La stampa scrive

Tecnica della Scuola: in arrivo un'altra ondata di ricorsi, stavolta dagli Ata

Per via del blocco delle assunzioni dall’estate scorsa, tutte le supplenze di amministrativi e tecnici sono state sottoscritte fino “all’avente titolo”, rendendo inapplicabile per i collaboratori scolastici di ruolo l’art. 59 del Ccnl. Ma lo stop ha anche penalizzato i precari: molti sono rimasti al palo perchè non potevano trovarsi in tutte le graduatorie d’istituto. L’Anief: con l’aggiornamento della permanenti, già avviata in Piemonte e Veneto, chiederemo all’amministrazione di fargli assegnare almeno i punti persi per colpa della burocrazia.

Lo sblocco delle assunzioni dei collaboratori scolastici, annunciato alcuni giorni fa su questa testata giornalistica, dovrebbe rendere giustizia ad almeno 2mila lavoratori precari. Che così si ritroveranno in ruolo in corso d’anno, con gli effetti giuridici anticipati al 1° settembre 2012. Tutti contenti, quindi? Non proprio. A ben vedere, infatti, la questione è molto complessa.

A farli emergere è l’Anief, che attraverso un comunicato si sofferma sul fatto che tutti i problemi nascono dal blocco delle immissioni in ruolo, venutosi a determinare delle supplenze annuali fino all’avente diritto. Anche quando i posti erano vacanti. E quindi assegnabili sino al 31 agosto o al 30 giugno.

L’aver negato questa possibilità, tramutando tutti i contratti in supplenze brevi, sottraendoli alle competenze degli Ust, ha comportato non solo il mancato espletamento di un diritto. Ma anche l’impossibilità, per i collaboratori scolastici di ruolo, di accettare incarichi annuali su gradi professionali superiori (come amministrativi o assistenti tecnici) avvalendosi dell’art. 59 del Ccnl.

Dopo aver sottolineato che le assunzioni a tempo indeterminato quest’anno sono state caratterizzate da un “ritardo ingiustificabile” e che è stato “assurdo bloccare i posti dei collaboratori scolastici, visto che non sono mai stati interessati della questione” inidonei-amministrativi, l’Anief sostiene che “è giunta l’ora, in vista dell’ormai prossimo aggiornamento delle graduatorie permanenti provinciali (24 mesi) e valutati gli effetti delle nomine fino all’avente titolo, di far valere i propri diritti. Bisogna infatti considerare che molti precari si vedranno scavalcati da personale assunto con minor punteggio”.

Il sindacato mette in cima alla lista di questi potenziali danneggiati proprio coloro che sono già di ruolo, i quali potendo aspirare esclusivamente ad assolvere “contratti fino all’avente titolo, non hanno potuto usufruire del comma 1 art. 59 del CCNL, che recita: ‘Il personale ATA può accettare, nell’ambito del comparto scuola, contratti a tempo determinato di durata non inferiore ad un anno, mantenendo senza assegni, complessivamente per tre anni, la titolarità della sede’”.

Ma le “vittime” di questa situazione di stallo non finiscono qui: a lamentarsi sono coloro che ricoprono una “posizione utile nella graduatoria permanente per una nomina al 30/6 o 31/08”: poiché “dal momento in cui i posti sono stati assegnati non più dagli A.T. (gli ex Provveditorati agli Studi), ma dalle istituzioni scolastiche”, il sindacato degli educatori in formazione sostiene che “non essendo presenti nelle graduatorie di istituto (al massimo si possono fare domande in 30 istituti) non hanno ricevuto nessuna proposta di incarico”. E quindi sono rimasti disoccupati.

Con la beffa che con l’ormai imminente riapertura della 24 mesi, “la mancata attribuzione dell’incarico sin dalla sua disponibilità comporterà, all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie, una retrocessione in graduatoria a causa di un minor servizio dichiarabile”.

L’Anief intende quindi “tutelare il personale che si trova in questa assurda situazione, chiedendo il riconoscimento (giuridico n.d.r.) del servizio per l’intera durata del posto che avrebbe ricoperto”. Il sindacato proverà a far avere al personale rimasto “al palo”, senza usufruire del posto che gli spettava, almeno il punteggio utile a non rimanere indietro in graduatoria. Procederà attraverso “un tentativo di conciliazione, gratuito per tutti gli iscritti, che il personale interessato dovrà richiedere all’A.T. della propria provincia attraverso il modello predisposto; qualora la conciliazione non dovesse ottenere buon esito – conclude il sindacato autonomo - affideremo l’azione ai nostri legali presenti su tutto il territorio nazionale per attivare i ricorsi al giudice del lavoro”.

La grana, insomma, non è da poco. E nemmeno da ascrivere totalmente al ministero dell’Istruzione, visto che il blocco delle immissioni in ruolo è a tutt’oggi dettato dal Mef. Se la ritroverà sul tavolo di viale Trastevere il nuovo ministro, il successore di Francesco Profumo, subito dopo l’insediamento del nuovo Governo.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Query Database