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Italpress: P.A. – Anief, per precari scuola e sanità niente proroghe e assunzioni

Perche' lo Stato italiano si ostina a non volere stabilizzare i suoi dipendenti precari che hanno operato per almeno 36 mesi nella scuola e nella sanita'? A chiederlo pubblicamente, rivolgendosi in particolare ai parlamentari, e' Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri professionali, a seguito dell'arrivo in commissione Finanze della Camera del decreto, approvato il 17 maggio dal Consiglio dei Ministri, che proroga al 31 dicembre prossimo i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato di circa 100mila dipendenti pubblici.

"E' evidente che questa condizione - commenta Pacifico - non puo' essere 'sine die', visto che nello Stato non ci sono i dipendenti figli di un dio minore. Perche' la direttiva 1999/70/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo 368/01, indica solo che dopo 36 mesi di servizio, anche non continuativo, il datore di lavoro ha il dovere di procedere all'assunzione definitiva del dipendente. A tal proposito, vi sono dei precedenti nazionali importanti. Come quelli adottati durante l'ultimo governo Prodi, a seguito dell'approvazione delle leggi 296/2006 e 247/2007. La proroga del termine di scadenza concessa a quasi 100mila dipendenti pubblici - continua - e' una notizia in se' positiva. Tuttavia rende ancora piu' irrazionale e illogica la discriminazione che si attua in Italia verso diverse decine di migliaia di precari che operano da anni nei comparti pubblici di scuola e sanita'. E lo diventata ancora di piu' - conclude Pacifico - dal momento in cui la diversita' di trattamento e' stata presa in esame in Lussemburgo dal tribunale di giustizia europea, dove i giudici sovranazionali stanno valutando proprio la compatibilita' delle norme italiane derogatorie ad un legge che, come tutte, e' nata per essere uguale per tutti".

Fonte: Italpress

 

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