Scuola: Aggiornamenti in progress - martedì 11 gennaio 2011

° Nonsololicei. L’esercizio del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione.
Alternative vecchie e nuove si prospettano agli studenti e alle loro famiglie sempre più in difficoltà nel coniugare il titolo di studio acquisito e le competenze che il mondo del lavoro richiede ai giovani. Le iscrizioni non decollano nei nuovi tecnici né nei nuovi professionali; permane la diffidenza e il giudizio favorevole ai licei.
Francamente desidereremmo che l’istruzione tecnico-professionale (che in molti Paesi all’avanguardia copre metà dell’utenza) fosse riqualificata, com’era nei piani del ministro Luigi Berlinguer, e com’è nelle aspettative di Confindustria) e apprezzata dagli utenti; l’ANIEF, al riguardo avrebbe qualche proposta. Non si giustifica (anche se se ne capiscono le ragioni storiche e sociali) che questi ordini della istruzione secondaria superiore, quinquennali al pari dei licei, non debbano essere configurati in modo tale da dare una qualità di istruzione e formazione pari a quella che i licei danno. La Riforma Gelmini ci pare contraddittoria, al riguardo: per un verso, taglia le ore di lezione nelle prime e nelle classi intermadie, appesantisce il rapporto numerico docente-studenti e, considerando l’apprendistato al 15° anno di età utile all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, fa da sponda, circa il limite minimo di età per l’accesso al lavoro, al “collegato lavoro 2011”; per il verso opposto, la riforma razionalizza virtuosamente e ammoderna il quadro dell’offerta formativa. Gli Istituti Tecnicicomprendono due settori soltanto,l’Economico e il Tecnologico, e non pochi indirizzi innovativi, e anche 2 e rinnovati sono i settori degliIstituti Professionali, Servizi, e Industria e artigianato. Interessante ci sembra, anche, la istituzione nel campo dei piani regionali di istruzione post secondaria non universitaria di Corsi Its per il conseguimento del diploma di tecnico superiore.
A partire dell’a.s. 2011-012, potranno contribuire a ridurre il divario tra preparazione scolastica, atenei e imprese, realizzando un modello biennale che affianca, senza sostituirli, i non ancore pienamente fioriti IFTS. I 50 ITS programmati specializzeranno in settori strategici della tecnologia (Fonte: ItaliaOggi – 4 gennaio 2011), quali: Efficienza energetica (Aquila, Ancona, Nuoro, Enna, Siena, Padova); Mobilità sostenibile (Napoli, Caserta, Latina, Genova, Varese, Torino, Brindisi Catania, Verona); Nuove tecnologie per il Made in Italy: Sistema della Meccanica, Sistema Moda, Sistema Casa, Sistema Alimentare, Servizi alle imprese (Chieti, Teramo, Udine, Viterbo, Latina, La Spezia, Brescia, Pavia, Bergamo, Macerata, Fermo, Campobasso, Biella, Bari, Messina, Firenze, Livorno, Perugia, Padova, Vicenza, Treviso); Nuove tecnologie della vita (Latina, Bergamo, Como), Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali (Roma, Catania, Siracusa, Venezia), Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Pordenone, Roma, Genova, Milano, Torino).
Anche per la formazione regionale di livello secondario occorrerebbero novità e un riassetto in ottica qualitativa; ma occorrerebbe crederci politicamente, partendo col focalizzare il senso della cultura. Lo scorso 15 giugno, un decreto interministeriale (Miur e Ministero del Lavoro) ha definito le 21 qualifiche dei percorsi regionali triennali IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) da realizzarsi per iniziativa e con gestione delle Regioni, a norma del D.M. 29 novembre 2007. Lo scorso 16 dicembre, in sede di Conferenza unificata, le Regioni, le province autonome Trento e Bolzano, gli EE.LL, il Miur e il Ministero del lavoro e delle politiche socialihanno posto le premesse perché negli istituti professionalistatali si attivino, a cominciare dal 2011-12, interventi integrativi per gli studenti che frequentano i corsi regionali di qualifica professionale e che aspirano a proseguire col biennio che porta al diploma. Di converso, gli alunni che si iscrivono agli istituti professionali statali potranno frequentare corsi triennali per il conseguimento della qualifica professionale regionale. Una sussidiarietà, questa tra formazione statale e regionale, che potrà favorire l’osmosi tra i sistemi, dando all’uno concretezza di competenze lavorative e all’altro lo spessore della cultura scientifica e letteraria.

 
° Il decreto per la riforma universitaria
La Ministro dichiara che il Governo proporrà correttivi recependo le osservazioni del Presidente della Repubblica (Fonte: Il Sole 24Ore – 7 gennaio 2010)
Le modifiche dovrebbero riguardare: 1) la riserva del 10% dei fondi per il merito agli studenti che risiedono nello luogo stesso dell’ateneo; 2) l’errore formale della doppia modifica alla legge Moratti del 2005 sui professori aggregati; 3) la norma sui lettori di lingua straniera; 4) il requisito di un reddito di 40mila euro nei contratti per gli esperti (connesso, secondo la Gelmini, al problema di evitare che i contratti per l’insegnamento diventino precariato).

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