La stampa scrive

Italpress: 8 marzo, Anief: festa amara per 30 mila donne lavoratrici della scuola

"Quella che stanno vivendo oggi 30 mila donne italiane e' una festa davvero amara: assunte dopo il 1^ settembre 2011 come docenti o personale Ata si trovano infatti costrette a rimanere lontano dai propri cari fino all'agosto del 2016. Un'assurda modifica sul contratto di mobilita' impedisce di ricongiungersi con la propria famiglia, attraverso la storica assegnazione provvisoria, se non in presenza di gravi e certificate motivazioni". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Si tratta di una situazione paradossale - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - perche' lo Stato non puo' vietare in itinere a decine di migliaia di donne assunte nella scuola di vivere con il proprio coniuge o con i propri figli per cinque anni. E questo proprio mentre l'Europa garantisce la flessibilita' oraria. Siamo di fronte ancora ad una discriminazione, frutto di una miope politica che ha spaccato il Paese nella scorsa legislatura. Per questi motivi Anief chiede ai sindacati di non firmare il prossimo contratto sulla mobilita', a meno che si elimini questa norma palesemente ingiusta".

"Tra l'altro, la decisione dello Stato di obbligare una donna a rimanere lontano dai figli e dal marito per cinque anni dopo la sua assunzione e' un'ingerenza tutta italiana, in palese contrasto con l'articolo 8 della Convenzione e la giurisprudenza europea in tema di diritto familiare - sottolinea l'Anief -. Se non si disapplichera' l'articolo 9 della legge 106/11, voluto dalla Lega due estati fa per evitare lo spostamento dei precari della scuola dal Sud al Nord del Paese prima dell'assunzione in ruolo, Anief conferma l'intenzione di voler tutelare i legami familiari di almeno 30 mila docenti e Ata della scuola, assunti fuori residenza, rivolgendosi al giudice del lavoro. Se non dovesse essere sufficiente chiederemo il rinvio della norma alla Consulta, per la violazione dell'articolo 8 della Cedu. E se necessario ricorreremo al giudizio della Corte di Strasburgo".

"Come la corte di Strasburgo ha ricordato a piu' riprese e come garantito a piu' volte negli ultimi anni dalla giurisprudenza internazionale - conclude il presidente dell'Anief -, lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita parentale e alla relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. Ma per essere adeguate, queste misure dovranno essere prese rapidamente perche' il passare del tempo puo' avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore. Tra i figli e le loro madri lontane".

Fonte: Italpress

 

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