La stampa scrive

Italpress: P.A. - record precari non assunti, Anief: 2 su 3 sono di scuola e sanità

Nel pubblico impiego due lavoratori precari su tre appartengono alla scuola o alla sanita', ma lo Stato li vuole mantenere precari in eterno, tenendoli fuori dagli accordi sulla stabilizzazione dei lavoratori pubblici e dalla direttiva europea sui contratti a termine. Lo afferma l'Anief, ricordando i numeri resi pubblici dal ministro Gianpiero D'Alia, nel corso dell'audizione alla Camera davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro.

"Sono numeri davvero avvilenti – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri - perche' significa che quasi il 10% dei dipendenti statali ha un contratto a termine. Ma quel che preoccupa di piu' il sindacato e' che i precari di scuola e sanita' sono condannati a rimanere permanentemente in questa condizione: lo dimostra il dato che negli ultimi anni lo Stato ha creato delle graduatorie - permanenti, ad esaurimento e d'istituto - che anziche' svuotarsi si stanno sempre piu' riempiendo di candidati. La colpa e' di una serie di deroghe alle norme europee, introdotte a partire dalla legge 106/2011. E cio' malgrado tali disposizioni normative continuino ad essere sanzionate dai tribunali del lavoro e a generare nuove procedure comunitarie d'infrazione a carico dello stesso Stato italiano. I Governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni – sottolinea Pacifico - hanno pensato esclusivamente a far valere le ragioni di bilancio statale".

"Dimenticando che un numero cosi' alto di precari, oggi diventanti 166 mila, hanno il diritto di essere assunti a titolo definitivo. Non si possono continuare ad imporre le norme che derogano ai principi comunitari. Anziche' continuare a rimandare il problema, amplificandolo i numeri all'eccesso - conclude - il Governo farebbe bene a emendare il decreto legge sulla proroga del personale statale a tempo determinato, prevedendo una graduale stabilizzazione del personale che ha gia' svolto i tre anni minimi richiesti. Cio' eviterebbe anche un contenzioso, di cui il sindacato si fara' sicuramente carico per difendere gli interessi di migliaia di lavoratori".

Fonte: Italpress

 

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