Le richieste di modifica della normativa vigente, presentate dalla delegazione Udir a Montecitorio, dinanzi alle commissioni riunite Cultura e Lavoro, alla presenza di esperti sulla sicurezza scolastica e dell’ex giudice di Cassazione Raffaele Guariniello, hanno aperto una breccia su una tematica impantanata da norme strozza-presidi e conservatorismi.Proprio oggi a Roma è stato reputato inagibile un istituto; così un centinaio di studenti di un istituto elementare di Roma dovranno restare a casa ‘sine die’.
Walter Rizzetto, (Fratelli d’Italia-AN), vicepresidente XI Commissione Lavoro della Camera, si è detto pronto a presentare un emendamento alla legge di stabilità che sollevi la presidenza delle scuole dalle responsabilità amministrative e penali relative alla violazione delle norme del testo unico dopo la segnalazione alle autorità competenti dei rischi a cui sono sottoposti gli edifici della scuola, rischi strutturali e ambientali: sono completamente contrario a questo modus operandi contro il dirigente scolastico, magari è un docente di lettere che non sa definire la gravità di una crepa. Serve un segnale forte: sino alla chiusura dell’istituto.
Raffaele Guariniello, ex giudice di Cassazione: C’è un problema di fondo, la disponibilità di risorse non illimitate e la difficoltà di sospendere l’attività. Per il caso dell’Aquila si è compreso questo: non avete i soldi? Allora bisognava chiudere il convitto nazionale. Oggi, in pratica, viene detto: non hai le risorse, chiudi la scuola. Allora dico, dobbiamo dire grazie a questi dirigenti scolastici.
Marcello Pacifico, presidente Anief-Udir: Come fanno i presidi a continuare ad aprire, senza valutare i rischi. Ogni preside che la mattina apre le scuole, tra amministrativo, civile e penale, ha 105 capi d’imputazione. Noi abbiamo presentato una proposta: aggiungere un titolo tredicesimo bis al T. U. sulla sicurezza, laddove il testo unico sulla sicurezza non si è occupato in passato del problema specifico della dirigenza scolastica. Chi è il datore di lavoro? È vero che il dirigente scolastico è il datore di lavoro sull’organizzazione, ma non ha potere di spesa, né d’intervento.
Scarica il video dell'Audizione svolta il 21 settembre a Montecitorio, in presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro, esperti sulla sicurezza scolastica e la delegazione Udir.
Anche per approfondire queste tematiche, UDIR ed EUROSOFIA hanno organizzato un ricco calendario con 14 nuovi seminari formativi e informativi che toccheranno diverse città: si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue. Il prossimo incontro è previsto a Siracusa il 28 settembre: ecco la scheda di adesione al seminario.
È stato compiuto un primo importante passo per salvare i dirigenti scolastici dei troppi rischi che corrono ogni giorno per via della sicurezza degli edifici scolastici: le richieste di modifica della normativa vigente, presentate dalla delegazione Udir a Montecitorio, dinanzi alle commissioni riunite Cultura e Lavoro, alla presenza di esperti sulla sicurezza scolastica e dell’ex giudice di Cassazione Raffaele Guariniello, hanno aperto una breccia su una tematica impantanata da norme strozza-presidi e conservatorismi. Nel corso dell’audizione, il sindacato ha ufficialmente presentato degli emendamenti al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 il TITOLO XIII bis “Disposizioni in materia di Istituzioni scolastiche ed educative”, specifico per la scuola, attraverso l’introduzione di nove articoli modificativi e aggiuntivi dell’articolo 303.
“Abbiamo centrato un primo successo del nostro giovane sindacato dei presidi che in sei mesi ha radunato un dirigente su sette nei seminari sulle tre “R” della dirigenza e ora è stato ricevuto in audizione in Parlamento”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief-Udir. La soddisfazione del leader sindacale è quella di aver sensibilizzato molti parlamentari su un tema che sembrava inamovibile.
A iniziare da Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia-AN), vicepresidente dell'XI Commissione Lavoro della Camera, che si è detto pronto a presentare un emendamento alla legge di stabilità che sollevi la presidenza delle scuole dalle responsabilità amministrative e penali relative alla violazione delle norme del testo unico dopo la segnalazione alle autorità competenti dei rischi a cui sono sottoposti gli edifici della scuola, rischi strutturali e ambientali. Perché dopo quanto accaduto in estate in provincia di Caserta, oggi i presidi sono pronti a chiudere le scuole in assenza di risposte adeguate rispetto alle segnalazioni dei rischi.
Come è accaduto oggi sul litorale romano, dove la dirigente, Lucia Carletti, ha disposto "l'interruzione delle lezioni" delle classi IV e V, sezioni E ed F, "a partire dal giorno 22.09.2017 fino all'individuazione di soluzioni organizzative". Un provvedimento che fa seguito al verbale dei vigili del fuoco che hanno chiuso l'ala sinistra del plesso. Nello specifico, è stato interdetto l'accesso alle aule del secondo piano, all'area sottostante i balconi, nonché l'uso di una scala e di una parte dello spazio esterno. Già nei giorni scorsi la scuola ha dovuto affrontare alcuni problemi ai servizi igienici che hanno creato non pochi disagi agli studenti.
“Nelle zone a rischio - ha detto Rizzetto durante il suo intervento - abbiamo 120 studenti per 20mila edifici che non hanno la carta di agibilità: quindi ci sono 2 milioni e 400 mila studenti che rischiano di morire sotto le macerie del primo terremoto che verrà. Ma sono completamente contrario a questo modus operandi contro il dirigente scolastico; magari è un docente di lettere che non sa definire la gravità di una crepa. Serve un segnale forte: sino alla chiusura dell’istituto. Come a Caserta: io sarei per non aprirle queste scuole”.
“Nell’audizione del 1° agosto scorso – ha continuato il parlamentare - abbiamo incontrato sei dirigenti scolastici del Centro Italia: ci hanno descritto una situazione drammatica per la scuola pubblica. Ci sono 20 mila scuole senza agibilità: tutto cioè è attinente alla sicurezza, salubrità, risparmio energetico. Dunque, qualora mancasse, tantissimi dirigenti scolastici non potrebbero nemmeno andare a lavorare. Probabilmente, nemmeno i genitori sono a conoscenza della tragicità della situazione. Io proporrei questa modifica: dopo la prima segnalazione dei dirigenti scolastici alle autorità competenti – amministrazione, vigili del fuoco e altri – vorrei che i presidi fossero sollevati completamente dalle responsabilità nei confronti della loro struttura”.
Secondo l’ex giudice di Cassazione Raffaele Guariniello, “queste due proposte di legge hanno un merito: quello di affrontare un problema reale: chi è il datore di lavoro nelle scuole? Nella pubblica amministrazione, ma anche nel privato, nessuno vuole essere il datore di lavoro, per via delle grandi responsabilità. Non è nemmeno facile capire chi è. Esempio, 5 luglio del 2017 sentenza n. 32358: per le violazioni antinfortunistiche, in una scuola è stato condannato come datore di lavoro il sindaco; è singolare che il sindaco sia individuato come datore di lavoro. Questo, denota l’incertezza che c’è talvolta nella stessa giurisprudenza”.
“A mio parere – ha continuato Guariniello - c’è un problema di fondo: la disponibilità di risorse non illimitate e la difficoltà di sospendere l’attività. Per il caso dell’Aquila si è compreso questo: non avete i soldi? Allora bisognava chiudere il convitto nazionale. Oggi, in pratica, viene detto: non hai le risorse, chiudi la scuola. Allora dico, dobbiamo dire grazie a questi dirigenti scolastici che, nonostante i rischi e le responsabilità proprie, aprono le scuole. Chi glielo fa fare?”. È paradossale, ha concluso l’ex giudice della Suprema Corte, che “dobbiamo affidarci al senso di sacrificio di un dirigente scolastico. Perché oggi, lo dicono i giudici nelle sentenze, di chiudere le scuole”.
Molto sentita è stata la testimonianza di Virginia Villani, dirigente scolastico del terzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno: “nel 1998 persi casa per via della famosa alluvione. Allora ero vice-preside, ma non ho mai lasciato la mia scuola. Il tema della sicurezza è di primaria importanza; lo dimostra il fatto che la nostra delegazione Udir sia formata da me, che sono campana, e da colleghi della Sicilia, del Lazio, del Piemonte. Ci chiediamo come portare avanti le nostre scuole e garantire ai nostri studenti l’adeguato benessere, con la dovuta sicurezza e come rassicurare i genitori davanti a eventi sismici o di altra natura. I genitori, per primi, si rapportano con noi. Spesso ci troviamo nella necessità di dover improvvisare. Il mio primo interlocutore è l’amministrazione comunale. Ma se ci sono problemi, non abbiamo potere di spesa, chiediamo al sindaco. Solo che chiamando l’ufficio preposto alla manutenzione mi viene detto ‘non abbiamo fondi, se tu scuola hai soldi o li trovi, allora mandiamo l’operaio’. Ascoltiamo sempre questo, anche per la manutenzione semplice”, conclude la dirigente scolastica.
“Udir rappresenta al momento 250 presidi – ha detto nel corso del suo intervento il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - e nel corso degli otto seminari svolti sino a oggi sulla legislazione scolastica abbiamo avuto un pubblico di circa 100 presidi (uno su sette) e tutti ci hanno chiesto di cambiare totalmente il Testo Unico sulla sicurezza. Qui con noi c’è un ingegnere chiamato dal Miur che spesso difende i presidi che vengono convocati in giudizio con condanne penali da tre anni e mezzo in su, per fare analisi tecniche sui documenti di prevenzione, sicurezza e salute. Parliamo di un argomento che ci sta a cuore: i sismi, i terremoti, tanti, Amatrice per ultimo. Il giudice Guariniello ha ricordato tutto ciò che ha detto la Cassazione: il dirigente scolastico doveva appurare il rischio e doveva scrivere agli enti locali. Quindi dobbiamo chiedere ai dirigenti di chiudere le scuole?”.
“A Caserta ad agosto – ha continuato Pacifico - l’hanno fatto”. Poi la provincia ha ricevuto “i soldi e si è potuta aprire la scuola. Quindi dobbiamo fare in modo che tutti i presidi scrivano una lettera in cui si autodenunciano, e si chiede agli enti locali di mettere in sicurezza le scuole altrimenti le lezioni non partono? Diversamente, le scuole non vanno in sicurezza? Le chiudiamo. Mi chiedo, ci chiediamo, come fanno i presidi a continuare ad aprire, senza valutare i rischi. Ogni preside che la mattina apre le scuole, tra amministrativo, civile e penale, ha 105 capi d’imputazione. Noi abbiamo presentato una proposta: aggiungere un titolo tredicesimo bis al T. U. sulla sicurezza, laddove il testo unico sulla sicurezza non si è occupato in passato del problema specifico della dirigenza scolastica. Chi è il datore di lavoro? È vero che il dirigente scolastico è il datore di lavoro sull’organizzazione, ma non ha potere di spesa, né d’intervento”.
“Se una scuola non funziona, l’unica cosa che può fare il preside è segnalare che non funziona; se segnala è co-reo, secondo la Cassazione, se non segnala è omissione di reato, sempre secondo la Cassazione. In un modo o in altro, se ne va in galera. E se ha reggenza, si hanno altri 105 capi d’imputazione, quindi 210. La nostra proposta nasce dalla necessità di distinguere la responsabilità come datore di lavoro del dirigente scolastico rispetto al proprietario dell’immobile, che è lo Stato nelle sue declinazioni: regionale, comunale, provinciale”. Questo non significa “che non ci possa essere sanzione amministrativa per il dirigente che non faccia svolgere corsi di aggiornamento sulla sicurezza al suo personale. Questa sarebbe una procedura normale: è il suo personale ed è responsabile, ma non può essere responsabile di ogni pietra, di ogni muro di ogni scuola. Ci sono casi numerosissimi, come quello del preside di Marsala” citato a giudizio. “No, i dirigenti scolastici – ha concluso Pacifico - non ci stanno più: non sono tecnici”.
Nel corso del suo intervento tecnico, l’ingegnere Natale Saccone, esperto di sicurezza, ha detto che “il testo Unico non parla di scuole; avete agli atti una modifica, scritta da me, che potrebbe risolvere il problema. Ci sono scuole che possono crollare; dentro queste pagine abbiamo presentato la soluzione per far sì che si possano salvare delle vite umane. La proposta si snoda in nove articoli: con il primo articolo si definisce il datore di lavoro e come bisogna farlo. Il secondo è sulla sicurezza: la scuola ha una sua atipicità, la scuola non è un’azienda, ha una sua peculiare caratteristica. Le scuole vanno salvate prima che crollino. Ci sono tante cose da fare per portare avanti i controlli: genio civile, vigili del fuoco. Altro punto, gli impegni economici: per fare in modo che possa il dirigente occuparsi della formazione e della manutenzione. Per quanto riguarda i lavori in appalto, c’è un’altra vacazio; se la scuola diviene un cantiere, bisognerebbe poi definire la figura del valutatore delle interferenze, figura che non esiste. In ultimo, ci sono le sanzioni per dirigenti scolastici e proprietario dell’immobile, se sono inadempienti”.
“Per fortuna non crollano sempre le scuole – ha sottolineato l’on. Mara Carocci, (PD), componente della VII Commissione Cultura, Scienze e Istruzione – ma vediamo la situazione reale. Noi siamo dirigenti scolastici e abbiamo pensato a delle modifiche. Abbiamo avuto molte audizioni con pareri tecnici di architetti e ingegneri. Esiste un disegno di legge al Senato dall’onorevole Laura Fasiolo che parla di chiusure delle scuole. Abbiamo avuto però pareri discordanti sull’argomento. Anche per l’on. Gianluca Vacca (M5S), componente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, occorre “capire in anticipo quando una scuola è agibile. Bisognerebbe mettere ordine nel caos delle leggi, poiché in passato credo abbia fatto comodo avere tutta questa confusione di norme”. Per on. Silvia Chimienti (M5S), componente dell’XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato, “bisogna concentrare tutte le forze sulla prevenzione, piuttosto che sulle sanzioni”.
Nel concludere l’audizione, Marcello Pacifico, ha spiegato che “qui non si cerca il colpevole ma di risolvere il problema. Si deve cercare di evitare di incorrere nel reato. Mettiamo i punti in chiaro”. Replica dell’on. Mara Carocci: i dirigenti possono chiudere le scuole? Risponde la Cassazione: se un preside oggi chiude le scuole non lo arrestano, se non le chiude può essere arrestato. Non è interruzione di pubblico servizio, perché rientra tra le calamità”. In ogni caso, ha ribadito Guariniello, “spetta al parlamento affrontare il problema. È giusto avere le scuole sicure e farle funzionare anche. Abito vicino a un asilo: quando passo e vedo tutti questi bambini mi dico: ‘non so se usciranno più preparati, speriamo almeno che escano sani e salvi’”.
Scarica il video dell'Audizione svolta il 21 settembre a Montecitorio, in presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro, esperti sulla sicurezza scolastica e la delegazione Udir.
Anche per approfondire queste tematiche, UDIR ed EUROSOFIA hanno organizzato un ricco calendario con 14 nuovi seminari formativi e informativi che toccheranno diverse città: si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue. Il prossimo incontro è previsto a Siracusa il 28 settembre: ecco la scheda di adesione al seminario. Modulo rimborso.
SINTESI DELLA PROPOSTA EMENDATIVA UDIR
Gli emendamenti al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 il TITOLO XIII bis “Disposizioni in materia di Istituzioni scolastiche ed educative”, specifico per la scuola, prevedono che al “proprietario dell’immobile nel Dirigente tecnico all’uopo individuato”, possa essere conferito un apposito “potere di spesa attraverso uno specifico capitolo del bilancio dell’ente locale rappresentato” e che il Dirigente Scolastico abbia “facoltà di inibire porzioni di spazi didattici sino anche a l’intera Istituzione scolastica ed educativa, senza incorrere in pregiudizio alcuno, in quanto ogni lavoratore deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa”. Pertanto, “il Dirigente Scolastico non può essere sanzionato per reato d’interdizione di pubblico servizio né le giornate lavorative didatticamente perse devono essere recuperate per il raggiungimento della soglia dei duecento giorni di lezione”.
Inoltre, si legge nella proposta emendativa, “il Proprietario dell’immobile, ricevuta la notifica dell’inibizione parziale o dell’interdizione dell’intera Istituzione scolastica, è obbligato ad intervenire repentinamente per dare conferma o rettifica della disposizione presa dal Dirigente Scolastico, mediante relazione tecnica a firma di professionista abilitato, formalmente trasmessa allo stesso Dirigente Scolastico e per conoscenza al Prefetto. Una volta certificato il provvedimento inibitorio da parte del Proprietario dell’immobile, è sua cura trovare attraverso l’Ufficio tecnico preposto, sentito il Dirigente Scolastico, soluzione alternativa utile al prosieguo in sicurezza delle attività didattiche”.
Seguono gli obblighi del “Proprietario dell’immobile mediante l’Ufficio tecnico preposto” a “eseguire sopralluoghi all’interno ed all’esterno di ogni plesso scolastico di pertinenza per verificare le condizioni di fruibilità ed agibilità dei locali ad uso scolastico”, e la costituzione, da parte del Prefetto, di “una Commissione provinciale” composta da tutti i gli uffici e le istituzioni coinvolte. Oltre che una serie di obblighi, per il Proprietario dell’immobile rispetto “alla redazione e all’aggiornamento periodico del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all’art. 28 per tutti i plessi di pertinenza, da trasmettere al Dirigente Scolastico”, nonché “alla redazione e all’aggiornamento periodico del Piano di Evacuazione di ogni singolo plesso scolastico, sentito il Servizio di prevenzione e protezione d’Istituto, da trasmettere formalmente al Dirigente Scolastico ove sono indicati i Luoghi sicuri, nel rispetto del Piano di Protezione Civile Locale, nonché i tre livelli di affollamento per vano, per piano e per intero edificio”.
Naturalmente, vengono meglio inquadrati anche gli obblighi del dirigente scolastico. A tutti i livelli: dalla comunicazione dei provvedimenti inibitori e interdettivi, all’individuazione di “un Servizio di prevenzione e protezione idoneo per ogni istituzione rappresentata, nominando tra il proprio personale un numero di addetti e preposti tali da esser sempre presenti in ogni momento di attività didattica lavorativa”. Ogni Dirigente Scolastico deve essere anche “autorizzato a creare nel bilancio annuale d’Istituto un capitolo di spesa destinato alla sicurezza, al fine di far fronte agli obblighi per la costituzione del R.S.P.P. e del S.P.P.”. Come vengono date precise indicazioni sia su come gestire i lavori in appalto, sia sulle sanzioni da applicare al Proprietario dell'immobile: si prevede “l’ammenda da 5.000 € a 15.000 € per non aver adempiuto agli obblighi” meno cogenti; sino “all’arresto da due a quattro mesi di reclusione o con l'ammenda da 2.500,00 € a 7.500,00 € per” quelli più gravi. Viene da sé che i presidi, che non hanno responsabilità dirette sugli edifici, non possono più pagare con il carcere, coma accaduto a seguito del terremoto dell’Aquila, ma vanno sanzionati al massimo “con una multa esclusivamente di natura amministrativa e non penale pari ad € 5.000,00”.
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