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Orizzonte Scuola: elezioni 2013. Anief, le proposte alla politica in 15 punti: rivedere criteri accesso Graduatorie precari, mobilità, investimenti e Tfr

In vista delle elezioni Os.it chiede alle sigle sindacali le loro proposte concrete ai politici. Dopo FLCGIL, CISL, UIL ecco le proposte dell'Anief. “La XVII legislatura - scrive Marcello Pacifico, presidente di Anief - deve ripartire dalla promozione del sapere se vuole educare le generazioni del domani a una cittadinanza attiva e responsabile e indirizzare il mondo del lavoro verso nuove forme di riconversione industriale e produzione economica”.

1. Aumento di un 1% di Pil nel settore della conoscenza

Senza maggiori investimenti non ci può essere alcun progetto. E’ stato tagliato più del 20% del personale dalla scuola materna all’università attraverso un reiterato blocco del turn over e un abuso dei contratti a termine. Chiede anche l’Ocse che l’Italia finalmente, allochi le risorse dove sono necessarie alla ripresa.

2. Revisione dei criteri del dimensionamento scolastico

La cancellazione di 200.000 posti nella scuola degli ultimi sei anni, così come la soppressione di diversi corsi di laurea sono il risultato di scelte politiche avventate che privilegiato la massificazione dei sapere a scapito della qualità. Il ruolo dell’autonomia delle scuole e dell’università deve essere recuperato attraverso il ripristino della rete antecedente alle ultime riforme.

3. Revisione dei criteri sulla rappresentanza sindacale

Le attuali regole sulle relazioni sindacali sono obsolete, non legate all’attuale flessibilità del mondo del lavoro. Bisogna dare voce ai lavoratori precari e slegare il voto delle Rsu, da svolgersi annualmente e in forma telematica, dal voto alle organizzazioni sindacali che intendono misurare ogni tre anni la loro rappresentatività.

4. Revisione dei criteri di valutazione

Il monitoraggio delle attività svolte è centrale per una programmazione a livello di classe, di istituto, di ateneo ma non può essere vincolante per l’erogazione delle risorse essenziali per l’ordinario funzionamento. Le indicazioni dell’Invalsi non possono non tener conto della situazione del territorio e della centralità dello studente nel processo educativo.

5. Stabilizzazione degli organici

Bisogna adeguare la normativa italiana a quella comunitaria con l’aumento del 35% dell’organico di diritto sul sostegno e la progressiva trasformazione di tutti i contratti da tempo determinato, con più di tre anni di servizio, a tempo indeterminato. Solo così si può garantire la continuità didattica necessaria.

6. Attuazione della legge sui disturbi specifici di apprendimento

All’approvazione della norma non sono seguiti gli interventi necessari per creare le figure professionali necessarie, nonostante più di 350mila alunni soffrano di questi disturbi. È necessario rimuovere gli eventuali ostacoli e accantonare le risorse per partire subito fin dal nuovo anno scolastico.

7. Revisione dei criteri di pensionamento

Il progressivo aumento dell’età pensionabile legato alla speranza di vita degli italiani non tiene conto del burnout elevato nel settore della conoscenza. La rapida evoluzione dei saperi in un mercato globale impone, inoltre, l’introduzione di nuovi ruoli, dopo una certa anzianità maturata, che siano da supporto all’attività educativa in termine di tutoraggio e organizzativi.

8. Ripristino della figura del ricercatore

Da ormai un triennio non possono essere più banditi concorsi sebbene sulla categoria dei ricercatori ricada il 70% del carico didattico. La ricerca deve essere incentivata perché rappresenta il volano dell’economica.

9. Formazione in servizio e riconversione professionale

Nell’attuale reticolare economia mondiale la formazione continua, in modalità e-learning, rappresenta il valore aggiunto nell’adeguamento dei servizi alle necessità rilevate dal cittadino che in quanto lavoratore deve ritornare anche tra i ‘banchi’ periodicamente non soltanto per aggiornarsi ma anche per riqualificarsi in base ai nuovi settori produttivi.

10. Revisione dell’apprendistato e obbligo a 18 anni

Contrariamente alle ultime ipotesi di riduzione dell’orario scolastico o di svalutazione dei titoli di studio, bisogna da una parte collegare il nuovo mondo del lavoro alla scuola e all’università con nuove regole sull’apprendistato come in Germania e aumentare l’età d’obbligo scolastico perché senza sapere non ci può essere lavoro.

11. Revisione dei criteri di accesso alle Gae

Il sistema di reclutamento deve prevedere la spendibilità del titolo abilitante acquisito anche attraverso i Tfa ordinari o speciali nelle graduatorie permanenti all’insegnamento con regole chiare e trasparenti sull’attribuzione dei punteggi.

12. Revisione dei criteri relativi alla mobilità

La contrazione degli organici e le nuove regole del mercato del lavoro impongono la rivisitazione delle norme contrattuali nel rispetto del diritto al trasferimento dentro e fuori le frontiere nazionali e al riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite.

13. Ripristino scatti di anzianità e recupero Tfr

Il potere d’acquisto degli italiani è sceso ai livelli di 24 anni fa, mentre gli stipendi restano lontani dai livelli dell’Ocse specie a fine carriera con 8mila euro in meno. La stessa trattenuta del 2,5% del Tfr si è rivelata illegittima mentre le risorse dal fondo d’istituto sono state utilizzate per attutire la povertà dei salari. Bisogna sbloccare i contratti e gli scatti di anzianità senza alcun baratto.

14. Introduzione della vice-dirigenza e di una carriera

Nel rispetto degli aumenti minimi degli stipendi legati all’aumento del costo della vita, si devono trovare risorse aggiuntive per programmare una carriera che, specialmente, nella scuola individui figuri intermedie tra il docente e il dirigente e all’interno del personale dedicato all’amministrazione.

15. Sviluppo, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale

Senza un piano di sviluppo economico che coinvolga tutte le professionalità del Paese intorno all’unica risorsa, la nostra cultura, che il resto del mondo non ha, nel rispetto dell’ecosostenibile, non si potrà mai risanare il debito pubblico e garantire gli attuali livelli di welfare.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

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