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Repubblica: presidi, ora rischia di saltare il concorso voluto dalla Gelmini

Potrebbe avere uno stop definitivo dopo la sentenza dell'11 gennaio del Consiglio di Stato. Nel quizzone per 34mila candidati vennero scoperte numerose risposte sbagliate che il Ministero fu poi costretto a riconoscere come errate.

Rischia di saltare definitivamente il travagliato concorso a preside, lanciato dalla Gelmini pochi mesi prima di lasciare viale Trastevere. Una eventualità che prolungherebbe lo stato di precarietà dell'intero sistema scolastico italiano alle prese con un vuoto di dirigenti scolastici mai visto prima. Il Consiglio di Stato, con due diverse ordinanze dell'11 gennaio scorso, lascia intravedere un giudizio di merito sulla procedura concorsuale che per l'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione) porterebbe al suo annullamento. La selezione è nata male e rischia di finire peggio.

Il concorso è stato bandito nel mese di luglio del 2011 ed è stato subito cavalcato dal precedente governo come uno dei momenti più importanti per migliorare la qualità del sistema di istruzione pubblica. Per eccedere agli scritti, i 34 mila candidati che si sono presentati dovevano superare un quizzone di 100 domande a risposta multipla, rispondendo ad almeno 80 quiz. Il primo settembre successivo il ministero dell'Istruzione pubblica una batteria di 5 mila test dai quali sarebbero state sorteggiate le 100 fatidiche domande della selezione.

Ma immediatamente gli addetti ai lavori si accorgono che diverse delle 5 mila domande sono errate, mal poste o poco chiare. Viale Trastevere dapprima minimizza, promettendo di espungere le eventuali domande sbagliate. Ma a ridosso della prova scritta, svoltasi a ottobre, è costretto ad eliminare quasi mille delle 5 mila domande su cui si sono esercitati i prof desiderosi di sedere sullo scranno più alto della scuola. E pubblica l'elenco degli esperti che hanno redatto domande e risposte. Ma tra i rimanenti 4 mila quiz, parecchi giurano che ancora quelli errati sono moltissimi. 

E da più parti cominciano ad arrivare richieste di rinvio del concorso. Ma ad ottobre la preselezione si svolge ugualmente. Ai i 34 mila aspiranti presidi viene consegnato un librone con tutti i quiz e un foglio con le 100 domande da andare pescare sfogliando a tempo di record il librone. E le polemiche sulla gestione dell'intero concorso continuano, anche perché i candidati la mattina della prova sono costretti ad aspettare 5/6 ore per una prova di 100 minuti. A superare la soglia degli 80 punti sono in 9.112. Ma gli esclusi non ci stanno e partono i ricorsi. 

Il Tar Lazio e il Consiglio di stato respingono la richiesta di un gruppo di esclusi di partecipare agli scritti con riserva, ma motiva in questo modo la sua decisione: "i motivi dedotti (dai legali dell'Anief, n. d. r.) investono profili di legittimità dell'intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla, con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l'effetto demolitorio dell'intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso". 

E nelle ordinanze dell'11 gennaio, con le quali i giudici di Palazzo Spada ammettono agli scritti un gruppo di ricorrenti che aveva risposto correttamente ad un numero di domande compreso fra 75 e 79, il Consiglio di stato anticipa che "ad un primo esame, l'appello cautelare in epigrafe appare meritevole di parziale accoglimento laddove ha rilevato  -  per un verso  -  il carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati e  -  per altro verso  -  l'alta probabilità che, in assenza degli errori in questione, gli appellanti avrebbero potuto accedere al prosieguo delle prove concorsuali". Una affermazione che, letta assieme a quella precedente, sembra già una sentenza definitiva.

Fonte: Repubblica

 

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