www.cidi.it– novembre 2014
"CIDI: La nostra buona scuola"
░ Dal CIDI, un’analisi de La buona scuola che ha molti punti in comune con quella che ne fa l’ANIEF, e identica ne è la critica fondamentale: “Nel documento del governo è assente la funzione che la Costituzione assegna alla scuola, ossia quella di rimuovere gli ostacoli per promuovere l’istruzione di tutti e di ciascuno”.
La messa in ruolo di quasi 150.000 precari è una scelta da apprezzare e condividere. Pur se la sua accelerazione è anche una risposta alla procedura di infrazione per la non corretta applicazione della direttiva 1990/70/CE relativa al lavoro a tempo determinato, questo piano straordinario di reclutamento risponde certamente alle necessità immediate. Ma è anche un’assunzione di responsabilità nei confronti della scuola tutta, che non ha mai potuto contare davvero su questa massa di giovani docenti che la attraversano, i quali non possono fare il minimo investimento, nemmeno ideale, sulla propria professione e sul proprio ruolo. Siamo di fronte a un enorme spreco di energie, umane e professionali. Ci auguriamo quindi che a questa, che per ora è ancora una dichiarazione, seguano fatti concreti. Un grosso limite del piano del governo è che non emergono con sufficiente chiarezza le priorità da affrontare. La mancanza di una gerarchia sulle cose da fare espone la scuola a tutte le possibili “scelte obbligate” derivanti dalla legge di stabilità, che rischiano di tradursi, ancora una volta, in una serie di tagli lineari… Si ignorano la complessità e lo spessore problematico di ogni intervento didattico efficace: una professionalità che affronta simultaneamente le dimensioni relazionale, disciplinare, collegiale, sperimentale, organizzativa e progettuale, da coniugare con le specificità dei contesti. Si avanzano proposte che appaiono inadeguate di fronte alle difficoltà drammatiche della realtà quotidiana. … In definitiva manca un’idea di cultura… Un’affermazione forte sul valore della cultura e dell’istruzione. … Una riflessione sulla dispersione e sui modi di apprendere dei ragazzi… Un riferimento alla scuola dell’infanzia…. Un discorso chiaro sull’organizzazione della scuola elementare…. La centralità di una buona didattica, che va ribadita e rinforzata attraverso l’incentivazione della formazione in servizio…. Un rapporto con il mondo del lavoro che non sia un ripiego al ribasso … La formazione degli insegnanti non può essere affidata prevalentemente all’università, ma si deve riconoscere il ruolo fondante e decisivo della scuola stessa in tutti i passaggi della formazione… Non è del tutto chiara la distribuzione dei compiti dell’ “organico dell’autonomia”… Carriera, crediti e valutazione, questa è la parte decisamente più discutibile del documento del governo…. E’ sicuramente molto discutibile l’introduzione di criteri meritocratici, per giunta a costo zero, dato che è detto chiaramente che il monte stipendi resterà invariato. Il rischio che si corre è la distruzione del residuo di collegialità e cooperazione che sopravvive nella scuola, di fronte a un meccanismo in cui è previsto che un docente su tre resti indietro. L’insegnamento appare, secondo una visione vetero-accademica dura a morire, un’attività sostanzialmente individuale e individualistica… la crescita del sistema non può nascere dalla concorrenza, ma dalla cooperazione e dall’impegno comune. Infine restano alcuni aspetti da precisare meglio nell’attuazione pratica per evitare ricadute negative sul clima lavorativo: la composizione del Nucleo di Valutazione interno; il ruolo preminente del mentor rispetto agli altri docenti, quasi una figura gerarchicamente intermedia, per quanto non sistemica e delle cui competenze non si conosce il percorso formativo, né le sue concrete funzioni; la possibilità di una forma di chiamata quasi diretta di docenti (per le attività aggiuntive?) da parte del Dirigente Scolastico; la redazione di un albo nazionale pubblico dei docenti. Decisamente da respingere, infine, il blocco degli scatti di anzianità, una misura iniqua per una categoria professionale da tempo penalizzata sotto il profilo retributivo. E’ positivo che nel documento, per la formazione in servizio, si faccia riferimento al protagonismo delle associazioni professionali e dei docenti stessi, in particolare per le iniziative realizzate nel contesto delle istituzioni scolastiche. Si tratta di un settore che negli ultimi tempi è stato monopolizzato dalle università… La formazione in servizio … deve legarsi alla ricerca didattica e diventarne parte costitutiva, al pari del progettare gli interventi educativi, fare lezione, valutare gli esiti, confrontarsi collettivamente…. Occorre affrontare finalmente i nodi importanti del sistema scolastico che emergono con forza dai dati delle rilevazioni sia nazionali che internazionali: la dispersione scolastica troppo alta; le problematiche interculturali e del disagio; l’applicazione delle nuove Indicazioni della scuola del primo e del secondo ciclo; un insegnamento per competenze che si scontra con la resistenza delle prassi didattiche tradizionali e con una valutazione anacronisticamente ancorata al voto decimale. Negli ultimi dieci anni si è realizzato un consenso quasi universale tra gli esperti sulla imprescindibile necessità di un curricolo per competenze e del conseguente utilizzo di metodologie laboratoriali. Tutte le indicazioni ministeriali hanno fatto propria questa impostazione. Tuttavia nella scuola reale stenta ad imporsi una didattica che renda effettivo il curricolo per competenze. … Ma implementare innovazioni significative è possibile soltanto con un’attività di accompagnamento proiettata su molti anni, finalizzata a coinvolgere la generalità degli insegnanti. Per queste ragioni noi pensiamo che non vadano incentivati gli insegnanti singolarmente, sviluppando un antagonismo e una conflittualità del tutto improduttivi, ma le singole scuole, che dovranno essere capaci di incentivare e motivare i propri docenti all’interno di un progetto condiviso attraverso gli organi collegiali, rispondendo dei risultati ottenuti… Attraverso l’organico funzionale di scuola e/o di rete si può proporre un consolidamento e/o una generalizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato quali modalità organizzative funzionali alla realizzazione del successo formativo…. Diventa fondamentale il ripensamento della governance della scuola …Non basta sburocratizzare con l’ausilio della digitalizzazione, ma occorre cambiare e innovare il modello organizzativo.
www.latecnicadellascuola - 14 novembre 2014
"Due dirigenti indagati: fondi Miur dati a pioggia"
░ Finanziamenti a pioggia, per svariati milioni di euro, erogati dal Miur per progetti di ricerca senza verifiche di legge dei requisiti previsti.
Gli accertamenti, secondo quanto scrivono le agenzie, sono partiti dalla procura e dal Nucleo di Spesa Pubblica e Frodi Comunitari della Guardia di Finanza che avrebbero scoperto che l'allora direttore generale del Miur, in relazione ad un primo bando, denominato "Avviso 1", avrebbe nominato, senza averne le competenze, una commissione di esperti, quasi tutti del suo entourage, incaricata di esaminare i progetti per i quali si chiedeva il finanziamento e, in sede di valutazione dei requisiti, sollecitato a soprassedere laddove sussistessero carenze a livello di solidità economica. Tra questi, un progetto dell'Idi presentato quando l'istituto era già in stato pre-fallimentare. Non solo, secondo l'accusa il funzionario avrebbe fatto inserire nella graduatoria dei destinatari dei fondi progetti già valutati negativamente. Quanto al secondo bando, denominato "Avviso 254", in concorso con Cobis, lo stesso funzionario è accusato di aver fatto inserire in una graduatoria di enti pubblici, specie universitari, destinatari di fondi, anche enti privati che non avrebbero avuto titolo ad ottenere i finanziamenti. L'inchiesta della procura di Roma, che aveva preso le mosse da una segnalazione della Ragioneria di Stato, prosegue ora per accertare se e come siano stati utilizzati i finanziamenti da parte dei soggetti che li avevano ottenuti in modo irregolare. Il gruppo dei funzionari in cambio di tangenti avrebbe favorito aziende amiche, e della questione si era anche occupata la trasmissione 'Report'. Pronta la dichiarazione congiunta di Ermete Realacci e Guglielmo Epifani, rispettivamente presidente della VIII Commissione Ambiente e della X Commissione Attività Produttive della Camera. “A seguito della notizia dell’avviso di chiusura indagini notificato dal pm Roberto Felici ad Antonio Agostini, segretario generale al ministero dell’Ambiente, ed in procinto di diventare capo dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, e che sembra preludere la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per abuso d’ufficio e turbativa d’asta nell’assegnazione di fondi comunitari da parte del Miur con riferimento al periodo in cui era direttore generale del Miur, invitiamo i ministri competenti dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, a sospendere la nomina di Agostini alla direzione dell’INSN, ai fini di valutarne l’opportunità alla luce dei necessari chiarimenti”.
ItaliaOggi - 18 novembre 2014
"Merito e scatti, si apre la partita"
░ Rendi aprirebbe una possibilità: l'anzianità non sarebbe tutta da eliminare. I sindacati sono per lo sciopero. Di Alessandra Ricciardi.
Chiusa la consultazione on line sabato scorso, la Buona scuola ora dovrà essere tradotta in provvedimenti. Un mese di tempo e poco più, per elaborare i giudizi emersi dal confronto, circa 200mila, decidere in che misura tenerne conto e poi passare alla fase 3, quella operativa. A gennaio, il primo atto atteso, il decreto legge con le misure per le 150 mila immissioni in ruolo. Ma le «grane» da risolvere nel frattempo non mancano. A partire dal merito dei docenti, al centro del progetto del governo, e su cui si sono riversate copiose le critiche della categoria. Il premier, Matteo Renzi, nel corso di una puntata di Porta a Porta, si è detto disponibile a dei cambiamenti: «Non è una proposta chiusa la nostra, possiamo parlarne». Pur ribadendo che guai ad illudersi che tutto rimanga così com'è: i docenti dovranno essere valutati e i più bravi pagati di più. L'ipotesi che circola a viale Trastevere è che l'anzianità di servizio, nell'attuale proposta della Buonascuola inutile ai fini della progressione economica, possa in qualche misura essere reintrodotta. E che possa anche essere rivista quella percentuale del 66% dei docenti che ogni tre anni può accedere agli scatti di merito, contro il 34% che resterebbe nella lista dei cattivi e senza un soldo di aumento. Al momento sempre e solo ipotesi, che richiedono un passaggio politico ancora tutto da tenersi con la presidenza del consiglio dei ministri e finanziario con il ministero dell'economia. Già, perché gli aumenti per gli scatti di merito previsti dalla Buonascuola sono finanziati dalle risorse oggi utilizzate per gli scatti di anzianità. Insomma, la coperta è sempre la stessa. La retribuzione degli insegnanti si inserisce nella più ampia vertenza tra governo e sindacati sul rinnovo dei contratti della scuola e del pubblico impiego. Una vertenza che ha visto chiudersi con un nulla di fatto l'incontro di ieri a Palazzo Chigi: fondi per i contratti nella Stabilità non ci sono. E su cui si sta consumando anche la frattura nel mondo confederale, con la Cgil che su Jobs act e stabilità ha proclamato lo sciopero generale per il 5 dicembre (aderiscono anche l'univiersità e la scuola della Flc-Cgil), e Cisl e Uil che invece hanno detto no. Pronti però ad andare allo sciopero delle sole categorie di scuola e pubblico (la Cisl ha già proclamato lo stato di agitazione) e su richieste ben precise, come il rinnovo del contratto. Quali saranno gli esiti delle diverse mobilitazioni sull'azione del governo lo si vedrà nelle prossime settimane.
http://www.retescuole.net/- 18 novembre 2014
" Giù la maschera: altro che Buona Scuola. Ecco i tagli di Renzi"
░ Carlo Avossa elenca i provvedimenti contenuti nella legge di stabilità targata Renzi e che costeranno alla Scuola 470 milioni all’anno, a partire dal prossimo e per tre anni.
Ecco che cosa verrà tagliato, nell’arco di tre anni. Compensi per i Commissari interni degli esami di Stato (cioè: di Maturità): zero euro. Non tutti i professori saranno Commissari interni e perciò alcuni lavoreranno di più, ma senza compensi aggiuntivi come in passato. Taglio: 147 milioni. Personale amministrativo, tecnico ed ausiliario: taglio di oltre 2017 posti. I tagli si concentrano soprattutto sugli impiegati amministrativi (meno 118 milioni). Non si potranno più nominare supplenti per sostituire impiegati e bidelli durante le assenze brevi. Taglio, solo alle supplenze: 149 milioni. Docenti vicari (quelli che dirigono un Istituto in mancanza di un Dirigente): azzerati 1591 esoneri e 3105 semiesoneri. Cioè, i docenti che devono svolgere le funzioni di Dirigente dovranno farlo in aggiunta del loro normale orario di insegnamento in classe, perché non verranno più sostituiti. Taglio: 240 milioni. Miglioramento dell’offerta formativa: scende da 690 a 660 euro. E’ il fondo con il quale vengono finanziate le attività aggiuntive della scuola, in applicazione del Piano dell’offerta formativa. Meno 30 milioni. Fondo per l’autonomia scolastica: meno 100 milioni. E’ il fondo con il quale gli Istituti scolastici pubblici svolgono tra l’altro attività contro il preoccupante fenomeno della dispersione scolastica, che in Italia supera il tasso del 17%. Supplenze brevi dei docenti: eliminate. Meno 315 milioni. Docenti e Dirigenti “comandati” presso gli Uffici Scolastici Regionali: meno 96 milioni. E’ il personale che fa funzionare l’amministrazione centrale regionale. Coordinatori pratica sportiva: azzerati. Erano i fondi con i quali si finanziavano le attività aggiuntive per promuovere la pratica sportiva anche agonistica nelle scuole. Taglio di 7 milioni e 200 mila euro. A tutto questo occorre aggiungere la mancata assunzione dei docenti necessari a coprire l’aumento della popolazione scolastica (+65 mila) ed altri tagli “minori”, ma solo per importo finanziario. Tutti questi provvedimenti sono contenuti nella legge di stabilità targata Renzi. Si calcola che con essi si arriverà al taglio di 1 miliardo e 411 milioni per i prossimi tre anni (470 milioni all’anno, a partire dal prossimo). Tutti questi sono fatti. La “Buona Scuola” di Renzi è solo propaganda studiata per coprire i fatti. E’ ora di strappare la maschera a quest’operazione.
www.corrieredellasera.it– 21 novembre 2014
" Alternanza scuola-lavoro, è già realtà in metà delle scuole superiori"
░ I risultati della ricerca condotta da Indire sono stati presentati giovedì al Job&Orienta. di Claudia Voltattorni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Sono aumentate le scuole interessate (non è ancora obbligatorio). Sono aumentati i licei coinvolti. E le aziende sembra che comincino a crederci sul serio. L’alternanza scuola-lavoro non è più solo uno slogan. Nella scuola del futuro prevista nel documento della «Buona scuola» dovrà diventare un obbligo fin dal terzo anno. Studenti che potranno fare lezione «fuori dall’aula» almeno per 200 ore l’anno per andare nelle aziende, negli uffici pubblici, nelle botteghe degli artigiani e «imparare sul campo ciò che hanno studiato sui libri». Ma dai dati presentati giovedì mattina al Job&Orienta di Verona, sembra che, a dirla con le parole del sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, «si stia sgretolando la parete divisoria tra scuola e mondo del lavoro». Perché la ricerca del Miur con Indire sull’alternanza scuola-lavoro mostra, nell’ultimo anno scolastico 2014-2014, che quasi la metà delle scuole italiane (43,5%) ha intrapreso un percorso didattico che alterna ore di lezione in classe a stage in aziende coinvolgendo 210.506 studenti (10,7 per cento) degli istituti superiori in 10.279 progetti. L’anno precedente i percorsi scuola-lavoro in realtà erano oltre 11mila, ma spiega Toccafondi, «molte scuole nel frattempo sono state accorpate e anche i progetti sono stati rivolti soprattutto ai ragazzi del quinto anno il cui numero comunque è aumentato». Ma, aggiunge, «questi numeri dimostrano che qualcosa sta cambiando, perché il tema dell’alternanza è prima di tutto di origine culturale: si è sempre pensato che prima si studia e poi si cerca lavoro, non può più essere così, e per fortuna la scuola se ne sta accorgendo». Le più attive, naturalmente, sono le scuole professionali (il 43,4% del totale con il 57,9% dei percorsi di alternanza), seguite dagli istituti tecnici con il 37,3 per cento delle scuole coinvolte (29,7% dei percorsi). La novità è nei licei: il 13,3 per cento delle scuole ha partecipato a percorsi di alternanza. «Un numero decisamente in crescita e un fenomeno ultrapositivo - sottolinea Toccafondi, che ha la delega alla formazione tecnica e professionale -, ma bisogna ricordare anche che molti licei hanno un indirizzo già a contatto diretto con il mondo del lavoro, come i linguistici o i socio-pedagogici». Ma anche le aziende approfittano dell’alternanza e l’ultimo anno scolastico ha segnato un più 21,6% con oltre 55mila imprese coinvolte. I settori più interessati sono stati il manifatturiero (il 41,9 per cento del totale), quello dei servizi di alloggio e ristorazione (20,9) e quelli di agricoltura, turismo e pubblici (6,7). La Cgil però non vede buone notizie: «Al di là delle dichiarazioni ottimistiche e degli annunci del governo - dice Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil -l’alternanza scuola lavoro non è affatto in crescita: si riducono i percorsi, aumentano gli studenti e si tagliano drasticamente le risorse». E spiega: «In questo anno scolastico è purtroppo accaduto quello che era facilmente prevedibile: i fondi per l’alternanza sono stati praticamente dimezzati (da 20 a 11 milioni) e i corsi sono diminuiti da 11.600 a 10.279, come risulta dai dati Indire». Poi, aggiunge: «Non solo, nulla di buono si prevede per l’anno prossimo perché la legge di stabilità contraddice apertamente quanto promesso nella Buona Scuola: non ci sono i 100 milioni di finanziamenti ad hoc preannunciati, e c’è il rischio di imporre alle scuole l’obbligo di realizzare l’alternanza senza adeguate risorse e senza imprese con capacità formativa». Perciò la Cgil nei prossimi giorni presenterà la propria proposta alternativa sul tema scuola lavoro, punto fondamentale per far tornare a crescere il Paese e creare occupazione qualificata per i giovani».
www.orizzontescuola.it - 22 novembre 2014
"Scuola-lavoro, MIUR trionfalistco. FLCGIL: meno ore e meno fondi"
░ Il Ministero ha pubblicato una serie di dati sull'alternanza scuola-lavoro con lo scopo di mettere in evidenza la maggiore diffusione della pratica didattica. Ma la FLCGIL non concorda.
Secondo i dati forniti dal Ministero su uno studio dell'Indire, ai progetti di alternanza scuola-lavoro nel 2013/2014 ha partecipato il 10,7% degli studenti, 10.279 i percorsi attivati, +21,6% di imprese partecipanti, +35,4% di esperienze nei licei. Numeri importanti, che vengono analizzati el dettaglio dallo studio Indire e sintetizzati in un comunicato del Ministero. Ma, secondo la FLCGIL, i toni trionfalistici celano maldestramente una situazione di "pesante difficoltà in cui le scuole si trovano ad affrontare un importante segmento della formazione dei nostri studenti della secondaria di II grado". In particolare, il sindacato mette in evidenza forte riduzione della durata media annuale espressa in ore dei percorsi in alternanza: per i percorsi annuali si passa dalla media di 122,4 ore dell’a.s. 2012/2013 a 97,8 ore del il 2013/2014; per i percorsi biennali da 105,8 ore dell’a.s. 2012/2013 a 91,2 del per il 2013/2014; per i percorsi triennali da 98,2 ore dell’a.s. 2012/2013 a 90,6 ore per il 2013/2014. Solo per i percorsi quadriennali che rappresentano una piccolissima percentuale del totale, si ha un aumento da 85,4 a 90,2 ore. Ad essere ridotti sono stati anche i percorsi, da 11600 a 10279. La conseguenza è che "il peso dell’alternanza si sta riducendo sensibilmente nell’ambito del curricolo della secondaria di II grado". … A tutto ciò si aggiunge anche la riduzione delle risorse per l'alternanza scuola-lavoro passando dai 20.560.000 del 2013/14 agli 11 del 2014/15.
www.latecnicadellascuola - 22 novembre 2014
"L'altra faccia dell'alternanza scuola lavoro: lo sfruttamento degli studenti"
░ Nel vicentino, 2.700 iscritti nelle scuole alberghiere, alcuni minorenni, sarebbero stati irregolarmente impiegati in alberghi e ristoranti, sfruttando le esperienze di tirocinio scolastico, previste dai programmi di studi: ad escogitare il sistema due società residenti all'estero. Prodotta un'evasione fiscale per un milione di euro.
Non sempre le esperienze di stage e di alternanza scuola-lavoro sono convogliate verso la crescita professionale degli studenti che li frequentano. Ogni tanto si scopre che i datori di lavoro approfittano della presenza di giovani volenterosi per avviare forza-lavoro a costi irrisori. Sembra essere andata così anche per 2.700 studenti, alcuni minorenni, di scuole alberghiere, i quali sarebbero stati irregolarmente impiegati in alberghi e ristoranti, sfruttando la formula dell'alternanza scuola-lavoro prevista dai programmi di studi. A creare il meccanismo di sfruttamente sarebbero state due società fittiziamente residenti all'estero: avrebbero prodotto un'evasione fiscale per un milione di euro. Le pesanti accuse sarebbero emerse da una indagine su scala nazionale della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa (Vicenza) che ha denunciato quattro persone per somministrazione fraudolenta di manodopera e altre due per frode fiscale. Le due società - con residenza fittizia a San Marino e in Svizzera, i cui titolari sono residenti nel bassanese, avrebbero violato le normative vigenti (che prevedono un rapporto diretto tra scuole e strutture di ristorazione e alberghiere), interponendosi illecitamente tra gli stessi istituti scolastici di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Lazio, e ristoranti e alberghi di Trentino A.A., Veneto, Puglia, Sicilia, Umbria, Abruzzo, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Sardegna. I finanzieri - unitamente alla Direzione Territoriale del Lavoro di Vicenza, sotto il coordinamento della magistratura berica - hanno accertato un'evasione di un milione di euro e di altri 200 mila all'iva. Per la somministrazione fraudolenta di manodopera è prevista la sanzione pari a 70 euro per giorno d'impiego per studente e, considerato che ciascun studente è stato impiegato in media per quindici giorni, la sanzione potrà arrivare sino ad un massimo di 2,6 milioni. Gli indagati, su richiesta dei ristoratori e albergatori, facevano sottoscrivere agli studenti una "lettera di incarico", con la quale veniva definito l'impiego, per un periodo determinato, di un numero di studenti occorrenti alle strutture di ristorazione e alberghiere, al costo di 60 euro per studente a settimana lavorativa. "Per i finanzieri - scrive l'Ansa - si sarebbe così consentito ai ristoratori e albergatori di impiegare per le proprie necessità (soprattutto nei periodi di maggiore concentrazione di cerimonie) una forza lavoro a basso costo, senza oneri contributivi, con la conseguente illecita concorrenza a danno degli altri operatori del settore. Si sarebbe permesso, inoltre, alle due società di esercitare l'intermediazione abusiva di manodopera, ricavando ingenti guadagni sottratti completamente al fisco e avrebbe comportato, a volte, per gli studenti un'esperienza scolastica in laboratori esterni con profili non propriamente specialistici".