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Orizzonte Scuola: i TFA speciali vivranno la loro approvazione definitiva con il nuovo Governo

A comunicarlo è il sindacato Anief, che coglie l’occasione per ribadire le modifiche proposte nella revisione finale del provvedimento: accesso ai docenti con 360 giorni di servizio, ai docenti in sovrannumero e a coloro che sono già in possesso di un’abilitazione, o che hanno conseguito il dottorato di ricerca.

Ufficio Stampa Anief - Dopo le classi di concorso, anche i TFA speciali vivranno la loro approvazione definitiva con il nuovo Governo che scaturirà dalle prossime elezioni politiche.

L’Anief coglie l’occasione per invitare i responsabili alla revisione finale del testo che modifica il D.M. 249/2010 ad apportare alcune modifiche fondamentali: i 360 giorni minimi per l’accesso ai corsi, anziché le tre supplenze annuali da almeno 180 giorni ciascuna; l’accesso aperto anche al personale di ruolo soprannumerario, in particolare agli Itp e ai dottori di ricerca; l’apertura anche per tutti i precari interessati che hanno già un’abilitazione. In caso contrario, il sindacato è pronto a ricorrere in tribunale.

Sui Tfa speciali, Anief sostiene che occorrono alcune modifiche finali indispensabili. Le quali permetterebbero di avviare i tirocini abilitanti senza escludere del personale che ha comunque fatto esperienza e sviluppato conoscenze, competenze e capacità. Vale la pena ricordare che l’apertura a coloro che hanno svolto 360 giorni di servizio, significa confermare lo stesso requisito richiesto in occasione dei precedenti corsi abilitanti del 1999 e del 2004. E siccome le leggi che regolano il reclutamento non sono cambiate, non si attuerebbe alcuno “strappo”.

L’accesso ai Tfa speciali deve inoltre essere consentito agli oltre 8.000 docenti oggi in soprannumero: lo Stato deve dare loro la possibilità di poter accedere, sempre se in possesso del titolo utile, ad una nuova abilitazione e senza costi aggiuntivi. Ed essere in tal modo più facilmente “collocabili”, già in vista del prossimo anno scolastico. La maggior parte di loro, infatti, si trova nella posizione di soprannumerarietà (molti sono insegnanti tecnico pratici) a seguito dei tagli draconiani e delle riforme riduci-organici volute dai Governi che si sono succeduti negli ultimi 3-4 anni.

Contestualmente, il ministro deve necessariamente permettere l’iscrizione ai Tfa speciali anche a coloro che hanno conseguito il dottorato di ricerca. Si tratta di una possibilità che era stata ritenuta fattibile nelle versioni iniziali del testo oggi approvato alla Camera. Ma poi nelle versioni successive se ne sono perse le tracce. L’Anief non ne comprende il motivo: se i dottori di ricerca hanno titolo ad essere inseriti nei ruoli dirigenti dello Stato, non può essere loro negato di poter fare gli insegnanti.

“Il nostro sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – intende dunque cogliere l’occasione del ricambio parlamentare, per rivolgersi al nuovo Governo e dirgli di fare in modo che il decreto sui Tfa speciali contenga dei requisiti di accesso basati su delle effettive pari opportunità da parte dei candidati partecipanti. Nei confronti dell’intero comparto Scuola, sarebbe un approccio davvero positivo. Che eviterebbe sul nascere l’avvio di una nuova stagione di ricorsi al giudice”.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

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