La stampa scrive

Tecnica della Scuola: l'opposizione dei precari al concorso a cattedra

Il concorso a cattedra, voluto con forza dal ministro Profumo e che lo ha voluto bandire con tempi veloci, trova una forte contestazione da parte del mondo dei precari della scuola.

Come in fisica le forze di attrito si oppongono ai moti dei corpi, così la rivolta dei precari si oppone, con indiscussa determinazione, a questo per loro inutile concorso a cattedra. 

I precari iniziano oggi, scendendo in piazza, con una contestazione non stop. La loro speranza è quella che il ministro ritiri il bando, ma ciò appare assai difficile. 

Oggi anche la Flc Cgil scende in piazza in tutte le città italiane con presìdi davanti alle prefetture, assemblee aperte, eventi serali, sit-in. 

Dalla voce di Mimmo Pantaleo apprende che: “I lavoratori precari della conoscenza, delle scuole, delle università, degli enti di ricerca, dei conservatori e delle accademie celebreranno il giorno del merito, iniziativa con cui vogliono ricordare i meriti e i diritti acquisiti di un’intera generazione di docenti e Ata, le competenze e le conoscenze, le esperienze e i progetti per una scuola migliore, di qualità”. 

Anche l’Anief critica il concorso. Sabato 22 settembre saranno i coordinamenti autonomi dei precari della scuola e l’Usb a scendere in piazza per dire “No al concorso truffa”. 

Alla vigilia di questo bando previsto per martedì in Gazzetta Ufficiale, si prepara una due giorni di contestazione, ma tutto ciò non servirà a rallentarne le ormai ben avviate procedure. 

Dalla voce dei precari cogliamo i principali motivi del dissenso: “la contestazione è rivolta anche per quanto riguarda la possibilità che il concorso possa realmente reclutare insegnanti giovani e meritevoli. La probabilità che fra gli 11.542 neo insegnanti ci sia qualche giovane è ridotta al minimo. Il concorso è infatti riservato a coloro che sono già inseriti nelle graduatorie provinciali dei precari: supplenti già abilitati all’insegnamento e, in media, attorno ai 40 anni di età. Inoltre, estendere il concorso ai laureati prima del 2003 “suona come una beffa per tutti i docenti che hanno già superato un concorso e che hanno maturato un certa esperienza in classe”.

Fonte: Tecnica della Scuola

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