www.lastampa.it – 29 settembre 2014
“Tutti in classe ma le nuove "serali" rimangono chiuse”
░ I Centri per l’istruzione degli adulti restano in forte difficoltà. Per quest’anno scolastico, probabilmente, si continua con i CTP.
Ad aprile il Miur aveva emanato una circolare con tutte le istruzioni necessarie per attivare i nuovi centri dove gradualmente si concentreranno le antiche scuole serali ma anche i corsi per imparare l’italiano obbligatorio per gli stranieri che devono rinnovare il permesso di soggiorno. Sembrava fatta… Ed invece solo una limitatissima minoranza potrà usufruirne, gli altri dovranno accontentarsi del vecchio sistema, i Ctp … A bloccare il nuovo sistema sono difficoltà di tipo organizzativo, ai centri non sono stati inviati i codici meccanografici necessari per far funzionare la macchina amministrativa, dall’apertura dei conti corrente alla firma dei contratti con i nuovi docenti immessi in ruolo. … Dalla grande rivoluzione che avrebbe dovuto portare all’apertura di 128 CPIA su tutto il territorio nazionale, infatti, si è passati ad un netto dimezzamento delle aspettative. Ad aver ottenuto l’autorizzazione ad aprire alla fine sono stati in 55 e in alcune regioni non ci sarà nessun nuovo Centro operativo, come la Campania e la Sicilia dove invece ci sarebbe da lavorare il doppio per combattere la dispersione scolastica. … Deluso anche Lorenzo Rocca dell’Università per Stranieri di Perugia: «Nei Cpia è previsto un insegnamento di italiano che esclude chi ha problemi di alfabetizzazione. Chi non conosce la lingua difficilmente riuscirà ad impararla, anche i corsi più elementari sono studiati per chi già ha una base di conoscenza della lingua».
www.larepubblica.it – 30 settembre 2014
“Istat: il terzo trimestre dell'anno sarà ancora in recessione”
░ Sul mercato del lavoro, un allarme dietro l’altro.
A leggere la nota mensile dell'Istat si capisce che anche nel terzo periodo dell'anno, quello da luglio a settembre, l'economia italiana ha continuato a perdere colpi. L'andamento del Prodotto interno lordo (Pil), quindi, dovrebbe restare in territorio negativo… D'altra parte, che l'intero 2014 si avvii ad andare in archivio con il segno "meno" è ormai assodato: lo stesso aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza sul tavolo del Consiglio dei Ministri, dovrebbe recepire una previsione di recessione per lo 0,2 o 0,3% del Pil. Nella sua analisi, l'Istat ricorda che un supporto alla ripresa potrà arrivare dall'indebolimento dell'euro, che riflette l'azione della Bce da un lato e la forza della ripresa americana, che sostiene il dollaro, dall'altro. "Continua la fase di debolezza ciclica dell'economia italiana che si accompagna al rallentamento dell'area euro", dice infatti l'Istituto sottolineando poi che "il deprezzamento del cambio dell'euro verso il dollaro porterebbe ad una ripresa delle esportazioni". Secondo gli economisti, "il deterioramento dei ritmi produttivi riflette la carenza di domanda interna che colpisce soprattutto gli investimenti". Nel rapporto si evidenzia che "negli ultimi due mesi, la fiducia delle imprese italiane è arretrata sui valori di inizio anno, con perdite più marcate nei settori dei servizi". Un nuovo allarme arriva in merito al mercato del lavoro. Dopo aver certificato un tasso di disoccupazione al 12,3%, ma con il record sopra il 44% per i giovani, l'Istat aggiunge che ormai il "tasso di posti vacanti permane su livelli molto bassi, a sottolineare la prolungata scarsità di posti di lavoro disponibili”.
che sembra divenire una caratteristica strutturale"….
ScuolaOggi – 30 settembre 2014
“I giochi sono fatti!”
░ Caldeggiata da Dario Ianes (“L’evoluzione dell’insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva”, ed.Erickson), la proposta di affidare la funzione del Sostegno a docenti non specializzati ha sollevato parecchia reazioni (di quella indignata di un gruppo di docenti di Sostegno, abbiamo dato notizia venerdì scorso). Il parere di Maurizio Tiriticco.
L’avevo pensato e l’avevo detto! Tutto il can can sui BES – l’invenzione dell’ultim’ora – mirava soltanto a tagliare ulteriormente! E dove? Proprio sul sostegno e sui suoi insegnanti. E’ evidente che, se riteniamo che ogni alunno (ogni soggetto, ogni essere umano, in effetti) è portatore di BES, come in effetti è, e da sempre, non è più necessario un sostegno, perché tutti gli alunni sono BES e tutti gli insegnanti sono di sostegno! Un perfetto sillogismo aristotelico! Ed è questa la conclusione, forte e chiara, a cui si è finalmente giunti dopo mesi e mesi di direttive e circolari ministeriali, più o meno chiare, di capriole e giravolte, di incontri, seminari, convegni sui BES, anche affollati, perché i nostri insegnanti sono sensibili al problema. Rien ne va plus, les jeux sont faits! Infatti, che cosa leggiamo oggi su Tuttoscuola? Copio testualmente: “In alternativa si potrebbe invece, propone Ianes, unificare gli organici creando a livello di scuola o di territorio organici funzionali, utilizzare gli attuali docenti di sostegno in compresenza e prevedere per una parte di essi il ruolo di figure specializzate (“peer tutor”) itineranti a sostegno dei docenti curricolari. Nella formazione iniziale di tutti gli aspiranti docenti futuri dovranno essere inseriti insegnamenti e moduli finalizzati alla didattica inclusiva. A quel punto tutti gli insegnanti a tutti i livelli (ma cominciando dalla scuola di base, suggerisce realisticamente Ianes) saranno nello stesso tempo insegnanti di sostegno e curricolari”. Alla faccia della didattica inclusiva! Giochi di parole? Effetti speciali? Lo scivolo tra i BES, i DSA e i portatori di handicap – ma chiamiamoli diversamente abili… meno realistico, fa più fine… si è realizzato!!! Come era negli auspici di un’amministrazione che da anni lavora solo a colpi di forbice! In effetti, tra un cieco è un non vedente, tra un sordo e un non udente c’è un capzioso abisso semantico, però pericoloso, che conduce dritti dritti al traguardo sotteso, ma solo per chi… non vuole vedere! Altri, invece, perfettamente vedenti, ci hanno visto chiaro e hanno visto in tutta la macchina BES un sotteso e pericoloso traguardo che oggi è più evidente che mai, perché lo dice la stessa amministrazione! Ho sempre detto e scritto che “non esiste” un insegnante di materia, o di disciplina che sia, che debba essere ancorato ineluttabilmente alla gabbia di una classe di concorso! In effetti dobbiamo invece puntare a un insegnante che non “trasmetta” la sua materia sic et simpliciter – non esiste un insegnante come trasmettitore di cultura: la cultura non si trasmette, si sollecita, si costruisce – ma che sappia creare le condizioni perché la sua disciplina venga appresa, anche e soprattutto in concorso con tutti i raccordi pluridisciplinari del caso. Anche perché deve essere in grado di garantire a ciascun alunno il suo personale successo formativo. E deve non solo istruire, ma anche formare ed educare (dpr 275/99, art. 1, c. 2). E’pertanto necessario che sia esperto anche in psicologia dell’apprendimento e in materia di comunicazione e dinamica di gruppo. Si tratta del resto di sani e mirati suggerimenti che provengono anche dagli articoli 26 e 27 del CCNL relativo al comparto scuola. Ebbene, in un’ottica di questo tipo, l’insegnante è in grado di affrontare tutti i BES di questo mondo, ma… tra un BES e un H corre un abisso! E bello profondo! L’handicappato “è colui che necessita di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, quando la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età” (art. 3,comma 3, della legge n. 104/1992). Non a caso, c’è sempre il corredo di una certificazione medica. Se abbiamo avuto il coraggio di liquidare le classi differenziali – era il lontano 1977 – abbiamo avuto anche il coraggio di inserire gli alunni H nelle classi normali, ma con condizioni particolari e ineludibili: la presenza di insegnanti particolarmente formati. In effetti, le condizioni di handicap sono infinite e molte sono di un’estrema gravità. E un insegnante “normale”, anche se bravissimo, non è assolutamente in grado di affrontarle! Ma che cosa è successo con il trascorrere degli anni? La formazione di insegnanti specializzati in parte è andata sempre più decadendo – i costi sono alti e le disponibilità basse – e in parte è diventata un’altra strada per… insegnare, comunque! Ed è così che a poco a poco siamo giunti alla resa dei conti! Affrontare seriamente il problema degli alunni disabili costa troppo! Allora si taglia, ma linearmente… all’italiana… come al solito! Facciamo finta, tanto chi paga sono gli alunni disabili e gli insegnanti. Lo ha detto l’esperto di turno: “Tutti gli insegnanti a tutti i livelli saranno nello stesso tempo insegnanti di sostegno e curricolari”. I giochi son fatti, come volevasi dimostrare! Come dico da tempo!
latecnicadellascuola.it – 1 ottobre 2014
“Concorso dirigenti: nuove modalità in arrivo”
░ Nulla si sa ancora sui contenuti delle prove concorsuali.
Ci sono tempi ben definiti per il nuovo concorso dirigenti. E il Miur dovrà rispettarli. Entro quest’anno, infatti, come previsto dalla scadenza stabilita dalla legge n. 87/2014, verrà pubblicato il decreto con le regole sul nuovo reclutamento dei Dirigenti scolastici e le modalità del corso-concorso, come previsto dall’art.17, co.1, della legge n. 128/2013 … Il concorso, come è noto, tornerà ad avere carattere nazionale e sarà affidato alla costituenda Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Il Regolamento (con le linee generali ed i requisiti di accesso), sul quale si è avviata la consultazione con i rappresentanti sindacali e le organizzazioni professionali, prevede poi un successivo bando che dettaglierà invece questioni particolari (sottocommissioni, tabella dei titoli, eventuali riserve). Non si scoprono, in effetti, rilevanti novità. La bozza di Regolamento ha la stessa struttura dell’ultimo concorso con il seguente iter: * prova pre-selettiva; * ammissione alle due prove scritte (con le stesse tipologie già utilizzate) di un numero di candidati cinque volte il numero dei posti messi a bando; * una prova orale; * una valutazione dei titoli; * una graduatoria di merito; * l’ammissione al corso-concorso selettivo di formazione; * un esame intermedio; * una graduatoria di merito dell’esame intermedio; * una attività di tirocinio con esame finale; * una graduatoria di merito conclusiva… Sull’altro pucntum dolens dell’ultimo concorso, la famigerata prova preselettiva, si auspicano temi più attinenti più alla cultura scolastica e professionale, per evitare il ripetersi delle follie del concorso 2011, con il famoso librone su tutto lo scibile umano, da sfogliare e leggere con immediatezza in un’ora, col risultato che molti candidati non riuscirono nemmeno a finire la lettura dei quesiti. Il nuovo dirigente dovrà essere un manager dell’educazione. “ esperto in progettazione formativa, valutato quindi su competenze, ad esempio, legate a come si costruisce uno staff, come si motiva un gruppo di lavoro, come si distribuiscono le deleghe o come si conduce un ambito collegiale”. Un’ultima novità: il concorso dirigenti d’ora in poi (!?) dovrà avere cadenza annuale per mandare in pensione l’istituto delle reggenze. Stabilità alla vita della scuola, concorsi a cattedra ricorrenti, concorsi dirigenti secondo il fabbisogno….
www.ilfattoquotidiano.it – 1 ottobre 2014
Camera, Vecchio: “Falsi tagli, paghe da sogno per incompetenti”. Boldrini: “Offese”
░ L’on. Vecchio, imprenditore anti-racket già oggetto di attentati, segnala che i tagli alle spese della Camera, annunziati dalla Boldrini, sono inconsistenti. Bersani ha designato la Boldrini a una carica che, se davvero il PD ha voglia di disboscare i privilegi segnalati da Andrea Vecchio richiede tempra politica ed esperienza adeguata. Renzi lo ha chiaro ? E Marina Sereni ? E Scelta Civica, il partito di Vecchio ? Quanto al merito della denunzia di Andrea Vecchio, non sappiamo; chi di competenza può appurarlo confrontando la spesa complessiva, prima e dopo.
Tagli agli stipendi dei dipendenti alla Camera, tetti per quelli più alti, bando agli sprechi, viva i risparmi. Tutto bene? No, a spezzare il clima idilliaco non è un “feroce” parlamentare grillino né uno sgraziato esponente leghista. Ma un deputato siciliano montiano, Andrea Vecchio. “Si tratta di tagli fasulli, di un’inaccettabile presa in giro di tutti quegli italiani che sperano ancora nell’onestà della politica e dell’indotto dei palazzi del potere. Come al solito, si sono mantenuti i privilegi e gattopardescamente si cambia tutto per non cambiare niente”. Imprenditore edile anti-racket, Vecchio … se ne frega del voto compatto della maggioranza e non si mette i guanti:“E’ intollerabile che il tetto dello stipendio verrà considerato al netto dei contributi previdenziali e delle varie inspiegabili indennità di funzione e con l’introduzione di un incentivo di produttività per i dipendenti che lo abbiano superato. Il che significa che molti dipendenti senza alcuna preparazione specifica continueranno a superare abbondantemente il famoso tetto dei 240mila euro annui. Vale a dire che un commesso con qualche decina d’anni di servizio, guadagnerà ancora più del presidente del Consiglio dei ministri, più di un astronauta, di un primario di chirurgia oncologica o di un ingegnere. Insomma, se possibile sarà ancora peggio di prima, perché al danno si è unita la beffa”. Insomma, è ”una vergogna per precari, disoccupati, sottoccupati, cittadini che stentano ad arrivare alla fine del mese e che si vedono raggirati dai dipendenti della Camera e da chi ha votato questi presunti tagli ai loro stipendi”. Per Vecchio “sono centinaia i protetti dalla politica, ridicolmente vestiti in livrea come dei camerieri, grottescamente remissivi e servizievoli con i cosiddetti onorevoli, che per questa loro mansuetudine bovina percepiscono buste paga da sogno senza avere alcuna competenza che le giustifichi. Anzi, i dipendenti Camera sono assolutamente improduttivi. Tuttavia, non sapremo mai quanto sono inutili e impreparati, perché la valutazione sulla propria professionalità per ottenere gli scatti dello stipendio, la fanno internamente. Insomma, è evidente che alla Camera dei deputati, trasparenza e obiettività sono due principi cardine. Ovviamente il suo partito, Scelta Civica, si dissocia: “Parla a titolo personale”. Anche per via della reazione della presidente della Camera Laura Boldrini secondo cui il deputato di Scelta Civica si mostra “disinformato sulla competenza dei dipendenti” e “si permette espressioni offensive con le quali” “non esita a gettare fango su chi lavora per le istituzioni”. Il Parlamento, ha fatto sapere Boldrini in una nota, è impegnato “in una delicata azione di riordino delle retribuzioni dei dipendenti”, che “incide in modo profondo sugli stipendi… Certissima di rappresentare il sentire dell’intera Assemblea di Montecitorio, riaffermo la massima stima per tutte le donne e gli uomini che mettono al servizio della Camera la loro professionalità e la loro dedizione”. Anche la vicepresidente di Montecitorio Marina Sereni (Pd) fa da scudio: Vecchio, dice, “usa espressioni volgari e spara nel mucchio”.
corriere della sera.it – 3 ottobre 2014
“Diritto allo studio e disabili, 160 milioni di fondi a rischio”
░Diritto allo studio e disabili, 160 milioni di fondi a rischio: E’ la conseguenza della decisione, presa in Conferenza Stato Regioni, di mettere sotto il Patto di Stabilità i Fondi statali destinati al diritto allo studio, ai disabili, al servizio di trasporto scolastico.
La «razionalizzazione della spesa pubblica» colpisce ancora. Le borse di studio per gli studenti universitari, i libri di testo, gli interventi per i disabili e le scuole paritarie e gli investimenti per gli autobus rischiano tagli pesantissimi: in base ad un accordo preso in Conferenza Stato—Regioni, e ratificato poi dal decreto legge Sblocca Italia (già in Gazzetta ufficiale), il Fondo integrativo statale viene inserito all’interno del patto di stabilità, mentre fino all’anno scorso ne era svincolato. Così le Regioni potranno assolvere al «contributo delle Regioni al risanamento della finanza pubblica». Ma con quali conseguenze? Che queste risorse, che ammontano a circa 162 milioni di euro, rischino seriamente di essere dirottate dalle Regioni ad altri scopi. Finché infatti erano slegati dai vincoli europei, i fondi dovevano essere vincolati all’utilizzo preciso per cui erano stati stanziati. Ma, finendo sotto il tetto del patto di stabilità, potranno essere usati dalle Regioni in base alle proprie esigenze. E, in tempi di crisi, è facile immaginare che qualche amministratore possa stornarli per la sanità, piuttosto che destinarli alle esigenze originarie. Il che significherebbe in automatico diminuire ancora ulteriormente le risorse già fortemente depauperate nel corso degli ultimi anni. Secondo una stima dell’Unione degli universitari, che ha presentato una mozione insieme al CNSU (Consiglio nazionale studenti universitari) a rischio sono 48.214 borse di studio, considerando che l’importo medio di una borsa lo scorso anno è stato di 3360 euro. … La mozione è già finita sul tavolo della VII Commissione cultura alla Camera, che ha immediatamente licenziato un «parere favorevole condizionato» allo Sblocca Italia, prima che venga convertito in legge: ovvero, il disegno di legge che prevede la riapertura dei cantieri e la semplificazione della burocrazia ha il parere favorevole della commissione, solo a condizione che venga modificato l’articolo 42, «ripristinando l’esclusione dal Patto di stabilità interno delle risorse destinate alle Regioni relativamente agli interventi in materia di diritto allo studio, scuole paritarie, contributi e benefici agli studenti con disabilità e erogazione gratuita di libri di testo, in considerazione del fatto che l’attuale formulazione della norma rischia di vanificare misure recentemente adottate nel settore scolastico, le quali rivestono una rilevanza strategica nell’ambito della politica di rilancio della scuola e dell’istruzione». Quali sono le regioni più a rischio? «Toscana, Piemonte, Veneto, Campania, regioni dove già in passato fondi destinati al diritto allo studio sono stati dirottati verso altre spese, come abbiamo rilevato, portandole in tribunale e obbligandole a restituire i soldi agli studenti- spiega Gianluca Scuccimarra, presidente dell’Unione degli universitari (Udu). Se questa norma passerà, potranno farlo, per rientrare nei propri bilanci, senza alcuna conseguenza».
www.latecnicadellascuola.it – 3 ottobre 2014
“Il 5 ottobre è la Giornata mondiale dell’insegnante. Il nostro sondaggio
In occasione di un evento di portata mondiale, come è appunto la “Giornata mondiale dell’insegnante” del 5 ottobre, lanciamo un sondaggio tra i nostri lettori con l’obiettivo di capire come l’opinione pubblica veda il suo lavoro e la sua professione. Dal 1993 l’Unesco ha individuato nel 5 ottobre la Giornata mondiale dell'insegnante ed è stata scelta perché proprio in quella data, nel 1966, si è tenuto un Congresso speciale, organizzato congiuntamente fra Unesco e Oil (Labour International Organization)….Quest’anno, considerata la coincidenza della data con una domenica, l’evento del 5 ottobre avrà luogo attraverso i social network e consisterà in un autoscatto, col viso coperto da un libro, seguito dall’hashtag #melohaconsigliatolamaestra da pubblicarsi sul proprio profilo social e/o su quello della CGE (http://www.cge-italia.org/eventi-news-cge/32-melhaconsigliatolamaestra) tra il 29 settembre e il 5 ottobre. Il nostro portale, che coi docenti ha una lunghissima frequentazione, lancia, proprio in occasione di un evento tanto importante e che deve essere occasione per riflettere su questa professione che in moltissimi definiscono “la più bella del mondo”, un sondaggio (sicuramente imitato da altri) al fine di consentire una sorta di autoscatto, un selfie, sui livelli di considerazione che la “categoria” ha di se stessa. Come di consueto dunque un modo per restare in contatto coi nostri lettori e un’ulteriore occasione per conoscere meglio e meglio capire le difficoltà dei docenti italiani, spintonatati fra doveri e obblighi, tra sempre nuove difficoltà e vecchi crucci, tra luoghi comuni e mancanze di risorse. Ma anche un momento per cogliere anche, e forse soprattutto, le bellezze e la nobiltà di questa professione, le soddisfazioni e i privilegi di stare a contatto col futuro rappresentato dai ragazzi e dal loro mondo cosparso, come un prato in fiore, di speranza e di sogno, di malinconie e di esaltazione.