, sono da considerarsi illegittime. Si fa notare, infatti, che la ripetenza di un anno scolastico dovrebbe servire agli alunni in difficoltà a raggiungere gli obiettivi di un anno del percorso di istruzione, in più anni, così come chiarito nell’articolo 192 del decreto legislativo 297/94. Nocera fa notare che per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, non essendoci un problema di valutazione non si vede il bisogno del trattenimento degli alunni in tale ordine di scuola, cosa permessa fino al 2003 da una norma poi abrogata dalla 53/03 che fissava a 6 anni di età l’inizio inderogabile per tutti della scuola dell’obbligo. Per quanto riguarda gli alunni della scuola primaria neanche sembrerebbe porsi il problema, secondo Nocera, con l’abolizione degli esami di licenza elementare. Si fa notare, inoltre che nella scuola elementare occorre l’unanimità dei docenti della classe, compreso il dirigente scolastico per poter bocciare un alunno. Nella scuola secondaria di primo grado, rimarca Salvatore Nocera, anche se c’è l’articolo 14 comma 1 lettera c della legge 104/92 che permette fino a 3 ripetenze della stessa classe per il raggiungimento del 18° anno di età per l’obbligo scolastico, tale norma sembra aver perso il suo senso da quando è possibile accedere alla scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni con disabilità, senza essere in possesso del diploma di scuola media ma solo grazie ad un certificato che attesti i crediti formativi maturati. Nella scuola secondaria di secondo grado la ripetenza è consentita, per gli alunni con disabilità, secondo Nocera, soltanto quando si segue una programmazione normale o un PEI semplificato e non quando l’alunno segue un PEI differenziato che non richiede il raggiungimento di obiettivi presenti nei programmi ministeriali.
Nocera scrive nel suo articolo che ritiene sbagliata quando i consigli di classe consentono ad alunni con PEI differenziato la ripetenza.
www.latecnicadellascuola.it- 15 gennaio2015
“Le assunzioni dei 150mila docenti precari si faranno solo tramite GaE”
░ Di Alessandro Giuliani
Dalle informazioni pervenute alla “Tecnica della Scuola”, Governo e Miur avrebbero intenzione di rispettare quanto già stabilito nelle linee guida della Buona Scuola approvate lo scorso settembre dal CdM. L'unica deroga varrebbe per qualche migliaia di idonei all'ultimo concorso. Mentre per gli abilitati con più di tre anni di servizio su posti vacanti, fuori dalle graduatorie ad esaurimento, non rimarrebbe che tentare di ricorrere in tribunale. Prende corpo l’ipotesi di assumere i 150mila docenti precari quasi esclusivamente delle Graduatorie ad esaurimento. La notizia, annunciata alcuni giorni su questa testata giornalistica, dove si è spiegato che sarebbe intenzione del Governo di assumere “solo ed esclusivamente gli iscritti nelle Gae, che abbiano insegnato o meno, non importa per quanti anni”, ha avuto riscontri nelle ultime ore. Secondo informazioni in possesso della “Tecnica della Scuola”, il Ministero dell’Istruzione sembrerebbe orientato a “pescare” i docenti abilitati, da assumere entro il prossimo 1° settembre, esclusivamente dalle Graduatorie ad esaurimento. A rendere possibile il compito, visto che alle medie e superiori potrebbero non esservi posti vacanti in tutte le classi di concorso, sarebbe l’istituzione dell’attesissimo organico funzionale. L’intenzione di assumere quasi esclusivamente da GaE, del resto, era stata espressa già a settembre attraverso le linee guida della Buona Scuola approvate anche dal Consiglio dei ministri. Dove si riportava, a pag. 15, che i 150mila docenti sarebbero stati individuati tra “tutti i precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso”. E siccome questi ultimi, gli idonei all’ultimo ‘concorsone’, sarebbero solo poche migliaia di unità, viene da sé che praticamente il 95% delle assunzioni verranno effettuate estrapolando i nominativi delle cento Graduatorie ad esaurimento presenti nelle varie province italiane. L’idea di fare “piazza pulita” delle GaE, inoltre, è stata più volte caldeggiata dal premier Renzi, oltre che dal ministro dell’Istruzione, Giannini. Rimane il nodo dei precari, in possesso di abilitazione all’insegnamento, che hanno svolto più di 36 mesi di servizio su posti vacanti: la Corte di Giustizia europea ha detto, lo scorso novembre, che avrebbero anche loro pieno diritto all’immissione in ruolo. Se però, come sembra, il Governo e il Miur intendono invece tirare dritto, per molti di questi l’assunzione è destinata a passare per i tribunali.
www.corrieredellasera.it- 16 gennaio2015
“Roma, l’asilo dove la maestra si troverà in classe con 90 bimbi”
░ Claudia Voltattorni spiega quali scenari si prospettano per effetto delle modifiche a contratto comunale per le scuole dell’infanzia.
«Io chiuderei per sei ore uno di questi signori in una stanza con 25 bambini: poi vediamo come esce». Perché è facile dire: da ora in poi il vostro lavoro passa da 6 a 7 ore al giorno. «Ma noi non siamo come gli altri, il nostro è un lavoro diverso». Mentre con il nuovo contratto «una maestra rischierà di restare sola con 90 bambini». Succederà alla materna Mary Poppins di Colli Aniene, zona tra la Tiburtina e viale Palmiro Togliatti. Novantuno bambini in 4 classi per 8 maestre (più due di sostegno) con orario dalle 8 alle 16 e 30. Oggi le insegnanti accolgono i piccoli ogni mattina al di là del cancello rosso (rotto) di via Cesare Massini. Ma quando entrerà in vigore la riforma del salario accessorio con il nuovo contratto (e i nuovi orari), le cose cambieranno. «Una di noi si troverà da sola la mattina con 90 bambini da far entrare all’asilo». Oppure, «se ci sarà una maestra malata, tutti i piccoli della sua sezione dovranno essere spostati nella classe vicina insieme agli altri». E alla Mary Poppins di Colli Aniene ogni sezione conta almeno 25 bambini. Sono preoccupate le maestre. Perché «il nostro è un lavoro delicato, non come quello di tutti gli altri, stare con i bambini è bellissimo, ma la qualità del servizio è fondamentale e non si può pensare solo all’aspetto burocratico per risparmiare». Perché con il nuovo contratto l’orario si allunga da 6 a 7 ore al giorno, cui vanno aggiunti i corsi di aggiornamento obbligatori. Stop poi alle supplenze brevi: se una maestra è malata, saranno le colleghe a doversi occupare dei suoi bambini. «Ma dopo che sei stata 6 ore con i tuoi - si chiede una maestra -, che lucidità puoi avere per seguirne altri che non conosci?». Oppure, come accade da tempo in molte materne romane, tutti i bimbi vengono messi insieme nella stessa classe con il risultato di una maestra e oltre 40 piccoli. Sono preoccupati, e molto, anche i genitori. «Come possono le insegnanti - si chiede uno di loro, papà di due bimbe alla Mary Poppins - gestire tanti bimbi così piccoli tutti insieme? E la sicurezza?». Sono arrabbiati: «Uno di questi giorni chiamiamo i carabinieri»…. Da anni alla Mary Poppins non c’è una dirigente. Le maestre più anziane si occupano anche delle questioni burocratiche. «Siamo ormai autonome, non ci lamentiamo, in noi c’è tutta la buona volontà di fare e non ci tiriamo indietro: solo che ora ci hanno dato in mano questa patata bollente da gestire senza dirci cosa fare».